13 novembre 2021

Intrappolati al confine con la Polonia: nella terra di nessuno.

Ci sono immagini scioccanti che ci giungono dal confine polacco-bielorusso: recinzioni di filo spinato, migliaia di truppe di frontiera polacche, droni ed elicotteri, militari bielorussi e migranti congelati nel mezzo, attirati da un regime criminale e ora intrappolati. Un ragazzo di 14 anni è morto congelato giovedì, non è stato il primo.

Anche l'Unione Europea è in trappola. Perché o tradisce i propri valori e si affida al trattamento disumano dei migranti e ai respingimenti tra Polonia e Bielorussia. Questo sta già accadendo ed è ampiamente sfruttato dal sovrano bielorusso Alexander Lukashenko, ma anche dalla propaganda russa, secondo il motto: non siete altro che ipocriti e il vostro discorso sui diritti umani è inutile. Si è creata una situazione che sta andando meglio di quanto Lukashenko avrebbe potuto sognare: l'UE è nel panico, ricorre alla violenza e viola le sue stesse leggi.

Oppure l'UE si arrenderà e accetterà di negoziare con Lukashenko sulla revoca o almeno su un ampio ritiro delle sanzioni contro la Bielorussia. Ricordiamo: questi sono stati imposti dopo che centinaia di migliaia di bielorussi hanno protestato lo scorso anno contro un'elezione presidenziale ovviamente falsificata. Migliaia sono stati picchiati, arrestati e torturati. Un attivista dell'opposizione è stato trovato impiccato in un parco a Kiev. L'aeronautica bielorussa ha costretto un aereo passeggeri ad atterrare perché a bordo c'era un blogger dell'opposizione che in seguito ha affermato, con segni di tortura sul viso, con voce tremante alla televisione bielorussa che Lukashenko stava facendo "la cosa giusta".

Quindi, come può l'UE uscire da questa trappola? Legalmente, il caso è chiaro. La Carta dei diritti fondamentali dell'UE vieta alle persone di essere respinte in situazioni di pericolo di vita o degradanti, così come le Convenzioni sui diritti dell'infanzia, sui diritti umani e sui rifugiati. A questo si applica l'articolo 4 del codice Schengen. Il trattamento disumano alla frontiera a scopo di deterrenza non è solo immorale ma anche illegale. E Lukashenko, a differenza di altri paesi in cui si sono verificati respingimenti negli ultimi anni - Bosnia, Serbia, Turchia - è pronto a detenere le persone lì e congelarle a morte.

"L'UE dovrebbe convincere l'Ucraina e altri Stati non UE ad accogliere le persone arrestate al confine polacco dopo una scadenza".

L'UE non deve quindi né negoziare le sanzioni imposte con Lukashenko né respingere brutalmente i rifugiati al confine polacco. Politicamente, tuttavia, questo può funzionare solo se è garantito allo stesso tempo che il confine polacco non si trasformi in una calamita mortale. Se tutte le 4.000 persone presenti fossero accettate nell'UE ora, senza ulteriori strategie, in quattro settimane, con temperature ancora più basse, 10.000 persone potrebbero essere al confine. La Polonia e altri nell'UE non accetterebbero quindi di aprire semplicemente il confine.

Pertanto, l'UE dovrebbe convincere l'Ucraina e altri Stati non UE ad accogliere le persone arrestate al confine polacco dopo una scadenza: e dimostrare che non sono né coscienti né impotenti. Il punto non è "scaricare" le persone in un paese povero, ma contrastare il metodo Lukashenko e scoraggiare le persone senza violenza dal farsi coinvolgere nel gioco potenzialmente pericoloso per la vita di un sovrano senza scrupoli. E cadere nella trappola di un dittatore che l'avrebbe lasciata morire senza battere ciglio pur di raggiungere i suoi obiettivi.

Ma perché l'Ucraina in particolare dovrebbe accettare di accettare i migranti? È nell'interesse vitale dell'Ucraina che l'UE non possa essere ricattata. 

L'attuale crisi offre all'Ucraina l'opportunità di posizionarsi come partner strategico dell'UE a basso costo. Per fare questo, deve chiarire cosa chiede all'UE. Il contenuto di una dichiarazione UE-Ucraina dovrebbe comunque essere una più stretta cooperazione, dall'ulteriore apertura del mercato comune alla prospettiva di fornire fondi di coesione a Bruxelles, all'ammissione dei rifugiati bielorussi che si trovano attualmente in Ucraina, al sostegno finanziario per 1.5 Milioni di sfollati interni. Sarebbe una conferma dell'importanza della cooperazione con le democrazie vicine: un patto anti-ricatto contro Minsk e Mosca. E l'importanza della dignità umana anche alle frontiere.

Le immagini di giovani uomini che cercano di superare le barriere di confine polacche fanno parte di una produzione di Lukashenko per gettare nel panico l'UE di fronte a una "invasione di massa" che non esiste nemmeno. Se gli aerei dovessero effettivamente volare da Varsavia a Kiev dopo una scadenza per portare i migranti lì, l'incentivo ad ascoltare le chiamate di Lukashenko crollerebbe rapidamente. L'Ucraina dovrebbe fare i conti con una dimensione da poche centinaia a mille persone. In cambio, l'UE sosterrebbe anche tutti i costi di quelli che l'Ucraina assorbe. 

12 novembre 2021

Covid: stabili contagi e ricoveri ma un decesso in Sardegna.

I nuovi casi sono 96 con un tasso di positività dello 0,9%

Resta pressoché stabile la curva dei contagi da Covid 19 in Sardegna dove si registrano 96 ulteriori casi confermati di positività, sulla base di 2087 persone testate.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 10056 test, con un tasso di positività dello 0,9% Mentre si registra ancora un decesso, una donna di 95 anni residente nella provincia di Nuoro, resta stabile anche il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva (8) e in area medica (47).

Sono, infine, 1701 sono i casi di isolamento domiciliare (54 in più rispetto alle ultime 24 ore).

Su 29 ricoverati nei quattro reparti dedicati al Covid 19 dell'ospedale Binaghi di Cagliari, sono 18 quelli che hanno ricevuto due dosi di vaccino.

Si tratta, in massima parte di persone anziane affette da pluripatologie.

I dati sono stati forniti dal direttore sanitario dei presidi del capoluogo Sergio Marracini.

"I pazienti con doppia dose sono molti di più sulla popolazione generale, quindi è normale che aumentino, ma il numero dei ricoveri resta basso". Nel dettaglio i non vaccinati si concentrano nella fascia 63-72 anni, mentre coloro che hanno completato il ciclo hanno un'età compresa tra i 73 e i 97 anni. 

La Sardegna resta tra le regioni nelle quali l'incidenza dei casi di Covid-19 è tra le più basse del Paese: 32,3 casi per 100mila abitanti, quindi sotto la soglia dei 50 casi.

Soprattutto non ha superato la soglia critica di allerta fissata a 50 casi su 100mila abitanti, soglia a partire dalla quale diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi.

Lo evidenzia il monitoraggio settimanale della Cabina di Regia.

Le altre due regioni che stanno meglio delle altre sono la Basilicata (29,4) e il Molise (29,7). I valori più elevati di incidenza si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (316,3 per 100mila abitanti), Friuli Venezia Giulia (233,0) e Veneto (115,3).

 Per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid, secondo i dati Agenas, nell'Isola cresce lievemente la pressione sulle intensive, dal 3 al 4%, mentre resta invariata quella in area medica, ferma al 3%. Comunque valori ampiamente al di sotto delle soglie critiche stabilite dal ministero. 

Riva a teatro tra dolori, gol e riflessioni sulla vita.

Anteprima a Cagliari dello spettacolo "Luigi" con Luca Ward

È un Rombo di tuono mai visto e mai sentito quello dell'opera di Giorgio Pitzianti, "Luigi", andata in scena in anteprima ieri all'auditorium del Conservatorio G.P. da Palestrina di Cagliari, proprio quattro giorni dopo il suo 70/o compleanno. Ma l'11/11, undici come la sua maglia ritirata per sempre dal campo dal club rossoblu. La voce che ha raccontato i pensieri del bomber è stata quella di Luca Ward. "Io ho vissuto Riva - ha raccontato l'attore-doppiatore dopo lo spettacolo - e ho faticato molto in questa interpretazione. Perché alcuni aspetti della sua vita sono stati identici a quelli della mia vita".

Lui, Gigi Riva non c'era. Mai amate le "prime" e le celebrazioni. Sempre stato schivo: impossibile per lui essere spettatore di uno spettacolo che - parole di Pitzianti - nasce proprio dalla voglia di scoprire che cosa c'è dietro lo sguardo di Luigi. Dietro quegli occhi c'è una vita in sei atti raccontata, non solo da Ward, ma anche dalle musiche originali cantate e suonate dagli artisti del Conservatorio di Cagliari.

Un cammino di dolore che inizia con un'infanzia felice nella casa e nei boschi di Leggiuno con tutti i familiari accanto. E che diventa dramma con la morte del padre, della sorella e della madre. Il collegio è quasi una prigione. La Sardegna è una liberazione: un'isola di pace, la nuova famiglia in cui Riva si sente di nuovo vivo. Con una impresa, lo scudetto, che diventa un atto di giustizia nei confronti di una Sardegna che vuole, come lui, una rivincita. Ma a Riva la gloria non basta: baratterebbe - questo il senso del quinto atto - gloria e trionfi per riavere la sua infanzia. Poi il monologo finale, quasi una scommessa con il Padreterno. "Punto tutto sulla vittoria impossibile - dice a se stesso - voglio rivedere la mia famiglia. Se vinco, tutto ha un senso. Io sono Luigi". E giù applausi per una Cagliari che ha scelto di riempire di nuovo un teatro in onore della sua leggenda vivente. 

11 novembre 2021

Covid: contagi in aumento (114) e un decesso in Sardegna

Tasso di positività 1,3%, + 2 i ricoveri in terapia intensiva

Contagi in aumento in Sardegna, dove nelle ultime 24 ore si registrano 114 nuovi casi di positività al Covid (+12), sulla base di 1.940 persone testate.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 8.515 test per un tasso di positività dell'1,3%.

Dopo cinque giorni senza vittime, si registra il decesso di un uomo di 93 anni, residente nella Città Metropolitana di Cagliari.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 8 (2 in più rispetto a ieri), mentre quelli ricoverati in area medica sono 47 (- 3). I casi di isolamento domiciliare sono 1.647 (82 in più rispetto a ieri).

Blocco degli sfratti. La Consulta: incostituzionale 2^ proroga blocco sfratti/ “Equilibrio creditore-debitore

Dopo i due rinvii del 2021, secondo la Corte un ulteriore prolungamento del blocco oltre il 2021 sarebbe una intollerabile compressione del diritto di proprietà, dice la Corte costituzionale nella sentenza n.213. Le proroghe già decise per l'anno in corso, però, sono del tutto legittime. Confedilizia protesta

La proroga del blocco degli sfratti per morosità - disposta dal legislatore in presenza di una situazione eccezionale come l'epidemia di Covid 19 - è una misura dal carattere intrinsecamente temporaneo in quanto è destinata ad esaurirsi entro il 31 dicembre 2021, "senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale (articolo 42, secondo comma della Costituzione)".

È un passaggio della motivazione della sentenza n.213 depositata oggi (redattore Giovanni Amoroso) con cui la Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità delle proroghe (dall'1 gennaio al 30 giugno 2021 e poi dall'1 luglio al 31 dicembre 2021) della sospensione dell'esecuzione di alcuni provvedimenti di rilascio di immobili, come anticipato con comunicato stampa del 20 ottobre 2021.

Legittimità contestata da Confedilizia, l'associazione dei proprietari di immobile, che con una nota ha sottolineato come sia stata commessa "una palese violazione della Costituzione". “Come era prevedibile, la lettura delle motivazioni della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato legittimo il blocco degli sfratti non ci ha minimamente convinti", spiega Confedilizia. "Inutile entrare in dotte disquisizioni giuridiche: sulla – a nostro avviso palese – violazione della Costituzione italiana si sono ampiamente dilungati i giudici dei Tribunali di Trieste e Savona nelle rispettive ordinanze, anche sulla base delle argomentazioni portate dagli avvocati della Confedilizia. La sostanza, stringendo all’osso la questione, è che per la Consulta – oltre che per il parlamento e per gli ultimi due governi – il ‘dovere di solidarietà economica sociale’ esiste solo in capo ai proprietari, privati per quasi due anni del loro immobile e del loro reddito, senza alcun risarcimento da parte dello Stato e costretti persino a pagare spese e tasse”. 

Bibbiano, 4 anni a Claudio Foti, rinviato a giudizio il sindaco Carletti.

Per lo scandalo degli affidi illeciti di bambini co dannato lo psicoterapeuta della Hansel&Gretel per abuso di ufficio, frode processuale e lesioni gravissime. Carletti a processo per abuso di ufficio ma prosciolto dall'accusa di falso.

E' stato condannato a quattro anni Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare della Onlus Hansel&Gretel nel rito abbreviato per la vicenda degli affidi illeciti di bambini a Bibbiano e nella Val d'Enza, in Emilia Romagna.

La procura aveva chiesto sei anni di condanna per le accuse di abuso d'ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente).

Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (Pd) è stato invece rinviato a giudizio per abuso d'ufficio, ma prosciolto dalle accuse di falso. Il processo, in pratica, dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell'affidamento dell'appalto concernente il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell'Unione dei Comuni. "La sua posizione è stata ulteriormente alleggerita", commenta l'avvocato Giovanni Tarquini.

Pensioni, Landini: martedì incontro con il governo.

Il segretario generale della Cgil: è un punto importante, vedremo quale discussione sarà possibile fare.

La riforma delle pensioni resta a pieno titolo tra le ptime voci dell'agenda del governo di Mario Draghi. Finora la trama dei vertici ha portato a semplici chiarimenti e a tante prese di posizione. Ma si fa urgente a questo punto la necessità di fissare nuove messe a punto tra i sindacati e palazzo Chigi. "Abbiamo chiesto al Governo una serie di incontri, siamo stati convocati martedì sulle pensioni, è un punto importante, vedremo quale discussione sarà possibile fare", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo a Omnibus su La7, aggiungendo che "le scelte devono andare in una direzione chiara di riforma. Noi abbiamo chiesto cose molto precisa su mercato del lavoro e lotta alla precarietà, sulla riforma fiscale, sul fare una riforma delle pensioni degna di questo nome, sulle politiche industriali che nel Paese mancano da tanti anni". L'incontro è stato convocato per le 17.30. "È un'ottima notizia la convocazione a Palazzo Chigi sulle pensioni di martedì prossimo. Un passo che rimette sul giusto percorso il metodo riformista e premia le ragioni della mobilitazione costruttiva del sindacato. Ora bisogna riempire di contenuti il confronto, dando al sistema pensionistico sostenibilità sociale, flessibilità e inclusività, ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. "Dobbiamo riprendere il dialogo non solo sulla previdenza, ma anche sulla redistribuzione fiscale, le questioni del lavoro, la nuova politica industriale, il rilancio della scuola, della pubblica amministrazione, delle politiche sociali e per la non autosufficienza", ha aggiunto.

09 novembre 2021

Corsica Sardinia Ferries: 500 assunzioni a tempo determinato

Tra figure richieste anche camerieri e addetti bar e cucina

Corsica Sardinia Ferries è alla ricerca di personale navigante di coperta, macchina, camera e cucina, per tutte le qualifiche.

Circa 500 le nuove figure da impiegare a bordo delle navi della flotta - ufficiali e sottufficiali di macchina e di coperta; camerieri e addetti alle cabine; addetti sala / bar/ casse / personale di cucina; receptionist / hostess - mediante contratti di lavoro a tempo determinato, per lo più di durata da 70 a 90 giorni, oppure per un mese, eventualmente prorogabile.

Per potersi imbarcare è necessario essere in possesso del libretto di navigazione e dei corsi Stcw (addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi). "Senza questi requisiti, la candidatura sarà comunque valutata e, in caso di accettazione, aiuteremo i candidati ad effettuare le pratiche necessarie in modo semplice e veloce - fa sapere la compagnia - Per gli addetti sala / bar si richiedono anche la conoscenza della lingua francese e, preferibilmente, un diploma ad indirizzo alberghiero. Per la posizione di receptionist / hostess si ricerca personale in possesso di un'ottima conoscenza del francese".
Gli interessati possono candidarsi inviando il curriculum vitae sul sito www.corsica-ferries.it, alla rubrica 'Lavora con noi' .

05 novembre 2021

Grillo: Bongiorno, enfasi mediatica dura prova per vittima

Avvocata parte civile, "come spargere sale su ferita aperta"

E' stata rinviata al 26 novembre l'udienza preliminare a Tempio Pausania sul caso che vede coinvolto Ciro Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, accusati di una presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese di 19 anni.

Fatti risalenti al 17 luglio 2019 nella villa di Porto Cervo di proprietà di Beppe Grillo, padre di Ciro.

I quattro giovani non erano presenti in aula. Il rinvio è stato deciso dalla gup Caterina Interlandi per consentire una perizia sulle trascrizioni delle intercettazioni.

DIFESA CONFERMA RITO ORDINARIO - "Abbiamo anticipato informalmente la scelta del rito ordinario, che formalizzeremo il 26 novembre in occasione della prossima udienza". A parlare a nome di tutti i difensori è l'avvocato Andrea Vernazza, confermando che Ciro Grillo e suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria non sceglieranno alcun rito alternativo nel procedimento che li vedi accusati di violenza sessuale di gruppo su una studentessa italo-norvegese. "L'udienza è stata aggiornata per consentire una perizia sulle trascrizioni delle intercettazioni", si è limitato ad aggiungere Vernazza.

BONGIORNO, ENFASI MEDIATICA DURA PROVA PER LA VITTIMA - "Ogni volta che la vicenda riemerge sui media, per la mia assistita è come spargere sale su una ferita ancora aperta, l'enfatizzazione mediatica è stata una prova pesante". Così l'avvocata Giulia Bongiorno, che assiste la ragazza dalla cui denuncia è scaturita la vicenda che coinvolge Ciro Grillo e tre suoi amici, entrando nel tribunale di Tempio, dove a breve si terrà l'udienza preliminare. "Ora siamo nella sede naturale, vediamo cosa succede", ha aggiunto.

PROCURA, PRONTI A PRESENTARE NOSTRE RICHIESTE - "Salvo eccezioni preliminari, che però sono state già presentate nella scorsa udienza, oggi presenteremo le nostre richieste". L'ha annunciato il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, entrando in tribunale per l'udienza preliminare che coinvolge Ciro Grillo e tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Nessuno dei 4 è presente in aula. Ci sono invece gli avvocati difensori Enrico Grillo, Sandro Vaccaro, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Romano Raimondo, Barbara Raimondo, Andrea Vernazza e Mariano Mameli.

UDIENZA TECNICA - "È stata una udienza molto tecnica, la gup Caterina Interlandi ha dato incarico a un perito di trascrivere le intercettazioni". Lo riferisce l'avvocata Giulia Bongiorno al termine dell'udienza preliminare celebrata a Tempio nell'ambito della vicenda giudiziaria a carico di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati di violenza sessuale di gruppo dal procuratore Gregorio Capasso. "Si tratta di materiale probatorio già presente nel fascicolo", precisa l'avvocata prima di dichiarare a proposito della scelta del rito ordinario da parte della difesa che "è una scelta legittima su cui non mi sentirete mai esprimere un giudizio, anche se il protrarsi della vicenda è per la mia assistita una ferita su cui viene aggiunto sale". Il procuratore Capasso sottolinea invece con soddisfazione che "sono state accolte le richieste fatte su alcune attività tecniche svolte durante le indagini".

04 novembre 2021

4 Novembre: l'omaggio della Sardegna ai caduti di guerra

A Cagliari Tricolore sul bastione Saint Remy

Cerimonie in tutta la Sardegna per la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze armate.

A Cagliari le celebrazioni sono iniziate in via Sonnino con la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti da parte del generale di divisione Francesco Olla, a capo del comando militare dell'Esercito nell'Isola, presenti il sindaco Paolo Truzzu e il prefetto Gianfranco Tomao.

Le commemorazioni sono poi proseguite al Bastione Saint Remy con l'alzabandiera, l'inno nazionale suonato dalla banda della Brigata Sassari e l'esposizione di un gigantesco Tricolore che ha coperto la facciata del monumento.

Nel corso della cerimonia il generale Olla ha consegnato la bandiera ad una rappresentanza degli studenti dell'Istituto Comprensivo di Uta, come segno di coesione e integrazione fra le Forze armate, i giovani e la collettività.

Analoga commemorazione a Sassari con la corona d'alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre al'interno del parco Emanuela Loi e con il picchetto d'onore della Brigata Sassari che ha reso gli onori ai soldati deceduti. Anche a Sassari i vigili del fuoco hanno steso sulla facciata della Prefettura un grande Tricolore.

A Oristano la cerimonia è iniziata in piazza Mariano con la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti da parte del sindaco Andrea Lutzu e dell'assessora Maria Bonaria. Il primo cittadino si è poi spostato nei comuni del Montiferru colpiti dagli incendi di questa estate, scelti per ospitare il clou delle celebrazioni. A Sennariolo si così è tenuta la cerimonia militare con lo schieramento di rappresentanze di Forze armate, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria, Corpo forestale, Capitaneria di Porto, Vigili del fuoco e Croce Rossa.


 

 

 

03 novembre 2021

Riflessione: Cosa o chi sono gli haters e perché si può odiare senza un motivo.

Gli haters  – o odiatori nella nostra lingua – sono persone che usano espressioni di odio in molteplici forme (dal razzismo al sessismo ad ogni possibile ismo). Questi meschini usanoil presunto anonimato che fornisce internet, per attaccare, offendere, denigrare, minacciare e via dicendo una singola persona o un gruppo di persone. Gli haters possono odiare un personaggio noto come una persona qualunque per un motivo qualsiasi o gruppi di persone come appartenenti a diversi credi religiosi, iscritti ad un certo partito politico, chi la pensa in un certo modo sull’alimentazione, i massoni ecc. ecc. come ben comprendete questo elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Il presunto anonimato dà loro la sicurezza che non hanno nella vita reale.

Nascosti dal nickname, gli haters, dimenticano di essere dei vigliacchi e danno sfogo alle loro frustrazioni, invidie e paure. Appartengono a diverse estrazioni sociali e possono fare qualunque lavoro, hanno una famiglia e degli amici nel modo reale, ma dentro di loro grava il peso di profonde insoddisfazioni.

In questi giorni, stiamo assistendo ad un rigurgito di odio da parte di molti soggetti frustrati dalla situazione contingente che fotografano ignare persone per strada e darebbero loro “fuoco” o li denuncerebbero senza neanche sapere perché sono in giro, questi soggetti si trasformano facilmente in haters. Sembra di esser tornati indietro di secoli quando ad esempio nella Repubblica di Venezia venivano usate le Bocche di Leone per sporgere denuncia.

L’odio, che non conosce distinzione sociale o anagrafica trae la sua più profonda origine da due elementi. Il primo che potremmo definire emozionale e subordinato al secondo è la PAURA. Il secondo è l’ignoranza.

La paura in molti casi è figlia dell’ignoranza sia nel senso di ignorare: non conoscere; sia in quello più ampio di grettezza d’animo e via dicendo.

Paura, figlia dell’Ignoranza potrebbe avere due sorelle ed un fratello alle quali si accompagna: la chiacchiera, la curiosità e l’equivoco. Celebre il passo di Essere e Tempo in cui Heidegger afferma: L’equivoco offre alla curiosità ciò di cui va in cerca e alla chiacchiera l’illusione che tutto in essa venga deciso.

Ora non vi porterò da Morfeo con una lunga dissertazione su Essere e Tempo e sul linguaggio incomprensibile ai più (me compreso) del buon Martin. Vi invito ad una semplice riflessione. Se date uno sguardo a quel che accade sui social media, se ascoltate le voci della Babele dell’informazione, se passate ore a leggere quanto pubblicato nei gruppi WhatsApp noterete come non è la ricerca della verità o della conoscenza a muovere le migliaia di parole ma la curiosità e la chiacchiera all’interno dell’equivoco. Questi tre fattori si muovono all’interno della Paura o contribuiscono a generala unitamente all’insicurezza nel soggetto medio. Questo quartetto spesso crea o la disperazione sino alla sua più estrema conseguenza della rinuncia volontaria alla vita o genera odio verso un qualunque destinatario (reale o immaginario) identificato come il Nemico in una sorta di isteria individuale o collettiva.

Il primo metodo per non entrare in questo vortice o ciclo vizioso è evitare di avvicinarsi al male per curiosità, non gozzovigliare nell’equivoco, evitare la chiacchiera inutile e girare alla larga dal pettegolezzo.

L’odio nasce dal peggiore di mali che affliggo l’essere umano l’Ignoranza. Questa unita ad altri due flagelli: il Fanatismo e la mala Ambizione tengono in scacco l’umanità intera. Perché esiste tutto questo? Perché non vi è conoscenza del Bene. Conoscenza del Bene non come nozione ma come comprensione ed esperienza. Se non si ha conoscenza, direi esperienza del Bene, è facile cadere vittime dello sbrilluccicare di quanto bene non è. Quindi per combattere l’Odio è necessario far sì che tutti possano accedere alla conoscenza, non solo la conoscenza come cultura e nozioni o informazioni, ma conoscenza del vero Bene, il vero bene che va al dì là di ogni possibile religione, ma che deve necessariamente ripartire da una apertura al SACRO, il sacro che è in ogni singola vita, in ogni esistenza per giungere al sacro che è nelle sfere celesti, nel Mondo – Universo tutto, perché come è scritto: Ciò che è in alto è come ciò che è in basso.

Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius.

È senza menzogna, è certo e verissimo. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della Cosa Una.

Su questo argomento sono piene intere biblioteche, mi rendo conto della eccessiva semplificazione che ho dovuto operare e della brevità di questa mia, andare oltre, essere più esaustivo avrebbe forse reso nullo questa mia riflessione, probabilmente non la avreste letta sino in fondo e il mio sforzo sarebbe stato inutile.

 

Verdure e vitamine: quali preferire in autunno e inverno

In ogni stagione vi è un assortimento di alimenti da preferire in modo da permettere al corpo di fare scorta di vitamine. Sebbene con le temperature rigide gli ortaggi fatichino a crescere, vi sono alcune specie perfette per essere degustate nei periodi più freddi. Non sono moltissime ma ci sono, molte delle quali crescono imperterrite anche se gelate, per poi essere raccolte tra gli ultimi e i primi mesi dell’anno.

Le verdure invernali possono essere divise in:

·         Verdure da piantare alla fine dell’autunno e da cogliere in primavera: piselli, fave, scalogno, cipolle e aglio. Quest’ultimi vengono usati anche liofilizzati, come spezie.

·         Verdure da piantare nei mesi estivi per essere coltivati in inverno: cavoli, porri e finocchi. Questi ortaggi resistono bene all’autunno e quando arrivano le temperature più fredde sono pronti per essere consumati anche se non amano le grandi gelate, motivo per il quale se possibile, è meglio raccoglierli prima. Vi sono poi la verza, il cavolo cappuccio, il cavolfiore e i cavoletti di Bruxelles, insieme a molte altre varietà di cavolo.

·         Verdure coltivabili durante tutto l’anno (perenni): rabarbaro, cicoria, crescione, asparagi, acetosella e carciofi. Comuni sulle tavole italiane sia come contorno di secondi piatti che per insaporire zuppe e risotti.

Le verdure sopra riportate quindi permettono a chi le consuma di fare scorta di principi nutrienti importanti, come le vitamine e i sali minerali. Molte di loro infatti sono antinfiammatorie, lucidanti, depurative e rimineralizzanti, perfette per depurare il corpo facendogli espellere tutte le tossine presenti. Di riflesso i capelli e la pelle saranno più lucenti e sani.

Il Paese più “verde” del Pianeta

«L’Islanda non è una destinazione, è un’avventura che sorge in un ambiente straordinario». È così che quest’isola viene descritta: come un’avventura da vivere in un Paese ricco di contrasti.

È la terra in cui il ghiaccio dei fiordi convive con il fuoco dei vulcani, in cui l’oscurità dell’inverno viene compensata dal sole di mezzanotte in estate.

È un Paese forgiato dalla forza della natura. L’Islanda è situata nell’Oceano Atlantico, poco distante dal Circolo Polare Artico e si raggiunge con un volo di sole tre ore da Londra e cinque da New York: un ponte tra i continenti.

Nonostante il suo nome (Iceland, terra dei ghiacci), il ghiaccio ricopre solo il 10% dell’isola. Secondo l’EPI (Environmental Performings Index) è invece il Paese più verde del Pianeta. Gli islandesi infatti tengono molto alla conservazione dell’ambiente, per questo l’80% dell’utilizzo di energia del Paese proviene da fonti rinnovabili: idrauliche e geotermiche.

L’Islanda è una nazione che sta investendo molto sulla sostenibilità e lo dimostra anche proteggendo le sue acque attraverso un programma di gestione responsabile dell’industria ittica.

La pesca è infatti il maggior traino economico della nazione: preservare quindi le specie ittiche e le acque dell’isola è per l’Islanda una necessità; mentre per il resto del mondo questo si traduce in una sicurezza, poiché tutti coloro che hanno sottoscritto questo programma assicurano una gestione responsabile della pesca, certificando l’origine dei pesci come provenienti dalle acque islandesi.

Quando si parla di industria ittica in Islanda, non si parla solo di grandi navi da pesca, ma di una forte tradizione che ha portato all’insorgere di veri e propri villaggi di pescatori, concentrati soprattutto lungo la costa orientale dell’isola, punteggiata da numerosi porti naturali che contraddistinguono l’ambiente.

Questa zona dell’Islanda è anche caratterizzata dalle più grandi foreste dell’isola e da ampi campi coltivati. Molto diversa appare l’Islanda occidentale: un’area molto variegata dove è possibile ammirare, a pochi chilometri l’uno dall’altro, fiordi, valli, crateri, vulcani e ghiacciai. Un luogo ideale per fare trekking, inoltre questa parte dell’isola ospita anche la cascata più alta dell’Islanda: Glymur, a solo un’ora d’auto dalla capitale Reykjavik.

Il nord dell’isola è veramente la terra dei contrasti. Le sue valli sono un susseguirsi di montagne, campi di lava e colline scavate dalla potenza dei fiumi. Molto vicina al Circolo Polare Artico, questa è la parte dell’isola che più si presta per osservare il sole di mezzanotte.

Il centro dell’Islanda, invece, non risponde ai gusti di tutti i viaggiatori. Fino a qualche secolo fa era inaccessibile, ora i visitatori possono godere delle bellezze dell’interno, ma solo a patto che si mantenga un profondo rispetto per il territorio e che si adottino le precauzioni necessarie, visto l’ambiente ostile. Qui, infatti, la natura si presenta al viaggiatore in tutte le sue forme: attraverso deserti rocciosi, vette frastagliate, calotte glaciali, vulcani e sorgenti termali.

Proprio in questa regione si trova Landmannalaugar, un’area geotermica dove è possibile immergersi nelle calde acque del fiume per un bagno rigenerante.

Dalla regione meno visitata si passa a quella più turistica: il Sud dell’isola. Qui, la costa è conosciuta per la sua bellezza e per la gastronomia: il pesce fresco è una delizia.

Se a tutto ciò si unisce la strada “Golden Circle” che unisce Þingvellir, Gullfoss e Geysir, si capisce perché la regione sia molto popolare.

Spingendosi poi più a Est, ecco che ci si trova ancora faccia a faccia con la natura, che si manifesta agli occhi dei viaggiatori in tutta la sua grandiosità, questa volta sotto forma di cascate, ghiacciai e geyser.

L’Islanda è un microcosmo che promette stupore. Una terra che si fa spazio tra un ambiente sfacciatamente incontaminato e i suoi abitanti – apparentemente – introversi, un luogo dove può avere inizio un’avventura indimenticabile.

02 novembre 2021

Murgia pessima contro il sociologo Ricolfi: è un maschio bianco e etero. E lo paragona al clitoride

Murgia, basta la parola. Nel senso che ogni parola che proferisce suona come una sonora e irrimediabile fesseria. Ma lei imperterrita va avanti. Sfornando libri e articoli a rotta di collo.

Cercando di imporre la schwa (la e rovesciata che indicherebbe il genere neutro), attaccando i militari come Figliuolo, stilando il fascistometro, cincischiando su grandi cantautori come Battiato. E ora ha trovato un nuovo nemico nel sociologo Luca Ricolfi che ieri su Repubblica, giornale dove ha cominciato a collaborare, demoliva tutti i vizi intellettuali della sinistra intollerante. Ricolfi attaccava la voglia di censura, la ridicola pretesa del “parlare giusto”, la vigilanza sul linguaggio, la gender mania, la cancel culture, la discriminazione verso chi non è allineato. Tutti settori in cui Murgia è molto attiva se non protagonista quasi assoluta.

Michela Murgia legge e non crede ai suoi occhi. Si sente messa in mezzo. Quando Ricolfi parla di versione più demenziale della correttezza politica ce l’ha proprio con lei, con lei che usa lo schwa. Ma stavolta Murgia non scrive, troppo faticoso e impervio rispondere a uno come Ricolfi. Meglio fare un tweet, ovviamente provocatorio.

Eccolo: “Leggo Ricolfi su Repubblica e non posso fare a meno di pensare che il clitoride ha 8000 terminazioni nervose, ma ancora non è sensibile quanto un editorialista italiano maschio bianco eterosessuale quando sente minacciato il suo privilegio“. Ma se Ricolfi ha cominciato solo ieri a scrivere su Repubblica (prima scriveva su la Stampa), da cosa dovrebbe sentirsi minacciato? O è la Murgia che si sente minacciata? E in ogni caso cosa c’entrano il clitoride e le sue terminazioni nervose? Se Murgia voleva puntualizzare il suo femminismo identitario beh, non ha torto Ricolfi quando parla di epigoni del politicamente corretto americano che non hanno il senso del ridicolo. Lei, evidentemente, non ne ha.

L’articolo di Ricolfi fa rosicare anche Christian Raimo che commenta: “Repubblica diventa sempre di più un giornale minoritario di destra”. Raimo ripropone anche un velenoso commento di Gad Lerner all’approdo di Ricolfi a Repubblica: “Complimenti a Luca #Ricolfi. Il suo odierno approdo a @repubblica, il giornale della sinistra “antipatica” contro cui ha condotto una coerente battaglia culturale, è a suo modo una vittoria. Può compiacersi di avere espugnato la roccaforte nemica. Metamorfosi di un giornale…”. 



31 ottobre 2021

WhatsApp, il Codacons si rivolge al Garante della Privacy: «Siamo pronti a una mega class action»

Il Codacons ha denunciato WhatsApp al Garante per la Privacy, chiedendo all’autorità “di inibire comportamenti lesivi dei diritti degli utenti e di ordinare all’azienda di conformarsi alle disposizioni europee in tema di privacy”. Al centro dell’esposto dell’associazione, come riporta l’Adnkronos, l’impossibilità di disattivare la funzione di backup delle chat dall’applicazione WhatsApp negli smartphone con sistema operativo Android.

«Come noto WhatsApp, per impostazione predefinita, salva le chat in locale sulla memoria del dispositivo o sulla scheda Sd inserita nello smartphone Android, e/o su Google Drive – spiega l’associazione – È altrettanto noto che i dati oggetto di backup, ad oggi, non risulterebbero criptati. Quando però si tenta di disattivare la funzione di “backup su Google Drive”, impostando il valore su “mai”, la procedura continua ad avviarsi, arrecando grande disagio agli utenti che utilizzano l’app, soprattutto se questi hanno numerosi file in memoria».

Il Codacons contro WhatsApp

«Anche quando si provvede a disattivare l’applicazione “WhatsApp su Google Drive” e addirittura a disinstallare l’applicazione e reinstallarla, il problema continua a ripresentarsi», prosegue il Codacons. Ad una istanza d’accesso presentata dall’associazione, la società ha risposto che effettivamente «gli utenti possono eseguire ulteriori backup locali sul proprio dispositivo, ma non possono disattivare il Backup Standard», e ciò, riporta il movimento dei consumatori, «per non meglio precisate esigenze di sicurezza informatica degli utenti i quali spesso sono del tutto ignari circa questa procedura di copia automatica delle proprie chat».

Tale situazione «fa sì che la volontà dell’utente di non procedere al salvataggio dei dati non venga rispettata, in violazione dei principi generali sul trattamento dei dati personali: viene effettuato in sostanza un trattamento dati senza il consenso dell’interessato, per finalità non volute dall’utente ed oltre il tempo necessario rispetto alle finalità dello stesso», attacca il Codacons. Un rischio, secondo l’associazione, «potenziale enorme per i consumatori, poiché i proprietari dello smartphone dove si attiva il backup obbligatorio dei dati sono esposti, contro la loro volontà, ad un possibile rischio di data breach».

La battaglia legale

Per tali motivi il Codacons ha avviato una battaglia legale contro WhatsApp, chiedendo al Garante per la Privacy di aprire un procedimento e ingiungere alla società, in quanto titolare del trattamento dei dati personali degli utenti, di soddisfare le richieste di esercizio dei diritti di cui agli artt. da 15 a 22 del Gdpr – Regolamento generale sulla protezione dei dati, «di conformare i trattamenti alle disposizioni vigenti in materia e di imporre una limitazione provvisoria o definitiva al trattamento, incluso il divieto di trattamento». In assenza di interventi a tutela della privacy degli utenti, il Codacons è pronto a intentare una mega class action contro WhatsApp per conto di milioni di italiani che hanno scaricato l’app sui propri telefonini. 

29 ottobre 2021

Cambiamento climatico: nel 2021 in Italia perso 1 frutto su 4

Basta chiacchiere, basta vane promesse, basta parole vuote, è ora di agire. Lo hanno sottolineato sul palco dell’evento Youth4Climate di Milano Greta Thunberg e Vanessa Nakate, con parole dure indirizzate ai leader politici internazionali. E la rabbia dei giovani di fronte all’inazione delle grandi potenze è motivata soprattutto dal fatto che i cambiamenti climatici sono già qui: non si tratta di un’emergenza di là da venire, è già adesso tra noi.
Le conseguenze le vediamo già adesso anche in Italia, a partire per esempio dal mondo agricolo. I numeri dell’ultimo studio Coldiretti lo dimostrano molto bene: nel 2021 si è visto un crollo del 27% della produzione di frutta italiana.
Il meteo impazzito mangia 1 frutto su 4: lo studio Coldiretti
1 frutto su 4 spazzato via dal meteo impazzito, per far scendere la produzione frutticola italiana al minimo storico dall’inizio del secolo. Perdere 1 frutto su 4, per un agricoltore, significa dover affrontare un’emergenza drammatica. E, considerando il numero di imprese agricole presenti nel nostro paese, le ricadute non possono che essere importanti.
A illustrare i numeri del crollo della produzione di frutta italiana è lo studio Coldiretti “2021, l’anno nero della frutta Made in Italy” effettuato a partire dai dati dell’European severe weather database. I risultati non possono lasciare indifferenti, con delle perdite che per talune produzioni supera o sfiora la metà del totale. Come riferimento è stata tenuta in considerazione la media del cinque anni precedenti: si è scoperto così che nel 2021 la produzione di pere è crollata del 69%, quella di pesche del 48% quella, di albicocche del 37%, quella di susine del 33%. E si potrebbe continuare ancora, per arrivare al -20% delle ciliege e al -12% delle mele.
Le cause? Sono diverse, e tutte insieme hanno portato alla perdita di oltre 1 frutto su 4: si parla dell’inverno particolarmente caldo, della primavera che ha conosciuto diverse gelate, e di un’estate che ha conosciuto giorni di calura estrema con problemi di siccità alternati a giorni scossi da temibili temporali. Le fioriture prima e i frutti poi non hanno potuto che risentirne.
Il cibo in Italia
La perdita di 1 frutto su 4, in un’economia come quella italiana, non può essere trascurata. Tanto più per il fatto che il cibo durante l’emergenza Covid è diventato la prima ricchezza del nostro paese, con filiera agroalimentare, aziende agricole, vendita al dettaglio e ristorazione che insieme costituiscono il 25% del Pil.
E non è tutto qui, in quanto va detto che, con le sue 740mila aziende agricole, l’Italia – per la prima volta nella storia recente, come evidenziato sempre da Coldiretti – ha raggiunto la piena autosufficienza guardando alla bilancia alimentare.
Proprio così: le vendite all’estero del cibo e delle bevande nazioanali sono state infatti per la prima volta maggiori rispetto alle importazioni, con l’export spinto dalla reputazione dei prodotti di base della dieta mediterranea, quali frutta, verdura e vino.
Crollo della produzione agricola: le parole del ministro delle Politiche agricole
«In ottica di sfide attuali per sostenere il settore ortofrutticolo oggi dobbiamo ragionare su tre elementi: in primo luogo si deve affrontare la gestione del rischio» ha spiegato il ministro delle Politiche agricole Stefano Patuanelli intervenendo al Macfrut di Rimini, evento durante il quale è stato presentato lo studio Coldiretti. In secondo luogo, ha proseguito il ministro, «vanno sostenute le nostre imprese con interventi pubblici e soluzioni assicurative volte a sostenere il reddito agricolo. Infine è necessario affrontare una riforma fiscale: non possiamo non iniziare dal costo del lavoro in agricoltura. Siamo tutti consapevoli che non dobbiamo uscire dalla crisi tornando dove eravamo, ma approfittare di questa ondata di ripresa, in netta e continua crescita per il futuro, per implementare il comparto».

28 ottobre 2021

Se il cane è sempre iperattivo, forse soffre di ADHD

L'ADHD, il disturbo da deficit di attenzione, può colpire anche i cani, specie maschi, giovani e trascurati, ma dipende anche dalla razza.
Se il tuo cane non obbedisce e non ascolta i tuoi richiami, se corre costantemente in giro e non sta mai fermo, se agisce prima che gli venga impartito un ordine, potrebbe soffrire di quella che in inglese si chiama ADHD, "attention deficit hyperactivity disorder", ossia disturbo da deficit di attenzione e iperattività. È la conclusione di uno studio pubblicato su Translational Psychiatry, condotto da un team finlandese su migliaia di cani in tutto il mondo, che avvisa, tra l'altro, che i nostri amici a quattro zampe sono un ottimo modello sperimentale per studiare il disturbo da deficit di attenzione.
Non siamo dunque solo noi - e soprattutto i bambini - a soffrirne: anche i cani possono sviluppare questa sindrome, e non solo: gli stessi fattori che favoriscono l'insorgere del disturbo in noi umani sono quelli che influenzano anche i cani - la cui propensione a sviluppare l'ADHD dipende però anche da elementi propri dei nostri migliori amici, primo fra tutti la razza.
Il motivo per cui sono stati scelti i cani per questo studio è che condividono con noi diversi tratti psicologici e vivono nel nostro stesso ambiente; quello che succede a loro potrebbe essere un'indicazione di quello che succede anche a noi quando si parla di ADHD. Lo studio ha coinvolto, con una serie di sondaggi, più di 11.000 cani (e i loro padroni), dei quali è stato chiesto di indicare, tramite una serie di domande identiche a quelle che vengono usate nello studio degli umani, la presenza o meno di una serie di comportamenti tipici del disturbo da deficit di attenzione: iperattività, irrequietezza, impazienza, scarsa capacità di concentrazione e, in certi casi, comportamenti ossessivi.
CANI GIOVANI E MASCHI. I risultati hanno svelato una serie di dettagli interessanti. Innanzi tutto l'iperattività, l'impulsività e l'incapacità di concentrarsi sono più frequenti nei cani maschi, e nei cani giovani, una considerazione che vale anche per gli umani. In secondo luogo, e meno sorprendentemente, i cani che passano più tempo da soli sono anche più propensi a sviluppare il disturbo rispetto a quelli che sono sempre in compagnia di almeno un umano.
C'è poi anche l'influenza del padrone stesso: secondo lo studio, gli umani che sono alla prima esperienza con un cane tendono a scegliere esemplari più tranquilli e docili, e dunque meno inclini a sviluppare l'ADHD; chi invece è alla seconda (o più) esperienza canina tende a osare di più, ed è quindi più probabile che adotti un cane affetto da disturbo.
QUESTIONE DI RAZZA. Anche la razza ha il suo impatto: i cani da lavoro (per esempio pastori tedeschi e collie) sono più portati a sviluppare il disturbo da deficit di attenzione, mentre i cosiddetti "toy dog", come il chihuahua o il barboncino, sono di norma più tranquilli. Infine, lo studio conferma anche un altro legame presente negli esseri umani: quello tra ADHD e OCD, il disturbo ossessivo-compulsivo, che nei cani si manifesta in comportamenti, per l'appunto, ossessivi (inseguirsi la coda di continuo, leccarsi senza sosta)
.

Islanda: acceso il più grande impianto del mondo per sottrarre CO2 dall’aria

L’anidride carbonica, o CO2, o diossido di carbonio, è un ossido acido fondamentale per la vita di animali e di piante. È una sostanza chiave per la fotosintesi clorofilliana, viene prodotta dal nostro respiro, e sì, anche dai processi di combustione. E sta proprio qui il problema: per via dei continui processi di combustione che gli umani hanno avviato in epoca industriale, dai macchinari nelle fabbriche fino alle automobili, la quantità di anidride carbonica presente nell’aria è schizzata alle stelle. Fin qui niente di particolarmente malvagio, non fosse che l’anidride carbonica è tra i principali responsabili dell’effetto serra, il quale come è noto sta portando a un rapido e pericolosissimo cambiamento climatico. I gas serra, nel loro insieme, impediscono infatti al nostro pianeta di disperdere una parte delle radiazioni infrarosse, le quali restando nell’atmosfera finiscono per incrementare le temperature, per sciogliere i ghiacciai, per innalzare il livello dei mari e per portare a eventi meteorologici estremi. É chiaro: dobbiamo immettere meno anidride carbonica nell’atmosfera, lasciando sottoterra i combustibili fossili e usando delle fonti energetiche pulite. Ma produrre meno gas serra, a questo punto, non è sufficiente. È necessario anche eliminare parte dell’anidride carbonica presente. Per questo motivo, negli ultimi anni, sono stati messi a punto degli impianti per sottrarre CO2 dall’aria. Il più grande a livello globale è stato acceso a inizio settembre in Islanda, non lontano da Reykjavik.
Il più grande impianto del mondo per sottrarre CO2 dall’aria
Nel mondo esistono già decine di macchine progettate per risucchiare l’anidride carbonica in eccesso. Ma bisogna fare molto, molto di più. Per questo in Islanda è stato costruito un impianto per sottrarre CO2 dall’aria che sovrasta tutti gli altri per grandezza ed efficacia. Lo stabilimento in questione si chiama Orca, una parola che, come dicono sulle pagine del Guardian, ha un suono del tutto simile alla parola islandese “Orka”, che significa energia. Questo impianto si trova all’interno del parco geotermale di Hellisheidi, e non è un caso: per funzionare, infatti, sfrutta l’energia prodotta a chilometri zero dalla centrale geotermica del parco. La costruzione dello stabilimento è stata piuttosto veloce, essendo iniziata a dicembre 2020, sull’onda di un progetto precedente realizzato nel 2017, sempre in Islanda. Il risultato è un impianto “mangia anidride carbonica” che riesce ad assorbire 4mila tonnellate di anidride carbonica all’anno. Si tratta di una quantità enorme, che però – va sottolineato – può fare unicamente una differenza minima per ridurre efficacemente la quantità di anidride carbonica presente nell’atmosfera. Si parla, quindi, di un primo passo, al quale però devono farne seguito molti altri.
Come viene usata l’anidride carbonica risucchiata?
L’anidride carbonica viene risucchiata attraverso delle ventole che aspirano l’aria, la convogliano verso degli speciali filtri – dei microscopici granuli ai quali l’anidride carbonica si lega per reazione chimica. Il filtro viene poi portato ad alte temperature, per unire la CO2 all’acqua, e per poi pomparla sottoterra, dove torna a temperature fredde. L’anidride carbonica può restare lì, o può essere “venduta” a produttori di idrogeno, per trasformarla in carburante sostenibile. O ancora, può essere venduta alle aziende che producono bevande gassate.
I costi per la costruzione di impianti per eliminare l’anidride carbonica.
Il nuovo impianto islandese è stato costruito dall’azienda svizzera Climeworks, che aveva avviato un progetto anche in Puglia, nel 2018. Come ha spiegato il co-direttore Christoph Gerald, l’impianto islandese è un importante punto di partenza per un mercato che ad oggi non esiste ancora, ma che ci sarà a breve. O meglio, che dovrà esserci a breve, per fare fronte all’emergenza climatica in corso.  

25 ottobre 2021

Sanità: Solinas, la riforma sarà operativa dall'1 gennaio

"Primo pilastro per restituire a territori presenza prestazione"

"La riforma della Sanità approvata lo scorso anno partirà al più tardi l'1 gennaio 2022 e sarà un primo pilastro importante per restituire ai territori la presenza della prestazione sanitaria".

Lo ha annunciato il presidente della Regione Christian Solinas, che ha ricordato i tre pilastri della riforma complessiva.

Quella della governance "che porta le aziende sul territorio con il solo impegno della presa in carico del paziente"; a questa seguirà "la riforma della medicina territoriale, perché se non si restituisce al territorio la possibilità di avere dei filtri, e di curare la cronicità evitando ospedalizzazioni inappropriate, non ci sarà mai un equilibrio tra sistema ospedaliero e territoriale"; infine la terza parte "sarà la riforma della rete ospedaliera, con la ripartizione dei posti letto sulle diverse specialità in modo più efficace ed efficiente di quello ereditato".

"CRITICITA' NUORO ARRIVANO DA LONTANO". Sulle recenti proteste per le condizioni in cui versa la sanità nella Sardegna centrale, Solinas ha osservato che "E' venuto al pettine un nodo che arriva da lontano".

"La mancata copertura del turn over dei medici in tanti anni, ha generato oggi l'esigenza di farne entrare nel sistema un numero che non è presente - ha spiegato - noi abbiamo attivato tutti i concorsi necessari, sia per i medici ospedalieri, sia per i pediatri di libera scelta, sia per i medici di medicina generale, ora attendiamo che questi concorsi arrivino a compimento per dare una risposta finalmente a tutti quei territori".

Solinas ricorda i concorsi banditi per 1700 unità di personale medico sanitario e il piano del fabbisogno da migliaia di medici per il prossimo triennio. Purtroppo, ha ribadito, "in pochi anni, per di più caratterizzati dalla pandemia, non si può colmare un gap formato in dieci-quindici anni di mancata copertura del turn over". 

23 ottobre 2021

Adotta un gatto la tua vita non sarà più la stessa!

Molti pensano che i gatti non facciano niente, che siano pigri e mangino e dormano tutto il dì e basta. Non è proprio così! I gatti hanno un compito nella nostra vita. Hai mai pensato perché tante persone hanno un gatto? Qui troverai alcune informazioni sulla vita segreta dei gatti.
Tutti i gatti hanno il potere di togliere, ogni giorno, l’energia negativa accumulata nel nostro corpo. Mentre dormiamo, loro assorbono questa energia. Se in famiglia ci sono più persone e solo un gatto, questo può accumulare una quantità eccessiva di negatività che prende da tutti. Dormendo il gatto si libera dalla negatività che ha assorbito da noi. Se siamo troppo stressati, loro possono non avere sufficiente tempo per liberarsi da tanta negatività e la accumulano come grasso fino a quando non riescono a smaltirla. Per questo è meglio avere più di un gatto in casa. Essi ci proteggono anche durante la notte mentre dormiamo. Perciò amano dormire nel nostro letto. Se sentono qualcosa di strano intorno a noi i gatti saltano sul nostro letto per proteggerci.
Se tutto va bene ci possono lasciare anche soli in camera. Se qualcuno venutoci a visitare è avvertito dai gatti come pericoloso per noi, i gatti ci circonderanno per proteggerci. Ora che so che in questo modo mi proteggono, ad ogni visita faccio subito attenzione alle reazioni dei miei gatti quando qualcuno entra a casa mia.
Se un gatto abbandonato entra in casa tua adottandola come sua, è perché tu hai bisogno di un aiuto.
Ringrazialo per averti scelto. Se non puoi tenerlo cerca una casa per lui. Il gatto è venuto da te per un motivo, sconosciuto a te, ma il motivo c’è.
I gatti ci curano. All'epoca di Atlantide, i curatori usavano i cristalli per curare. Ma quando dovevano recarsi in altri paesi, per non essere accusati di magia nera, si portavano dei gatti al posto dei cristalli. I gatti sono creature adorabili e amano i loro padroni in modo speciale pur avendo un modo particolare di esprimerlo. Sono grandi amici e compagni! Sono docili, coccoloni e fedeli! Adotta un gatto la tua vita non sarà più la stessa!


Dal libro:Le tentazioni di Grazia Deledda

150° anniversario dalla nascita di Grazia Deledda 

L'ASSASSINO DEGLI ALBERI

Vivevano una volta ad Orune, fierissimo villaggio sardo posto su un'alta montagna, e famoso per le sue inimicizie, due amici, uno povero e l'altro benestante. Il povero si chiamava Martinu Selix, soprannominato Archibusata (Archibugiata), forse perché usava moltissimo questa parola come intercalare. Del resto non pareva d'istinti feroci, e l'archibugio egli non poteva usarlo, perché era tanto povero da non potersene procurare uno col relativo porto d'arma. Faceva il contadino, seminava molto grano, era giovine, forte, di colorito acceso, con nerissimi occhi torvi e sospettosi. Sarvatore Jacobbe, il benestante, era invece una specie di piccolo possidente, vestito in costume, ma con giacca di velluto. Aveva tratti signorili, e quando viaggiava portava la polveriera attaccata a un grosso cordone di seta nera. Possedeva bestiame, cavalli, cani, due servi, un gran tratto di terreno piantato a vecchi ulivi ed olivastri; aveva una bella sorella e molta presunzione. Tutti dicevano: - Martinu Selix si crede qualche cosa perché va in compagnia di Sarvatore Jacobbe. Si crede forse che gli dà la sorella per isposa! Ma Archibusata non ci pensava neppure. Faceva dei servizi delicati all'amico; qualche volta, quando questo era a Nuoro, per affari, o si trovava occupatissimo per le elezioni, Martinu andava all'ovile, guardava se il servo pastore faceva il suo dovere, se le cose andavano bene, e infine rendeva cento altri piccoli servigi. Egli non ne provava alcuna umiliazione, sebbene la bella Paska lo riguardasse quasi come un servo, e lo mettesse spesso in caricatura.

Le donne d'Orune sono belle, superbe, strane, argute, dotate di selvaggia intelligenza. Parlano in modo meraviglioso, un linguaggio caldo, arguto, pieno di immagini fantasiose; fingono entusiasmo, ira, meraviglia per molte cose; hanno camicie ricamate, corsetti gialli, occhi profondi e bui come la notte. Ballano volentieri, siedono per terra all'orientale, e implorano terribilmente vendetta dal cielo contro le terrene offese. Il padre di Paska e di Sarvatore, per esempio, era morto in reclusione, condannato, Dio ci liberi, per omicidio. I figliuoli naturalmente dicevano ch'egli era innocente, e ogni anno Paska, per il funereo anniversario rinnovava la ria, piangendo, strappandosi la cuffia, cantando funebri versi estemporanei: inoltre mandava uno scudo a Nostra Signora di Valverde perch'Ella castigasse tremendamente coloro che testimoniando il falso avevano fatto condannare il defunto. Paska era ambiziosa e presuntuosa quanto il fratello. Da bambina, secondo il costume del paese, era stata fidanzata ad un uomo tanto ricco quanto maturo. Venuto però in bassa fortuna il fidanzato, la maliziosa bimba non aveva più voluto sentir parlare di matrimonio. Ora chi sa ciò che ella sognava, quando seduta sui calcagni, sul lucido pavimento della chiesa, agitava lievemente le labbra di melograno, con gli occhioni smarriti in alto, tra i rozzi affreschi della volta. Era alta e flessuosa, con un rigido profilo bronzino. Sembrava una madonna di bronzo. Gli uomini anche i più benestanti temevano farle la corte: figuriamoci quindi se Martinu Selix osasse neppure guardarla in viso. Egli non lo diceva, ma le era anzi antipatica. Come tutte le donne benestanti di Orune, paese dedito alla pastorizia, Paska sapeva fare a perfezione i formaggelli, il burro, sas tabeddas, le treccie e tante altre cose che si plasmano col formaggio di vacca passato al fuoco. Ora, un giorno Martinu la trovò seduta per terra, accanto al focolare, facendo formaggelli. Per un po' stette a guardarla freddamente, tossendo e raschiando con famigliarità; poi, non sapendo cosa altro dire, si provò a criticarla sul modo con cui ella terminava i formaggelli, indugiandosi cioè a intagliare o un pulcino o una lepre nella loro estremità. - E via, date un colpo così e così, e lasciate di perder tempo a far quelle minchionerie, ché tanto tutto vien masticato! - egli disse. Ella arrossì e rispose superbamente: - Cosa ve ne intendete voi? Già! Dalla esperienza fatta sul vostro formaggio! Allora toccò a Martinu arrossire. Con quelle parole Paska gli buttava in faccia la sua povertà. - Archibugiata! - gridò fra sé. - Se un'altra volta mi parla così la prendo a schiaffi, com'è vero Cristo! E se ne andò offeso e mortificato. Ora avvenne che Sarvatore pensò d'innestare tutti gli ulivastri e i vecchi ulivi del suo incolto chiuso. Voleva farne un bel podere. Era nella vallata dell'Isalle, vicino a questo fiume, un luogo ubertosissimo e bello quanto mai. Sarvatore fece le cose nel modo splendido con cui i possidenti del Nuorese usano far l'innestatura. Invitò cioè tutti i suoi amici contadini e gli uomini più capaci d'innestare. Tutti prestano gratis l'opera loro, ma in ricambio godono una bellissima giornata, piena di canti e di pasti abbondanti: più che giorno di fatica può dirsi una festa bucolica, nel doppio senso della parola. Anche i pastori prendono parte alla cerimonia; e un poeta latino, - dato n'esistesse ancor uno, - potrebbe trarre una amenissima egloga da questa festa. Nel giorno convenuto gli amici di Sarvatore Jacobbe vennero tutti al chiuso, a cavallo, con donne in groppa. E vennero i pastori del padrone, con pecore ancor vive stupidamente legate alla sella, e formaggio fresco entro le bisaccie. In breve i fuochi furono accesi sotto i vecchi ulivi grigi e il fumo salì in gloriose colonne su per l'aria profondamente azzurra. Maggio rideva nella valle: i cavalli frangevano con le loro corse le altissime erbe, i grani ondulavano argentei in lontananza, gli oleandri curvavano sulle acque verdi del fiume i ciuffi dei loro bottoni di cupo corallo. E calde fragranze passavano con la brezza. I pastori facevano un po' di tutto. Aprirono qualche alveare, traendone il miele caldo e giallo come oro liquefatto: scannarono le pecore, le scuoiarono, tirandone giù la pelle che si separava azzurrognola dal corpo roseo ed ignudo delle bestie; cucinarono i sanguinacci fra la cenere ardente, e arrostirono le carni su lunghi spiedi di legno, scherzando e ridendo con le donne che li aiutavano. Paska era naturalmente la regina della festa. Le altre donne, che le stavano intorno come ancelle, non le lasciavano far nulla; ma ella presiedeva, con l'alta persona bizantina che ogni tanto fremeva come gli esili giunchi del fiume. E un po' sparsi da per tutto, i contadini segavano attenti, quasi con religione, i contorti ulivastri ed i vecchi olivi. Pietro Maria Pinnedda, il famoso innestatore, andava da un gruppo all'altro, guardando coi suoi grandi occhi grigi e maligni. Il suo volto era acceso; un principio di barba gialla gli dorava le guancie. Infilzata la marza sul tronco reciso, giallo e fresco, lo si attorcigliava strettamente con un tralcio di vincastro; poi lo si ricopriva di terriccio impastato, sul quale il fiero dito di Pietro Maria, dopo aver ben palpato e premuto intorno alla marza, segnava una croce, augurio e preghiera di buona riuscita. Alla marza infine s'infilava un piccolo triangolo di foglia di fico d'India, fresco cappuccio contro gl'incipienti e fecondi ardori del sole. Così d'albero in albero, le chiome selvaggie degli ulivastri rotolavano sulle alte erbe fiorite, e gl'innestatori parlavano di banditi, di negozî, d'alberi, di donne e di storie passate. Salivano le alte voci sonore, qualche canto bizzarro, che sembrava il grido selvaggio di un'anima che piangeva cantando, svaniva lontano, fra gli alberi, sotto i quali l'erba serbava una larga ruota di frescura più intensa; svaniva nei silenzi della valle, nel fiume, al di là del fiume. E le zucche arabescate, colme di vino rosso, circolavano, riscaldando vieppiù il sangue di quei fieri uomini dai denti splendidissimi, dalle vesti aspre e scure. Martinu Selix prestava a tutti aiuto: rideva mostrando tutti i suoi denti stretti, sembrava felice: pareva il sopraintendente di Sarvatore, il quale non faceva nulla, con le mani incrociate sulla schiena e il volto sorridente. Qualcuno degli invitati restava urtato dai modi troppo padronali del Selix: specialmente Pretu-Maria Pinnedda lo fissava spesso con uno sguardo metallico e iroso.

Il giovinotto rosso dai grandi occhi grigi e maligni era innamorato di Paska, e provava gelosia dell'amicizia che Sarvatore concedeva al Selix. L'aria di padronanza presa in quel giorno da Martinu lo urtava più che mai, e per urtare Pretu-Maria bastava un soffio d'aria. Già due volte s'eran dette parole aspre, causa il modo di stringer il vincastro. Martinu diceva: - Non occorre stringerlo molto. E l'altro asseriva il contrario. Parlando di Paska, un momento che Sarvatore era lontano, uno disse scherzando, non senza ironia: - La mariteremo a Martinu Selix. - Archibugiata! - egli rispose con un fiero lampo negli occhi. - Ti pare una cosa impossibile? - Archibugiata - disse l'altro. - Tutto è possibile in questo mondo. Martinu scrollò le spalle come per dire: - Se volessi! Pretu-Maria arrossì di collera, ma non disse nulla perché l'argomento gli cuoceva troppo, e capiva che parlavano così in sua presenza per farlo stizzire. - Se voi siete furbi come l'aquila, io lo sono come la volpe! - pensò. Ma un momento prima del pranzo, non sapendo come meglio rinnovar a Paska le sue dichiarazioni, le disse con finta amarezza: - Ora so perché non mi volete. - Perché, avoltoio senza barba? - chiese ella, degnandosi di guardarlo. - Perché avete idea di pigliarvi Martinu Selix. Ella gettò un acuto grido, uno di quei caratteristici gridi che solo le donne d'Orune sanno fare. - Chi ve l'ha detto? - Lui stesso. - Menzogna. - Che mi sparino se non è vero! E ripeté il dialogo, aggiungendovi qualche cosa di suo. Paska si fé buia in volto, e fu per strapparsi la cuffia in segno di umiliazione e di dispetto. Soddisfatto discretamente, Pretu-Maria la pregò di tacere, di non far scandalo; ma ella, irritata sul serio, prese a dileggiare apertamente Martinu anche durante il pranzo. Seduti in circolo, per terra, i convitati mangiavano su taglieri di legno e su pezzi di sughero: per posata portavano i coltelli affilati e niente altro. Più che il vino, il miele, raffreddatosi ma non del tutto, condiva il pranzo, in esso immergevano le bianche fette del formaggio fresco, il formaggello arrostito, le lattughe, il pane e persino la carne. Molti lo mangiavano senz'altro, succhiandone tutta la dolcezza e sputando lontano la cera masticata. Allegri discorsi guizzavano da un capo all'altro; risate sonore vibravano nel rezzo dei vecchi ulivi. A nord e ad oriente le montagne azzurre sfumavano nel dilagare azzurro del fulgido meriggio. A un tratto tutta l'allegria cessò: una maligna nuvola passò sul lieto convito. Paska diceva, rivolta a Martinu:

- Lo vedete il conte d'Artea, che vuole una dama per moglie! Peccato che ad Orune non ce ne sia! Martinu, che finora aveva risposto con calma agli scherzi salati di Paska, finì con l'irritarsi, tanto più che il vino lo rendeva più ardente e sospettoso del solito. - Lasciami in pace, Paska, che io non ti sto cercando. Lo so bene che sono un mendicante, ma una donna migliore di te posso ben trovarla. - Eh, sicuro! Nostra Signora di Valverde ci aiuti! Donne come me tu non ne vuoi. Le vuoi... come te stesso... - E chi sei tu? Perché hai due soldi da spenderti? Archibugiata! Ma sta attenta: il mondo è una scala. Chissà che i figli miei non possano far l'elemosina ai tuoi! Paska diventò rossa come lo scarlatto che orlava la sua gonnella. Disse: - Per ora posso farla io a te! Martinu sbatté a terra, violentemente, una piccola tazza di latta piena di vino, che teneva fra le mani, e gridò un insulto contro la fanciulla. - Martinu! - urlò Sarvatore. - Non m'importa nulla di te! E di nessuno m'importa! - gridò Martinu, con gli occhi verdi per l'ira. - Siete tanti cani rognosi! Non dipendo da te, Sarvatore Jacobbe, e forse tu dipendi più da me, che io da te. Non ti devo nulla! Non ti devo né pane né grano né denaro; e tua sorella può far a meno di rinfacciarmi la mia povertà. Povertà non è viltà, Sarvatore Jacobbe, povertà non è viltà. Ma se credi che la mia amicizia possa farti disonore, posso ben... - Tu sei ubbriaco. - Ubbriaco sei tu. - Rognoso! - Rognoso sei tu. Basta; ne nacque una disputa fierissima, e per poco macchie di sangue non s'unirono alle chiazze del vino che profanavano l'erba. I due amici si rinfacciarono cose fino allora ignorate dagli astanti; e le loro fronti arsero di rossore, non si sa se più per la collera o per la vergogna. Le donne strillavano. Bianca per terrore, Paska si pentiva delle sue parole, e con modi insinuanti cercava smorzare il fuoco da lei acceso. E il fuoco fu spento; gli amici parvero anzi riconciliarsi, e Martinu, che voleva andarsene, rattenuto a viva forza, rimase; ma non alzò più i suoi torvi occhi sul volto di Sarvatore; e questo se ne stette in un canto, sinceramente mortificato per lo scandalo dato. Si riprese a innestare. Pretu-Maria aveva l'aria d'un uomo vittorioso; ma anche Martinu rideva di tanto in tanto, forzatamente, a misura che i tronchi innestati venivano marcati col segno della croce. Due giorni dopo Martinu Selix partì per la festa di San Francesco di Lula. Partì sul far della sera, a piedi, a testa nuda: così era il suo voto. La notte lo colse in viaggio: allora il pellegrino cambiò direzione e invece di proseguire verso San Francesco, scese verso l'Isalle e s'appostò fra gli oleandri. A notte alta, mentre la sacra rugiada del cielo pioveva sulla dormiente natura, e l'acqua del fiume rabbrividente rifletteva la gran pace arcana della luna al tramonto, e più distinti salivano i profumi dei giunchi, Archibusata compié la sua terribile vendetta senz'arma. Strappò le marze dagli alberi innestati con tanta cura e religione. Ma nel rivarcare il muro, un uomo gli si rizzò inesorabile davanti; e nel pallido albore lunare brillò la canna d'un fucile. - Io lo sapevo, faina maligna! - gridò Sarvatore Jacobbe. - Ora potrei ammazzarti come un cane, ma ti farò qualcosa di peggio. Tre uomini uscirono dai roveti. - Voi avete veduto - disse loro Sarvatore. - Questo pellegrino noi non lo uccideremo, non è vero, e non lo denunzieremo neppure, non è vero? Martinu Selix, tu mi servirai gratis, tu mi farai il servo per altrettante settimane quanti alberi hai assassinato. La strana sentenza echeggiò potente nella gran pace rorida della valle. Martinu Selix proseguì il suo pellegrinaggio; ma al ritorno entrò come servo in casa dei superbi Jacobbe, e per tre anni subì il suo castigo morale e materiale.