Obbligo di Green Pass da venerdì 15 ottobre nei luoghi di lavoro
pubblici e privati. Protocolli rigidi per le aziende, che dovranno verificare
che i propri dipendenti ne siano in possesso. E si preannuncia un venerdì nero
di scioperi. Non solo autotrasporti e fabbriche: in fermento anche il maggior
snodo portuale italiano, quello di Trieste, che con una percentuale di non
vaccinati superiore alla media italiana, ha indetto uno sciopero a oltranza
fino a quando il governo non toglierà l’obbligo di Green Pass, e sembra non
sentire ragioni di fronte all’offerta di tamponi gratis (opzione soddisfacente
invece per i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che si sono quindi ritirati dalle
proteste organizzate per domani). Segue il porto di Genova, mentre la
situazione si preannuncia particolare ma gestibile in tutti gli altri porti
d’Italia
Si preannuncia un venerdì di scioperi quello del 15 ottobre, data
in cui entrerà in vigore l’obbligo di Green Pass nei luoghi di lavoro. Nel
frattempo prosegue la campagna vaccinale, tanto che in Italia l’80,63%
circa della popolazione vaccinabile ha completato il ciclo. Di
contro, si stima ci siano ancora circa 3,3 milioni di lavoratori italiani
senza neanche una dose di vaccino. Di questi, riporta La Repubblica, due
milioni e mezzo sono dipendenti: 344 mila nel pubblico e 2,2 milioni nel
privato, mentre 740 mila sono autonomi. Il numero è frutto di stime, in parte
confermate anche dal governo. Numeri certamente minoritari rispetto ai
vaccinati, ma che preoccupano in quanto la capacità italiana di processare
tamponi, tra laboratori e farmacie si attesta sui 500 mila test circa massimi
al giorno.
A destare particolare attenzione è lo sciopero proclamato dai
lavoratori del porto di Trieste, il primo in Italia per numero di merci
movimentate, davanti a Genova, Gioia Tauro, Livorno e Ravenna. Uno
sciopero che “andrà avanti a oltranza fino a quando il governo non toglierà
l’obbligo di Green Pass” fa sapere il portavoce dei portuali Stefano
Puzzer (Clpt) che ci tiene a far sapere di essere vaccinato e di non
essere un NoVax, ma semplicemente a favore della libera scelta. A far riflettere
anche il fatto che in questo specifico caso ben il 40% dei portuali (percentuale
doppia rispetto alla media italiana) risulta non vaccinato. “Il Green
Pass non è una soluzione sanitaria e deve essere cancellata” sostiene
Puzzer, che prosegue affermando che in caso di gravi danni economici al porto e
all’economia italiana la colpa sarà del governo che non ha tolto l’obbligo di
Green Pass. E poco importa se ci siano già delle farmacie convenzionate e tamponi
gratis a disposizione per i portuali: infatti, le aziende che operano
nello scalo di Trieste si sono già dette disponibili a
pagare i tamponi fino a fine emergenza sanitaria (fissata al 31 dicembre 2021),
“a patto che dal 16 ottobre riprenda l’attività”. Proposta soddisfacente
per i sindacati Cgil, Cisl e Uil, che si sono quindi ritirati dalle proteste
organizzate per domani.
Nel frattempo il blocco dell’attività a oltranza che intende attuare
il Coordinamento dei lavoratori portuali di Trieste (Clpt) è stato
dichiarato illegittimo dalla Commissione di garanzia dell’attuazione della
legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali. L’ente statale ha
comunicato al ministero dell’Interno l’irregolarità dello sciopero che il Clpt
ha indetto, per il momento, dal 15 al 20 ottobre: la Commissione ritiene fuori
dalla legge lo sciopero di sei giorni dei sindacati Fisi e Confsafi, al quale
il Clpt ha a sua volta aderito da Trieste. Se il porto di Trieste fa da
apripista degli scioperi, com’è la situazione negli altri snodi marittimi
italiani? La maggior parte dei porti non ha indetto scioperi e ritiene
improbabile che ci possano essere forti ritardi, tranne per il porto di Genova dove
è stata convocata una riunione in prefettura tra i sindacati e le aziende del
porto, che vede il 20% del personale non vaccinato. La metà, dunque, di quello
ipotizzato a Trieste, ma pur sempre abbastanza, in caso di sciopero, per
mettere in difficoltà le operazioni portuali. In questo caso alcuni
terminalisti (Terminal Psa di Pra’ e il porto Petroli) hanno già reso noto che
sosterranno il costo dei tamponi per i propri lavoratori, mentre si chiede che
vengano allestiti centri per i tamponi nei varchi portuali per testare gli
autotrasportatori che arrivano al porto.
A La Spezia le cose sembrano più tranquille e la percentuale di
lavoratori in possesso di Green Pass all’interno delle aziende del blocco
portuale, infatti, “porta a pensare che la situazione non dovrebbe presentare
particolari problemi”. Anche a La Spezia il problema più importante, sempre
secondo le stime, potrebbe essere quello con gli autotrasportatori, per
i quali risulterebbe una percentuale più alta di lavoratori sprovvisti di
certificazione o con vaccino non riconosciuto dall’Italia (Sputnik, ad
esempio). Al porto di Venezia e in quello di Chioggia l’alto
tasso di lavoratori vaccinati dovrebbe scongiurare disagi e azioni di protesta.
Comunicazioni simili arrivano dalla Toscana per i porti di Livorno e
Piombino, dove non dovrebbero comparire futuri disagi. Operatività
garantita anche da parte del porto di Ravenna, fa sapere Daniele Rossi,
presidente dell’Autorità portuale ravennate, che si dice consapevole della
possibilità che si creino “situazioni fisiologiche” in cui ci si aspetta che il
15 ottobre non sia un giorno “normale, ma potrà essere comunque una giornata
gestibile”. Così come non sono previsti blocchi a Civitavecchia, dove le
percentuali di non immunizzati sono più alte che altrove.
Ottima la situazione nei porti del Sud Italia, dove di fatto non
si prevedono scioperi: nei cinque moli pugliesi di Manfredonia,
Barletta, Bari, Monopoli e Brindisi non si temono scioperi o blocchi, fa sapere
il segretario generale dell’Autorità di sistema portuale del mare Adriatico
meridionale, Tito Vespasiani, perché “nei nostri cinque porti il tasso di
vaccinazione tocca in alcuni settori il 100%”. Non sono previsti scioperi
al porto di Gioia Tauro, anche se non si sa con esattezza quanti siano i
lavoratori muniti di Green Pass. La Cgil ha chiesto all’Autorità
portuale di poter garantire i tamponi, che ha risposto che è una spesa non
sostenere. Tocca quindi nel caso alle aziende capire se possono farsi carico
dei tamponi, le quali però prima devono sapere il numero di dipendenti a cui
fare tamponi, per poter poi valutare se possono o meno sostenere la spesa.
Al porto di Palermo la situazione sembra tranquilla, i portuali
palermitani sprovvisti di Green Pass sarebbero soltanto una trentina su un
totale di 450 lavoratori in organico nelle due società che operano all’interno
del porto. Si tratta, dunque, di una percentuale stimata attorno al 7%, che non
desta preoccupazione per l’operatività, motivo per cui non sono previsti
tamponi gratis per gli operatori sprovvisti di Green Pass. In Sardegna
quasi tutti i 650 portuali della Regione sono già vaccinati contro
il Covid-19, quindi “la situazione è sotto controllo” fanno sapere i sindacati
Uiltrasporti, Fit Cisl e Filt Cgil. Infine, anche a Napoli e Salerno l’alto
tasso di lavoratori vaccinati dovrebbe scongiurare disagi e azioni di
protesta.