Oggi voglio raccontarvi di un mio viaggio immaginario.

Ve lo racconto in breve. Ho scelto di fare un viaggio in Islanda, prendendo spunto dal viaggio che realmente ha fatto la mia ex per trovare nostro figlio e la sua compagna.
Quando ho prenotato i voli, Cagliari-Roma,Roma-Reykjavik, non avevo le idee chiare, ho cercato di orientarmi tra libri e pagine di internet, con l’obiettivo di riuscire, in 4 giorni a cavallo tra il 15 e il 20 Novembre, a fare tutto il giro dell’isola, percorrendo l’unica strada asfaltata (per l’80%) esistente in Islanda, la nr. 1 (la Ring Road, appunto). Diverse erano le mie perplessità su come avrei potuto affrontare il viaggio, non sapevo se avrei trovato percorsi troppo difficili per me, se sarei riuscito a  gestire le mie forze durante tutta la giornata.  Al mio arrivo in terra islandese ero emozionato, non stavo nella pelle per tutto quello che avrei potuto fare con mio figlio. Ma dalla mia prima sera a Reykjavik (capitale e città più popolosa d’Islanda) ho capito che non sarei rimasto deluso: una città vivace e dinamica piena di giovani e locali accoglienti.
Quella sera ho “sfiorato” la mia prima aurora boreale, rimandata di una sola sera, perché il giorno successivo, dopo aver percorso con mio figlio il Circolo d’Oro, passando dalla frattura geologica dove si incontrano le placche tettoniche del Nord America e dell’Eurasia all’area geotermica di Geysir, dalla imponente cascata Gullfoss al bagno caldo nella Secret Lagoon, siamo approdati a Hella e quella sera l’aurora boreale ci ha fatto visita in tutto il suo imponente e inimmaginabile splendore.
Mi sono emozionato di fronte a quel cielo smeraldo, dove sembrava che danzassero gli angeli e di poter catturare le stelle allungando la mano…. L’Islanda è poco popolata, quindi il nostro concetto di villaggio è ben lontano dal loro: pochissime case, spesso molto lontane l’una dall’altra. I giorni successivi sono stati un susseguirsi di cascate mozzafiato, promontori imponenti, spiagge nere (famosissima e fantastica quella di Reynisfjara), canyon incantati e poi Fjaðrárgljúfur, che sembra la dimora degli elfi e delle fate.
 
Non posso tralasciare di raccontarvi l’emozione profonda alla vista del più grande ghiacciaio d’Europa, l’enorme Vatnajokull: la strada principale ne percorre il bordo, con panorami tra i più suggestivi di tutta l’isola, fino alla laguna glaciale di Jokulsarlon, dove incontra le acque più calde dell’Oceano Atlantico. Quel giorno ho trovato un tempo splendido, il che ha reso la nostra sosta in questa zona dell’isola un’esperienza unica e spettacolare. I fiordi dell’est, che ho percorso successivamente, ci hanno regalato scorci incredibili e molti meno turisti, al punto che per km e km non abbiamo incontrato nessuna auto e nessuna casa: solo tante, tante pecore.
Ovunque. In Islanda il terreno è ricoperto di muschio dai colori vivaci, sfumature incredibili di verde, giallo, rosso, che creano accostamenti cromatici che non ho mai visto altrove. La parte più a nord, invece, si presenta con un paesaggio totalmente vulcanico per molti km: sembra di essere sulla Luna.
E dalla luna siamo approdati in paradiso: la cascata Dettifoss, la più potente d’Europa, si trova proprio a nord, e ci si arriva percorrendo uno sterrato di oltre 30 km in mezzo all’assoluto nulla …. per poi scorgere da lontano una grande spaccatura all’interno della quale questa cascata sprigiona tutta la sua potenza. Si può arrivare fino al bordo, è spettacolare! Il sole ci ha donato la vista di un costante doppio arcobaleno…una fiaba!
Tutti questi posti sono facilmente raggiungibili a piedi da parcheggi ben indicati, molto spartani, dove è quasi sempre presente un bagno (a pagamento, come tutto in Islanda, con carta di credito!).  Più accessibile tutta la zona del lago Myvatn, sempre a nord, in particolare Hverir, dove sono presenti pozze di fango bollente e camini vulcanici. Il lago Myvatn ci ha donato la seconda e meravigliosa aurora boreale. Ritornando verso sud, abbiamo fatto una  sosta ad Akurery, seconda città islandese e capitale del nord affacciata su un fiordo, meravigliosi i cavalli islandesi che, soprattutto in questa zona, popolano le vaste pianure insieme alle greggi di pecore, emozionante la ricerca delle  foche nella penisola di Hvammatangi, avvistate benissimo dopo 40 km di sterrato e due sole case in tutto il tragitto.
Andare in Islanda per me ha voluto essere un’avventura,  torno a casa con qualcosa che prima non potevo immaginare che potesse appartenermi.
È una terra così ricca di magia e bellezza che non si può non sentirsi infinitamente arricchiti e felici. L’Islanda è da vivere: va toccata, gustata, annusata.  Non c’è suono di cascata che non sia accompagnato dal morbido tocco del muschio, dalla vista di un arcobaleno, dall’odore d’aria pulita e dallo scroscio di acqua purissima.  
L’Islanda è una terra di acqua e di fuoco, dove la vita non è facile, ma che è impossibile non amare follemente. Io ci tornerò, ne sono sicuro: ho ancora tanto da vedere ed è troppa la nostalgia di quelle emozioni, che non posso non desiderare di finirci dentro un’altra volta. Devo ringraziaere mio figlio che in questo mio viaggio mi è stato accanto e mi ha guidato in questa splendida terra.
A prestissimo …. Islanda!

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