03 novembre 2021

Riflessione: Cosa o chi sono gli haters e perché si può odiare senza un motivo.

Gli haters  – o odiatori nella nostra lingua – sono persone che usano espressioni di odio in molteplici forme (dal razzismo al sessismo ad ogni possibile ismo). Questi meschini usanoil presunto anonimato che fornisce internet, per attaccare, offendere, denigrare, minacciare e via dicendo una singola persona o un gruppo di persone. Gli haters possono odiare un personaggio noto come una persona qualunque per un motivo qualsiasi o gruppi di persone come appartenenti a diversi credi religiosi, iscritti ad un certo partito politico, chi la pensa in un certo modo sull’alimentazione, i massoni ecc. ecc. come ben comprendete questo elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Il presunto anonimato dà loro la sicurezza che non hanno nella vita reale.

Nascosti dal nickname, gli haters, dimenticano di essere dei vigliacchi e danno sfogo alle loro frustrazioni, invidie e paure. Appartengono a diverse estrazioni sociali e possono fare qualunque lavoro, hanno una famiglia e degli amici nel modo reale, ma dentro di loro grava il peso di profonde insoddisfazioni.

In questi giorni, stiamo assistendo ad un rigurgito di odio da parte di molti soggetti frustrati dalla situazione contingente che fotografano ignare persone per strada e darebbero loro “fuoco” o li denuncerebbero senza neanche sapere perché sono in giro, questi soggetti si trasformano facilmente in haters. Sembra di esser tornati indietro di secoli quando ad esempio nella Repubblica di Venezia venivano usate le Bocche di Leone per sporgere denuncia.

L’odio, che non conosce distinzione sociale o anagrafica trae la sua più profonda origine da due elementi. Il primo che potremmo definire emozionale e subordinato al secondo è la PAURA. Il secondo è l’ignoranza.

La paura in molti casi è figlia dell’ignoranza sia nel senso di ignorare: non conoscere; sia in quello più ampio di grettezza d’animo e via dicendo.

Paura, figlia dell’Ignoranza potrebbe avere due sorelle ed un fratello alle quali si accompagna: la chiacchiera, la curiosità e l’equivoco. Celebre il passo di Essere e Tempo in cui Heidegger afferma: L’equivoco offre alla curiosità ciò di cui va in cerca e alla chiacchiera l’illusione che tutto in essa venga deciso.

Ora non vi porterò da Morfeo con una lunga dissertazione su Essere e Tempo e sul linguaggio incomprensibile ai più (me compreso) del buon Martin. Vi invito ad una semplice riflessione. Se date uno sguardo a quel che accade sui social media, se ascoltate le voci della Babele dell’informazione, se passate ore a leggere quanto pubblicato nei gruppi WhatsApp noterete come non è la ricerca della verità o della conoscenza a muovere le migliaia di parole ma la curiosità e la chiacchiera all’interno dell’equivoco. Questi tre fattori si muovono all’interno della Paura o contribuiscono a generala unitamente all’insicurezza nel soggetto medio. Questo quartetto spesso crea o la disperazione sino alla sua più estrema conseguenza della rinuncia volontaria alla vita o genera odio verso un qualunque destinatario (reale o immaginario) identificato come il Nemico in una sorta di isteria individuale o collettiva.

Il primo metodo per non entrare in questo vortice o ciclo vizioso è evitare di avvicinarsi al male per curiosità, non gozzovigliare nell’equivoco, evitare la chiacchiera inutile e girare alla larga dal pettegolezzo.

L’odio nasce dal peggiore di mali che affliggo l’essere umano l’Ignoranza. Questa unita ad altri due flagelli: il Fanatismo e la mala Ambizione tengono in scacco l’umanità intera. Perché esiste tutto questo? Perché non vi è conoscenza del Bene. Conoscenza del Bene non come nozione ma come comprensione ed esperienza. Se non si ha conoscenza, direi esperienza del Bene, è facile cadere vittime dello sbrilluccicare di quanto bene non è. Quindi per combattere l’Odio è necessario far sì che tutti possano accedere alla conoscenza, non solo la conoscenza come cultura e nozioni o informazioni, ma conoscenza del vero Bene, il vero bene che va al dì là di ogni possibile religione, ma che deve necessariamente ripartire da una apertura al SACRO, il sacro che è in ogni singola vita, in ogni esistenza per giungere al sacro che è nelle sfere celesti, nel Mondo – Universo tutto, perché come è scritto: Ciò che è in alto è come ciò che è in basso.

Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius.

È senza menzogna, è certo e verissimo. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della Cosa Una.

Su questo argomento sono piene intere biblioteche, mi rendo conto della eccessiva semplificazione che ho dovuto operare e della brevità di questa mia, andare oltre, essere più esaustivo avrebbe forse reso nullo questa mia riflessione, probabilmente non la avreste letta sino in fondo e il mio sforzo sarebbe stato inutile.

 

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