Se si vuole davvero capire quali sarebbero le reali ricadute derivanti dall'applicazione di un regime di zona franca in Sardegna, è necessario chiarire meglio il concetto andando oltre significato letterale del termine è incorporando alle classiche misure di carattere Doganale, rilevanti misure a favore delle imprese di incentivazione fiscale e di flessibilizzazione del costo del lavoro. Questa particolare eccezione della Zona Franca necessita di passaggio istituzionali che nascono dalla contrattazione politica negoziale tra Regione, Stato e Unione Europea sulla base della normativa vigente in materia e la richiesta di estensione del pacchetto di misure per abbattere l'insularità previste dal Trattato di Amsterdam anche alla Sardegna.
Consideriamo la
Zona Franca come uno strumento di libertà economica, dove l'insieme delle misure
fiscali e doganali costituiscono il volano per rilanciare tutto il sistema
produttivo regionale e valorizzare al meglio la centralità della Sardegna quale
nodo strategico di cerniera commerciale
tra l'Unione europea e paesi extraeuropei che si affacciano sul vaccino del
Mediterraneo.
Al fine di
ottenere una ottimazione delle ricadute economiche, non si può
prescindere dal fatto che tutto il territorio dell'isola sia sottoposta al
regime della zona franca. infatti, in questa visione di Libertà
d'Impresa, si può prevedere come per ragioni di mercato e per la ricerca di
elevati livelli di competitività internazionale, Le imprese orientate
all'esportazione - quelle cioè che utilmente potranno beneficiare delle
esenzioni doganali - Preferiranno collocarsi in prossimità delle aree portuali
e delle zone industriali, dotate delle necessarie infrastrutture a
ridosso di tali aree. Le altre imprese, interessate all'ottenimento degli
ulteriori benefici per ottenerli potranno effettuare effettuarsi in qualsiasi
località della Sardegna, determinando le cadute economiche e
occupazionali diffuse in tutto il territorio.
Ciò premesso, è
facile comprendere che non potrà mai essere una norma giuridica di
pianificazione economica ad Impedire l'estricarsi di queste naturali tendenze
del mercato che vanno verso una concezione liberista, in netta
contrapposizione alla concezione statalista e centralista dello sviluppo
economico pianificato.
Una lettura delle
numerosissime zone Franche (oltre 400 già 10 anni fa) sparse del pianeta fa
emergere una filosofia che mette in evidenza come questo strumento sia
considerato, a tutti gli effetti, Teso a liberare le imprese e
favorire la loro attività. In questo ambito di Libertà d'Impresa vengono
garantite agli operatori economici, soprattutto nelle aree caratterizzate
da processi di riconversione economica in quelle strutturalmente deboli Con
evidenti ritardi nelle dinamiche di sviluppo, condizioni ideali per
attivare un allargamento della base produttiva, apertura e mercati
internazionali e aumento del livello occupativi.
Le imprese orientate
all'esportazione potranno inoltre, evitare una serie di costrizioni burocratiche
e vincoli restrittivi di natura Doganale. Si tratta, in tutta evidenza, di un
presupposto di natura liberista: l'attività economica può essere svolta con la
massima efficienza ed il massimo grado di efficacia in assenza di interventi
regionali e statali tesi ad impedire il libero dispiegarsi delle regole di
mercato.
In conclusione: la zona franca può e deve costituire una
conquista economica , culturale, sociale e politica di quel comune sentire che
ci fa essere popolo e nazione, consapevoli che nulla ci verrà mai regalato e
convinti che la Sardegna potrà essere redenta solo dai sardi…
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