Politica e compagni di letto.

Non sono tempi buoni per la poesia politico-rappresentativa, come dimostra il crescente disaccordo tra i cittadini e il popolo chiamato a esprimere la volontà politica del “popolo sovrano” nei Consigli comunali e nelle Camere parlamentari. Le ragioni sono diverse: i processi elettorali non riflettono la reale attuazione delle diverse opzioni ideologiche Lasciando per un'altra volta le carenze del nostro sistema elettorale, è opportuno soffermarsi sulla necessità di assicurare la lealtà dei rappresentanti alla rappresentatività di cui sono portatori, perché sebbene la Costituzione proclami che essi non sono soggetti a mandato imperativo, ciò non può implicare un'intesa patrimoniale della sede: in democrazia, l'assunzione di una carica rappresentativa richiede, innanzitutto, la difesa dell'impegno formalizzato nelle elezioni e nell'opinione pubblica e una chiara spiegazione di ogni deviazione dal percorso che si era promesso di seguire; In secondo luogo, se si tratta di questioni che non erano state previste al momento delle elezioni o che hanno acquisito una diversa configurazione, l’obbligo sarebbe quello di contattare, nella misura più ampia possibile, le persone e i gruppi ideologicamente più vicini per conoscere la loro opinione e quindi agire nel modo ritenuto più coerente con il nucleo della propria ideologia.

Proprio per favorire questo legame tra rappresentanti e rappresentati abbiamo i partiti politici, che dovrebbero essere la cinghia di trasmissione tra i primi e i secondi, anche se è ovvio che il loro rapporto con i rappresentanti è molto più articolato che con i cittadini e questo è dovuto, tra l'altro, ai gruppi parlamentari, definiti dalla Corte Costituzionale “emanazione logica” dei partiti nelle istituzioni rappresentative o, in termini meno asettici, custodi della disciplina di partito in tali istituzioni.

Qual è la risposta più democratica quando si verifica uno scontro politico tra i membri di un Gruppo parlamentare? Dipende.

1) Se si tratta di un Gruppo parlamentare espressione di un unico partito.

2) Se, nella stessa ipotesi di Gruppo unico, si tratta di una questione non prevista in campagna elettorale, bisognerebbe anche comprendere che il Gruppo parlamentare, per il suo legame con il partito e per il suo legame con il suo elettorato, è il miglior interprete della presunta volontà dei suoi elettori.  

3) Per lo stesso motivo, la discrepanza, e il conseguente voto contrario, appare legittimo se ciò che il Gruppo promuove è qualcosa che contraddice palesemente l'impegno elettorale e l'ideologia del partito; Qui la perversione si realizzerebbe se ciò significasse la sanzione o l'espulsione del dissidente.

4) Quando il Gruppo parlamentare è espressione di più partiti , la cosa più "democratica" è che ciascun rappresentante difenda l'opzione proposta dalla rispettiva formazione, e tali discrepanze avrebbero dovuto essere già previste quando il gruppo si formò.

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