27 agosto 2022

Il mare parla, chi ascolta?

Mi irrita il fatto che quest'anno sono molto meno fredde le acque del mare delle altre estati.  Si dice che la colpa è del cambiamento climatico e dell'inquinamento, che tutto questo sia quello che si chiamava cambiamento climatico e poi riscaldamento globale e ora emergenza climatica.  Eravamo sulla strada per un'energia universale rinnovabile, pulita, felice e inesauribile, e si scopre che abbiamo sbattuto il naso con la porta della scarsità.  Non si vuole vedere cosa ha rivelato la guerra in Ucraina,e cioè, che in Russia si è coagulato dentro un regime tirannico, imperialista, che aspira a controllare il suo popolo e la rivoluzione dell'equilibrio mondiale è di potere a proprio vantaggio. E ora c'è l'Unione Europea che trema per il timore che il rigido inverno senza gas di Putin possa portare a una recessione. I politici stanno dimostrando di non avere  la formazione di una massaia o di aver gestito un'azienda, in quanto privi di qualsiasi tratto, anche minimo, di grandi orizzonti o prospettive storiche o di paese oltre a vincere le prossime elezioni. E tutto questo mi sembra molto pericoloso in questo periodo. Perché nessuno mi toglie dalla testa che qua e là le élite politiche continuano ad amministrare il presente come se il futuro non esistesse, come se il passato non avesse lasciato alcun insegnamento, come se contasse solo di uscire dai guai. L'acqua dei mari si scalda, i ghiacciai si sciolgono, il mare, che è il sangue vitale della terra, sta emettendo segnali di allarme mortali. Il pianeta sta morendo per inerzia, apatia e stoltezza e in mancanza di qualcosa di meglio, ci viene chiesto di fare la doccia invece di fare il bagno, con acqua fredda meglio, di ventilare solo dieci minuti in modo che la casa non si raffreddi e poi abbiamo per scaldarlo, che mettiamo lampadine a led o che il sole non colpisca il frigorifero.  E sì, tutto ciò che propongono è molto buono e un giorno lo avranno se non siamo buoni cittadini, ma sarebbe anche interessante avvertire la popolazione della reale situazione in cui ci troviamo e ancor più interessante forzare l'adozione di misure in conferenze o organismi internazionali pertinenti per porre rimedio, per quanto possibile, al disastro che è già qui.  Non è possibile continuare a negare una realtà che oggi sembra essere solo nascosta a chi deve prendere decisioni.  Non è possibile gestire il futuro di un mondo globale arrancando per non perdere voti alle prossime elezioni.  Ebbene, è necessario cambiare mentalità e politici, dirigenti e obiettivi, perché gestire ciò che sta arrivando, ciò che è già qui, con il solito strumento per tirarsi fuori dai guai, sarà un suicidio. E non dovremo aspettare molte generazioni per verificarlo. Ce lo dice già l'acqua calda dei mari e i ghiacciai che si stanno sciogliendo.


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