24 novembre 2022

Il Parlamento europeo chiede al Qatar di indagare sulla morte dei lavoratori e accusa la Fifa di danneggiare "seriamente" il calcio.

Il Parlamento europeo approva una risoluzione in cui la FIFA vieta ai calciatori di indossare il braccialetto OneLove e chiede il rispetto dei diritti umani nel Paese che ospita i Mondiali

Il Parlamento europeo accusa la Fifa di "seriamente danneggiare l'immagine e l'integrità del calcio mondiale". E chiede al Qatar il rispetto dei diritti umani e una "indagine esaustiva" sulle morti di lavoratori migranti nel Paese nella costruzione delle infrastrutture per il concorso, che secondo alcune informazioni giornalistiche salgono a 6.500 persone.

La risoluzione del Parlamento europeo approvata questo giovedì, dopo un'iniziativa di voto dell'eurodeputata francese Manon Aubry (France Insoumise / La sinistra), "mette in evidenza che l'UE è impegnata a sostenere i diritti umani nelle sue relazioni con il Qatar, comprese le questioni sollevate nel contesto della Coppa del Mondo FIFA; esprime preoccupazione per le notizie secondo cui centinaia di migliaia di lavoratori migranti devono ancora far fronte a leggi e pratiche discriminatorie in Qatar; deplora la mancanza di trasparenza e la mancanza di una valutazione responsabile del rischio che hanno caratterizzato l'assegnazione della Coppa del mondo al Qatar nel 2010; ricorda la sua opinione secondo cui la corruzione all'interno della FIFA è dilagante, sistemica e radicata.

Il testo approvato, condiviso da gruppi popolari, liberali, socialisti e ultraconservatori, “riconosce l'importante contributo dei lavoratori migranti all'economia del Qatar e ai Mondiali del 2022; esorta le autorità del Qatar a svolgere un'indagine completa sulla morte dei lavoratori migranti; sostiene gli sforzi del Qatar volti a migliorare le proprie condizioni di lavoro ei propri diritti, sollevati dalla comunità internazionale; chiede la piena attuazione delle riforme adottate; accoglie con favore la cooperazione del Qatar con l'OIL; invita il Qatar a continuare a lavorare con l'OIL sulle riforme; sottolinea che la responsabilità d'impresa, anche per le imprese europee, richiede il rispetto dei diritti dei lavoratori e lo stesso livello di dovuta diligenza richiesto nell'UE”.

La mozione afferma inoltre che "la FIFA ha assegnato al Qatar la Coppa del mondo senza esercitare la due diligence sui diritti umani o sull'ambiente o stabilire condizioni per la protezione dei lavoratori migranti" e che il Qatar "ha vinto la gara per la Coppa del mondo tra accuse credibili di concussione e corruzione che hanno portato a indagini giudiziarie.

Allo stesso modo, i deputati sottolineano che il codice penale del Qatar "punisce i rapporti sessuali extraconiugali, compresi i rapporti tra persone dello stesso sesso, con la reclusione fino a sette anni", include "arresti arbitrari di persone LGBTQ +, senza accusa né processo durante un massimo di sei mesi se "ci sono motivi probabili per ritenere che l'imputato possa aver commesso un reato", inclusa la "violazione della moralità pubblica", osserva che un ambasciatore della Coppa del Mondo "ha condiviso pubblicamente una dichiarazione omofoba"; sottolinea che “sette federazioni calcistiche, comprese quelle europee, hanno deciso che i propri giocatori possano indossare una fascia OneLove color arcobaleno; considerando che, tuttavia, la FIFA ha deciso che i giocatori possono ricevere un cartellino giallo o essere espulsi per aver indossato tale fascia,

La risoluzione, tuttavia, fa anche un cenno al Qatar, riconoscendo "che il Qatar è un partner importante dell'UE" e "che il Qatar ha un ruolo chiave da svolgere nell'attuazione della strategia europea di sicurezza energetica".

"L'impegno tra Ue e Qatar si è notevolmente intensificato, il che ha portato all'apertura di una delegazione Ue a Doha nel 2022", si legge nella risoluzione, che ricorda anche che il Qatar "ha co-sponsorizzato una risoluzione dell'Assemblea generale Conferenza delle Nazioni nel febbraio 2022 invitando la Russia a ritirarsi dall'Ucraina e ha votato a favore delle risoluzioni che condannano l'invasione russa dell'Ucraina".

Secondo l'Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), diverse aziende europee, come Carrefour, Banyan Tree, Fairmont Movenpick Pullman, Acciona, Qantum, Keolis, RATP e Technip, che sono fisicamente presenti in Qatar, si sono rifiutate di partecipare a comitati congiunti per riunire i rappresentanti della direzione e dei lavoratori per discutere, prevenire e risolvere i conflitti sul posto di lavoro. Inoltre, si segnala che la società olandese Core Laboratories non paga gli stipendi di alcuni dipendenti.


Non voglio parlare di politica...

Ho deciso di non parlare di politica perché, pur conoscendo tante parole e conoscendo centinaia di insulti, e nonostante riconosca in questo interscambio di insulti un certo piacere sportivo nello scoprire un termine più colto di un altro, fuori uso o più precisamente, questo non è il mio teatro. Vorrei vedere politici saggi e meno sofisti da circo. Vorrei che la mia memoria non fosse così buona e che in quelle recensioni non vedessi il riflesso delle stesse parodie di  anni fa, e mi mancano più fatti e meno rifiuti.
In questi giorni, in cui i politici di tutti i colori si travestono da guerrieri per lanciare offese come armi, noi, che vogliamo solo cure per i nostri mali, stiamo morendo di dolore. Qui, dove quel politico che sembra una brava persona, uno che nella sua carriera professionale è stato efficiente o un altro politico che parla molto bene, si mescolano per confonderci e darci le vertigini.
Abbiamo il privilegio di vivere in un paradiso, ma a volte ne paghiamo un prezzo troppo alto. Come se avessimo venduto la nostra anima al diavolo, vediamo come marciscono le gengive su quest'isola che grida per recuperare la sua essenza,
Vi dico già da questa pagina che non voglio parlare di politica, perché la maggior parte di noi non è di nessuno e ascolta tutti, devo solo riordinare un po' questo lavoro senza copione o garbo. Noi, la maggioranza dei comuni mortali, non andiamo ai comizi, in molte occasioni abbiamo scritto un nome su questa o quella scheda elettorale per punizione e non per convinzione, e ad ogni legislatura manca un po' più dell'illusione che ci hanno regalato ruberie tra fallacie, squalifiche e promesse non mantenute.
Perciò, a voi che ci rappresentate nell'una o nell'altra torre di guardia, vi prego di non essere stupidi, e di mettere tutta la vostra energia non solo per piacerci;  e che non vi uniate a nessuno per ottenere lo scettro d'oro, e che non diventiate licenziosi farabutti della vita.
Ci meritiamo grandi politici: nobili, colti e laboriosi, che mostrino carattere quando qualcuno minaccia i nostri interessi, perché i beni che amministrano non sono loro, ma nostri.
 

07 novembre 2022

Migranti, gli sbarchi in Italia.

 

Dagli anni ’90 in poi l’Italia - storicamente Paese di partenza di forti flussi migratori - è diventata punto di arrivo per migliaia di migranti, dall’Est Europa prima, dall’Africa Subsahariana e dal Medio Oriente dopo. È la sua posizione nel Mar Mediterraneo a renderla uno dei principali Stati di approdo europei, insieme a Spagna e Grecia. 

Dopo i grandi sbarchi in arrivo dall'Albania all’inizio anni ’90, dal 1997 i numeri dei migranti arrivati via mare in Italia sono tornati a crescere, questa volta alle prese con il tracollo delle società finanziarie. Gli arrivi via mare sono stati suddivisi in base ai governi e cioè:

XIII Legislatura (9 maggio 1996 - 9 marzo 2001)

Governo Amato II  - (25/04/2000 – 11/06/2001) Sbarchi 26.817 + 20.143

Governo D'Alema II -  (22/12/1999 – 25/04/2000) Sbarchi 49.999

Governo D'Alema -  (21/10/1998 - 22/12/1999) Sbarchi 38134

Governo Prodi - (17/05/1996 – 21/10/1998) Sbarchi 22.343

XIV Legislatura (30 maggio 2001 - 27 aprile 2006)

Governo Berlusconi III - (dal 23 aprile 2005 al 17 maggio 2006) Sbarchi - 22.939

Governo Berlusconi II - (dall'11 giugno 2001 al 23 aprile 2005) Sbarchi 22.016

XV Legislatura (28 aprile 2006 - 6 febbraio 2008)

Governo Prodi II - (dal 17 maggio 2006 al 6 maggio 2008) Sbarchi  22.016 + 20.445 + 36951

XVI Legislatura (dal 29 aprile 2008 al 23 dicembre 2012)

Governo Monti - (dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013) Sbarchi 62.692 + 13.267

Governo Berlusconi IV - (dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011) Sbarchi 36.951 + 9.573 + 4.406

XVII Legislatura (dal 15/03/2013 al 22/03/2018)

Governo Gentiloni - (dal 12/12/2016 al 01/06/2018) Sbarchi 119.369

Governo Renzi - (dal 22/02/2014 al 12/12/2016) Sbarchi 170.100 + 153.842 + 181.436

Governo Letta -  (dal 28 aprile 2013 al 21 febbraio 2014) -  Sbarchi 42.925

XVIII Legislatura (dal 23 marzo 2018 al 12 ottobre 2022)

Governo Draghi - (dal 13 febbraio 2021 al 22 ottobre 2022) Sbarchi 67.040 + 87.370

Governo Conte II - (dal 05/09/2019 al 13/02/2021) Sbarchi -  14.471 + 34.154

Governo Conte -  (dal 01/06/2018 al 04/09/2019) Sbarchi 23.370

XIX Legislatura (dal 13 ottobre 2022)

Governo Meloni -  (dal 22 ottobre 2022) 

Per un totale di 1.292.517 di migranti arrivati in Italia dal 1997 al 2022 – 25 anni. Con una media di 51.700,68 migranti all’anno.

È da notare che al 4 novembre 2022, gli sbarchi segnalati dal Viminale in Italia sono 87.370, principalmente di nazionalità egiziana, tunisina, bengalese, siriana e afghana.

04 novembre 2022

Conte da avvocato del popolo a Mr. Bean della politica italiana il passo è breve, e nessuno l’ha imparato meglio dell’ex premier.

Immaginate per un attimo di trovarvi nei panni del biografo ufficiale di Giuseppe Conte e di dover assolvere al (difficile) compito di scrivere una memoria che possa restituire il ritratto di un uomo tormentato e mettere in fila le fasi che hanno scandito il suo (travagliato) percorso politico.

Siete seduti alla scrivania da ore e fissate lo schermo sconsolati, attendendo un segnale dall’alto che possa consentirvi di buttare giù un incipit per quanto possibile decoroso; il tempo passa, i caffè e le sigarette aumentano, ma la solfa non cambia: vi rendete conto che scacciare lo spauracchio della pagina bianca è impossibile.

Vi fermate a pensare, indagando le cause che hanno generato la vostra stasi. Dopo una lunga pausa di riflessione, ne individuate almeno tre: gli spunti narrativi sono tantissimi, così tanti che sceglierne uno significherebbe fare un torto a tutti gli altri; le tesi si contraddicono tra loro, smentendosi a vicenda e impedendo alla narrazione di ingranare; e, soprattutto, lo spazio temporale in cui dovrebbero dipanarsi gli eventi (meno di 4 anni) è decisamente troppo ristretto per contenere la miriade di aneddoti, frasi a effetto, lotte fratricide, ascese, cadute e risalite che hanno reso l’arco di trasformazione contiano un unicum.

Sì perché, anche se può suonare straniante, nella lunga epopea della politica italiana Giuseppe Conte rappresenta una parentesi breve e trascurabile: si è affacciato sulla scena politica nel maggio del 2018, grazie a un colpo di teatro targato Salvini-Di Maio che ha agevolato la sua ascesa, trasformando un anonimo professore universitario di stanza a Firenze in un altrettanto anonimo presidente del Consiglio.

Da quel maggio schizofrenico abbiamo conosciuto diversi Giuseppe Conte: in principio l’avvocato del popolo, garanzia del mantenimento dell’alleanza giallo-verde, firmatario entusiasta di ben due Decreti sicurezza (uno più schifoso e ignobile dell’altro) e burattino nelle mani di un ministro dello Sviluppo Economico convinto di aver abolito la povertà con una mancetta e di un ministro dell’Interno che non perdeva occasione per urlare a squarciagola che «per i clandestini è finita la pacchia»; nel  mezzo  il premier trasformista che, in un raro lampo di lucidità, dà sfoggio di tutto il suo coraggio e, emulando il sussulto di dignità di Fantozzi nella storica partita a biliardo con l’Onorevole Catellani, sceglie di ribellarsi al padrone e risolvere una crisi di governo nella maniera più democristiana possibile, ossia passando senza il minimo di pudore nel campo dei nemici; la terza fase del Conte politico è quella di un uomo che prova a mostrarsi rassicurante agli occhi di un popolo che si sta innamorando incomprensibilmente di lui, che non osa differire di una sillaba dall’agenda dettata da Rocco Casalino e che si trova a gestire in maniera dilettantistica una pandemia che sta mietendo migliaia di vittime e che ha preso il mondo intero in contropiede. Il quarto stadio è quello che ha messo in scena la caduta di un uomo rimasto solo, defenestrato da una vecchia volpe come Matteo Renzi e sostituito dalla figura più autorevole d’Europa.

La quinta stagione era iniziata da poco, e per la verità era partita con poco mordente: da idolo di una nazione a capo politico di un partito morente e cannibalizzato dalle sue stesse contraddizioni e – dopo il danno, la beffa – costretto pure a contendersi la carcassa con il Luigi Di Maio.

Conte da avvocato del popolo a Mr. Bean della politica italiana il passo è breve, e nessuno l’ha imparato meglio dell’ex premier. Consoliamoci, però; se l’incipit per il nostro memoriale rappresenterebbe un ostacolo a tratti insormontabile, per la conclusione avremmo la strada spianata: «Passano gli anni, ma per Giuseppe Conte perdere è sempre un’avventura meravigliosa».