31 ottobre 2021

WhatsApp, il Codacons si rivolge al Garante della Privacy: «Siamo pronti a una mega class action»

Il Codacons ha denunciato WhatsApp al Garante per la Privacy, chiedendo all’autorità “di inibire comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e di ordinare all’azienda di conformarsi alle disposizioni europee in tema di privacy”. Al centro dell’esposto dell’associazione, come riporta l’Adnkronos, l’impossibilità di disattivare la funzione di backup delle chat dall’applicazione WhatsApp negli smartphone con sistema operativo Android.

«Come noto WhatsApp, per impostazione predefinita, salva le chat in locale sulla memoria del dispositivo o sulla scheda Sd inserita nello smartphone Android, e/o su Google Drive – spiega l’associazione – È altrettanto noto che i dati oggetto di backup, ad oggi, non risulterebbero criptati. Quando però si tenta di disattivare la funzione di “backup su Google Drive”, impostando il valore su “mai”, la procedura continua ad avviarsi, arrecando grande disagio agli utenti che utilizzano l’app, soprattutto se questi hanno numerosi file in memoria».

Il Codacons contro WhatsApp

«Anche quando si provvede a disattivare l’applicazione “WhatsApp su Google Drive” e addirittura a disinstallare l’applicazione e reinstallarla, il problema continua a ripresentarsi», prosegue il Codacons. Ad una istanza d’accesso presentata dall’associazione, la società ha risposto che effettivamente «gli utenti possono eseguire ulteriori backup locali sul proprio dispositivo, ma non possono disattivare il Backup Standard», e ciò, riporta il movimento dei consumatori, «per non meglio precisate esigenze di sicurezza informatica degli utenti i quali spesso sono del tutto ignari circa questa procedura di copia automatica delle proprie chat».

Tale situazione «fa sì che la volontà dell’utente di non procedere al salvataggio dei dati non venga rispettata, in violazione dei principi generali sul trattamento dei dati personali: viene effettuato in sostanza un trattamento dati senza il consenso dell’interessato, per finalità non volute dall’utente ed oltre il tempo necessario rispetto alle finalità dello stesso», attacca il Codacons. Un rischio, secondo l’associazione, «potenziale enorme per i consumatori, poiché i proprietari dello smartphone dove si attiva il backup obbligatorio dei dati sono esposti, contro la loro volontà, ad un possibile rischio di data breach».

La battaglia legale

Per tali motivi il Codacons ha avviato una battaglia legale contro WhatsApp, chiedendo al Garante per la Privacy di aprire un procedimento e ingiungere alla società, in quanto titolare del trattamento dei dati personali degli utenti, di soddisfare le richieste di esercizio dei diritti di cui agli artt. da 15 a 22 del Gdpr – Regolamento generale sulla protezione dei dati, «di conformare i trattamenti alle disposizioni vigenti in materia e di imporre una limitazione provvisoria o definitiva al trattamento, incluso il divieto di trattamento». In assenza di interventi a tutela della privacy degli utenti, il Codacons è pronto a intentare una mega class action contro WhatsApp per conto di milioni di italiani che hanno scaricato l’app sui propri telefonini. 

29 ottobre 2021

Cambiamento climatico: nel 2021 in Italia perso 1 frutto su 4

Basta chiacchiere, basta vane promesse, basta parole vuote, è ora di agire. Lo hanno sottolineato sul palco dell’evento Youth4Climate di Milano Greta Thunberg e Vanessa Nakate, con parole dure indirizzate ai leader politici internazionali. E la rabbia dei giovani di fronte all’inazione delle grandi potenze è motivata soprattutto dal fatto che i cambiamenti climatici sono già qui: non si tratta di un’emergenza di là da venire, è già adesso tra noi.
Le conseguenze le vediamo già adesso anche in Italia, a partire per esempio dal mondo agricolo. I numeri dell’ultimo studio Coldiretti lo dimostrano molto bene: nel 2021 si è visto un crollo del 27% della produzione di frutta italiana.
Il meteo impazzito mangia 1 frutto su 4: lo studio Coldiretti
1 frutto su 4 spazzato via dal meteo impazzito, per far scendere la produzione frutticola italiana al minimo storico dall’inizio del secolo. Perdere 1 frutto su 4, per un agricoltore, significa dover affrontare un’emergenza drammatica. E, considerando il numero di imprese agricole presenti nel nostro paese, le ricadute non possono che essere importanti.
A illustrare i numeri del crollo della produzione di frutta italiana è lo studio Coldiretti “2021, l’anno nero della frutta Made in Italy” effettuato a partire dai dati dell’European severe weather database. I risultati non possono lasciare indifferenti, con delle perdite che per talune produzioni supera o sfiora la metà del totale. Come riferimento è stata tenuta in considerazione la media del cinque anni precedenti: si è scoperto così che nel 2021 la produzione di pere è crollata del 69%, quella di pesche del 48% quella, di albicocche del 37%, quella di susine del 33%. E si potrebbe continuare ancora, per arrivare al -20% delle ciliege e al -12% delle mele.
Le cause? Sono diverse, e tutte insieme hanno portato alla perdita di oltre 1 frutto su 4: si parla dell’inverno particolarmente caldo, della primavera che ha conosciuto diverse gelate, e di un’estate che ha conosciuto giorni di calura estrema con problemi di siccità alternati a giorni scossi da temibili temporali. Le fioriture prima e i frutti poi non hanno potuto che risentirne.
Il cibo in Italia
La perdita di 1 frutto su 4, in un’economia come quella italiana, non può essere trascurata. Tanto più per il fatto che il cibo durante l’emergenza Covid è diventato la prima ricchezza del nostro paese, con filiera agroalimentare, aziende agricole, vendita al dettaglio e ristorazione che insieme costituiscono il 25% del Pil.
E non è tutto qui, in quanto va detto che, con le sue 740mila aziende agricole, l’Italia – per la prima volta nella storia recente, come evidenziato sempre da Coldiretti – ha raggiunto la piena autosufficienza guardando alla bilancia alimentare.
Proprio così: le vendite all’estero del cibo e delle bevande nazioanali sono state infatti per la prima volta maggiori rispetto alle importazioni, con l’export spinto dalla reputazione dei prodotti di base della dieta mediterranea, quali frutta, verdura e vino.
Crollo della produzione agricola: le parole del ministro delle Politiche agricole
«In ottica di sfide attuali per sostenere il settore ortofrutticolo oggi dobbiamo ragionare su tre elementi: in primo luogo si deve affrontare la gestione del rischio» ha spiegato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli intervenendo al Macfrut di Rimini, evento durante il quale è stato presentato lo studio Coldiretti. In secondo luogo, ha proseguito il ministro, «vanno sostenute le nostre imprese con interventi pubblici e soluzioni assicurative volte a sostenere il reddito agricolo. Infine è necessario affrontare una riforma fiscale: non possiamo non iniziare dal costo del lavoro in agricoltura. Siamo tutti consapevoli che non dobbiamo uscire dalla crisi tornando dove eravamo, ma approfittare di questa ondata di ripresa, in netta e continua crescita per il futuro, per implementare il comparto».

28 ottobre 2021

Se il cane è sempre iperattivo, forse soffre di ADHD

L'ADHD, il disturbo da deficit di attenzione, può colpire anche i cani, specie maschi, giovani e trascurati, ma dipende anche dalla razza.
Se il tuo cane non obbedisce e non ascolta i tuoi richiami, se corre costantemente in giro e non sta mai fermo, se agisce prima che gli venga impartito un ordine, potrebbe soffrire di quella che in inglese si chiama ADHD, "attention deficit hyperactivity disorder", ossia disturbo da deficit di attenzione e iperattività. È la conclusione di uno studio pubblicato su Translational Psychiatry, condotto da un team finlandese su migliaia di cani in tutto il mondo, che avvisa, tra l'altro, che i nostri amici a quattro zampe sono un ottimo modello sperimentale per studiare il disturbo da deficit di attenzione.
Non siamo dunque solo noi - e soprattutto i bambini - a soffrirne: anche i cani possono sviluppare questa sindrome, e non solo: gli stessi fattori che favoriscono l'insorgere del disturbo in noi umani sono quelli che influenzano anche i cani - la cui propensione a sviluppare l'ADHD dipende però anche da elementi propri dei nostri migliori amici, primo fra tutti la razza.
Il motivo per cui sono stati scelti i cani per questo studio è che condividono con noi diversi tratti psicologici e vivono nel nostro stesso ambiente; quello che succede a loro potrebbe essere un'indicazione di quello che succede anche a noi quando si parla di ADHD. Lo studio ha coinvolto, con una serie di sondaggi, più di 11.000 cani (e i loro padroni), dei quali è stato chiesto di indicare, tramite una serie di domande identiche a quelle che vengono usate nello studio degli umani, la presenza o meno di una serie di comportamenti tipici del disturbo da deficit di attenzione: iperattività, irrequietezza, impazienza, scarsa capacità di concentrazione e, in certi casi, comportamenti ossessivi.
CANI GIOVANI E MASCHI. I risultati hanno svelato una serie di dettagli interessanti. Innanzi tutto l'iperattività, l'impulsività e l'incapacità di concentrarsi sono più frequenti nei cani maschi, e nei cani giovani, una considerazione che vale anche per gli umani. In secondo luogo, e meno sorprendentemente, i cani che passano più tempo da soli sono anche più propensi a sviluppare il disturbo rispetto a quelli che sono sempre in compagnia di almeno un umano.
C'è poi anche l'influenza del padrone stesso: secondo lo studio, gli umani che sono alla prima esperienza con un cane tendono a scegliere esemplari più tranquilli e docili, e dunque meno inclini a sviluppare l'ADHD; chi invece è alla seconda (o più) esperienza canina tende a osare di più, ed è quindi più probabile che adotti un cane affetto da disturbo.
QUESTIONE DI RAZZA. Anche la razza ha il suo impatto: i cani da lavoro (per esempio pastori tedeschi e collie) sono più portati a sviluppare il disturbo da deficit di attenzione, mentre i cosiddetti "toy dog", come il chihuahua o il barboncino, sono di norma più tranquilli. Infine, lo studio conferma anche un altro legame presente negli esseri umani: quello tra ADHD e OCD, il disturbo ossessivo-compulsivo, che nei cani si manifesta in comportamenti, per l'appunto, ossessivi (inseguirsi la coda di continuo, leccarsi senza sosta)
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Islanda: acceso il più grande impianto del mondo per sottrarre CO2 dall’aria

L’anidride carbonica, o CO2, o diossido di carbonio, è un ossido acido fondamentale per la vita di animali e di piante. È una sostanza chiave per la fotosintesi clorofilliana, viene prodotta dal nostro respiro, e sì, anche dai processi di combustione. E sta proprio qui il problema: per via dei continui processi di combustione che gli umani hanno avviato in epoca industriale, dai macchinari nelle fabbriche fino alle automobili, la quantità di anidride carbonica presente nell’aria è schizzata alle stelle. Fin qui niente di particolarmente malvagio, non fosse che l’anidride carbonica è tra i principali responsabili dell’effetto serra, il quale come è noto sta portando a un rapido e pericolosissimo cambiamento climatico. I gas serra, nel loro insieme, impediscono infatti al nostro pianeta di disperdere una parte delle radiazioni infrarosse, le quali restando nell’atmosfera finiscono per incrementare le temperature, per sciogliere i ghiacciai, per innalzare il livello dei mari e per portare a eventi meteorologici estremi. É chiaro: dobbiamo immettere meno anidride carbonica nell’atmosfera, lasciando sottoterra i combustibili fossili e usando delle fonti energetiche pulite. Ma produrre meno gas serra, a questo punto, non è sufficiente. È necessario anche eliminare parte dell’anidride carbonica presente. Per questo motivo, negli ultimi anni, sono stati messi a punto degli impianti per sottrarre CO2 dall’aria. Il più grande a livello globale è stato acceso a inizio settembre in Islanda, non lontano da Reykjavik.
Il più grande impianto del mondo per sottrarre CO2 dall’aria
Nel mondo esistono già decine di macchine progettate per risucchiare l’anidride carbonica in eccesso. Ma bisogna fare molto, molto di più. Per questo in Islanda è stato costruito un impianto per sottrarre CO2 dall’aria che sovrasta tutti gli altri per grandezza ed efficacia. Lo stabilimento in questione si chiama Orca, una parola che, come dicono sulle pagine del Guardian, ha un suono del tutto simile alla parola islandese “Orka”, che significa energia. Questo impianto si trova all’interno del parco geotermale di Hellisheidi, e non è un caso: per funzionare, infatti, sfrutta l’energia prodotta a chilometri zero dalla centrale geotermica del parco. La costruzione dello stabilimento è stata piuttosto veloce, essendo iniziata a dicembre 2020, sull’onda di un progetto precedente realizzato nel 2017, sempre in Islanda. Il risultato è un impianto “mangia anidride carbonica” che riesce ad assorbire 4mila tonnellate di anidride carbonica all’anno. Si tratta di una quantità enorme, che però – va sottolineato – può fare unicamente una differenza minima per ridurre efficacemente la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera. Si parla, quindi, di un primo passo, al quale però devono farne seguito molti altri.
Come viene usata l’anidride carbonica risucchiata?
L’anidride carbonica viene risucchiata attraverso delle ventole che aspirano l’aria, la convogliano verso degli speciali filtri – dei microscopici granuli ai quali l’anidride carbonica si lega per reazione chimica. Il filtro viene poi portato ad alte temperature, per unire la CO2 all’acqua, e per poi pomparla sottoterra, dove torna a temperature fredde. L’anidride carbonica può restare lì, o può essere “venduta” a produttori di idrogeno, per trasformarla in carburante sostenibile. O ancora, può essere venduta alle aziende che producono bevande gassate.
I costi per la costruzione di impianti per eliminare l’anidride carbonica.
Il nuovo impianto islandese è stato costruito dall’azienda svizzera Climeworks, che aveva avviato un progetto anche in Puglia, nel 2018. Come ha spiegato il co-direttore Christoph Gerald, l’impianto islandese è un importante punto di partenza per un mercato che ad oggi non esiste ancora, ma che ci sarà a breve. O meglio, che dovrà esserci a breve, per fare fronte all’emergenza climatica in corso.  

25 ottobre 2021

Sanità: Solinas, la riforma sarà operativa dall'1 gennaio

"Primo pilastro per restituire a territori presenza prestazione"

"La riforma della Sanità approvata lo scorso anno partirà al più tardi l'1 gennaio 2022 e sarà un primo pilastro importante per restituire ai territori la presenza della prestazione sanitaria".

Lo ha annunciato il presidente della Regione Christian Solinas, che ha ricordato i tre pilastri della riforma complessiva.

Quella della governance "che porta le aziende sul territorio con il solo impegno della presa in carico del paziente"; a questa seguirà "la riforma della medicina territoriale, perché se non si restituisce al territorio la possibilità di avere dei filtri, e di curare la cronicità evitando ospedalizzazioni inappropriate, non ci sarà mai un equilibrio tra sistema ospedaliero e territoriale"; infine la terza parte "sarà la riforma della rete ospedaliera, con la ripartizione dei posti letto sulle diverse specialità in modo più efficace ed efficiente di quello ereditato".

"CRITICITA' NUORO ARRIVANO DA LONTANO". Sulle recenti proteste per le condizioni in cui versa la sanità nella Sardegna centrale, Solinas ha osservato che "E' venuto al pettine un nodo che arriva da lontano".

"La mancata copertura del turn over dei medici in tanti anni, ha generato oggi l'esigenza di farne entrare nel sistema un numero che non è presente - ha spiegato - noi abbiamo attivato tutti i concorsi necessari, sia per i medici ospedalieri, sia per i pediatri di libera scelta, sia per i medici di medicina generale, ora attendiamo che questi concorsi arrivino a compimento per dare una risposta finalmente a tutti quei territori".

Solinas ricorda i concorsi banditi per 1700 unità di personale medico sanitario e il piano del fabbisogno da migliaia di medici per il prossimo triennio. Purtroppo, ha ribadito, "in pochi anni, per di più caratterizzati dalla pandemia, non si può colmare un gap formato in dieci-quindici anni di mancata copertura del turn over". 

23 ottobre 2021

Adotta un gatto la tua vita non sarà più la stessa!

Molti pensano che i gatti non facciano niente, che siano pigri e mangino e dormano tutto il dì e basta. Non è proprio così! I gatti hanno un compito nella nostra vita. Hai mai pensato perché tante persone hanno un gatto? Qui troverai alcune informazioni sulla vita segreta dei gatti.
Tutti i gatti hanno il potere di togliere, ogni giorno, l’energia negativa accumulata nel nostro corpo. Mentre dormiamo, loro assorbono questa energia. Se in famiglia ci sono più persone e solo un gatto, questo può accumulare una quantità eccessiva di negatività che prende da tutti. Dormendo il gatto si libera dalla negatività che ha assorbito da noi. Se siamo troppo stressati, loro possono non avere sufficiente tempo per liberarsi da tanta negatività e la accumulano come grasso fino a quando non riescono a smaltirla. Per questo è meglio avere più di un gatto in casa. Essi ci proteggono anche durante la notte mentre dormiamo. Perciò amano dormire nel nostro letto. Se sentono qualcosa di strano intorno a noi i gatti saltano sul nostro letto per proteggerci.
Se tutto va bene ci possono lasciare anche soli in camera. Se qualcuno venutoci a visitare è avvertito dai gatti come pericoloso per noi, i gatti ci circonderanno per proteggerci. Ora che so che in questo modo mi proteggono, ad ogni visita faccio subito attenzione alle reazioni dei miei gatti quando qualcuno entra a casa mia.
Se un gatto abbandonato entra in casa tua adottandola come sua, è perché tu hai bisogno di un aiuto.
Ringrazialo per averti scelto. Se non puoi tenerlo cerca una casa per lui. Il gatto è venuto da te per un motivo, sconosciuto a te, ma il motivo c’è.
I gatti ci curano. All'epoca di Atlantide, i curatori usavano i cristalli per curare. Ma quando dovevano recarsi in altri paesi, per non essere accusati di magia nera, si portavano dei gatti al posto dei cristalli. I gatti sono creature adorabili e amano i loro padroni in modo speciale pur avendo un modo particolare di esprimerlo. Sono grandi amici e compagni! Sono docili, coccoloni e fedeli! Adotta un gatto la tua vita non sarà più la stessa!


Dal libro:Le tentazioni di Grazia Deledda

150° anniversario dalla nascita di Grazia Deledda 

L'ASSASSINO DEGLI ALBERI

Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato Archibusata (Archibugiata), forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi. Sarvatore Jacobbe, il benestante, era invece una specie di piccolo possidente, vestito in costume, ma con giacca di velluto. Aveva tratti signorili, e quando viaggiava portava la polveriera attaccata a un grosso cordone di seta nera. Possedeva bestiame, cavalli, cani, due servi, un gran tratto di terreno piantato a vecchi ulivi ed olivastri; aveva una bella sorella e molta presunzione. Tutti dicevano: - Martinu Selix si crede qualche cosa perché va in compagnia di Sarvatore Jacobbe. Si crede forse che gli dà la sorella per isposa! Ma Archibusata non ci pensava neppure. Faceva dei servizi delicati all'amico; qualche volta, quando questo era a Nuoro, per affari, o si trovava occupatissimo per le elezioni, Martinu andava all'ovile, guardava se il servo pastore faceva il suo dovere, se le cose andavano bene, e infine rendeva cento altri piccoli servigi. Egli non ne provava alcuna umiliazione, sebbene la bella Paska lo riguardasse quasi come un servo, e lo mettesse spesso in caricatura.

Le donne d'Orune sono belle, superbe, strane, argute, dotate di selvaggia intelligenza. Parlano in modo meraviglioso, un linguaggio caldo, arguto, pieno di immagini fantasiose; fingono entusiasmo, ira, meraviglia per molte cose; hanno camicie ricamate, corsetti gialli, occhi profondi e bui come la notte. Ballano volentieri, siedono per terra all'orientale, e implorano terribilmente vendetta dal cielo contro le terrene offese. Il padre di Paska e di Sarvatore, per esempio, era morto in reclusione, condannato, Dio ci liberi, per omicidio. I figliuoli naturalmente dicevano ch'egli era innocente, e ogni anno Paska, per il funereo anniversario rinnovava la ria, piangendo, strappandosi la cuffia, cantando funebri versi estemporanei: inoltre mandava uno scudo a Nostra Signora di Valverde perch'Ella castigasse tremendamente coloro che testimoniando il falso avevano fatto condannare il defunto. Paska era ambiziosa e presuntuosa quanto il fratello. Da bambina, secondo il costume del paese, era stata fidanzata ad un uomo tanto ricco quanto maturo. Venuto però in bassa fortuna il fidanzato, la maliziosa bimba non aveva più voluto sentir parlare di matrimonio. Ora chi sa ciò che ella sognava, quando seduta sui calcagni, sul lucido pavimento della chiesa, agitava lievemente le labbra di melograno, con gli occhioni smarriti in alto, tra i rozzi affreschi della volta. Era alta e flessuosa, con un rigido profilo bronzino. Sembrava una madonna di bronzo. Gli uomini anche i più benestanti temevano farle la corte: figuriamoci quindi se Martinu Selix osasse neppure guardarla in viso. Egli non lo diceva, ma le era anzi antipatica. Come tutte le donne benestanti di Orune, paese dedito alla pastorizia, Paska sapeva fare a perfezione i formaggelli, il burro, sas tabeddas, le treccie e tante altre cose che si plasmano col formaggio di vacca passato al fuoco. Ora, un giorno Martinu la trovò seduta per terra, accanto al focolare, facendo formaggelli. Per un po' stette a guardarla freddamente, tossendo e raschiando con famigliarità; poi, non sapendo cosa altro dire, si provò a criticarla sul modo con cui ella terminava i formaggelli, indugiandosi cioè a intagliare o un pulcino o una lepre nella loro estremità. - E via, date un colpo così e così, e lasciate di perder tempo a far quelle minchionerie, ché tanto tutto vien masticato! - egli disse. Ella arrossì e rispose superbamente: - Cosa ve ne intendete voi? Già! Dalla esperienza fatta sul vostro formaggio! Allora toccò a Martinu arrossire. Con quelle parole Paska gli buttava in faccia la sua povertà. - Archibugiata! - gridò fra sé. - Se un'altra volta mi parla così la prendo a schiaffi, com'è vero Cristo! E se ne andò offeso e mortificato. Ora avvenne che Sarvatore pensò d'innestare tutti gli ulivastri e i vecchi ulivi del suo incolto chiuso. Voleva farne un bel podere. Era nella vallata dell'Isalle, vicino a questo fiume, un luogo ubertosissimo e bello quanto mai. Sarvatore fece le cose nel modo splendido con cui i possidenti del Nuorese usano far l'innestatura. Invitò cioè tutti i suoi amici contadini e gli uomini più capaci d'innestare. Tutti prestano gratis l'opera loro, ma in ricambio godono una bellissima giornata, piena di canti e di pasti abbondanti: più che giorno di fatica può dirsi una festa bucolica, nel doppio senso della parola. Anche i pastori prendono parte alla cerimonia; e un poeta latino, - dato n'esistesse ancor uno, - potrebbe trarre una amenissima egloga da questa festa. Nel giorno convenuto gli amici di Sarvatore Jacobbe vennero tutti al chiuso, a cavallo, con donne in groppa. E vennero i pastori del padrone, con pecore ancor vive stupidamente legate alla sella, e formaggio fresco entro le bisaccie. In breve i fuochi furono accesi sotto i vecchi ulivi grigi e il fumo salì in gloriose colonne su per l'aria profondamente azzurra. Maggio rideva nella valle: i cavalli frangevano con le loro corse le altissime erbe, i grani ondulavano argentei in lontananza, gli oleandri curvavano sulle acque verdi del fiume i ciuffi dei loro bottoni di cupo corallo. E calde fragranze passavano con la brezza. I pastori facevano un po' di tutto. Aprirono qualche alveare, traendone il miele caldo e giallo come oro liquefatto: scannarono le pecore, le scuoiarono, tirandone giù la pelle che si separava azzurrognola dal corpo roseo ed ignudo delle bestie; cucinarono i sanguinacci fra la cenere ardente, e arrostirono le carni su lunghi spiedi di legno, scherzando e ridendo con le donne che li aiutavano. Paska era naturalmente la regina della festa. Le altre donne, che le stavano intorno come ancelle, non le lasciavano far nulla; ma ella presiedeva, con l'alta persona bizantina che ogni tanto fremeva come gli esili giunchi del fiume. E un po' sparsi da per tutto, i contadini segavano attenti, quasi con religione, i contorti ulivastri ed i vecchi olivi. Pietro Maria Pinnedda, il famoso innestatore, andava da un gruppo all'altro, guardando coi suoi grandi occhi grigi e maligni. Il suo volto era acceso; un principio di barba gialla gli dorava le guancie. Infilzata la marza sul tronco reciso, giallo e fresco, lo si attorcigliava strettamente con un tralcio di vincastro; poi lo si ricopriva di terriccio impastato, sul quale il fiero dito di Pietro Maria, dopo aver ben palpato e premuto intorno alla marza, segnava una croce, augurio e preghiera di buona riuscita. Alla marza infine s'infilava un piccolo triangolo di foglia di fico d'India, fresco cappuccio contro gl'incipienti e fecondi ardori del sole. Così d'albero in albero, le chiome selvaggie degli ulivastri rotolavano sulle alte erbe fiorite, e gl'innestatori parlavano di banditi, di negozî, d'alberi, di donne e di storie passate. Salivano le alte voci sonore, qualche canto bizzarro, che sembrava il grido selvaggio di un'anima che piangeva cantando, svaniva lontano, fra gli alberi, sotto i quali l'erba serbava una larga ruota di frescura più intensa; svaniva nei silenzi della valle, nel fiume, al di là del fiume. E le zucche arabescate, colme di vino rosso, circolavano, riscaldando vieppiù il sangue di quei fieri uomini dai denti splendidissimi, dalle vesti aspre e scure. Martinu Selix prestava a tutti aiuto: rideva mostrando tutti i suoi denti stretti, sembrava felice: pareva il sopraintendente di Sarvatore, il quale non faceva nulla, con le mani incrociate sulla schiena e il volto sorridente. Qualcuno degli invitati restava urtato dai modi troppo padronali del Selix: specialmente Pretu-Maria Pinnedda lo fissava spesso con uno sguardo metallico e iroso.

Il giovinotto rosso dai grandi occhi grigi e maligni era innamorato di Paska, e provava gelosia dell'amicizia che Sarvatore concedeva al Selix. L'aria di padronanza presa in quel giorno da Martinu lo urtava più che mai, e per urtare Pretu-Maria bastava un soffio d'aria. Già due volte s'eran dette parole aspre, causa il modo di stringer il vincastro. Martinu diceva: - Non occorre stringerlo molto. E l'altro asseriva il contrario. Parlando di Paska, un momento che Sarvatore era lontano, uno disse scherzando, non senza ironia: - La mariteremo a Martinu Selix. - Archibugiata! - egli rispose con un fiero lampo negli occhi. - Ti pare una cosa impossibile? - Archibugiata - disse l'altro. - Tutto è possibile in questo mondo. Martinu scrollò le spalle come per dire: - Se volessi! Pretu-Maria arrossì di collera, ma non disse nulla perché l'argomento gli cuoceva troppo, e capiva che parlavano così in sua presenza per farlo stizzire. - Se voi siete furbi come l'aquila, io lo sono come la volpe! - pensò. Ma un momento prima del pranzo, non sapendo come meglio rinnovar a Paska le sue dichiarazioni, le disse con finta amarezza: - Ora so perché non mi volete. - Perché, avoltoio senza barba? - chiese ella, degnandosi di guardarlo. - Perché avete idea di pigliarvi Martinu Selix. Ella gettò un acuto grido, uno di quei caratteristici gridi che solo le donne d'Orune sanno fare. - Chi ve l'ha detto? - Lui stesso. - Menzogna. - Che mi sparino se non è vero! E ripeté il dialogo, aggiungendovi qualche cosa di suo. Paska si fé buia in volto, e fu per strapparsi la cuffia in segno di umiliazione e di dispetto. Soddisfatto discretamente, Pretu-Maria la pregò di tacere, di non far scandalo; ma ella, irritata sul serio, prese a dileggiare apertamente Martinu anche durante il pranzo. Seduti in circolo, per terra, i convitati mangiavano su taglieri di legno e su pezzi di sughero: per posata portavano i coltelli affilati e niente altro. Più che il vino, il miele, raffreddatosi ma non del tutto, condiva il pranzo, in esso immergevano le bianche fette del formaggio fresco, il formaggello arrostito, le lattughe, il pane e persino la carne. Molti lo mangiavano senz'altro, succhiandone tutta la dolcezza e sputando lontano la cera masticata. Allegri discorsi guizzavano da un capo all'altro; risate sonore vibravano nel rezzo dei vecchi ulivi. A nord e ad oriente le montagne azzurre sfumavano nel dilagare azzurro del fulgido meriggio. A un tratto tutta l'allegria cessò: una maligna nuvola passò sul lieto convito. Paska diceva, rivolta a Martinu:

- Lo vedete il conte d'Artea, che vuole una dama per moglie! Peccato che ad Orune non ce ne sia! Martinu, che finora aveva risposto con calma agli scherzi salati di Paska, finì con l'irritarsi, tanto più che il vino lo rendeva più ardente e sospettoso del solito. - Lasciami in pace, Paska, che io non ti sto cercando. Lo so bene che sono un mendicante, ma una donna migliore di te posso ben trovarla. - Eh, sicuro! Nostra Signora di Valverde ci aiuti! Donne come me tu non ne vuoi. Le vuoi... come te stesso... - E chi sei tu? Perché hai due soldi da spenderti? Archibugiata! Ma sta attenta: il mondo è una scala. Chissà che i figli miei non possano far l'elemosina ai tuoi! Paska diventò rossa come lo scarlatto che orlava la sua gonnella. Disse: - Per ora posso farla io a te! Martinu sbatté a terra, violentemente, una piccola tazza di latta piena di vino, che teneva fra le mani, e gridò un insulto contro la fanciulla. - Martinu! - urlò Sarvatore. - Non m'importa nulla di te! E di nessuno m'importa! - gridò Martinu, con gli occhi verdi per l'ira. - Siete tanti cani rognosi! Non dipendo da te, Sarvatore Jacobbe, e forse tu dipendi più da me, che io da te. Non ti devo nulla! Non ti devo né pane né grano né denaro; e tua sorella può far a meno di rinfacciarmi la mia povertà. Povertà non è viltà, Sarvatore Jacobbe, povertà non è viltà. Ma se credi che la mia amicizia possa farti disonore, posso ben... - Tu sei ubbriaco. - Ubbriaco sei tu. - Rognoso! - Rognoso sei tu. Basta; ne nacque una disputa fierissima, e per poco macchie di sangue non s'unirono alle chiazze del vino che profanavano l'erba. I due amici si rinfacciarono cose fino allora ignorate dagli astanti; e le loro fronti arsero di rossore, non si sa se più per la collera o per la vergogna. Le donne strillavano. Bianca per terrore, Paska si pentiva delle sue parole, e con modi insinuanti cercava smorzare il fuoco da lei acceso. E il fuoco fu spento; gli amici parvero anzi riconciliarsi, e Martinu, che voleva andarsene, rattenuto a viva forza, rimase; ma non alzò più i suoi torvi occhi sul volto di Sarvatore; e questo se ne stette in un canto, sinceramente mortificato per lo scandalo dato. Si riprese a innestare. Pretu-Maria aveva l'aria d'un uomo vittorioso; ma anche Martinu rideva di tanto in tanto, forzatamente, a misura che i tronchi innestati venivano marcati col segno della croce. Due giorni dopo Martinu Selix partì per la festa di San Francesco di Lula. Partì sul far della sera, a piedi, a testa nuda: così era il suo voto. La notte lo colse in viaggio: allora il pellegrino cambiò direzione e invece di proseguire verso San Francesco, scese verso l'Isalle e s'appostò fra gli oleandri. A notte alta, mentre la sacra rugiada del cielo pioveva sulla dormiente natura, e l'acqua del fiume rabbrividente rifletteva la gran pace arcana della luna al tramonto, e più distinti salivano i profumi dei giunchi, Archibusata compié la sua terribile vendetta senz'arma. Strappò le marze dagli alberi innestati con tanta cura e religione. Ma nel rivarcare il muro, un uomo gli si rizzò inesorabile davanti; e nel pallido albore lunare brillò la canna d'un fucile. - Io lo sapevo, faina maligna! - gridò Sarvatore Jacobbe. - Ora potrei ammazzarti come un cane, ma ti farò qualcosa di peggio. Tre uomini uscirono dai roveti. - Voi avete veduto - disse loro Sarvatore. - Questo pellegrino noi non lo uccideremo, non è vero, e non lo denunzieremo neppure, non è vero? Martinu Selix, tu mi servirai gratis, tu mi farai il servo per altrettante settimane quanti alberi hai assassinato. La strana sentenza echeggiò potente nella gran pace rorida della valle. Martinu Selix proseguì il suo pellegrinaggio; ma al ritorno entrò come servo in casa dei superbi Jacobbe, e per tre anni subì il suo castigo morale e materiale.



21 ottobre 2021

Il capo degli 007 venezuelani conferma: “Chavez e Maduro diedero 3,5 milioni al Movimento 5 Stelle”


 Fonte:Il Rifornista.it

Aldo Torchiaro -  21 Ottobre 2021

Una tangente da 3 milioni e mezzo di euro sarebbe stata consegnata in contante a Gianroberto Casaleggio da un emissario del governo Maduro. La rivelazione viene dalla fonte più attendibile: l’ex capo dei servizi segreti militari venezuelani, Hugo Carvajal, avrebbe confermato alla giustizia spagnola il finanziamento ai partiti amici del regime venezuelano in giro per il mondo. Tra questi ci sarebbe anche il M5s, come già era stato rivelato in passato dal quotidiano spagnolo Abc, che aveva parlato di una valigetta con tre milioni e mezzo di euro in contanti inviata da Nicolas Maduro, allora ministro degli Esteri di Chàvez e oggi Presidente del Venezuela, e fatta arrivare a Casaleggio.

Le conferme dei sospetti arrivano dai dettagli che Carvajal sta fornendo agli investigatori spagnoli che lo detengono: l’accusatore dei Cinque Stelle sarebbe implicato, per la giustizia americana, in un traffico internazionale di stupefacenti. E il 9 settembre scorso l’ex barba finta venezuelana è stato arrestato mentre si nascondeva in un appartamento di Madrid. Ha così iniziato a vuotare il sacco, forse sperando di alleggerire la sua posizione. «Mentre ero direttore dell’intelligence militare e del controspionaggio in Venezuela, ho ricevuto un gran numero di rapporti che indicavano che si stava verificando questo finanziamento internazionale». Non mancano gli esempi specifici: Néstor Kirchner in Argentina; Evo Morales in Bolivia; Lula Da Silva in Brasile; Fernando Lugo in Paraguay; Ollanta Humala in Perù; Zelaya in Honduras: Gustavo Petro in Colombia. E, stando alle parole di Carvajal, «Il Movimento Cinque Stelle in Italia e Podemos in Spagna. Tutti questi sono stati descritti come destinatari di denaro inviato dal governo venezuelano», afferma Carvajal. L’ex capo dell’intelligence di Caracas sostiene che «attualmente, il finanziamento illegale dei movimenti di sinistra in tutto il mondo continua a essere una pratica comune del governo di Nicolás Maduro, che lo aveva reso parte della sua politica estera quando era ministro degli Esteri del Venezuela».

Tutto questo, mentre il Paese sprofondava nella miseria. Un caso che Carvajal afferma di conoscere molto bene, scrive Okdiario, è quello relativo al Movimento 5 Stelle fondato da Beppe Grillo. Carvajal ha detto al giudice García-Castellón che il chavismo ha finanziato questo partito con 3,5 milioni di euro. «Un altro esempio dei tanti movimenti comunisti nel mondo finanziati da Maduro e di cui ho ricevuto una dettagliata relazione, è quello relativo al Movimento 5 Stelle per mano di Gianroberto Casaleggio, che è stato segnalato dall’Addetto Militare venezuelano in Italia dove si è saputo che è stata inviata una valigia con 3,5 milioni di euro in contanti», ha verbalizzato la magistratura spagnola.

Fatti da verificare e che ieri il nuovo titolare dell’impresa di famiglia, Davide Casaleggio, si è incaricato di smentire senza lesinare le solite minacce ai giornalisti che osassero scriverne. «Mio padre non ha mai preso denaro dal Governo del Venezuela. Già lo scorso anno si è dimostrato che il documento portato come prova era stato contraffatto con Photoshop. Ribadisco, come fatto già in passato, che si tratta di notizie false e sono profondamente indignato da come siano usate in modo strumentale per calunniare una persona che non c’è più». «Qualche giorno fa è partito il processo contro il quotidiano spagnolo Abc che ho querelato così come saranno oggetto di querela, anche oggi, tutti gli altri organi di stampa che continuano a rilanciare questa calunnia», conclude Casaleggio, sentito da AdnKronos. Certamente le querele per diffamazione andranno dirette alle fonti che oggi sono diventate collaboratori di giustizia. Carvajal che sta per essere estradato in Usa, ma anche il colombiano di origine siriana Alex Saab, altro agente al servizio di Maduro ben informato sulle sospette tangenti ai partiti populisti europei, che da Capo Verde sta per arrivare negli Stati Uniti. Da ultimo, l’infermiera che ha seguito Chàvez negli ultimi anni, arrestata all’estero, sta per raggiungere gli Usa dove sarà interrogata sulle ipotesi di corruzione internazionale.

I potenziali collaboratori di giustizia potrebbero far tremare la Farnesina, dove Manlio Di Stefano è sottosegretario agli Esteri sotto Luigi Di Maio. Ed è senza dubbio Di Stefano il miglior testimonial di quell’attaccamento del M5s per il Venezuela, incrollabile, fortissimo. Quando muore Chavez, nel marzo 2017, è lui a guidare la delegazione dei tre parlamentari pentastellati che prendono l’aereo per presenziare solennemente ai funerali di Stato a Caracas; insieme a lui Ornella Bertorotta, capogruppo alla commissione Affari esteri del Senato e Vito Petrocelli, vice presidente del Comitato Italiani all’estero. E certamente sempre più solidi sono stati i rapporti con Maduro, tanto da aver tenuto l’Italia al di fuori del gruppo dei paesi europei che hanno poi riconosciuto l’autorità di Guaidò, suo rivale. È il 4 febbraio 2019 quando un post di Alessandro Di Battista invita il governo a mantenere una posizione “neutrale” rispetto alla crisi venezuelana: «L’Europa – scriveva l’ex deputato – dovrebbe smetterla una volta per tutte di obbedire agli ordini statunitensi». Si contano poi diversi interventi a firma Manlio Di Stefano: tra questi, il post del 4 marzo 2017, nei giorni in cui l’attuale sottosegretario agli Esteri guidava una delegazione pentastellata in visita in America Latina: in Venezuela, racconta il parlamentare, il M5s tenne «diversi incontri con i rappresentanti delle organizzazioni regionali dell’America Latina, come la Celac, l’Unasur e l’Alba-Tcp» nonché «incontri bilaterali con i diversi rappresentanti governativi della regione» che arrivarono a Caracas il 5 marzo in occasione dell’anniversario della morte di Hugo Chavez. Il Riformista ha sentito anche una intellettuale venezuelana che vive a Roma.

«Due volte un bollettino ufficiale interno alla comunità venezuelana ha raccontato di aver ricevuto Beppe Grillo in Ambasciata», ci dice. «Lo avevo trovato da subito molto strano perché descriveva gli incontri, pure riservati con Grillo, con la solennità dei protocolli dedicati ai cerimoniali di Stato», ci dice. E prosegue: «Non ho alcun dubbio sul fatto che il Venezuela ha tentato in tutti i modi di influenzare la politica italiana. Maduro era molto criticato e cercava una sponda in Italia come in Spagna», ci dice la nostra fonte che vuole rimanere riservata: «Se scrivete il mio nome, l’ambasciata non mi darà più il visto sul Passaporto per tornare a casa». E sono tante le circostanze, gli incontri, le interlocuzioni tra M5s e ambasciata del Venezuela. Così come numerosi gli intrecci tra i vertici del potere di Maduro e l’Italia. Il denaro che serviva a finanziare illegalmente la politica proveniva – è l’ultima rivelazione di Carvajal – dalla potente cassaforte petrolifera del paese, la Pdvsa. A capo della quale, durante gli anni di Chavez, era stato posto Rafael Ramirez (al vertice di Pdvsa dal 2004 al 2014) che di Chavez è stato anche ministro dell’Energia e del petrolio. Da anni lo cercano a Caracas, ma lui non si fa trovare. Vive in Italia, dove ha due case. Una a Roma e una in Piemonte.

Luoghi nei quali – è il sospetto di Carvajal – sarebbe transitata anche la persona incaricata di inviare i soldi a Casaleggio, che secondo l’ex capo dei servizi segreti militari era l’allora ministro dell’Interno, Tareck el Aissami, attuale ministro delle Industrie e della produzione nazionale del governo Maduro. Per la Casa Bianca, El Aissami è la chiave di volta delle operazioni di narcotraffico che alimentano denaro illegale al chavismo e gli Usa offrono 10 milioni di dollari per la sua cattura. Secondo un file segreto compilato da agenti venezuelani e consultato dal New York Times, El Aissami e i suoi parenti «hanno aiutato militanti di Hezbollah ad infiltrarsi nel Paese, hanno fatto affari con un narcotrafficante e hanno custodito 140 tonnellate di sostanze chimiche che si ritiene venivano usate per la produzione di cocaina». C’è di che chiedere conto a Giuseppe Conte, come ieri hanno iniziato a fare forze politiche diverse, come mai il suo partito ha così indefessamente difeso le tesi chaviste e il regime di Maduro. E se il sottosegretario agli Esteri, Di Stefano, ha memoria di aver incontrato nei suoi viaggi venezuelani qualcuno dei generosi amici di cui si cominciano a fare i nomi.

19 ottobre 2021

I Nas chiudono pizzeria abusiva a Cagliari

Nessuna autorizzazione e trovati anche alimenti scaduti

Aveva aperto una pizzeria senza avere alcuna autorizzazione, utilizzava alimenti scaduti e non rispettava le norme previste dal codice Haccp. Lo hanno scoperto i carabinieri del Nas e gli agenti della polizia municipale di Cagliari durante un controllo in un ristorante-pizzeria alla periferia gestito da un 38enne.

Il locale e tutte le attrezzature per un valore complessivo di 200mila euro sono stati sequestrati, disposta la chiusura immediata dell'esercizio. Per il proprietario sono scattate sanzioni per 7mila euro.

I controlli, nell'ambito dell'attività svolta dal Nas per far rispettare le regole sul Green pass, sono scattati nel fine settimana. Sotto i riflettori è finita la pizzeria che era stata aperta senza autorizzazioni. Il titolare, oltre alle contestazioni per le mancate autorizzazioni, per gli alimenti scaduti e per la violazione del codice Haccp, è stato anche multato perché sprovvisto di certificato verde. 

A Cagliari riapre la Torre dell'Elefante,Anfiteatro nel 2024

Annuncio del sindaco su Fb sui principali monumenti di Cagliari

Torre dell'Elefante riaperta subito, Anfiteatro Romano restaurato entro il 2024. È l'annuncio su Facebook del sindaco di Cagliari Paolo Truzzu sul futuro di due tra i più importanti monumenti della città.

Per quanto riguarda la torre tra via Università e via Santa Croce l'autorizzazione alle visite potrebbe essere dato già da questa settimana. Per l'Anfiteatro, invece, Truzzu ha parlato del via ai lavori per il secondo lotto del restauro e della prossima aggiudicazione della gara per il completamento del terzo lotto. Con l'obiettivo, ha detto il primo cittadino, di riaprire entro il 2024.

Sul fronte spettacoli, il Consiglio di indirizzo ha detto sì a una manifestazione di interesse per una collaborazione con un'Accademia di balletto. "Questo - ha spiegato Truzzu - perché sappiamo che molti giovani sono interessati ma costretti ad andare a studiare fuori dall'Isola".

Tra le novità annunciate da Truzzu anche la aggiudicazione di un bando da 1,5 milioni per la nuova via Roma. "Vogliamo realizzare la piazza sul mare - ha chiarito sui social - Le auto? Decideranno i progettisti se transiteranno sul tunnel o se ci saranno altre soluzioni".

Buoncammino da ex carcere a spazio polifunzionale

Concorso di progettazione, coinvolgere il pubblico e i privati
Per la riqualificazione dell'ex carcere di Buoncammino a Cagliari sarebbe utile un concorso di progettazione, come fatto per il recupero edilizio e funzionale del carcere delle Murate a Firenze, gestito dal Comune in stretta collaborazione con le altre amministrazioni coinvolte (Ministero e Regione) attraverso un accordo tra enti che ne definisca gli ambiti di competenza. E' quanto propone Michele Casciu, presidente dell'Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori (OAPPC) della Città Metropolitana di Cagliari e della Provincia del Sud Sardegna all'indomani dell'apertura straordinaria dell'ex carcere grazie alle visite organizzate dal Fai.
"E' stata un'ottima occasione per riparlare del suo futuro ma - ammonisce Casciu - Dobbiamo accelerare, perché il rischio è che il mancato utilizzo ne determini inevitabilmente l'ulteriore deterioramento con le prevedibili conseguenze" "Qualsiasi destinazione si intenda dare all'ex carcere, dobbiamo puntare a un intervento di grande qualità architettonica e di importante impatto sociale - aggiunge - Sarebbe fondamentale allargare a più soggetti, pubblici e privati, il coinvolgimento nella progettazione del futuro del carcere.
Qualsiasi intervento deve essere economicamente sostenibile, da qui la necessità di coinvolgere i privati".
Sulla destinazione finale, gli architetti hanno le idee chiare: "Deve essere un luogo polifunzionale. L'ex carcere di Firenze attualmente ospita: alloggi per giovani coppie, attività commerciali, spazi espositivi, centri sociali e culturali, caffè letterari, un centro informazioni e assistenza su politiche, programmi e finanziamenti dell'Unione europea, una libreria dedicata alla conservazione e alla valorizzazione dei beni culturali e svariate altre attività". Ciò che è prioritario per i professionisti cagliaritani: "è che la progettazione tenga conto delle caratteristiche specifiche di questo spazio, della sua collocazione all'interno della città, in una zona di forti vincoli di tutela, la sua vicinanza all'Università, all'Anfiteatro romano e all'Orto Botanico e, infine il fatto che fosse un carcere".

18 ottobre 2021

Ma ci sono i fascisti oggi? E poi chi è il fascista oggi?

Non mi sembra che far notare che in Italia ci sia il pericolo fascista, la sinistra “in particolare il PD” otterrà più consenso popolare. Non funziona in una democrazia additare un'ideologia come dannosa e sperare che solo questo serva ad ottenere più consenso. Se FdI e Lega sono fascisti, allora secondo i sondaggi c'è una stragrande maggioranza di italiani, oltre il 40%, che sostiene il fascismo. Gridare contro gli avversari politici definendoli fasciti non funziona.

La parola fascista è già così usata dalla sinistra, che comincia a perdere il suo significato. Proprio chi si vanta di essere più antifascista è responsabile di una certa normalizzazione avendo applicato il termine a così tante idee e partiti che il suo vero significato ha finito per essere diluito. Dobbiamo prima specificare di che fascismo stiamo parlando.  (…) Non credo abbia alcun senso, né storico né politico, sostenere che oggi vi sia un ritorno del fascismo in Italia, in Europa o nel resto del mondo”, risponde uno dei massimi esperti mondiali di fascismo, lo storico Emilio Gentile, in un'intervista pubblicata su Il Sole 24 con il titolo 'Ma ci sono i fascisti oggi?'

E poi chi è il fascista oggi? “La risposta è ovvia. È un individuo o gruppo o associazione o partito politico  che si considera erede del fascismo storico, che pensa e agisce secondo le idee e i metodi del fascismo storico, che partecipa ad organizzazioni che si rifanno al fascismo storico e che aspira a realizzare una concezione fascista della nazione necessariamente identica allo stato di Mussolini ”, afferma uno dei massimi studiosi di questa ideologia che conclude: “Il rischio imminente per la democrazia di un ritorno del fascismo camuffato in altre forme credo proprio non esista. C'è invece il rischio che, a furia di vedere fascisti ovunque, l'attenzione venga distolta da altre minacce, queste sono davvero reali, che incombono sulla democrazia e non hanno nulla a che fare con il fascismo”.

Forse sulla terminologia, oggi tutto è più sottile e un pò più trasversale rispetto a 80 anni fa. Il fascismo finì definitivamente in Italia nel 1945. La maggior parte degli elettori italiani conosce Mussolini come il grande personaggio del suo libro di storia che studia dopo Garibaldi. Non si tratta di fascismo o non fascismo. Si tratta di essere a favore della libertà sessuale, dell'Europa, del considerare l'immigrazione un problema, della gestione delle tasse, del debito pubblico, degli aiuti sociali, dell'istruzione e della salute, del ruolo della cultura, dei contratti di lavoro, del reddito di cittadinanza, stato del parco sotto casa, raccolta dei rifiuti, trasporti, sicurezza stradale, etica politica... I sondaggi sembrano dire che questo è il dibattito che conta davvero per i cittadini.


16 ottobre 2021

IL GATTO EUROPEO. UNO DEI GATTI PIÙ AMATI D'ITALIA

 

Spesso sorgono discussioni fra gli estimatori e proprietari di gatti e altre persone che considerano questi animali una minaccia per la nostra natura. Le riflessioni che seguono dovrebbero aiutare a rendere più oggettiva la discussione al riguardo.
Nell’Europa centrale l’abitudine di tenere gatti si è diffusa, in misura più rilevante, a partire dal 12° secolo. Per secoli si sono tenuti questi animali praticamente esclusivamente per la lotta contro ratti e topolini delle case, importati involontariamente con lo sviluppo delle vie di commercio nel Medioevo. Solo con la rivoluzione industriale, nel 18° e 19° secolo, i gatti ottennero tuttavia lo statuto di animale da compagnia nel significato odierno. Sulla base di inchieste rappresentative presso la popolazione, nel 2008 in Svizzera vivevano quasi 1,4 milioni di gatti domestici. Di questi, ca. un milione di animali avevano la possibilità di uscire e quindi di cacciare all’aperto.
Il gatto è un animale territoriale e il suo comportamento è fortemente legato all'ambiente in cui vive. I gatti sviluppano relazioni con altri gatti o con le persone, solo quando sentono che il loro ambiente è sicuro.
Ma unisce alla sua indole delicata anche grande giocosità e vivacità. Inoltre, pur essendo considerato un gatto comune in realtà discende dai gatti sacri dell’antico Egitto.
Il gatto europeo passa per essere “il gatto” per eccellenza, un micio comune con poche pretese estetiche ma tante qualità che lo rendono fra i più amati in Italia. 
In verità la sua storia lo rende molto speciale: è infatti discendente diretto dei gatti egizi, proprio quelli venerati come sacri durante l’antichità.
Le origini
La razza europea arriva dunque dall’antico Egitto, trasportato nel nostro continente da mercanti e anche dai fenici che, esperti navigatori, sapevano bene quanto fosse piacevole viaggiare con questi felini. 
Questi ultimi, infatti, non solo offrivano una mansueta e discreta compagnia, ma cacciavano anche i topi nelle stive. 
Approdato sulle sponde del Vecchio Continente, però, ha dovuto anche lui lottare contro i pericoli e le asperità del tempo ma è sopravvissuto ed è diventato uno dei gatti più amati in assoluto, anche grazie al suo carattere tranquillo e dolce.
Il carattere
Il carattere del gatto europeo ha tratti ben definiti che lo distinguono da tutti gli altri rendendolo unico. È particolarmente intelligente, ha un forte istinto predatorio, è sensibile e molto giocoso; ma soprattutto è docile e affabile. 
Seleziona, all’interno della famiglia, il suo umano preferito con il quale instaura un rapporto molto profondo e inossidabile. 
Insomma si tratta di un esemplare di micio che ama stare con l’uomo, si adatta bene alla vita in appartamento ma predilige, potendo, la possibilità di passeggiare all’aperto e non ama la solitudine.
L’aspetto
Il suo aspetto a volte ha creato confusione nel pubblico in quanto le sue tante varietà ammesse dagli standard di razza non lo rendono immediatamente identificabile. Il gatto europeo infatti può avere un mantello grigio, bianco, marrone, arancio scuro, nero, può avere fino a tre colori e gli abbinamenti più frequenti sono fra bianco, marrone e arancio. Inoltre, è spesso tigrato ma anche a squame di tartaruga e marmorizzato. 
Insomma la sua grande ricchezza genetica ne ha reso difficile una selezione lineare ma è anche per questo che è bellissimo e molto amato.

Giornata mondiale dell'alimentazione. Per il 2021, il motto è "Le nostre azioni sono il nostro futuro".

Le celebrazioni della Giornata mondiale dell'alimentazione 2021 sono iniziate oggi, con un evento globale in cui i partecipanti hanno notato che mentre le sfide della fame globale, della crisi climatica e del COVID-19 rimangono formidabili, c'è anche un nuovo slancio e energia dietro gli sforzi per trasformare i sistemi agroalimentari, rendendoli più adatti allo scopo.
Un vertice sui sistemi alimentari delle Nazioni Unite il mese scorso ha tracciato le linee generali di come il mondo deve andare avanti per rimodellare le strutture sotto le quali il nostro cibo viene prodotto, distribuito e consumato.
"Insieme, ci siamo rimboccati le maniche per guidare l'attuazione e guidare la trasformazione", ha detto QU Dongyu, direttore generale dell'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'alimentazione e l'agricoltura, nel suo discorso alla celebrazione della Giornata mondiale dell'alimentazione organizzata dalla FAO. Ha anche sottolineato il contributo dell'innovativo Forum mondiale dell'alimentazione convocato all'inizio di questo mese a Roma, un movimento globale che cerca di sfruttare l'energia e la creatività dei giovani per plasmare un futuro migliore per il nostro cibo.
Qu ha osservato che la Giornata mondiale dell'alimentazione di quest'anno trova il mondo in un momento critico. Nonostante le difficoltà causate dalla pandemia di COVID-19, "nell'ultimo anno abbiamo anche assistito alla resilienza e alla forza dentro ognuno di noi". In particolare, ha reso omaggio a "tutti i nostri Eroi del cibo in tutto il mondo che hanno continuato a lavorare contro ogni previsione per assicurarci di avere cibo da mangiare".
Anche prima del COVID-19, centinaia di milioni di persone in tutto il mondo erano afflitte dalla fame e tale numero è aumentato nell'ultimo anno a 811 milioni. Questo nonostante il mondo produca cibo sufficiente per sfamare tutti. Ha anche notato che il 14 percento del cibo viene perso e il 17 percento viene sprecato.
Le importanti sfide che l'umanità deve affrontare sono state evidenziate anche da Papa Francesco e dal presidente italiano Sergio Mattarella nei loro messaggi all'evento della Giornata mondiale dell'alimentazione.
"Attualmente stiamo assistendo a un vero e proprio paradosso in termini di accesso al cibo: da un lato più di tre miliardi di persone non hanno accesso a una dieta nutriente, mentre dall'altro quasi due miliardi sono in sovrappeso o obesi a causa di un cattiva alimentazione e uno stile di vita sedentario", ha detto il pontefice.
Mattarella ha dichiarato: "Lo stato della sicurezza alimentare globale è notevolmente peggiorato. La comunità internazionale deve assicurarsi di seguire correttamente le raccomandazioni del recente vertice sui sistemi alimentari, avvalendosi delle naturali sinergie del sistema delle Nazioni Unite e delle competenze delle agenzie delle Nazioni Unite con sede a Roma".
Il segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres ha dichiarato nel suo discorso: "Il modo in cui produciamo, consumiamo e sprechiamo il cibo sta mettendo a dura prova il nostro pianeta. "Sta esercitando una pressione storica sulle nostre risorse naturali, sul clima e sull'ambiente naturale e ci costa trilioni di dollari all'anno", ha avvertito il capo delle Nazioni Unite. Ma "il potere di cambiare è nelle nostre mani", ha aggiunto.
Al suo appello hanno fatto eco i capi delle altre due agenzie alimentari delle Nazioni Unite con sede a Roma.
"Per costruire sistemi alimentari più giusti ed equi, dobbiamo ascoltare le voci dei piccoli produttori e delle comunità rurali", ha affermato Gilbert F. Houngbo, presidente del Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD). "Abbiamo bisogno di partenariati su vasta scala che garantiscano che i piccoli agricoltori siano equamente ricompensati per il loro lavoro. Le priorità principali sono i sistemi di tariffazione che riflettano il costo pieno e reale di produzione e l'impiego di più finanziamenti per le comunità rurali trascurate e vulnerabili", ha aggiunto.
"In questo momento stiamo affrontando sfide senza precedenti per la sicurezza alimentare globale", ha affermato il direttore esecutivo del Programma alimentare mondiale David Beasley. "Riusciremo a porre fine alla fame solo se ci assicureremo che i nostri sistemi alimentari globali siano adatti per il ventunesimo secolo. Ecco perché, al WFP, stiamo lavorando per rafforzare i sistemi alimentari in modo che supportino diete sane per tutti, specialmente per le comunità più vulnerabili".
Il tema della Giornata mondiale dell'alimentazione di quest'anno, "Le nostre azioni sono il nostro futuro", invita tutti ad essere un eroe alimentare che contribuisce alla trasformazione dei sistemi agroalimentari per una migliore produzione, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore, lasciando nessuno dietro.
La trasformazione dei sistemi agroalimentari deve iniziare dai consumatori ordinari e dalle scelte quotidiane che facciamo sugli alimenti che consumiamo, dove li acquistiamo, come sono confezionati, quanto buttiamo: tutto questo incide sui nostri sistemi agroalimentari e sul futuro di questo pianeta, ha scritto Qu in un articolo d'opinione in occasione della Giornata mondiale dell'alimentazione.
"Tutti noi abbiamo il potenziale per essere eroi del cibo. Le nostre azioni sono il nostro futuro. Ma non finisce tra me e te. Il vecchio adagio dice: "Siamo ciò che mangiamo". È anche vero che il modo in cui si sviluppano i nostri figli e nipoti sarà influenzato anche da ciò che mangiamo", ha aggiunto.
La cassetta degli attrezzi della FAO le consente di avere un impatto su questi complessi problemi sistemici: il suo lavoro verso gli obiettivi Una migliore produzione, una migliore alimentazione, un ambiente migliore e una vita migliore, è sostenuto da un nuovo quadro strategico decennale, che definisce input concreti.
Secondo le stime della FAO, sono necessari fino a 40-50 miliardi di dollari di investimenti annuali su interventi mirati per porre fine alla fame entro il 2030. Molti progetti a basso costo e ad alto impatto possono aiutare centinaia di milioni di persone a soddisfare meglio i propri bisogni alimentari.
Ricerca e sviluppo mirati e innovazione digitale per rendere l'agricoltura più tecnologicamente avanzata e migliorare i tassi di alfabetizzazione tra le donne possono contribuire in modo significativo a ridurre la fame. Sono inoltre essenziali dati, governance e istituzioni migliori, poiché la FAO lavora con i partner che creano i propri percorsi nazionali di trasformazione.
Tra i programmi di punta della FAO c'è l'Iniziativa Mano nella mano, volta a promuovere la trasformazione rurale, i sistemi alimentari urbani e i sistemi agroalimentari resilienti aumentando gli investimenti. Attualmente 34 paesi hanno aderito al programma, basato sul matchmaking tra partner idonei e rivolto ai poveri del mondo.
La Giornata mondiale dell'alimentazione si celebra il 16 ottobre di ogni anno per commemorare la fondazione della FAO in quel giorno nel 1945.
Le celebrazioni di quest'anno sono state inaugurate ufficialmente con l'evento ibrido di oggi a Roma. Le celebrazioni hanno incluso anche una conferenza speciale del presidente esecutivo del Forum economico mondiale, il professor Klaus Schwab, e un dialogo su tè e caffè, esplorando le tradizioni dietro queste bevande. Gli eventi che celebrano la Giornata mondiale dell'alimentazione si svolgono in circa 150 paesi, incluso l'Expo Dubai. Inoltre, ci sarà una campagna multipiattaforma che celebra i nostri Eroi del cibo, gli agricoltori, i produttori e altri che forniscono cibo alle loro comunità.
 

15 ottobre 2021

Green pass: duemila a Cagliari, secchio d'acqua sul corteo

Protesta contro certificazione "abusiva", slogan contro Bassetti

Circa duemila persone al grido "libertà, libertà" e "Bassetti terrorista" hanno sfilato per le vie del centro di Cagliari per protestare contro l'obbligo di green pass nei posti di lavoro. Un corteo si è snodato da piazza del Carmine, dove un'imponente schieramento di forze dell'ordine ha presidiato l'ingresso dell'ufficio di rappresentanza del Governo e del Tar, per arrivare davanti all'assessorato regionale della Sanità e quindi sotto il palazzo della Regione per concludere una manifestazione che ha bloccato per circa un'ora le principali strade del centro cittadino.

Alcuni momenti di tensione si sono vissuti in via Pola quando sui no-green pass che transitavano in corteo è piovuta una secchiata d'acqua.

Diversi manifestanti hanno reagito rivolgendo verso il palazzo con parole dure e invitando il responsabile del gesto a scendere in strada. Poi il serpentone di gente ha proseguito verso il palazzo che ospita gli uffici regionali.
Nel documento delle associazioni "Is Pipius non si tocant", "Sa Defenza" e "Magliette bianche" si parla di "presunta pandemia che si basa su presupposti che non trovano fondamento nella realtà fattuale", dicendosi contrari ai vaccini, ritenuti "sieri sperimentali" e richiamando diverse norme che contrasterebbero con l'obbligatorietà del certificato verde.

Tra i cartelli mostrati dai manifestanti alcuni definiscono il green pass "abusivo", mentre altri inneggiano alla "disobbedienza civile, quando lo Stato si comporta da dittatore".

Reddito cittadinanza, scontro nel governo

Braccio di ferro in Consiglio dei ministri sul reddito di cittadinanza. I ministri Giancarlo Giorgetti (Lega), Renato Brunetta (Forza Italia) e Elena Bonetti (Italia Viva), avrebbero chiesto di modificare profondamente il testo, cavallo di battaglia del M5S.

Il ministro grillino Stefano Patuanelli avrebbe difeso a spada tratta la misura, trovando l'appoggio del ministro dem Andrea Orlando ma anche del premier Mario Draghi. Alla fine, riferiscono fonti presenti al Cdm, l'impianto del reddito di cittadinanza non è stato modificato.

Le stesse fonti riferiscono che il presidente del Consiglio avrebbe chiarito che sarà il confronto sulla manovra -forse in Cdm già lunedì- il luogo di discussione, per mettere a punto eventuali correttivi sulle politiche attive sul lavoro.

Giorgetti, Brunetta e Bonetti avrebbero infatti lamentato la mancata spinta del reddito di cittadinanza sulle leve dell'occupazione, invitando il governo a indirizzare le risorse altrove. Netto il muro opposto dal M5S, sostenuto dal Pd. Ma il 'secondo round' si profila già all'orizzonte.

DECRETO FISCALE - Il dl fiscale, come rilevano fonti di governo, rifinanzia il reddito di cittadinanza togliendo risorse al reddito di emergenza (90 milioni), accesso anticipato al pensionamento per lavori faticosi e pesanti (30 milioni), accesso al pensionamento dei lavoratori precoci (40 milioni) e ai congedi parentali (30 milioni).

Quali libri leggere in autunno

Dite la verità, sarà capitato anche a voi. State pensando a quali libri leggere in autunno. Dopo l’equinozio le giornate si accorciano e l’ideale per far passare la malinconia è tuffarsi in un buon libro. Quali sono però le novità d’autunno in libreria? Gli scaffali delle librerie in questo periodo sono pieni di nuove proposte di libri storici, fantasy, gialli e thriller. Ci sono quindi libri per tutti i gusti!

Che ne dite, facciamo insieme un giro virtuale in libreria?

Vi consigliamo ora i cinque libri da leggere in autunno. 

Per gli appassionati del fantasy non può mancare Jay Kristoff con L’impero delvampiro, tra battaglie leggendarie e amore proibito, una saga che vi terrà con il fiato sospeso

Ambientato ai tempi del lockdown c’è poi l’attesissima storia scritta da Marco Malvaldi. Stiamo parlando di Bolle di sapone, una commedia gialla con al centro della vicenda i Vecchietti del BarLume che sentono il peso della propria esistenza di ottuagenari finché arriva una ragazza, si tratta di Alice, la vicequestora che casualmente gli chiederà un’informazione…

E se volete immergervi tra le pagine di un romanzo introspettivo, l’occasione per voi sarà quella di scegliere Alessandro Piperno in Di chi è la colpa. Al centro della vicenda ci sarà il vissuto di un ragazzo e della sua esistenza in una nuova famiglia.

Per i dantisti è arrivato il momento tra i libri belli da leggere in autunno di optare per Ilposto degli uomini di Aldo Cazzullo, un omaggio a Dante ed alla cantica del Purgatorio.  Tra arte e letteratura.

Adorate il Giappone? I nostri consigli di lettura sono per Su un letto di fiori di Banana Yoshimoto, l’avvincente storia di Miki, rinvenuta ancora bambina su un letto di soffici alghe su una spiaggia dell’oceano ed adottata dalla famiglia Ohira.

Queste sono solo alcune tra le tantissime novità editoriali di questo periodo che ci hanno colpito maggiormente in libreria e che vogliamo condividere con voi. Ecco perché noi vi consigliamo questa serie di libri da leggere in autunno. E voi quali libri leggerete?