14 dicembre 2021

Le Zone Economiche Speciali (ZES) in Italia

In Italia le ZES sono nate con il D.L. 91/2017, a cui ha fatto seguito il D.P.C.M. 25 gennaio 2018 n. 12 che ne ha definito le modalità, la durata, i benefici ecc. L'art. 4, comma 2 del D.L. 91/2017 definisce le ZES: "…una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un'area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento UE n. 1315 dell'11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Per l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella ZES possono beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementativa degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa".

Per quanto riguarda specificatamente le Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno, in sede di progettazione, il Governo italiano ha dunque deciso che:

− la perimetrazione delle ZES dovesse includere almeno un’area portuale compresa nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T);

− la costituzione di una area ZES avvenisse mediante proposta di istituzione da parte delle Regioni meno sviluppate (Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia) o in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna), così individuate dalla normativa europea (art. 107 Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea);

− ognuna delle Regioni meno sviluppate potesse presentare una proposta di istituzione di ZES nel proprio territorio, o al massimo due proposte ove siano presenti più aree portuali con caratteristiche stabilite dal regolamento europeo. Alle Regioni non in possesso di aree portuali, è stata data la possibilità di presentare istanza di istituzione di ZES in forma associativa, qualora contigue, o in associazione con un'area portuale avente le caratteristiche stabilite dal regolamento. Dal punto di vista della governance, si era inizialmente stabilito che le ZES, una volta operative con decreto attuativo, potessero essere gestite da un Comitato d’Indirizzo, operante senza alcun compenso, indennità di carica, corresponsione di gettoni di presenza o rimborsi per spese di missione. Il Comitato ha il compito di assicurare gli strumenti che garantiscano la piena operatività delle aziende presenti nella ZES, l'utilizzo di servizi sia economici che tecnologici nell'ambito ZES e l'accesso alle prestazioni di servizi da parte di terzi. Una importante novità in tema di governance è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2020 e il “Piano Sud 2030 – Sviluppo e Coesione per l’Italia”, predisposto dal Ministero per il Sud e per la Coesione Territoriale (presentato a Gioia Tauro a febbraio 2020). Il “Piano Sud 2030” prevede che a presiedere i Comitati di Indirizzo di ciascuna ZES, deve essere un Commissario Straordinario di Governo e non più il Presidente dell’Autorità Portuale. Inizialmente, infatti, era previsto che il Comitato potesse essere presieduto dall’Autorità Portuale, avvalendosi del Segretario generale per l'esercizio delle funzioni amministrative e gestionali. Nella nuova configurazione, ciascun Comitato di Indirizzo è composto in prevalenza da membri di nomina ministeriale (il Commissario Straordinario si aggiunge a due membri già nominati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al rappresentante della Regione e al Presidente dell’Autorità Portuale). Allo stato attuale i soggetti responsabili sono dunque: i Commissari Straordinari delle ZES, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno e l’Agenzia della Coesione Territoriale (ACT). Oltre alle novità in tema di governance, la Legge di Bilancio 2020, così come confermato dal Piano Sud 2030, aveva previsto l’istituzione nei porti del CentroNord delle Zone Logistiche Speciali “rafforzate”, sostanzialmente equiparate alle ZES. Si tratta di aree portuali in cui le imprese possono beneficiare di alcune procedure semplificate già concesse alle Zone Economiche Speciali. La Legge di Bilancio, all’art. 1, commi 61-65, spiega che i porti che non possono beneficiare delle Zone Economiche Speciali previste dal D.L. 91 del 20 giugno 2017 potranno godere delle procedure semplificate previste dall’art. 5 (lettera a del comma 1) di tale decreto. L’obiettivo è favorire la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali delle Regioni in cui non si applica il Decreto per il Mezzogiorno. Il testo precisa che in ogni Regione non potrà sorgere più di una Zona Logistica Semplificata (ZLS) e che la ZLS potrà nascere solo nelle Regioni che hanno almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal Regolamento UE 1315/2013, oppure una Autorità di Sistema Portuale. La Zona Logistica Semplificata è stata adottata su proposta del Ministero per la Coesione Territoriale in concerto con quello dei Trasporti. Per la sua istituzione sono state applicate le procedure già previste per le Zone Economiche Speciali.

Nel Mezzogiorno sono state istituite ZES in Campania, Calabria, Ionica interregionale (Puglia-Basilicata), Adriatica interregionale (Puglia-Molise), Abruzzo e per ultima la Sicilia (Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale), a giugno 2020. Le prime due Regioni ad aver approvato il piano attuativo sono state Campania e Calabria, con i porti di Napoli, Salerno e Gioia Tauro.

La Legge di Bilancio 2021 prevede, per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zone economiche speciali (ZES), la riduzione dell'imposta sul reddito derivante dallo svolgimento dell'attività nella Zona Economica Speciale del 50% a decorrere dal periodo d'imposta nel corso del quale è stata intrapresa la nuova attività e per i sei periodi d'imposta successivi. Inoltre, alle imprese che avviano un programma di investimenti di natura incrementale nella ZES, è consentito di cedere il credito d'imposta ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, anche per i costi relativi alla produzione di idrogeno rinnovabile e alla produzione e distribuzione di energia da idrogeno rinnovabile. Il riconoscimento dell'agevolazione è subordinato al rispetto delle seguenti condizioni, pena la decadenza dal beneficio e l'obbligo di restituzione dell'agevolazione:

− le beneficiarie devono mantenere la loro attività nell'area ZES per almeno dieci anni2;

− le imprese devono conservare i posti di lavoro creati nell'ambito dell'attività avviata nella ZES per almeno dieci anni. Sebbene già dal 9 agosto 2019 l’Agenzia delle Entrate abbia disposto la definizione delle modalità di presentazione della comunicazione per la fruizione dello “straordinario” credito d’imposta, le ZES già istituite nel Mezzogiorno d’Italia non suscitano ancora interesse per gli investitori nazionali e internazionali e, per alcune, manca ancora il piano attuativo vero e proprio.

Ciò dipende da una serie di motivi, tra cui:

− non si è ancora attuato quanto previsto nei Piani di Sviluppo Strategico di ciascuna ZES, in tema di infrastrutturazione e di messa in sicurezza delle aree (si veda il caso della ZES di Gioia Tauro), nonché gli opportuni investimenti nell’intermodalità necessari a garantirne piena operatività. In particolare, risulta imprescindibile potenziare e adeguare gli assi viari di connessione con le aree industriali, i porti, interporti e retroporti;

− è necessario realizzare un Piano di Semplificazione amministrativa e burocratica, attivando ad esempio gli Sportelli Unici per le imprese investitrici.

In tal senso, il Commissario dovrebbe avere un potere autorizzativo superiore e senza veti esterni. Le semplificazioni speciali (Conferenza unificata di servizi, procedimento unico, ecc.) possono essere strumenti utili per un rilancio nel breve, ma il percorso di rafforzamento delle ZES necessita di una riforma più ampia. Essendo infatti enti sovraistituzionali con un proprio assetto, è necessario predisporre un percorso di semplificazione strutturale, in grado di garantire un effettivo “pacchetto” localizzativo di vantaggio all’investitore. Per fare ciò serve un nuovo approccio, che parta dall’identificazione di processi autorizzativi standardizzati nuovi e digitali, determinanti per l’ottenimento delle autorizzazioni in tempi rapidi (escluse quelle discrezionali), oltre che un aggiornamento e una adeguata formazione per il management della PA.; − è necessario adottare – in tempi rapidi – strumenti di misurazione dei vantaggi e dei risultati conseguiti in ciascuna ZES, soprattutto quelle già costituite nel 2017, i cui piani attuativi sono già in essere.

Via alla Zona economica speciale in Sardegna, giù le tasse per gli investimenti nell’Isola.

Ok del Governo alla Zes per 7 anni, prorogabili. Solinas: “Possiamo programmare il rilancio dell’economia sarda con uno sguardo fiducioso al futuro, assicurando al sistema produttivo sardo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica della nostra Isola.

“Oggi è una giornata storica. La battaglia della Sardegna per conquistare una fiscalità di vantaggio che copra il divario della sua insularità è finalmente realtà. Possiamo programmare il rilancio dell’economia sarda con uno sguardo fiducioso al futuro, assicurando al sistema produttivo sardo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica della nostra Isola”. Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas a proposito del decreto firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Garofoli, che istituisce per i prossimi 7 anni, prorogabili di altri 7, la Zona Economica Speciale.

“Portiamo a compimento un iter che ci ha visti impegnati fin dal primo momento con l’obiettivo di arrivare a un piano condiviso con il Governo che fosse la risposta più attenta e concreta ai bisogni della nostra Isola. L’auspicio, soprattutto in questo momento storico e in questa delicata fase di ripartenza, è che l’istituzione della Zes possa portare a una svolta storica con importanti ricadute sul futuro della Sardegna”, ha detto il Presidente Solinas. “Questo importante strumento –  prosegue il Presidente – ci consentirà di vivere la nostra insularità non più come un handicap ma come una carta in più da giocare per lo sviluppo, sfruttando la nostra posizione strategica al centro del Mediterraneo per attrarre investimenti che possano fare della Sardegna un polo commerciale protagonista. Abbiamo dovuto rimodulare un piano, ricostruendo un impianto forte e credibile e rispondente alle aspirazioni della Sardegna”.

Le Zes sono oggi oltre quattromila nel mondo e si avviano in un futuro prossimo a toccare quota cinquemila assumendo varie configurazioni, quali parchi industriali e tecnologici, zone e porti franchi, città d’impresa. Tali configurazioni hanno fra loro non molti aspetti in comune: essere zone fisicamente delimitate, essere gestite unitariamente, essere autorizzate a offrire incentivi specifici e procedure semplificate, a volte entro un’area doganale specifica.

11 dicembre 2021

Sardi non uniti, la ragione della nostra povertà!!!

Le nostre piante grasse (fichi d'india) della Sardegna sono molto forti.
Chiunque direbbe che queste piante hanno radici profonde, ma non è vero.
Piuttosto, hanno radici poco profonde.
Ciò che impedisce a tempeste, terremoti e forti venti di abbatterle, è che tutte le radici di queste piante grasse sono interconnesse e attaccate tra loro. Questo è il segreto della loro forza.
Come sardi possiamo aiutarci a vicenda e crescere come queste piante. Il motivo per cui i sardi in Italia non hanno potere, nonostante tanti rappresentanti politici, è perché non siamo uniti.
Da che ho memoria, non ho potuto fare a meno di notare la mancanza di unità e, peggio ancora, l'animosità tra i sardi.
Gli indipendentisti non vogliono l’Italia.  Gli altri sardi, ognuno tira per sé.
È vero che ogni essere umano dovrebbe essere orgoglioso delle sue radici e preservare le sue tradizioni, ma non usiamo questo come scudo contro i nostri fratelli italiani.
Dovremmo essere una regione autonoma, indipendente. Ma il problema è che non ci aiutiamo a vicenda e, non aiutandoci a vicenda, ristagniamo noi stessi.
“Date e vi sarà dato”, è biblico, ma è anche una legge fisica (Azione e reazione.).
Questa filosofia è perfettamente compresa dagli orientali, ecco perché hanno uno standard di vita molto migliore del nostro. Molti anni fa erano giardinieri, ora sono imprenditori.
Altre comunità oltre a quelle orientali, come quella armena, filippina, ecc. Sono molto più uniti di noi.
"Le dita della mano sono fragili da sole, ma possono formare un pugno insieme."
Ci sono sardi che non vogliono che altri sardi prosperino e questo è uno dei problemi che, purtroppo, ha la sardegna e che ci trasciniamo di generazione in generazione.
Invidia significa che non siamo uniti ed è per questo che non abbiamo potere e i governanti non ci tengono in considerazione nelle loro decisioni.
La cosa più triste è che l'invidia fa un danno terribile all'invidioso, senza che lui se ne accorga. Invidiando continuamente, il subconscio prende il messaggio sbagliato e lo esegue in un modo che non lo fa prosperare, in modo che possa sempre invidiare.
Perché pensi che gli invidiosi non abbiano mai niente?
Siamo sardi, figli della grande madre, uniamoci per costruire il futuro dei nostri figli.
L'amore per loro dovrebbe farci lottare insieme per facilitare il percorso verso la vera autonomia.
Per favore, facci capire che non essendo uniti, stiamo rubando il futuro dei nostri figli.
Viviamo nella migliore isola del mondo e l'unico modo per arrivare in cima è farlo insieme. Qualsiasi obiettivo, per quanto difficile possa sembrare, sarà facile se tutti lo condividiamo.
Siamo circa 1.600.000 in Sardegna,  e non abbiamo un solo senatore un solo deputato che difende i nostri diritti.
Il problema non è solo con gli elettori, il problema è anche la mancanza di leader. Non c'è un solo leader sardo che si faccia sentire e che alzi la voce di fronte a leggi ingiuste che vengono emanate e leggi giuste che vengono abrogate quando i governanti vogliono.
Molti sardi in questi due anni di pandemia hanno perso il lavoro.
Alcuni dei nostri "rappresentanti politici" hanno detto qualcosa? Hanno alzato la voce?
No! Dalle loro parti ce "un silenzio assordante".
Non c'è niente di più difficile della morbidezza dell'indifferenza.
E questo è un argomento su cui vale la pena riflettere.
Fino alla prossima volta.

Ricordate sempre...!!!

La parabola dei nostri tempi è che abbiamo edifici più alti ma abbiamo caratteri meno tollerabili e viali più ampi ma il nostro modo di pensare è più chiuso. Spendiamo di più ma abbiamo di meno. Compriamo di più ma godiamo di meno. Abbiamo case più grandi, ma famiglie piccole. Più strutture ma meno tempo. Abbiamo più studi e diplomi ma meno buon senso. Più conoscenza ma meno giudizio. Più esperti, ancora più problemi. Più medicine ma meno salute.

Beviamo molto, fumiamo molto, spendiamo senza misura, ridiamo molto poco, guidiamo velocissimi, ci arrabbiamo molto facilmente, stiamo alzati fino a tardi, ci svegliamo molto stanchi, leggiamo poco, guardiamo molta televisione e non preghiamo quasi mai.

Abbiamo moltiplicato i nostri beni ma abbiamo ridotto i nostri valori.
Parliamo molto, amiamo quasi mai e odiamo molto spesso.

Abbiamo imparato a sopravvivere ma non a condurre le nostre vite.
Abbiamo aggiunto anni alla vita e nessuna vita agli anni.
Siamo stati avanti e indietro sulla luna, eppure abbiamo problemi ad attraversare la strada e incontrare il nostro nuovo vicino.

Abbiamo conquistato lo spazio ma non il nostro interno.
Abbiamo fatto cose più grandi ma non migliori.
Abbiamo pulito l'aria ma abbiamo inquinato la nostra anima.
Abbiamo vinto l'atomo ma non i nostri pregiudizi.

Scriviamo di più ma impariamo di meno.
Progettiamo di più ma realizziamo di meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci ma non ad aspettare.
Creiamo più computer per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questa è un'epoca di cibi veloci e a digestione lenta, uomini grandi e personaggi piccoli, salari abbondanti e relazioni superficiali.

Questo è il tempo del doppio reddito ma più divorzi, case lussuose ma famiglie distrutte.

Questi sono tempi di viaggi veloci, pannolini usa e getta, costumi casuali, avventure di una notte, sovrappeso e pillole che fanno di tutto, dal rallegrarsi, stare zitto e persino uccidere.

Un tempo in cui la tecnologia ti porta questa lettera e un tempo in cui puoi scegliere di condividerla o semplicemente cancellarla.

E ricorda sempre: la vita non si misura dal numero di volte che inspiriamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

10 dicembre 2021

Oggi ho iniziato a pensare ...


Oggi ho iniziato a pensare all'importanza che non diamo alla vita, quando inavvertitamente ci toglie le cose, pensiamo che sia ingiusto e ci dimentichiamo che senza di essa non saremmo quello che siamo. Siamo tutti pieni di momenti felici e ci sentiamo morire quando qualcosa è finito.
La felicità arriva da un momento all'altro, tutto al mondo finisce, anche il più bello, anche il più fastidioso e doloroso.
Qui pensiamo che stare soli sia la fine della vita e non ci rendiamo conto che a volte la solitudine ci aiuta a trovare risposte che non c'erano...

Pensando a tutto questo sono cresciuto un pò di più, ho imparato a sorridere e a vedere la realtà così com'è, ma soprattutto ho potuto rendermi conto che l'ORGOGLIO non funziona quando c'è l'AMICIZIA, che non serve PIANGERE quando un amore se ne va, che non vale la pena imparare a TACERE e che non ci sono CONFINI quando ci sentiamo vivi. 

Quante volte nella nostra vita...

Quante volte nella nostra vita abbiamo provato quella sensazione di essere in mezzo al nulla stesso.  E come uno scrittore che si trova di fronte a una delle sue grandi paure... la pagina bianca, le parole scritte che poi finiscono sotto forma di un panino nel cestino... è così che ci sentiamo. Come davanti a quel foglio bianco che ci intimidisce, che ci spaventa. Senza sapere come iniziare, continuare o finire la storia.

Quale persona non ha incontrato uno di quei momenti? Chi non si è trovato faccia a faccia con la nostra cara amica incertezza? Non so voi, ma io l'ho incontrata diverse volte e sebbene volessi distogliere il suo viso o attraversare la strada, non sono mai riuscito a evitarla.

E quando ho scritto "amico" non è stato per errore, un prodotto di scrittura predittiva o correzione automatica. Quando facciamo amicizia con il non sapere, con la mancanza di risposte, con quel luogo chiamato “niente”, capiamo che remando contro corrente l'unica cosa che otteniamo è essere esausti e continueremo a sentirci persi.

Perdersi o gridare a gran voce "Non so cosa voglio!", non so dove scappare, o non so chi sono in questo momento, può diventare una grande opportunità di apprendimento. Può aiutarmi a uscire dal pilota automatico in cui mi trovo e chiedermi cosa voglio veramente, cosa devo dire abbastanza, di cosa ho paura, cosa non vedo.

E quello che ti dico è qualcosa che ricordo costantemente a me stesso. Ricordo a me stesso che non sempre abbiamo le risposte a tutte le domande, cosa va bene sentirsi un pò spaventati, cosa va bene non sapere e che non devo disperare di sentirmi in mezzo a questo nulla o aver paura del caos. Quando imparo a non disperare, quando fluisco e mi lascio andare con il flusso, capisco che nulla può essere una grande fonte di creatività e una grande possibilità per costruire un nuovo percorso.

Quando ci sentiamo persi, non troviamo il nostro nord o non sappiamo dove andare, forse è di questo che si tratta. Smettere di remare controcorrente, non continuare a navigare senza meta. Si tratta di pensare che questo potrebbe essere un buon momento per fermarsi e darsi da fare. E da lì, contempla ciò che ci accade da un'altra prospettiva e comprendi che non dobbiamo disperare, che essere in mezzo al nulla può essere il nostro GPS e la nostra grande opportunità per reinventarci.

Quindi se ti senti perso... fanculo!

on venerdì, dicembre 10, 2021 by Paolo Corrias | 1 comment  Edit