Anche in un recente intervento in Parlamento il Presidente Draghi ha
sollecitato il ricorso alle energie rinnovabili, facendo esplicito riferimento
all'eolico, oltreché al nucleare "verde".
Eppure tutti gli studi e analisi di costi/benefici evidenziano come sia
opportuno, in attesa dell'ormai prossimo utilizzo dell'idrogeno verde o del
nucleare verde, puntare ad altre fonti rinnovabili, come il fotovoltaico.
Oltre che, in questi momenti difficili, rispolverare alcune vecchie fonti
energetiche, purtroppo inquinanti.
Comunque è evidente l'invasività dell'eolico, sia quello on shore che quello
off shore, e i danni permanenti e irreversibili che la realizzazione di questi
impianti causa all'ambiente, campagne, monti o mari che siano.
Per non parlare, quando saranno pronte le fonti rinnovabili di ultimissima
generazione, cosa significherà lo smaltimento degli impianti eolici, gli enormi
piloni, i motori e le pale.
Un recente studio dell'Università di Cambridge ha stabilito che "entro il 2050 ben 43 milioni di tonnellate di materiale proveniente dall'industria eolica globale dovranno essere inseriti all'interno di percorsi specifici di smaltimento".
Sempreché non accada che, causa gli elevati costi di smontaggio e smaltimento, tutti questi impianti non restino dove sono per l'eternità.
Come temiamo possa succedere per l'impianto SARAS di Sarroch.
Al contrario, per gli impianti fotovoltaici sono già stati messi a punto dei processi che consentono il riutilizzo del 100% delle componenti, tanto che non saranno più un rifiuto difficile da smaltire, ma diventeranno materia prima per nuove produzioni.
Oltre al fatto che è molto più semplice e meno oneroso smontarli.
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