24 febbraio 2024

Chi ha pane non ha i denti, l’importante è avere i numeri giusti (anche se comprati)


Spesso rifletto, e questo non è di certo una novità, ma in questi giorni mi capita spesso di pensare  al detto “chi ha il pane non ha i denti” e viceversa, sembra che ormai l’importante sia avere i numeri giusti, stuoli di followers comprati e fasulli, è di vitale importanza avere grandi cifre.

Sono stanco di vedere persone che hanno il pane, ovvero persone che hanno le capacità, voglia di fare e costruire, che possiedono un talento innato nel comunicare e raccontare ma purtroppo non hanno i denti, sarebbe a dire la possibilità di farsi conoscere come dovrebbero, vengono poste nelle retrovie della rete perché, pur avendo grande ingegno, di qualunque genere esso sia, non hanno i numeri.

Non sto parlando in senso lato, ma parlo piuttosto dei numeri comprati di Instagram per fare un esempio; vedo continuamente perfetti incompetenti della vita e di quello che dovrebbe essere il loro lavoro che si riforniscono a rotta di collo di fan sui social network;  il loro più alto valore comunicativo è di scrivere quattro righe in croce come didascalia condite con una pioggia di stupide emoticon.  

Influencer anche famosi  e a quanto pare quotati che più di una fotografia in cui location e luci sono perfette o le stories di Instagram che mostrano il mega evento a cui sono presenti a scrocco e se aprono bocca sbagliano i congiuntivi o il semplice uso dei tempi verbali, non fanno altro.

Questi personaggi come possono influenzare se non raccontano, se le cose che tentano di scrivere sono un copia e incolla di cartelle stampa, se il loro pensiero massimo è mostrarsi in una piscina con un gonfiabile aberrante o fotografarsi i piedi che il più delle volte avrebbero bisogno di un podologo? Chi influenzano se i fantastigliardi di followers che hanno sono tutti finti e inesistenti?

Sono stanco di vedere ingiustizie perpetrarsi nel mondo del web, un mondo che premia solo chi ha la faccia come il culo e non chi ha veramente qualcosa da dire e soprattutto sa farlo; sono provato dal mio volere dimostrare come la leggerezza possa fare parte di me, ma che anche la cultura, il racconto e la voglia di combattere la superficialità più stupida dell'ostentare e lottare contro l’ignoranza a costo di sembrare fuori dal coro o spocchioso, hanno un ruolo fondamentale per me e per le persone che la pensano come me.

Conosco persone che non hanno idea di cosa voglia dire comunicare, studiare, avere passione per ciò che si fa e ciò che si vuole trasmettere, si lasciano trasportare dagli eventi (il più delle volte fortunati o creati ad hoc) senza domandarsi se il tutto è merito loro o piuttosto del fato benevolo e di trovarsi nel momento giusto, al posto giusto, per conoscere le persone giuste.

Sono stanco di vedere gente che va a sfilate (di cui ignorano il nome dello stilista o del significato del messaggio che risiede dietro una determinata collezione) o a fare i manichini a Pitti solo per farsi fotografare in outfit studiati per attirare l'attenzione e non per esprimere la propria personalità,  stanco che lo storytelling, di cui c’è sempre più bisogno, si riduca ad una mera fotografia, solitamente volgare, grottesca o al limite del porno a cui sono stati comprati pure i commenti.

Eppure, alle aziende e ai geni dei responsabili degli uffici stampa sembra non importare.

L’importante sono i numeri, anche se finti, comprati da qualche parte nel cyber spazio, acquisiti a colpi di follow/nofollow, o presi a pacchetti grazie ad app specifiche, a quanto pare, se non hai i numeri non ti si filano.

È la fiera della falsità, la sagra del posticcio, il mercato del nulla.

Puoi avere talento nello scrivere, nel fare video, essere l’uomo più affascinante del mondo, la donna più bella e intrigante, avere fotografie scattate da David La Chapelle ma se non hai 800 mila milioni di followers (finti) non sei nessuno.

Numeri vuoti, che sono solo numeri appunto, non ci sono persone reali dietro ad essi, ma se parli con un’azienda la prima domanda che ti viene fatta è: “Quanti followers hai in Instagram?”- “Mhm sono un po’ bassini…” della serie, ritenta (quando avrai grandi numeri finti) sarai più fotunato.

Non viene neanche presa in considerazione la possibilità che i numeri bassi siano composti da persone reali, e quindi veri soggetti che vedono, leggono e interagiscono con ciò che pubblichi, l’importante è avere grandi numeri, finti come una camicia di seta fatta con fibre di Amianto, devono essere alti, possibilmente dai 50k in su.

Non è importante che tu ti sbatta a trasmettere emozioni, a descrivere un luogo e le sue tradizioni, a creare contenuti per progetti di start up o per far percepire i veri valori di un’azienda e i suoi prodotti, no! Tutto inutile, basta una stupida fotografia fatta decentemente, l’elettroencefalogramma di un criceto autistico e un minimo investimento pecuniario con la carta di credito e booom …sei il più grande influencer di tutti i tempi e ti pagano pure per questo.

Sono stanco di combattere per la verità, per la trasparenza e i valori a cui sono legato, stanco  delle truffe, stanco di essere contattato da vari magazine e sentirmi dire: “È da un po’ di tempo che ti stiamo studiando, fai dei buonissimi contenuti potresti collaborare con noi ma per ora non c’è budget ma abbiamo molta visibilità da darti”, stanco di ricevere stupidi regalini a cui fare la foto e postarla senza poter descrivere il concetto, il design o i materiali innovativi di determinati prodotti perché: “Fatti bastare l’omaggio, noi vorremmo solo che pubblicassi la foto, l’articolo non ci interessa, anche perché dovremmo pagarlo”.

Se prima vedere che, a distanza di poche ore o di una notte, qualcuno aumentava come per magia i propri followers da 120 anime a 50k mi mandava in bestia, ora sono stanco persino di incazzarmi, penso solo che se una giustizia divina esiste, questo gioco sarà una bolla di sapone destinata a scoppiare, e alla lunga, solo chi avrà realmente costruito con mattoni reali le fondamenta della sua casa nel web potrà virtualmente viverci, gli altri saranno un ricordo offuscato che si affievolisce di giorno in giorno come i propri followers, che una volta comprati, dopo pochi giorni spariscono, ma guarda un po' che strana faccenda.

 

23 febbraio 2024

Ogni figlio è il padre della morte di suo padre.

Pubblico oggi una grande riflessione, per aver saputo esprimere in parole sentimenti, sensazioni ed esperienze così complesse come l' inversione dei ruoli paterno-filiali nell'ultima fase della vita di un anziano non autosufficiente .

Vi invito a lasciare i vostri commenti dopo questa fantastica lettura.

“ C'è una rottura nella storia della famiglia, dove le età si accumulano e si sovrappongono e l'ordine naturale non ha senso: è quando il figlio diventa padre di suo padre.
È allora che il padre invecchia e comincia a trotterellare come se fosse nella nebbia. Lento, lento, impreciso.
È quando uno dei genitori che ti teneva stretta la mano quando eri piccolo non vuole più restare solo. È quando il padre, un tempo fermo e insormontabile, si indebolisce e fa due respiri prima di alzarsi dal suo posto.
È quando il padre, che un tempo comandava e ordinava, oggi non fa altro che sospirare, solo gemere, e cerca dove sono la porta e la finestra: ogni corridoio è ormai lontano.
È quando un genitore precedentemente volenteroso e laborioso non riesce a indossare i propri vestiti e non ricorda i farmaci che ha preso.
E noi, da bambini, non faremo altro che accettare di essere responsabili di quella vita. Quella vita che ci ha dato i natali dipende dalla nostra vita per morire in pace.
Ogni figlio è il padre della morte di suo padre.
Forse la vecchiaia del padre e della madre è curiosamente l'ultima gravidanza. Il nostro ultimo insegnamento. Un'opportunità per ricambiare la cura e l'amore che ci hanno donato per decenni.
E proprio come abbiamo adattato la nostra casa per prenderci cura dei nostri bambini, bloccando le prese della luce e montando dei box, ora cambieremo la distribuzione dei mobili per i nostri genitori.
La prima trasformazione avviene nel bagno.
Saremo i genitori dei nostri genitori che ora metteranno una sbarra sotto la doccia.
Il bar è emblematico. Il bar è simbolico. La sbarra inaugura il “detemperamento delle acque”.
Perché la doccia, semplice e rinfrescante, è ormai una tempesta per i vecchi piedi dei nostri protettori. Non possiamo lasciarli per nessun momento.
La casa di chi si prende cura dei propri genitori avrà dei rinforzi ai muri. E le nostre braccia saranno estese sotto forma di ringhiere.
Invecchiare è camminare aggrappandosi agli oggetti, invecchiare è anche salire le scale senza gradini.
Saremo estranei a casa nostra. Osserveremo ogni dettaglio con paura e ignoranza, con dubbio e preoccupazione. Saremo architetti, designer, ingegneri frustrati. Come non prevedere che i nostri genitori si sarebbero ammalati e avrebbero avuto bisogno di noi?
Rimpiangeremo i divani, le statue e la scala a chiocciola. Rimpiangeremo tutti gli ostacoli e il tappeto.
Felice è il figlio che è padre di suo padre prima della sua morte, e povero è il figlio che appare solo al funerale e non si saluta neanche un po' ogni giorno.
Il mio amico Alfredo ha accompagnato suo padre fino ai suoi ultimi minuti.
All'ospedale, l'infermiera lo stava spostando dal letto alla barella, cercando di cambiare le lenzuola, quando Alfredo gridò dal suo posto:
- Lascia che ti aiuti .
Raccolse le forze e prese suo padre sulle ginocchia per la prima volta.
Appoggiò il volto di suo padre al petto.
Ha messo sulle sue spalle il padre consumato dal cancro: piccolo, rugoso, fragile, tremante.
Rimase abbracciato a lungo, il tempo equivalente alla sua infanzia, il tempo equivalente alla sua adolescenza, un tempo bello, un tempo infinito.
Dondolando suo padre da una parte all'altra.
Accarezzare suo padre.
Suo padre si calmò.
E disse a bassa voce:
– Sono qui, sono qui, papà!
Ciò che un genitore vuole sentire alla fine della propria vita è che il proprio figlio è lì.” 

09 febbraio 2024

Politica e promesse non mantenute.

Prima di iniziare avverto che oggi non sarò politicamente corretto con la “classe politica” e con la politica in generale.

Siamo in campagna elettorale. I politici si scatenano . Si fanno prendere dal panico. Alcuni potrebbero perdere il potere, altri lo apprezzano. Tutti lo desiderano.
In politica non tutto è molto credibile. Le diagnosi si fanno à la carte , sulla base di dati inventati, non verificati, che differiscono a seconda del colore politico della lente attraverso la quale si guarda, e quindi vogliamo fare scienza sulla base di dati non verificati. Gli stessi dati, qualunque essi siano, vengono interpretati in modo radicalmente diverso dai politici . Questa è una chiara dimostrazione di quanto la politica possa essere incoerente. Inoltre, la politica è una grande promessa . Ricordiamo tutti il famoso “Posso promettere e lo prometto”. Prometto che se governo, prometto che sarò implacabile contro..., prometto che aumenterò o abbasserò quella tassa, prometto che le pensioni aumenteranno, prometto... tutto quello che potete immaginare. Stiamo assistendo a un dibattito costante sulla politica sanitaria. Tutti i candidati parlano, tra le altre cose, di Salute. E lo fanno per promettere il possibile e l'impossibile . Più personale, più posti letto, più finanziamenti, più coperture, universalità, cure illimitate, tutto il necessario . E recuperare ciò che è andato perduto, e se uno dice 10, l'altro dice 15, sarà per promettere! Quelli che non hanno più possibilità di governare non promettono più, quelli che governano e ci hanno schiacciato, promettono di alzare il piede, di darci tutto, riconoscono che ce lo meritiamo, sì, da dopo le elezioni, prima niente. E coloro che possono rappresentare una vera alternativa al governo, lo promettono con cautela, per evitare che in seguito ricordiamo loro ciò che hanno detto. Insomma, è tutta una grande bugia, una farsa che si ripete ogni 5 anni. La politica è una pseudoscienza basata su grandi bugie . Quando si fanno i conti di base, tutto è più che dubbio. Se chiedi a un politico, quali soldi utilizzerà per pagare tutto ciò che promette? Com'è possibile se dice anche che abbasserà le tasse? Si possono porre queste e molte altre domande e la risposta sarà sempre la stessa. Se risparmieremo da questo o quello, se elimineremo le spese superflue, se lotteremo contro l’evasione fiscale, ecc. Ehi, lo dicono sempre ogni 5 anni, ma nessuno lo fa. E la cosa migliore è che quantificano e dicono, ad esempio, “in Italia vengono evasi 96,3 miliardi di euro, di cui 84,4 miliardi di mancate entrate tributarie e 11,9 miliardi di mancate entrate contributive”. E mi chiedo, se sanno cosa viene evaso, hanno scoperto e quantificato la frode fiscale? Allora, cosa ti impedisce di farlo? Ma no, penso piuttosto che quello che fanno sia finzione economica. E come questo esempio, possiamo citarne molti altri. Bene, e per finire, chiedo solo a tutti i politici di non ingannare più su questioni importanti . Parliamo seriamente delle grandi questioni sulle quali dobbiamo raggiungere consenso e accordo. Uno di questi è la Salute. Smettila di fare promesse, smettila di ingannare e di dire una cosa e fare il contrario. Non prenderci più in giro . Sedetevi, accettate, accettate e prendete sul serio qualcosa che è veramente serio, LA SALUTE . Ingenuo da parte mia, tra altri 5 anni diremo ancora la stessa cosa. E sappiate che mi piace la politica , seguo la politica e mi sento immerso nella vita quotidiana della politica. Ma questo non significa che io creda a tutto . Fin dalla giovinezza ho vissuto appieno le vicissitudini politiche, dal passaggio ad oggi. La cosa triste è che dopo tutti questi anni tutto è uguale. Promesse non mantenute. Ma continueremo a votare, scegliendo chi promette ciò che vogliamo sentire, scusando il “nostro” e mantenendo questo sistema basato su bugie, false promesse, inganni consensuali e sperando sempre che questa volta sia l’ultima. Sembra che i nuovi giochi portino freschezza, ma non nel senso di aria fresca, piuttosto in quello di più o meno la stessa cosa. Più vicino al “togliti tu così mi metto” che ora tocca a noi . Devi essere fresco!


07 febbraio 2024

Sardegna: Colonia svenduta

L'Algeria si è creata una sua Zona di interesse esclusivo e si è presa gran parte del Mare di Sardegna, per accordi presi con il Governo ombra italiano, cioè l'Eni.

Avete mai sentito gli uomini politici sardi rivoltarsi contro questo sopruso ?

Poi l'onnipotente Draghi, complice la Lega, con un Decreto ha stabilito che ogni decisione in materia energetica, comprese le autorizzazioni sia paesaggistiche che ambientali, sono di esclusiva competenza dello Stato Italiano, scatenando un'orda di speculatori, multinazionali e lobby.

Avete mai sentito gli uomini politici sardi rivoltarsi contro questo sopruso ?

È ormai certo che la Sardegna si può ficcare nel....cassetto dei sogni ogni progetto legato agli oltre 8.000 siti archeologici.

Si può ficcare nel..cassetto dei sogni lo sviluppo della più grossa industria isolana, il turismo.
E, seppur con conseguenze meno evidenti ma non meno dolorose, fra breve potrà ficcarsi nel....cassetto dei ricordi la pesca al tonno, e tante delle sue produzioni agricole e dell'allevamento.

Cari fratelli Sardi, tutte le strategie in atto, piano piano ma inesorabilmente, complici o semplicemente remissivi e proni tutti i partiti e tutti i politici candidati e non candidati, lasciano presagire che il progetto del Governo italiano di fare della Sardegna un immenso parco eolico e fotovoltaico per fornire energia elettrica a tutta l'Italia, verrà realizzato.

05 febbraio 2024

I miei ultimi vent’anni sono volati”

Qualche giorno fa un mio grande amico mi ha raccontato che i suoi ultimi vent'anni, la sua vita “erano volati via”, come un sospiro, come se non ci fosse stato un ieri. Ho pensato molto a quella conversazione e sono giunto alla stessa conclusione: gli ultimi vent'anni della mia vita sono volati.
E la frase di mio padre, era assolutamente premonitrice quando ci dava il consiglio d'oro di sfruttare il tempo. Oggi medito su quella frase e su quanto avesse ragione!
E il tempo è una risorsa che si esaurisce perché non è qualcosa che si può acquisire o comprare. Ci sfugge poco a poco come l'acqua quando ci sfugge dalle mani e si perde. Ecco perché dobbiamo rendere il tempo totalmente utile e possiamo riuscirci.
Quando eravamo giovani volevamo conquistare il mondo. Oggi lo mangerei anch'io, ma con un piano. Quella percezione, la routine, il non vivere nuove esperienze fanno passare il tempo senza che ce ne rendiamo conto.
Resta sempre meno tempo. Ecco perché credo che non dovremmo avere paura dei cambiamenti perché se sappiamo fare del cambiamento un'opportunità, vedremo davvero come possiamo guadagnare tempo nella vita.
Ricordo le estati della mia infanzia a Cagliari. Erano estati che passavano lente. Abbiamo fatto tutto e non abbiamo fatto niente. Il tempo sembrava essersi fermato. Andare al mare della mia città sono state esperienze uniche. Oggi inizi a disfare le valigie durante un viaggio di vacanza e lasciamo le cose in valigia perché…. Dobbiamo tornare indietro adesso. Tutto mi pesa particolarmente.
E il presente è molto diverso da quello che abbiamo dovuto vivere in passato. Oggi i social network hanno applicazioni che ti dicono da quanto tempo li usi. E in “un batter d’occhio” hai passato due ore a guardare Facebook.
In questi giorni, mi sono ricollegato ai ricordi dei miei ultimi vent'anni: libri non letti, musica non letta, ascolto, alcuni camicie nuove di zecca, alcuni quadri non appesi, semi non piantati, una valigia sopra un armadio, un disordine quasi ordinato, cassetti con oggetti che non ricordavo, una cravatta che non potevo mettere, foto da organizzare. Ho guardato una foto di esattamente vent'anni fa, quando andai per la prima volta a Vienna e il tempo si è fermato.Quante cose sono successe in vent'anni!!! Persone nuove che sono entrate nella nostra vita, persone care che se ne sono andate per sempre, esperienze indimenticabili, amori e crepacuori, tristezza e gioia, sorrisi e lacrime. Tutto questo è accaduto in due decenni che si sono consumati come una sigaretta di carta. Salutiamo un secolo e ne diamo il benvenuto a un altro.
Non possiamo fermare il tempo, ma possiamo usarlo meglio affinché “importi di più per noi”.
Forse la chiave è usarlo con persone che valgono davvero, (questo è fondamentale) non sprecarlo in situazioni in cui non vogliamo vivere, essere sinceri con la vita, fare le cose che avremmo voluto fare tutta la nostra vita e non siamo mai stati in grado di farlo.  Tutto ciò che è tossico richiede tempo. Fortunatamente, ho acquisito la grande virtù di scartarli immediatamente.  Beviamo la vita a sorsi. Godere di ogni momento, ogni odore, ogni sensazione, ogni gusto, ogni bacio, ogni abbraccio, ogni carezza, ogni sguardo, ogni sorriso.
Voglio vivere con l'anima aggrappata a dolci ricordi che mi rendono felice. Sentire che la vita vale la pena, che vent'anni hanno dato molto, anche se sono passati senza che ce ne rendessimo conto e sono sicuro che il meglio deve ancora venire per noi nei prossimi vent'anni.