02 maggio 2021

La mancata applicazione della Zona Franca in Sardegna

La mancata applicazione della Zona Franca in Sardegna rappresenta forse il giogo principale per i sardi da 50 anni a questa parte ma purtroppo non pare degna di “rivoluzione” almeno politica.


C'è chi attualmente non riconosce i vantaggi delle zone franche come strumento di ordine pubblico. 

“Non si possono mettere in discussione le zone franche.

Come punto positivo, ha sottolineato che c'è un livello molto alto di investimento, i quasi 40 miliardi di dollari ne fanno conto, è cresciuto del 500% negli ultimi 6 anni e lo sviluppo di nuove infrastrutture di servizi per l'industria con più di 800 aziende, in almeno 63 comuni in 19 dipartimenti del Paese e con questo maggiori controlli doganali. Negli ultimi 6 anni l'occupazione è aumentata del 125%, da 28.000 a 65.000 posti di lavoro diretti.

"Ad esempio, le zone franche di Santander e Cauca, dipartimenti devastati dalla violenza, hanno raggiunto livelli occupazionali rispettivamente di 4.100 e 20.000 posti di lavoro in meno di 5 anni, favorendo il sostentamento di molte famiglie", aggiunge il manager.

Il 50% dell'area dichiarata come zona franca si trova sulla costa atlantica e il 60% di questa area è disponibile per ospitare nuovi progetti, sfruttando piani come la costa caraibica.

La seconda è che le zone franche sono un meccanismo per la competitività internazionale. Sebbene alcune organizzazioni come l'OCSE, l'FMI e la Banca mondiale abbiano condotto studi in cui mettono in dubbio questo strumento di politica pubblica e che i presunti benefici dell'occupazione e degli investimenti non compensano il costo del tesoro, è anche importante menzionare che il meccanismo esiste in più della metà dei paesi OCSE e altre organizzazioni internazionali come IDB, ILO ed ECLAC, mostrano come le zone di libero scambio continuano ad essere un palliativo di fronte ai persistenti problemi del clima economico nei paesi latinoamericani e quindi nelle economie allo stesso livello dei colombiani, adattano i loro regimi di zona franca per competere per gli investimenti.

Il successo delle zone economiche in Asia e dei parchi industriali in Messico e in altri paesi dell'America centrale è ampiamente riconosciuto. Il manager ha sottolineato "Mentre in Colombia attacca e intende tassare con molte più tasse, dimenticando la" stabilità giuridica ", ad esempio il Messico sta incorporando modifiche nella sua legislazione interna per rafforzare la figura delle maquiladoras IMMEX e le agevolazioni fiscali doganali, con la figura delle zone franche, per porre il Messico al centro degli investimenti esteri nella regione ”.

Terzo, in Colombia enti prestigiosi come il Dipartimento nazionale di pianificazione, la Banca della Repubblica e l'Università delle Ande hanno concluso che le zone franche non sono un buco fiscale. Al contrario, generano un effetto positivo sul reddito lordo delle imprese (industriali), promuovono un aumento della raccolta nazionale e facilitano le ispezioni. In quanto spesa fiscale, rappresenta solo lo 0,02% del PIL e i suoi effetti sulla creazione di cluster sono positivi.

“Bisogna dire al Paese che le zone franche stanno fornendo grandi vantaggi, non solo economici ma anche fiscali. Il vantaggio fiscale del meccanismo consente al governo di raccogliere $ 2 per ogni $ 1 che sacrifica, per l'aliquota d'imposta sul reddito inferiore. Quando sono incluse altre tasse nazionali e locali, il rapporto diventa da $ 3 a $ 1. Non è vero che il regime libero ha un costo fiscale negativo per le finanze pubbliche, poiché l'aliquota inferiore è compensata da investimenti più elevati che altrimenti. non sarebbe realizzato ”, indica Martínez.

Il dirigente sindacale ha anche sottolineato che molti investimenti non sarebbero stati fatti se non fosse stato per gli incentivi delle zone franche, poiché, come è noto, l'alto costo del Paese segna un chiaro svantaggio: carenti infrastrutture stradali e portuali inoltre agli alti costi di porti e merci, tra gli altri aspetti.

Martínez ha sostenuto che ci sono cambiamenti positivi per le zone franche e quindi le voci di coloro che mettono in dubbio non sono accettate per motivi diversi da quelli accademici, un meccanismo che si è dimostrato di gran lunga la migliore alternativa per molte aziende per raggiungere la loro produzione e di competitività internazionale. Al contrario, il Paese dovrebbe studiare, come stanno facendo altri, come rafforzare questo meccanismo.

Fedez esprime il furore ideologico di sinistra sulla Zan


La passerella di Fedez al Concertone? Matteo Salvini l’ha presa con filosofia, citando Buddha e la meditazione, che dovrebbe praticare maggiormente Fedez. Dopo il delirio di Fedez sul palco del Primo Maggio  il leader della Lega lo ha invitato a bere un caffè, per parlare di libertà e di diritti”. “Adoro la Libertà. Adoro la musica, l’arte, il sorriso. Adoro e difendo la libertà di pensare, di scrivere, di parlare, di amare. Ognuno può amare chi vuole, come vuole, quanto vuole. E chi discrimina o aggredisce va punito, come previsto dalla legge. È già così, per fortuna. Chi aggredisce un omosessuale o un eterosessuale, un bianco o un nero, un cristiano o un buddhista, un giovane o un anziano, rischia fino a 16 anni di carcere. È già così”, scrive Salvini su Fb.

Rauti (FdI) contro la Festa dell’Unità andata in onda

“‘Canta che ti passa’ invece Fedez preferisce fare un comizio, trasformando il ‘concertone’ in un festival dell’Unità vecchio stile. E, dal palco in diretta Rai3, mentre pubblicizza indirettamente la Nike indossando un cappello logato, il politico-cantante insulta, con tanto di nomi e cognomi, rappresentanti del mondo associativo pro Life, la cui ‘colpa’ è quella di criticare il ddl Zan e l’introduzione del reato di omontrasfobia”. Lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia, Isabella Rauti, responsabile del Dipartimento Pari Opportunità, Famiglia e Valori non negoziabili.

Il Concertone rosso pagato con i soldi degli italiani

“La smodata esibizione del cantante – prosegue Rauti – è la conferma del furore ideologico del ddl Zan e dell’intolleranza verso tutti coloro che dissentono dal ‘pensiero unico’. Così, abusando del servizio pubblico pagato da tutti noi e senza possibilità alcuna di contraddittorio, viene lanciato ed imposto un messaggio politico a senso unico, funzionale alla più generale offensiva gender. Le esternazioni di Fedez sono l’ulteriore conferma di voler reprimere la libertà di espressione e di opinione di chi la pensa diversamente”, conclude.

01 maggio 2021

Ciro Grillo, la strategia difensiva: rito abbreviato.


Ciro Grillo, la strategia difensiva: rito abbreviato. L’amica della vittima: non eravamo ubriache.

Ciro Grillo, gli avvocati preparano la strategia difensiva in caso di rinvio a giudizio. Ne scrive oggi Il Fatto quotidiano spiegando che i legali sono orientati a chiedere il rito abbreviato. “Questa strategia – scrive Il Fatto – potrebbe avere ripercussioni importanti sul procedimento. Il rito abbreviato, che comporta uno sconto di pena di un terzo in caso di condanna, prevede che il processo si celebri con le prove raccolta fino a quel momento dal pm. Il che significa, in caso di violenza sessuale, che la vittima non potrà più replicare o aggiungere altro rispetto a quanto già dichiarato fino a quel momento. La vittima potrebbe quindi non avere più la possibilità di dare la propria versione sui nodi più contraddittori della vicenda”.

Il racconto dell’amica della vittima

Sul Corriere, intanto, si dà conto della testimonianza dell’amica della vittima, Roberta (nome di fantasia). La quale nega che all’arrivo alla villa fossero tutti ubriachi.  «Ero sobria, mi rendevo conto di ciò che accadeva, così come ho già detto per gli altri ragazzi e per Silvia. Certamente ero molto stanca perché avevamo fatto molto tardi…».

L’amica si addormenta sul divano e cominciano le violenze.

“Finita la pasta e sparecchiato tutto – scrive il Corriere – Roberta si addormenta sul divano mentre Silvia, ancora sobria, subisce la prima delle violenze che racconta ai magistrati. Francesco – dice la sua denuncia – si infila nel suo letto (con gli altri che guardano, commentano e ridono davanti alla porta) e la costringe a un rapporto sessuale che comincia in camera da letto e finisce in bagno, dove lui la trascina. Lei prova a resistere ma è inutile ogni tentativo di liberarsi, racconta. Silvia spiega che Francesco ci aveva provato anche mentre preparava gli spaghetti in cucina ma lei gli aveva dato un calcio facendolo cadere e lì per lì lui aveva desistito. «Non è vero» ha raccontato lui nel suo ultimo interrogatorio. Nessun approccio, nessun calcio, nessuna violenza. Semplicemente lei ci stava. «E dopo il rapporto sessuale mi sono addormentato»”.

Costretta a bere vodka e afferrata per i capelli

“La versione di Silvia è drammatica: dice di aver provato a svegliare Roberta per andar via da quella casa ma che lei, nel dormiveglia, non ha capito la situazione d’allarme. Di fatto – così Silvia racconta ai carabinieri nella sua denuncia – fra le 8.30 e le 9 ricominciano le violenze e stavolta, però, compare una bottiglia di vodka. Lei dice che l’hanno afferrata per i capelli, costretta a berne mezza bottiglia e ad avere rapporti di gruppo. E la Procura contesta ai ragazzi l’aggravante della «minorata difesa» dovuta allo stato di alterazione psicofisica indotto dalla vodka. Ma i ragazzi negano tutto“.

 

 

Sardegna in muscia e immagini: Discover


Promuovere la Sardegna con musica e immagini: nasce Discover, progetto di promozione turistico territoriale.

Nasce Discover, un progetto di promozione turistico territoriale basato sull’utilizzo di dj set ripresi con droni e operatori video. “L’obiettivo – ci racconta Davide

Moreno, giovane creativo pubblicitario, tra le menti dietro il progetto Discover – è quello di raccontare la Sardegna attraverso i suoni live dei djset e un uso professionale dei droni per le riprese video aeree”.

L’idea nasce dalla volontà di Nicola Frongia, DJ del gruppo e fondatore del progetto assieme  a Davide e Federico Pilloni che nei lunghi mesi del lockdown, forse per non perdersi d’animo, ha pensato ad una nuova modalità per promuovere la sua passione e il suo lavoro.

“L’idea era quella di farmi conoscere e proporre i miei Dj Set – ricorda Nicola – ma, come spesso accade, dalle chiacchiere si è passati ai progetti e infine alla creazione di quello che vuole essere un vero e proprio percorso imprenditoriale. Grazie a Davide e Federico, quello che era solo un mio progetto promozionale si è trasformato in un contenitore di marketing ad uso e consumo delle Pubbliche Amministrazioni interessate a trovare un punto d’incontro con i settori più giovani della società e delle comunità”

Il video marketing territoriale è oggi il mezzo più utilizzato per promuovere un territorio.

Dirette, stories, video promozionali dove musica, suoni e immagini si rincorrono e si mischiano ad arte compaiono sui nostri canali social, sui siti e nelle nostre newsletters. La ricetta è sempre la stessa: lo storytelling emozionale utilizzato per raccontare un territorio e per promuoverlo, viene raccontato da vari punta di vista, utilizzando viste aeree e suoni immersivi. 

“Ho pensato subito che l’idea di Nicola potesse trasformarsi in un incredibile volano promozionale per il territorio  – racconta Davide Moreno – L’obiettivo è quello di parlare il linguaggio che ci è proprio, quello dei giovani, e rivolgerci ad un target di pubblico ben definito raccontando e dando lustro ad un territorio troppo spesso criticato e osteggiato”

Il progetto nasce da una chiacchierata tra amici. L’idea, cresciuta con la passione e la foga più sana e genuina però, ha fin da subito coinvolto altri professionisti locali.

“Con Davide e Nicola – evidenzia Federico Pilloni, terza mente dietro Discover – abbiamo intrapreso già da alcuni anni un percorso musicale comune. Un’avventura che ci ha portato a calcare i palchi e le sale di decine di locali, ma è stata la passione e l’amore per la comunicazione e per il territorio in cui viviamo la vera molla che ci ha portato ad esplorare territori che sconfinano nel marketing turistico e nella promozione territoriale.”

Una passione, quella per il territorio, che traspare forte dalle sedi scelte per i primi due video promozionali. L’anfiteatro di San Gavino Monreale e lo splendido borgo minerario di Montevecchio sono state le due location scelte. Edifici e paesi che possono quasi essere considerati come lo specchio di un territorio che potrebbe recitare una parte da assoluto protagonista nel mondo ma che, anche a causa del Covid, sta soffrendo e arrancando. Ed è proprio questo il mondo che il team che sta dietro Discover si prefigge di migliorare. 

Nel futuro di Discover (di cui fanno parte a pieno titolo anche Erica Uras, Alberto Ibba, Mattia Frongia, Filippo Cossu e Simone Lixi) c’è tanto. L’idea è quella di offrire questo innovativo contenitore pubblicitario e comunicativo agli enti locali e alle associazioni attive sul territorio. 

“Pensiamo che questo progetto possa diventare un mezzo con cui le amministrazioni comunali possono farsi conoscere,  raccontare i territori ed arrivare a persone e utenti che altrimenti non avrebbero raggiunto. Vogliamo dare risalto alla nostra isola – concludono quasi in coro i tre fondatori di Discover – comunicando a quanta più gente possibile quella sensazione “primitiva” e contagiosa, di attaccamento e amore incondizionato per una terra che per noi è, sicuramente, più di un continente”.

Zona Franca


Zona Franca: sai veramente cosa è?Sardegna a quando?

In Sardegna, e non solo tutti parlano di Zona Franca tutti ne parlano ma pochi sanno che cosa è. Dunque cosa è una zona franca?

 In genere viene definito zona franca è un territorio che sta  fuori dalla linea doganale. Ad oggi, da diversi anni, l’Italia fa parte dell’Unione Europea, dunque nella realtà non vi è nessuna dogana tra gli Stati Membri. Istituire una zona franca equivarrebbe ad essere fuori dall’Unione Europea. Tra i vari discorsi reperiti nei vari gruppi online sembra che la questione Unione Europea non sia calcolata e se lo è l’Europa viene spesso vista come una sorta di matrigna Sarebbe una sorta di zona franca fiscale quella caldeggiata in Sardegna, ovvero un’area ibrida,  senza iva, senza irpef, senza irap, senza distinzione fra prima e seconda casa, con carburanti a di costo, bensì a prezzi di mercato, un’area senza ritenute d’acconto, senza sostituti d’imposta, senza imposte di bollo, di registro, senza carta d’identità, senza iscrizioni obbligatorie a camere di commercio, inps, ecc. Insomma letto così sa di Paradiso un pò particolare. La Zona Franca si legge dovrebbe essere un’area dove lo stato fa un passo indietro e chi abita nella zona franca ha la vera libertà. Spesso la Zona Franca può essere ritenuta  come uno strumento che consente di “stimolare” l’economia di un Paese, in questo caso di una Regione che è Autonoma ma che fa comunque parte di uno Stato e di una comunità sovrastatuale.

Spesso per comprendere le Zone Franche si cita anche l’esempio della città di Shenzhen, città sub-provinciale di Guangdong in Cina, che grazie all’introduzione di una delle prime ZES cinesi si è trasformata da un piccolo villaggio di pescatori ad uno dei più importanti motori dell’economia cinese in cui hanno sede molte delle più importanti multinazionali. In Italia invece le zone franche sono Livigno, provincia di Sondrio in Lombardia, dove ancora oggi vige l’esenzione dal pagamento dell’IVA, ma che è comunque nata con la Repubblica ed è ancora considerato un luogo di frontiera, anche se nei fatti non è così ma la Zona Franca non è mai stata eliminata.La Zona Franca si legge dovrebbe essere un’area dove lo stato fa un passo indietro e chi abita nella zona franca ha la vera libertà ma è comunque una teoria che potre Si apprende anche che le norme sulle ZF, con l’unificazione del territorio doganale comunitario, sono contenute nel Codice Doganale Comunitario Aggiornato agli artt. 155-161. Cosa verrà creato in Sardegna? Che idea ti sei fatto?

I vantaggi di una Zona Franca si possono così riassumere:

1. Diminuzione dei costi per l’impresa investitrice grazie alle agevolazioni;

2. Maggiori investimenti nel territorio

3. Sviluppo generale dell’economia del territorio.