Spesso sorgono discussioni fra gli estimatori e proprietari di gatti e
altre persone che considerano questi animali una minaccia per la nostra natura.
Le riflessioni che seguono dovrebbero aiutare a rendere più oggettiva la
discussione al riguardo.
Nell’Europa centrale l’abitudine di tenere gatti si è diffusa, in
misura più rilevante, a partire dal 12° secolo. Per secoli si sono tenuti
questi animali praticamente esclusivamente per la lotta contro ratti e topolini
delle case, importati involontariamente con lo sviluppo delle vie di commercio
nel Medioevo. Solo con la rivoluzione industriale, nel 18° e 19° secolo, i
gatti ottennero tuttavia lo statuto di animale da compagnia nel significato
odierno. Sulla base di inchieste rappresentative presso la popolazione, nel
2008 in Svizzera vivevano quasi 1,4 milioni di gatti domestici. Di questi, ca.
un milione di animali avevano la possibilità di uscire e quindi di cacciare
all’aperto.
Il gatto è
un animale territoriale e il suo comportamento è fortemente
legato all'ambiente in cui vive. I gatti sviluppano relazioni
con altri gatti o con le persone, solo quando sentono che il loro ambiente
è sicuro.
Ma unisce
alla sua indole delicata anche grande giocosità e vivacità.
Inoltre, pur essendo considerato un gatto comune in realtà discende dai gatti
sacri dell’antico Egitto.
Il gatto europeo passa per essere “il gatto” per eccellenza, un micio
comune con poche pretese estetiche ma tante qualità che lo rendono fra i più
amati in Italia.
In verità la sua storia lo rende molto speciale: è infatti discendente
diretto dei gatti egizi, proprio quelli venerati come sacri durante
l’antichità.
Le origini
La razza
europea arriva dunque dall’antico Egitto, trasportato nel nostro
continente da mercanti e anche dai fenici che, esperti navigatori, sapevano
bene quanto fosse piacevole viaggiare con questi felini.
Questi ultimi, infatti, non solo offrivano una mansueta e discreta compagnia,
ma cacciavano anche i topi nelle stive.
Approdato sulle sponde del Vecchio Continente, però, ha dovuto anche lui
lottare contro i pericoli e le asperità del tempo ma è sopravvissuto ed è
diventato uno dei gatti più amati in assoluto, anche grazie al suo carattere tranquillo
e dolce.
Il carattere
Il carattere
del gatto europeo ha tratti ben definiti che lo distinguono da tutti gli
altri rendendolo unico. È particolarmente intelligente, ha un forte istinto
predatorio, è sensibile e molto giocoso; ma soprattutto è docile e affabile.
Seleziona, all’interno della famiglia, il suo umano preferito con il quale
instaura un rapporto molto profondo e inossidabile.
Insomma si tratta di un esemplare di micio che ama stare con l’uomo, si adatta
bene alla vita in appartamento ma predilige, potendo, la possibilità di
passeggiare all’aperto e non ama la solitudine.
L’aspetto
Il suo
aspetto a volte ha creato confusione nel pubblico in quanto le sue tante
varietà ammesse dagli standard di razza non lo rendono immediatamente
identificabile. Il gatto europeo infatti può avere un mantello
grigio, bianco, marrone, arancio scuro, nero, può avere fino a tre colori e gli
abbinamenti più frequenti sono fra bianco, marrone e arancio. Inoltre, è
spesso tigrato ma anche a squame di tartaruga e marmorizzato.
Insomma la sua grande ricchezza genetica ne ha reso difficile una selezione
lineare ma è anche per questo che è bellissimo e molto amato.
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