18 novembre 2021

A Vienna solo vaccinati o guariti nella ristorazione

Vienna sta portando avanti di nuovo le misure contro la pandemia di corona. Il sindaco Michael Ludwig (SPÖ) ha annunciato giovedì dopo una conversazione con gli esperti che dalla fine della prossima settimana, l'accesso a ristoranti, servizi per il corpo (come i parrucchieri) e incontri di 25 o più persone sarà concesso solo a coloro che hanno stato vaccinato o guarito. Inoltre, è in fase di creazione un'offerta vaccinale per i bambini di 5-12 anni.

Dopo il round, Ludwig ha parlato con gli esperti di una "situazione molto grave". Ha riferito che una prognosi lo ha reso particolarmente preoccupato, vale a dire che non sembra impossibile che l'occupazione dei letti in Austria possa presto raggiungere il massimo storico. Ecco perché Vienna riprenderà i suoi passi e porterà avanti la quarta fase del piano d'azione federale. Allo stesso tempo, in vista del round di domani con il governo federale ei governatori provinciali, li ha esortati a fare altrettanto a Vienna.

Anche il direttore medico della rete sanitaria, Michael Binder, ha individuato la necessità di un intervento, anche se l'aumento dei casi a Vienna è relativamente "cauto", come ha riferito. Binder ha accusato l'inasprimento a Vienna nelle ultime settimane. Tuttavia, l'occupazione dei letti di terapia intensiva è attualmente solo di una decina di casi in meno rispetto all'anno precedente, ha sottolineato. "Quindi uno sviluppo piuttosto minaccioso."

I dettagli del nuovo regolamento 2G sono ancora in fase di elaborazione, ha affermato. Anche qui vogliono aspettare i risultati del vertice di domani con il governo federale. Tuttavia, Ludwig ha già delineato possibili ulteriori "livelli di escalation". Ad esempio, "2G Plus", ovvero test obbligatori per persone vaccinate e convalescenti, è possibile se la situazione continua a svilupparsi in modo così drammatico. In ogni caso, va evitato un altro lockdown, ha sottolineato il capo della città. 

Al governo federale è stato anche chiesto di avviare una campagna informativa per il terzo punto. Una lotteria delle vaccinazioni come nel Burgenland - e ora anche nell'Alta Austria - non esisterà a Vienna, ha affermato Ludwig. Continuano a fare affidamento su offerte a bassa soglia. Presto ce ne sarà anche uno per i più giovani. A pochi giorni dall'entrata in vigore delle misure annunciate oggi, sarà istituita una linea di vaccinazione per i bambini dai sei anni in su.

Ludwig ha riferito che quattro medici di base a Vienna stavano già offrendo tale vaccinazione. "Sappiamo che c'è molta richiesta". Per reagire a questo, la città avvierà anche un'azione per questa fascia di età. Anche qui si sta ancora lavorando sui dettagli esatti, è stato sottolineato. In ogni caso, i pediatri dovrebbero essere disponibili anche per un consiglio nel centro di vaccinazione, ha promesso Binder. 

A Cagliari, ci sono personaggi che prima lanciano il sasso e poi nascondono la mano

Questo post vuole essere un articolo di costume o se volete di malcostume anche se con il “mal” di costume, bisogna andarci piano.

«Ci sono personaggi, che lanciano pesanti accuse, pubblicando post velenosi. Tra questi “lanciatori di accuse” spiccano certi personaggi politici che sostengono di essere gli unici portatori di verità».

Fin dai tempi della Grecia di Atene, esisteva infatti la possibilità di mandare qualcuno via dalla città per un periodo di dieci anni. La condizione? Che un certo numero di persone ne trascrivessero il nome su un frammento di terracotta chiamata Ostrakon da cui deriva il termine ostracismo. Infatti, almeno all’inizio, questa pratica dell’ostracismo non veniva associata all’elemento negativo, dunque condannabile. Era una forma di contenimento degli eccessi. Quindi poteva essere colpito e punito con l’esilio temporaneo non solo il reprobo, ma persino il troppo onesto.

Dai Greci la storia passò ai romani e quindi agli eredi quali siamo noi italiani che sotto altre forme abbiamo ereditato il vizio di criticare.

Ma poiché ognuno deve avere le proprie opinioni, è anche giusto valutare le cose con un minimo di distacco, fino ad esprimere idee non sempre condivisibili. Infatti confesso che nei confronti di questi personaggi, io non riesco a provare vera inimicizia. Solo compassione. Esaminiamo i loro comportamenti per capire. E mi riferisco alle loro fantasie critiche. Come sono e cosa vogliono dire? Sono persone immerse nella contraddizione. Criticano la superficialità di uno scritto con motivazioni ancora più superficiali. Avversano lo stile troppo culturale e poi si infilano in discorsi cosiddetti alti che invece rivelano essere a terra, rivelando l’inadeguatezza del loro argomentare. Ed ancora. Eccepiscono su questioni di principio e poi enunciano principi di senso contrario, ma  in forma generica e con poca attrattività  logica. Infine,  contrastano una posizione ideologica con il suo opposto e questo sarebbe legittimo, ma non si coglie fino in fondo la motivazione che debba privilegiare una posizione rispetto ad un’altra.  Così facendo non resta loro che l’insoddisfazione, infatti  poi che fanno? Chiedono spiegazioni e fanno domande con la determinazioni di chi vorrebbe vedere ampliarsi le onde del sasso lanciato nello stagno e con queste travolgere il destinatario delle loro critiche. E se poi le spiegazioni e risposte non arrivano, apriti cielo. Insistono esacerbati nella richiesta e   se questa non si materializza, si incattiviscono, dimostrando tutta la frustrazione  di non essere  stati presi sul serio. A questo punto non sapendo fare altro, accusano di incapacità  chi in effetti li considera per quello che sono. Personaggi che diventano pieni di bile, gialla o nera non importa, per essere stati sottovalutati. A questo punto ditemi voi se il loro comportamento non suscita in me tenerezza.  In fondo nei loro confronti, preferisco avere uno spirito di tolleranza. E la contraddizione in cui si dibattono ne è la prova provata. Dunque che i sassi continuino ad essere gettati, sperando che prima o poi le onde dello stagno diventino un piccolo mare in cui  ognuno possa stare a galla, senza necessariamente pensare di far annegare qualcun altro. L’assunzione di responsabilità in forma diretta e personale, legittima ogni presa di posizione e ogni reazione critica. Lo  spazio alla commiserazione scompare e subentra il rispetto anche se su posizioni distanti. L’unico motivo di incomprensione  che deve rimanere, è lo stile educato cui deve uniformarsi ogni polemica, in modo da astenersi dalle offese personali. Ma anche queste sono legate al famoso sasso, quando non si sa da dove proviene. In chiusura quindi dichiaro la mia simpatia per il sasso quando si vede la mano che lo lancia. In altre parole registro la mia considerazione per la mente che sta  dietro sasso e mano. La quale se anche può sbagliare ( esiste però anche un limite allo sbaglio) con l’assumersi la responsabilità, scaccia ogni senso di commiserazione e spinge verso la stima o la disistima. Diversamente tutto troppo comodo e perfino vile.    

 

 

 

 

 

16 novembre 2021

Conte snobba il confronto con Renzi: «Non partecipo a show». Il leader di Italia Viva: «Ha il coraggio di un coniglio mannaro»

Non accenna a placarsi la polemica tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. All’indomani della pubblicazione sul sito del M5s di 13 domande rivolte a Renzi e della replica del leader di Italia Viva («risponderò in un confronto in diretta tv a Conte»), il botta e risposta tra i due ex premier sale di tono. «Non partecipo a show, parliamo di cose serie», ha detto il leader del M5s, arrivando all’assemblea di Confesercenti. «Conte è uno che scappa», ha risposto Renzi, «è l’uomo più veloce a scappare nella storia, quando distribuirono il coraggio era in quarantena, ha il coraggio del coniglio mannaro». E a proposito dei 13 quesiti posti dal M5s – e scritti dopo quanto emerso dagli atti dell’inchiesta sulla Fondazione Open – Renzi ha commentato all’Aria che Tira, su La 7: «Sono le domande che mi fanno sempre, anche Giannini e la Gruber. Io rispondo sempre. Le risposte le sanno già, le ho date l’altra sera a Travaglio. Io rispondo, lei chiami Conte, lui mi fa le sue 13 domande e io gli faccio le mie, poi i cittadini scelgono». 

La Procura di Milano vuole che l'ex capo dei servizi segreti venezuelani, testimoni su presunti fondi 'neri' al M5S.

La Procura di Milano intende interrogare Hugo 'el Pollo' Carvajal, ex capo dei servizi segreti venezuelani, per riciclaggio di denaro e finanziamento illegale dei partiti. Nello specifico intende interrogare Carvajal sul presunto finanziamento del Movimento 5 Stelle, con 3,5 milioni di euro. Questa informazione sul finanziamento del Chavismo al M5S, pubblicata nel giugno 2020 dal quotidiano ABC, ebbe grande risonanza in Italia. Dopo il grande scandalo politico che l'informazione ABC ha provocato in Italia, la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio di denaro sporco. Ora, secondo il quotidiano La Stampa, i magistrati vogliono interrogare Hugo Carvajal, che in una dichiarazione scritta ha confermato al giudice del Tribunale spagnolo, Manuel García Castellón, il finanziamento del chavismo a vari partiti, tra cui Podemos , che ha smentito l'informazione , e il Movimento 5 Stelle , fondato nel 2009 da Gianroberto Casaleggio, scomparso nel 2016, e dal comico Beppe Grillo.

Testualmente, questa è stata la dichiarazione di 'el Pollo' Carvajal:

«Un altro esempio dei tanti movimenti comunisti nel mondo finanziati da Maduro e di cui ho ricevuto un resoconto dettagliato, è quello relativo al Movimento 5 Stelle per mano di Gianroberto Casaleggio, quanto riferito dall'Addetto Militare del Venezuela in Italia dove si è appreso che è stata spedita una valigia con 3,5 milioni di euro in contanti"Dice Hugo Carvajal, il quale aggiunge che questo denaro è stato "avallato e autorizzato dall'allora ministro degli Esteri Nicolás Maduro e che è stato portato in Italia attraverso una borsa diplomatica"»

Secondo i documenti dei servizi segreti venezuelani pubblicati dall'ABC, Gianroberto Casaleggio lo considerava il "promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica Italiana".

La richiesta della Procura di Milano potrebbe avere un impatto sull'attuale situazione giudiziaria di Carvajal, detenuto in Spagna per un mese e mezzo per ordine degli Stati Uniti, che ne hanno chiesto l'estradizione. Questa potrebbe essere ritardata , su richiesta dei magistrati di Milano, effettuata per mezzo di una commissione rogatoria, cioè una comunicazione tra tribunali di paesi diversi per l'esercizio dei procedimenti giudiziari. In termini di giustizia, i rapporti tra Spagna e Italia sono molto buoni , capitolo al quale ha contribuito in modo particolare il giudice Manuel García Castellón, che per cinque anni è stato magistrato di collegamento a Roma tra la giustizia italiana e quella spagnola.

L'obiettivo dei magistrati italiani è, secondo la Stampa, interrogare 'el Pollo' prima della sua estradizione negli Stati Uniti. «L'obiettivo delle indagini affidate al Nucleo di Guardia di Finanza è conoscere il presunto finanziamento, capire il ruolo del Console Di Martino e degli altri intermediari coinvolti, che avrebbero ricevuto in Italia i 3,5 milioni di euro come così come il tardo Casaleggio e per quale scopo furono utilizzati. Soprattutto se ci sono altri episodi più recenti su cui indagare».

Le rivelazioni di Hugo Carvajal García Castellón sul finanziamento illegale dei partiti, in particolare del Movimento 5 Stelle, hanno avuto eco sui media italiani e la scorsa settimana è scoppiata una tempesta politica. Tra le prime a chiedere spiegazioni fu Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d'Italia:“Sappiamo dal quotidiano Il Giornale - ha affermato Giorgia Meloni - che l'ex capo dell'intelligence militare di Chávez, Hugo Carvajal, avrebbe confermato alla giustizia spagnola il finanziamento dei partiti amici del regime venezuelano nel mondo. Tra questi ci sarebbe anche il M5S. Un articolo pubblicato in passato dal quotidiano spagnolo ABC, che aveva parlato di una valigetta con tre milioni e mezzo di euro in contanti inviata a Gianroberto Casaleggio da Nicolás Maduro, allora cancelliere di Chávez e ora presidente del Venezuela, il leader dei Fratelli di Italia. Giorgia Meloni ha chiesto ufficialmente al Movimento 5 Stelle e al suo presidente, Giuseppe Conte [ex presidente del Consiglio], di fare chiarezza su questa notizia e prendere politicamente le distanze dalla dittatura comunista di Caracas.

Allo stesso tempo, la deputata Augusta Montaruli, dei Fratelli d'Italia, ha portato il caso in Parlamento. Montaruli ha chiesto al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, attraverso un'interrogazione parlamentare, di adottare misure "per verificare una possibile ingerenza di uno Stato estero nella politica nazionale e nelle decisioni di governo". al Parlamento europeo, nell'ultima legislatura, i membri del M5S hanno sempre votato contro o si sono astenuti nelle mozioni di condanna del regime venezuelano.

Di fronte alla denuncia di Hugo Carvajal e alla sua ripercussione mediatica, Davide Casaleggio, figlio del co-fondatore del M5S, scomparso nel 2016, ha subito replicato: Mio padre non ha mai ricevuto soldi dal governo venezuelano. 

Già lo scorso anno era stato dimostrato che il documento presentato come prova era stato falsificato con Photoshop, spiega Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau. Per difendere la memoria del padre, Casaleggio ha inviato addirittura una lettera al presidente della Repubblica, Segio Mattarella, nella quale chiedeva che «sia ripristinata la verità su uno scomparso che ha sempre fatto dell'integrità morale il proprio faro».

Lo scontro Renzi-Travaglio finisce in procura.

Il senatore fa causa per risarcimento danni al Fatto quotidiano

Finisce in procura l’ultimo scontro tra Matteo Renzi e il Fatto quotidiano, che da giorni sta pubblicando stralci dell’inchiesta di Firenze sulla fondazione Open.

Secondo una nota dell’ufficio stampa di Italia viva, l’ex premier ha dato mandato ai suoi legali per una causa di risarcimento danni nei confronti del quotidiano diretto da Marco Travaglio: «per la diffamazione contenuta nell’edizione odierna del giornale». Oggi il Fatto quotidiano ha diffuso la notizia di una lettera inviata da Renzi alla presidente del Senato Elisabetta Casellati con il titolo: «”Difendimi dai pm”: così Renzi chiede l’immunità alla Casellati». Nella lettera del 7 ottobre scorso, Renzi ha chiesto alla presidente del Senato di: «porre in essere tutte le azioni a tutela dei diritti del parlamentare», perché secondo il senatore i magistrati della procura di Firenze, che lo indagano per concorso in finanziamento illecito, con il deposito delle intercettazioni in cui era presente anche lui, hanno violato «le guarentigie costituzionali del parlamentare».

Oggi, Martedì 16 novembre la Giunta al Senato ha incominciato a discutere della lettera inviata dal senatore di Italia viva alla presidente Casellati

15 novembre 2021

Nuovo digitale terrestre, Sassari perde le sue tv: andranno sul web


Lo switch-off in Sardegna.

A partire oggi, in Sardegna, si avviano i lavori di liberazione delle frequenze tv in favore della telefonia mobile, che tradotto significa il passaggio alla codifica Mpeg-4. La prima fase dello switch-off e del passaggio al nuovo digitale terrestre parte dall’isola, ma non senza polemiche. Resta scoperto il territorio di Sassari, che non ha più una televisione.

Canale 12 prosegue sul web.

Il processo di refarming, ovvero la riassegnazione dei diritti d’uso delle frequenze, ha colpito Canale 12. Così la più importante emittente televisiva di Sassari è dovuta passare dal digitale terrestre al web. Ciò a causa delle nuove disposizioni del ministero dello Sviluppo Economico, che ha spostato la rete su un’altra numerazione che si perde nell’etere.

“Dal 15 novembre questo canale sarà assegnato dal ministero a un’altra emittente. Non chiudiamo per problemi economici, lo scorso anno abbiamo registrato anche un piccolo utile sul quale siamo orgogliosi di aver pagato le tasse – ha esordito nel suo ultimo intervento la fondatrice Sandra Sanna -. Purtroppo non si sopravvive alla burocrazia e alle decisioni ministeriali, che hanno voluto sperimentare nell’isola, molti mesi prima che nel resto d’Italia, le nuove tecnologie sul digitale terrestre per poter cedere buona parte delle frequenze alla telefonia 5G. Scelte politiche che hanno sfavorito realtà locali come la nostra, concentrando invece testate sotto un’unica proprietà. Oppure favorendo realtà d’oltremare con sedi e dipendenti nella penisola a scapito dell’informazione locale e libera per trasmettere invece televendite e chiromanti”. 

Lo spot su Telegì.

Sceglie la strada dell’ironia Telegì, una delle prime emittenti del territorio sassarese. Attraverso uno spot realizzato da Chicco Solinas, volto noto nel mondo dell’intrattenimento locale, la tv annuncia, a modo suo, il passaggio dal digitale terrestre all’internet.

“Noi continuiamo a lavorare per voi altri 30 anni. Il mondo della comunicazione sta cambiando, ma noi cambiamo insieme a lei – ha esordito lo showman in uno studio digitalizzato -. Vi portiamo la nostra televisione nelle vostre tasche, nei vostri telefonini. Ci potete trovare a New York, in Svizzera, in Germania, in Francia, a Sassari, a Cagliari. Noi saremo nelle vostre case ovunque nel mondo”.

Il passaggio al nuovo digitale.

Da oggi gli operatori tv nazionali e locali dovranno abbandonare, in Sardegna, le frequenze della banda 700 MHz per far spazio alle nuove tecnologie della telefonia mobile. Il processo di refarming si concluderà intorno al 2 dicembre. Lo switch-off scatterà il 15 e 17 novembre nell’Iglesiente, il 16 novembre nel Sulcis, il 18 novembre a Cagliari, nel Gerrei e in Marmilla, il 19 novembre a Oristano e provincia ed il 22 novembre in Barbagia. Segue il 23 e 24 novembre Sassari e parte della provincia, il 25 e 26 novembre la Gallura, il 29 e 30 novembre Nuoro e parte della provincia, il 1 dicembre l’Ogliastra e il 2 dicembre Sarrabus e la restante parte dell’Ogliastra. 

14 novembre 2021

Un Vasco Rossi così Vasco Rossi non lo sentivamo dal 2004.

Un Vasco Rossi così Vasco Rossi non lo sentivamo dal 2004, mentre Zucchero nell’ultima tappa del suo viaggio all’interno del mondo delle cover, ci regala anche un pezzo dei Coldplay magistralmente reinterpretato. Bene Gazzelle e Noemi, bene, a sorpresa, anche i Modà, benissimo Gabbani e Mobrici; troppo teen l’uscita che unisce Sangiovanni e Madame, mentre in zona rap MadMan si conferma un fenomeno, Inoki un grande e belli e un po' folli Rose Villain e Rosa Chemical. Chicca della settimana: “Siamo sicuri di essere giovani?” di Jacopo Et.

Vasco Rossi – “Siamo qui”

A scanso di equivoci, abbiamo sempre trovato piuttosto bizzarro, ai limiti del ridicolo, questo fanatismo ossessivo per l’opera di Vasco Rossi; attenzione, pur ammettendo l’importanza fondamentale nella storia del nostro pop, declinato spesso a sproposito in rock, del personaggio Vasco Rossi. Si perché Vasco Rossi è un artista talmente immenso che la sua figura travalica quella più semplice (si fa per dire) di persona che scrive canzoni e poi le canta; Vasco resterà nella storia del nostro paese come Leopardi, Dante, Pavarotti e Pippo Baudo, ognuno, ovviamente, con meriti e demeriti che la storia stessa gli assegnerà. Però è anche vero che Vasco Rossi ha un mestiere, che è quello di scrivere e cantare canzoni, e non è corretto che la grandezza del personaggio oscuri il mestierante che, ci sembra scontato, va valutato, appunto, per il suo mestiere, per quello che fa, perché mica in musica vale quella regola che tutti gli studenti di Messina si sentono dire al via di ogni ciclo scolastico, “Fatt’ a nomina e cucchiti” (“Fai una buona impressione e vai a letto”).

Detto ciò, sperando che nessuno della setta del Vasco ne abbia a male, la verità è che il buon signor Rossi negli ultimi vent’anni di brani ne ha azzeccati pochi pochi pochi, diremmo pochissimi dato che da uno che ci ha regalato capolavori ti aspetti di regola, come minimo, la decenza, e lui spesso l’ha proprio schivata. Ecco, chiusa la seconda necessaria premessa, giusto per non fare infervorare i tifosi, ammettiamo una certa sorpresa nello scoprire che il Vasco Rossi di “Siamo qui” è probabilmente il migliore dai tempi d’oro, anzi, facciamo i precisi, da “Buoni o cattivi”, anno domini 2004, che è il suo ultimo rigurgito di tempi d’oro. I brani di questo suo ultimo lavoro si percepisce chiaramente non sono fatti giusto per giustificare la presenza fisica, terrena, di Vasco Rossi, non sono buttati sul mercato in previsione di un tour; come tra l’altro se Vasco Rossi avesse bisogno di pubblicità per riempire gli stadi di tutta Italia, isole comprese. Paradossalmente, a puzzare di stantio sono proprio i due singoli che hanno anticipato l’uscita del disco, “Una canzone d’amore buttata via” e la title track “Siamo qui”, che sono mollacchiose, sanno di già sentito, di quelle ballad nostalgiche misurate a tavolino che Vasco ci ha già servito in venti modi diversi nelle ultime due decadi.

Per il resto, no, fermi tutti, diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Vasco quel che è di Vasco e pure di Cesare, l’intento è rock come non lo era da tempo, un rock iniettato, vulcanico, di gusto, ma soprattutto molto giovane e, se gli anni passano anche per i mortali adorati come dei, e così dovrebbe andare, risulta stupefacente dato che il suddetto mortale il prossimo 7 febbraio tocca quota 70. “XI Comandamento”, “L’amore l’amore”, “Tu ce l’hai con me” sono pezzi che non ci stupiremmo di sentire suonare a ventenni rockettari di provincia che sanno il fatto loro.

Poi naturalmente ci sono brani nei quali viene fuori l’artigianalità alla quale Vasco è evidentemente abituato, in “Un respiro in più” sembra voler mischiare il rock dei ’90 al cantautorato danzereccio dei ’70, le chitarre che fanno a testate con le armoniche; “Ho ritrovato” è tra i pezzi più riusciti e complessi dell’album, l’intento romantico è carico di quella personalità di Vasco che non può far altro che farne risaltare l’unicità. Ma soprattutto, senza lasciarci andare ad inutili tecnicismi, questo è un disco in cui si percepisce l’urgenza di Vasco Rossi di dire qualcosa e il suo divertimento nell’architettare musicalmente il modo più corretto per dirla. Così vogliamo che invecchino le leggende del nostro cantautorato, con questa verve, questo bisogno di orbitare al di sopra delle regole del mercato musicale, anche quando di mestiere fai il musicista.







Approvata la bozza del decreto sulle bollette di luce e gas.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un testo con una serie di misure volte a tagliare gli aumenti delle bollette nel prossimo trimestre.

Il governo interviene per la seconda volta in pochi mesi per contenere i nuovi aumenti dell'elettricità e del gas. In vista del prossimo aggiornamento delle tariffe che a fine settembre sarà fissato dall'Authority e sarà in vigore dal primo ottobre e per tutto il trimestre, l'esecutivo stanzia oltre 3 miliardi per calmierare l'effetto della salita dei prezzi del gas che si era fatto sentire già l nei mesi corsi quando era intervenuto con 1,2 miliardi. A questo si aggiunge una riduzione dell'Iva al 5% sulla distribuzione gas.

Questa volta l'importo è più alto perchè più alti sono gli aumenti attesi, tra il 30 e il 40%. Gli incrementi hanno colpito indistintamente tutti i paesi per un serie di ragioni contingenti e strutturali, le prime legate alla ripresa le secondo al cambiamento tecnologico in atto con la decarbonizzazione che stanno portando a una richiesta maggiore di gas, soprattutto nei paesi dell'est asiatico. Ma l'Italia è tra quelli più subisce l'impatto per il suo mix produttivo: dipende per circa il 73% dalle importanzioni di energia e il gas è la prima fonte con una copertura pari al 40% del fabbisogno mentre il petrolio è al 33%.

Per questo il governo è ricorso a una misura di emergenza, in attesa di una misura strutturale che probabilemente toccherà il metodo di calcolo stesso delle bollette con il passaggio alla fiscalità generale del pagamento della quota parte destinata ai cosiddetti oneri di sistema - la parte della bolletta che i clienti pagano per sostenere la produzione di energia rinnovabile ma anche voci come lo smantellamento delle centrali nucleari o il sostegno all'efficienza energetica. Anche se diversi paesi chiedono all'Unione europea di fare di più, con soluzioni che riguardino tutti legate ai meccanismi di formazione del prezzo, ora sul mercato del giorno prima e più suscettibile ad oscillazioni.

Il governo ha quindi deciso di tagliare l'Iva sulla distribuzione del gas dal 10% o 22%, a seconda del consumo, al 5%. Sono inoltre stati annullati gli oneri di sistema per il settore elettrico con risorse per 2 miliardi di cui, come nello scorso provvedimento circa 700 mln deriveranno dai proventi delle aste delle quote di emissione di anidride carbonica (CO2). La misura riguarda 26 milioni di famiglie e 6 milioni di piccole imprese con potenza disponibile fino a 16,5 kW. Altri 480 milioni sono stati destinati alla riduzione delle aliquote relative agli oneri generali gas.

Previsto poi altri 450 milioni per un allargamento del bonus luce e gas per cittadini in hravi condizioni di salute o famiglie svantaggiate o cittadini - con Isee non superiore a 8.265 euro o 20.000 se con più di 3 figli -. Un provvedimento che tocca circa 3 milioni di persone. Per costoro sono sostanzialmente azzerati gli aumenti.

Il taglio degli oneri e dell'Iva toccherà tutti i cittadini mentre ad essere interessati dalle variaziioni tarifarrie sono coloro i quali non sono ancora passati sul mercato libero: circa 17 milioni di famiglie per l'elettrico e 6 milioni per il gas.

Secondo l'ultimo aggiornamento di marzo 2021 dell'Authority sono nel mercato libero nel settore elettrico, il 57,3% dei clienti domestici e il 68% dei clienti altri usi in Bassa Tensione; nel settore del gas, il 60,2% dei clienti domestici e il 69,9% dei condomini uso domestico con consumi inferiori ai 200 mila Sm

13 novembre 2021

Ristorante Sardo “Donna Rosa” nel 14° distretto a Vienna!

Un musicista viennese e promotore di concerti dalla Sardegna è passato al Wirt durante il lockdown - con tante deliziose cose da casa!

Piero Banchero ha studiato musica al Conservatorio di Vienna, e in seguito  formatosi come trombettista classico, ha fondato un'agenzia musicale. È stato responsabile dei concerti al Palais Pálffy in Josefsplatz, appositamente studiati per il pubblico turistico.

Con la pandemia, in corso era fuori discussione, l'ultima voce nel suo portafoglio ordini era il 13 marzo 2020. Nel luglio dell'anno successivo, Banchero aprì il suo ristorante in un'ex falegnameria: le sedie, con tappezzeria damascata rossa nello stile offensivo di Schönbrunn, sono chiaramente una reliquia dell'industria precedente.

Il Donna Rosa prende il nome dalla sorella di Banchero, che fa la ristoratrice in Sardegna - e alla quale deve la maggior parte delle ricette. La prima sala del ristorante seminterrato in questo vicolo stretto e in forte pendenza, chiuso al traffico, è dedicato alla pizza.

Donna Rosa a Vienna-Penzing serve pizza croccante alla romana e pasta davvero notevole.

Accanto al bar c'è il forno a gas, davanti al quale Pizzaiola Genny sta spingendo le focacce. L'impasto, composto principalmente da farina Manitoba ricca di proteine ​​(sette chili per dodici grammi di lievito, 48 ore di riposo!), viene cotta come una pizza alla romana, cioè sottile e croccante anziché lievitata ed elastica, come piace ai napoletani.

Le pizze non sono così croccanti come in Schönlaterngasse (Pizzeria Rossini, che altro?), Ma il condimento può farlo molto bene. Soprattutto la pizza Bianca "Sammassi" con Fior di latte, carciofi sott'aceto e bottarga è il top: Verdure sott'aceto dell'isola di prima qualità (senza il tono altrimenti fastidioso dell'acido citrico!), Abbondante bottarga di muggine finemente grattugiata, formaggio cremoso e denso su una pastella croccante - non c'è niente di meglio di così.

Se ti siedi nella seconda stanza, capirai subito perché: tutti i tipi di viveri sono temporaneamente riposti su un enorme scaffale di ferro, che Banchero stesso importa: oltre alla pasta speciale (ne parleremo più avanti) anche la farina in grandi sacchi, il sottilissimo pane sardo croccante Carasau, vino sardo, birra e liquori, ma anche enormi vasetti con cipolle e pomodori secchi dell'isola, con peperoncini ripieni e cuori di carciofo. Molto rassicurante, tutto questo.

Pizza Campidano, una rossa con verdure grigliate fuse (peperoni pelati!), È altrettanto divertente, ma deve piacerti il ​​prosciutto sardo aromatico, ma anche piuttosto salato sulla Pizza Fonni. Può farlo anche l'antipasto di terra, salame di ogni tipo, lardo, coppa e prosciutto con due tipi di pecorino e sottaceti: ​​invece che su un piatto, è adagiato su un piatto ipercroccante di pane per pizza che ha un sapore troppo buono per non accompagnarlo completamente per essere intonacato.

L'insalata di polpo viene servita in modo molto puristico, con nient'altro che pezzi friabili di calamari, è più qualcosa per gli specialisti. Il pane frattau, imbevuto di zuppa e a strati in un piatto con salsa di pomodoro e pecorino, compreso un uovo in camicia, è un delizioso e potente mezzo sardo - come la lasagna extra grassoccia di pane, che viene anche chiamata "Carta da Musica".

Totalmente sardo è anche il Maloreddus alla Campidanese, pasta allo zafferano in salsa di pomodoro, finocchietto selvatico e salsiccia, la salsa in umido e la pasta meravigliosamente soda ripiena al profumo di zafferano.

Ancora meglio: Caserecci con funghi porcini e vongole, una meravigliosa combinazione di bosco e mare tra una pasta deliziosamente sporca e cotta in modo ideale. L'atmosfera è familiare, il team di servizio, come la Pizzaiola, proviene dalla Repubblica Dominicana e, nonostante il trambusto, emana un'atmosfera solare.

Solo il fatto che il vino venga servito in porzioni strette da 100 ml non si addice proprio ad un locale con una cucina così solida. Bottiglie in tavola, ma subito!


Donna Rosa
Diesterweggasse 29
1140 Wien
Tel.: 01/892 50 33

Intrappolati al confine con la Polonia: nella terra di nessuno.

Ci sono immagini scioccanti che ci giungono dal confine polacco-bielorusso: recinzioni di filo spinato, migliaia di truppe di frontiera polacche, droni ed elicotteri, militari bielorussi e migranti congelati nel mezzo, attirati da un regime criminale e ora intrappolati. Un ragazzo di 14 anni è morto congelato giovedì, non è stato il primo.

Anche l'Unione Europea è in trappola. Perché o tradisce i propri valori e si affida al trattamento disumano dei migranti e ai respingimenti tra Polonia e Bielorussia. Questo sta già accadendo ed è ampiamente sfruttato dal sovrano bielorusso Alexander Lukashenko, ma anche dalla propaganda russa, secondo il motto: non siete altro che ipocriti e il vostro discorso sui diritti umani è inutile. Si è creata una situazione che sta andando meglio di quanto Lukashenko avrebbe potuto sognare: l'UE è nel panico, ricorre alla violenza e viola le sue stesse leggi.

Oppure l'UE si arrenderà e accetterà di negoziare con Lukashenko sulla revoca o almeno su un ampio ritiro delle sanzioni contro la Bielorussia. Ricordiamo: questi sono stati imposti dopo che centinaia di migliaia di bielorussi hanno protestato lo scorso anno contro un'elezione presidenziale ovviamente falsificata. Migliaia sono stati picchiati, arrestati e torturati. Un attivista dell'opposizione è stato trovato impiccato in un parco a Kiev. L'aeronautica bielorussa ha costretto un aereo passeggeri ad atterrare perché a bordo c'era un blogger dell'opposizione che in seguito ha affermato, con segni di tortura sul viso, con voce tremante alla televisione bielorussa che Lukashenko stava facendo "la cosa giusta".

Quindi, come può l'UE uscire da questa trappola? Legalmente, il caso è chiaro. La Carta dei diritti fondamentali dell'UE vieta alle persone di essere respinte in situazioni di pericolo di vita o degradanti, così come le Convenzioni sui diritti dell'infanzia, sui diritti umani e sui rifugiati. A questo si applica l'articolo 4 del codice Schengen. Il trattamento disumano alla frontiera a scopo di deterrenza non è solo immorale ma anche illegale. E Lukashenko, a differenza di altri paesi in cui si sono verificati respingimenti negli ultimi anni - Bosnia, Serbia, Turchia - è pronto a detenere le persone lì e congelarle a morte.

"L'UE dovrebbe convincere l'Ucraina e altri Stati non UE ad accogliere le persone arrestate al confine polacco dopo una scadenza".

L'UE non deve quindi né negoziare le sanzioni imposte con Lukashenko né respingere brutalmente i rifugiati al confine polacco. Politicamente, tuttavia, questo può funzionare solo se è garantito allo stesso tempo che il confine polacco non si trasformi in una calamita mortale. Se tutte le 4.000 persone presenti fossero accettate nell'UE ora, senza ulteriori strategie, in quattro settimane, con temperature ancora più basse, 10.000 persone potrebbero essere al confine. La Polonia e altri nell'UE non accetterebbero quindi di aprire semplicemente il confine.

Pertanto, l'UE dovrebbe convincere l'Ucraina e altri Stati non UE ad accogliere le persone arrestate al confine polacco dopo una scadenza: e dimostrare che non sono né coscienti né impotenti. Il punto non è "scaricare" le persone in un paese povero, ma contrastare il metodo Lukashenko e scoraggiare le persone senza violenza dal farsi coinvolgere nel gioco potenzialmente pericoloso per la vita di un sovrano senza scrupoli. E cadere nella trappola di un dittatore che l'avrebbe lasciata morire senza battere ciglio pur di raggiungere i suoi obiettivi.

Ma perché l'Ucraina in particolare dovrebbe accettare di accettare i migranti? È nell'interesse vitale dell'Ucraina che l'UE non possa essere ricattata. 

L'attuale crisi offre all'Ucraina l'opportunità di posizionarsi come partner strategico dell'UE a basso costo. Per fare questo, deve chiarire cosa chiede all'UE. Il contenuto di una dichiarazione UE-Ucraina dovrebbe comunque essere una più stretta cooperazione, dall'ulteriore apertura del mercato comune alla prospettiva di fornire fondi di coesione a Bruxelles, all'ammissione dei rifugiati bielorussi che si trovano attualmente in Ucraina, al sostegno finanziario per 1.5 Milioni di sfollati interni. Sarebbe una conferma dell'importanza della cooperazione con le democrazie vicine: un patto anti-ricatto contro Minsk e Mosca. E l'importanza della dignità umana anche alle frontiere.

Le immagini di giovani uomini che cercano di superare le barriere di confine polacche fanno parte di una produzione di Lukashenko per gettare nel panico l'UE di fronte a una "invasione di massa" che non esiste nemmeno. Se gli aerei dovessero effettivamente volare da Varsavia a Kiev dopo una scadenza per portare i migranti lì, l'incentivo ad ascoltare le chiamate di Lukashenko crollerebbe rapidamente. L'Ucraina dovrebbe fare i conti con una dimensione da poche centinaia a mille persone. In cambio, l'UE sosterrebbe anche tutti i costi di quelli che l'Ucraina assorbe. 

12 novembre 2021

Covid: stabili contagi e ricoveri ma un decesso in Sardegna.

I nuovi casi sono 96 con un tasso di positività dello 0,9%

Resta pressoché stabile la curva dei contagi da Covid 19 in Sardegna dove si registrano 96 ulteriori casi confermati di positività, sulla base di 2087 persone testate.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 10056 test, con un tasso di positività dello 0,9% Mentre si registra ancora un decesso, una donna di 95 anni residente nella provincia di Nuoro, resta stabile anche il numero dei pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva (8) e in area medica (47).

Sono, infine, 1701 sono i casi di isolamento domiciliare (54 in più rispetto alle ultime 24 ore).

Su 29 ricoverati nei quattro reparti dedicati al Covid 19 dell'ospedale Binaghi di Cagliari, sono 18 quelli che hanno ricevuto due dosi di vaccino.

Si tratta, in massima parte di persone anziane affette da pluripatologie.

I dati sono stati forniti dal direttore sanitario dei presidi del capoluogo Sergio Marracini.

"I pazienti con doppia dose sono molti di più sulla popolazione generale, quindi è normale che aumentino, ma il numero dei ricoveri resta basso". Nel dettaglio i non vaccinati si concentrano nella fascia 63-72 anni, mentre coloro che hanno completato il ciclo hanno un'età compresa tra i 73 e i 97 anni. 

La Sardegna resta tra le regioni nelle quali l'incidenza dei casi di Covid-19 è tra le più basse del Paese: 32,3 casi per 100mila abitanti, quindi sotto la soglia dei 50 casi.

Soprattutto non ha superato la soglia critica di allerta fissata a 50 casi su 100mila abitanti, soglia a partire dalla quale diventa difficile riuscire ad eseguire il tracciamento dei casi.

Lo evidenzia il monitoraggio settimanale della Cabina di Regia.

Le altre due regioni che stanno meglio delle altre sono la Basilicata (29,4) e il Molise (29,7). I valori più elevati di incidenza si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano (316,3 per 100mila abitanti), Friuli Venezia Giulia (233,0) e Veneto (115,3).

 Per quanto riguarda l'occupazione dei posti letto da parte di pazienti Covid, secondo i dati Agenas, nell'Isola cresce lievemente la pressione sulle intensive, dal 3 al 4%, mentre resta invariata quella in area medica, ferma al 3%. Comunque valori ampiamente al di sotto delle soglie critiche stabilite dal ministero. 

Riva a teatro tra dolori, gol e riflessioni sulla vita.

Anteprima a Cagliari dello spettacolo "Luigi" con Luca Ward

È un Rombo di tuono mai visto e mai sentito quello dell'opera di Giorgio Pitzianti, "Luigi", andata in scena in anteprima ieri all'auditorium del Conservatorio G.P. da Palestrina di Cagliari, proprio quattro giorni dopo il suo 70/o compleanno. Ma l'11/11, undici come la sua maglia ritirata per sempre dal campo dal club rossoblu. La voce che ha raccontato i pensieri del bomber è stata quella di Luca Ward. "Io ho vissuto Riva - ha raccontato l'attore-doppiatore dopo lo spettacolo - e ho faticato molto in questa interpretazione. Perché alcuni aspetti della sua vita sono stati identici a quelli della mia vita".

Lui, Gigi Riva non c'era. Mai amate le "prime" e le celebrazioni. Sempre stato schivo: impossibile per lui essere spettatore di uno spettacolo che - parole di Pitzianti - nasce proprio dalla voglia di scoprire che cosa c'è dietro lo sguardo di Luigi. Dietro quegli occhi c'è una vita in sei atti raccontata, non solo da Ward, ma anche dalle musiche originali cantate e suonate dagli artisti del Conservatorio di Cagliari.

Un cammino di dolore che inizia con un'infanzia felice nella casa e nei boschi di Leggiuno con tutti i familiari accanto. E che diventa dramma con la morte del padre, della sorella e della madre. Il collegio è quasi una prigione. La Sardegna è una liberazione: un'isola di pace, la nuova famiglia in cui Riva si sente di nuovo vivo. Con una impresa, lo scudetto, che diventa un atto di giustizia nei confronti di una Sardegna che vuole, come lui, una rivincita. Ma a Riva la gloria non basta: baratterebbe - questo il senso del quinto atto - gloria e trionfi per riavere la sua infanzia. Poi il monologo finale, quasi una scommessa con il Padreterno. "Punto tutto sulla vittoria impossibile - dice a se stesso - voglio rivedere la mia famiglia. Se vinco, tutto ha un senso. Io sono Luigi". E giù applausi per una Cagliari che ha scelto di riempire di nuovo un teatro in onore della sua leggenda vivente. 

11 novembre 2021

Covid: contagi in aumento (114) e un decesso in Sardegna

Tasso di positività 1,3%, + 2 i ricoveri in terapia intensiva

Contagi in aumento in Sardegna, dove nelle ultime 24 ore si registrano 114 nuovi casi di positività al Covid (+12), sulla base di 1.940 persone testate.

Sono stati processati in totale, fra molecolari e antigenici, 8.515 test per un tasso di positività dell'1,3%.

Dopo cinque giorni senza vittime, si registra il decesso di un uomo di 93 anni, residente nella Città Metropolitana di Cagliari.

I pazienti ricoverati nei reparti di terapia intensiva sono 8 (2 in più rispetto a ieri), mentre quelli ricoverati in area medica sono 47 (- 3). I casi di isolamento domiciliare sono 1.647 (82 in più rispetto a ieri).

Blocco degli sfratti. La Consulta: incostituzionale 2^ proroga blocco sfratti/ “Equilibrio creditore-debitore

Dopo i due rinvii del 2021, secondo la Corte un ulteriore prolungamento del blocco oltre il 2021 sarebbe una intollerabile compressione del diritto di proprietà, dice la Corte costituzionale nella sentenza n.213. Le proroghe già decise per l'anno in corso, però, sono del tutto legittime. Confedilizia protesta

La proroga del blocco degli sfratti per morosità - disposta dal legislatore in presenza di una situazione eccezionale come l'epidemia di Covid 19 - è una misura dal carattere intrinsecamente temporaneo in quanto è destinata ad esaurirsi entro il 31 dicembre 2021, "senza possibilità di ulteriore proroga, avendo la compressione del diritto di proprietà raggiunto il limite massimo di tollerabilità, pur considerando la sua funzione sociale (articolo 42, secondo comma della Costituzione)".

È un passaggio della motivazione della sentenza n.213 depositata oggi (redattore Giovanni Amoroso) con cui la Corte costituzionale ha riconosciuto la legittimità delle proroghe (dall'1 gennaio al 30 giugno 2021 e poi dall'1 luglio al 31 dicembre 2021) della sospensione dell'esecuzione di alcuni provvedimenti di rilascio di immobili, come anticipato con comunicato stampa del 20 ottobre 2021.

Legittimità contestata da Confedilizia, l'associazione dei proprietari di immobile, che con una nota ha sottolineato come sia stata commessa "una palese violazione della Costituzione". “Come era prevedibile, la lettura delle motivazioni della sentenza della Corte costituzionale che ha dichiarato legittimo il blocco degli sfratti non ci ha minimamente convinti", spiega Confedilizia. "Inutile entrare in dotte disquisizioni giuridiche: sulla – a nostro avviso palese – violazione della Costituzione italiana si sono ampiamente dilungati i giudici dei Tribunali di Trieste e Savona nelle rispettive ordinanze, anche sulla base delle argomentazioni portate dagli avvocati della Confedilizia. La sostanza, stringendo all’osso la questione, è che per la Consulta – oltre che per il parlamento e per gli ultimi due governi – il ‘dovere di solidarietà economica sociale’ esiste solo in capo ai proprietari, privati per quasi due anni del loro immobile e del loro reddito, senza alcun risarcimento da parte dello Stato e costretti persino a pagare spese e tasse”. 

Bibbiano, 4 anni a Claudio Foti, rinviato a giudizio il sindaco Carletti.

Per lo scandalo degli affidi illeciti di bambini co dannato lo psicoterapeuta della Hansel&Gretel per abuso di ufficio, frode processuale e lesioni gravissime. Carletti a processo per abuso di ufficio ma prosciolto dall'accusa di falso.

E' stato condannato a quattro anni Claudio Foti, lo psicoterapeuta titolare della Onlus Hansel&Gretel nel rito abbreviato per la vicenda degli affidi illeciti di bambini a Bibbiano e nella Val d'Enza, in Emilia Romagna.

La procura aveva chiesto sei anni di condanna per le accuse di abuso d'ufficio, frode processuale e lesioni gravissime (ipotesi di reato formulata per la presunta alterazione psichica di una paziente).

Il sindaco di Bibbiano Andrea Carletti (Pd) è stato invece rinviato a giudizio per abuso d'ufficio, ma prosciolto dalle accuse di falso. Il processo, in pratica, dovrà verificare se sia stata commessa qualche illegittimità amministrativa nell'affidamento dell'appalto concernente il servizio terapeutico di cura dei minori da parte dell'Unione dei Comuni. "La sua posizione è stata ulteriormente alleggerita", commenta l'avvocato Giovanni Tarquini.

Pensioni, Landini: martedì incontro con il governo.

Il segretario generale della Cgil: è un punto importante, vedremo quale discussione sarà possibile fare.

La riforma delle pensioni resta a pieno titolo tra le ptime voci dell'agenda del governo di Mario Draghi. Finora la trama dei vertici ha portato a semplici chiarimenti e a tante prese di posizione. Ma si fa urgente a questo punto la necessità di fissare nuove messe a punto tra i sindacati e palazzo Chigi. "Abbiamo chiesto al Governo una serie di incontri, siamo stati convocati martedì sulle pensioni, è un punto importante, vedremo quale discussione sarà possibile fare", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervenendo a Omnibus su La7, aggiungendo che "le scelte devono andare in una direzione chiara di riforma. Noi abbiamo chiesto cose molto precisa su mercato del lavoro e lotta alla precarietà, sulla riforma fiscale, sul fare una riforma delle pensioni degna di questo nome, sulle politiche industriali che nel Paese mancano da tanti anni". L'incontro è stato convocato per le 17.30. "È un'ottima notizia la convocazione a Palazzo Chigi sulle pensioni di martedì prossimo. Un passo che rimette sul giusto percorso il metodo riformista e premia le ragioni della mobilitazione costruttiva del sindacato. Ora bisogna riempire di contenuti il confronto, dando al sistema pensionistico sostenibilità sociale, flessibilità e inclusività, ha detto il segretario generale della Cisl, Luigi Sbarra. "Dobbiamo riprendere il dialogo non solo sulla previdenza, ma anche sulla redistribuzione fiscale, le questioni del lavoro, la nuova politica industriale, il rilancio della scuola, della pubblica amministrazione, delle politiche sociali e per la non autosufficienza", ha aggiunto.

09 novembre 2021

Corsica Sardinia Ferries: 500 assunzioni a tempo determinato

Tra figure richieste anche camerieri e addetti bar e cucina

Corsica Sardinia Ferries è alla ricerca di personale navigante di coperta, macchina, camera e cucina, per tutte le qualifiche.

Circa 500 le nuove figure da impiegare a bordo delle navi della flotta - ufficiali e sottufficiali di macchina e di coperta; camerieri e addetti alle cabine; addetti sala / bar/ casse / personale di cucina; receptionist / hostess - mediante contratti di lavoro a tempo determinato, per lo più di durata da 70 a 90 giorni, oppure per un mese, eventualmente prorogabile.

Per potersi imbarcare è necessario essere in possesso del libretto di navigazione e dei corsi Stcw (addestramento, abilitazione e tenuta della guardia per i marittimi). "Senza questi requisiti, la candidatura sarà comunque valutata e, in caso di accettazione, aiuteremo i candidati ad effettuare le pratiche necessarie in modo semplice e veloce - fa sapere la compagnia - Per gli addetti sala / bar si richiedono anche la conoscenza della lingua francese e, preferibilmente, un diploma ad indirizzo alberghiero. Per la posizione di receptionist / hostess si ricerca personale in possesso di un'ottima conoscenza del francese".
Gli interessati possono candidarsi inviando il curriculum vitae sul sito www.corsica-ferries.it, alla rubrica 'Lavora con noi' .

05 novembre 2021

Grillo: Bongiorno, enfasi mediatica dura prova per vittima

Avvocata parte civile, "come spargere sale su ferita aperta"

E' stata rinviata al 26 novembre l'udienza preliminare a Tempio Pausania sul caso che vede coinvolto Ciro Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria, accusati di una presunta violenza sessuale di gruppo nei confronti di una ragazza italo-norvegese di 19 anni.

Fatti risalenti al 17 luglio 2019 nella villa di Porto Cervo di proprietà di Beppe Grillo, padre di Ciro.

I quattro giovani non erano presenti in aula. Il rinvio è stato deciso dalla gup Caterina Interlandi per consentire una perizia sulle trascrizioni delle intercettazioni.

DIFESA CONFERMA RITO ORDINARIO - "Abbiamo anticipato informalmente la scelta del rito ordinario, che formalizzeremo il 26 novembre in occasione della prossima udienza". A parlare a nome di tutti i difensori è l'avvocato Andrea Vernazza, confermando che Ciro Grillo e suoi amici Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria non sceglieranno alcun rito alternativo nel procedimento che li vedi accusati di violenza sessuale di gruppo su una studentessa italo-norvegese. "L'udienza è stata aggiornata per consentire una perizia sulle trascrizioni delle intercettazioni", si è limitato ad aggiungere Vernazza.

BONGIORNO, ENFASI MEDIATICA DURA PROVA PER LA VITTIMA - "Ogni volta che la vicenda riemerge sui media, per la mia assistita è come spargere sale su una ferita ancora aperta, l'enfatizzazione mediatica è stata una prova pesante". Così l'avvocata Giulia Bongiorno, che assiste la ragazza dalla cui denuncia è scaturita la vicenda che coinvolge Ciro Grillo e tre suoi amici, entrando nel tribunale di Tempio, dove a breve si terrà l'udienza preliminare. "Ora siamo nella sede naturale, vediamo cosa succede", ha aggiunto.

PROCURA, PRONTI A PRESENTARE NOSTRE RICHIESTE - "Salvo eccezioni preliminari, che però sono state già presentate nella scorsa udienza, oggi presenteremo le nostre richieste". L'ha annunciato il procuratore di Tempio, Gregorio Capasso, entrando in tribunale per l'udienza preliminare che coinvolge Ciro Grillo e tre suoi amici, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, tutti accusati di violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa italo-norvegese. Nessuno dei 4 è presente in aula. Ci sono invece gli avvocati difensori Enrico Grillo, Sandro Vaccaro, Gennaro Velle, Ernesto Monteverde, Romano Raimondo, Barbara Raimondo, Andrea Vernazza e Mariano Mameli.

UDIENZA TECNICA - "È stata una udienza molto tecnica, la gup Caterina Interlandi ha dato incarico a un perito di trascrivere le intercettazioni". Lo riferisce l'avvocata Giulia Bongiorno al termine dell'udienza preliminare celebrata a Tempio nell'ambito della vicenda giudiziaria a carico di Ciro Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria, accusati di violenza sessuale di gruppo dal procuratore Gregorio Capasso. "Si tratta di materiale probatorio già presente nel fascicolo", precisa l'avvocata prima di dichiarare a proposito della scelta del rito ordinario da parte della difesa che "è una scelta legittima su cui non mi sentirete mai esprimere un giudizio, anche se il protrarsi della vicenda è per la mia assistita una ferita su cui viene aggiunto sale". Il procuratore Capasso sottolinea invece con soddisfazione che "sono state accolte le richieste fatte su alcune attività tecniche svolte durante le indagini".

04 novembre 2021

4 Novembre: l'omaggio della Sardegna ai caduti di guerra

A Cagliari Tricolore sul bastione Saint Remy

Cerimonie in tutta la Sardegna per la giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze armate.

A Cagliari le celebrazioni sono iniziate in via Sonnino con la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti da parte del generale di divisione Francesco Olla, a capo del comando militare dell'Esercito nell'Isola, presenti il sindaco Paolo Truzzu e il prefetto Gianfranco Tomao.

Le commemorazioni sono poi proseguite al Bastione Saint Remy con l'alzabandiera, l'inno nazionale suonato dalla banda della Brigata Sassari e l'esposizione di un gigantesco Tricolore che ha coperto la facciata del monumento.

Nel corso della cerimonia il generale Olla ha consegnato la bandiera ad una rappresentanza degli studenti dell'Istituto Comprensivo di Uta, come segno di coesione e integrazione fra le Forze armate, i giovani e la collettività.

Analoga commemorazione a Sassari con la corona d'alloro al monumento ai caduti di tutte le guerre al'interno del parco Emanuela Loi e con il picchetto d'onore della Brigata Sassari che ha reso gli onori ai soldati deceduti. Anche a Sassari i vigili del fuoco hanno steso sulla facciata della Prefettura un grande Tricolore.

A Oristano la cerimonia è iniziata in piazza Mariano con la deposizione della corona d'alloro al monumento ai caduti da parte del sindaco Andrea Lutzu e dell'assessora Maria Bonaria. Il primo cittadino si è poi spostato nei comuni del Montiferru colpiti dagli incendi di questa estate, scelti per ospitare il clou delle celebrazioni. A Sennariolo si così è tenuta la cerimonia militare con lo schieramento di rappresentanze di Forze armate, Polizia di Stato, Guardia di finanza, Polizia penitenziaria, Corpo forestale, Capitaneria di Porto, Vigili del fuoco e Croce Rossa.


 

 

 

03 novembre 2021

Riflessione: Cosa o chi sono gli haters e perché si può odiare senza un motivo.

Gli haters  – o odiatori nella nostra lingua – sono persone che usano espressioni di odio in molteplici forme (dal razzismo al sessismo ad ogni possibile ismo). Questi meschini usanoil presunto anonimato che fornisce internet, per attaccare, offendere, denigrare, minacciare e via dicendo una singola persona o un gruppo di persone. Gli haters possono odiare un personaggio noto come una persona qualunque per un motivo qualsiasi o gruppi di persone come appartenenti a diversi credi religiosi, iscritti ad un certo partito politico, chi la pensa in un certo modo sull’alimentazione, i massoni ecc. ecc. come ben comprendete questo elenco potrebbe andare avanti all’infinito. Il presunto anonimato dà loro la sicurezza che non hanno nella vita reale.

Nascosti dal nickname, gli haters, dimenticano di essere dei vigliacchi e danno sfogo alle loro frustrazioni, invidie e paure. Appartengono a diverse estrazioni sociali e possono fare qualunque lavoro, hanno una famiglia e degli amici nel modo reale, ma dentro di loro grava il peso di profonde insoddisfazioni.

In questi giorni, stiamo assistendo ad un rigurgito di odio da parte di molti soggetti frustrati dalla situazione contingente che fotografano ignare persone per strada e darebbero loro “fuoco” o li denuncerebbero senza neanche sapere perché sono in giro, questi soggetti si trasformano facilmente in haters. Sembra di esser tornati indietro di secoli quando ad esempio nella Repubblica di Venezia venivano usate le Bocche di Leone per sporgere denuncia.

L’odio, che non conosce distinzione sociale o anagrafica trae la sua più profonda origine da due elementi. Il primo che potremmo definire emozionale e subordinato al secondo è la PAURA. Il secondo è l’ignoranza.

La paura in molti casi è figlia dell’ignoranza sia nel senso di ignorare: non conoscere; sia in quello più ampio di grettezza d’animo e via dicendo.

Paura, figlia dell’Ignoranza potrebbe avere due sorelle ed un fratello alle quali si accompagna: la chiacchiera, la curiosità e l’equivoco. Celebre il passo di Essere e Tempo in cui Heidegger afferma: L’equivoco offre alla curiosità ciò di cui va in cerca e alla chiacchiera l’illusione che tutto in essa venga deciso.

Ora non vi porterò da Morfeo con una lunga dissertazione su Essere e Tempo e sul linguaggio incomprensibile ai più (me compreso) del buon Martin. Vi invito ad una semplice riflessione. Se date uno sguardo a quel che accade sui social media, se ascoltate le voci della Babele dell’informazione, se passate ore a leggere quanto pubblicato nei gruppi WhatsApp noterete come non è la ricerca della verità o della conoscenza a muovere le migliaia di parole ma la curiosità e la chiacchiera all’interno dell’equivoco. Questi tre fattori si muovono all’interno della Paura o contribuiscono a generala unitamente all’insicurezza nel soggetto medio. Questo quartetto spesso crea o la disperazione sino alla sua più estrema conseguenza della rinuncia volontaria alla vita o genera odio verso un qualunque destinatario (reale o immaginario) identificato come il Nemico in una sorta di isteria individuale o collettiva.

Il primo metodo per non entrare in questo vortice o ciclo vizioso è evitare di avvicinarsi al male per curiosità, non gozzovigliare nell’equivoco, evitare la chiacchiera inutile e girare alla larga dal pettegolezzo.

L’odio nasce dal peggiore di mali che affliggo l’essere umano l’Ignoranza. Questa unita ad altri due flagelli: il Fanatismo e la mala Ambizione tengono in scacco l’umanità intera. Perché esiste tutto questo? Perché non vi è conoscenza del Bene. Conoscenza del Bene non come nozione ma come comprensione ed esperienza. Se non si ha conoscenza, direi esperienza del Bene, è facile cadere vittime dello sbrilluccicare di quanto bene non è. Quindi per combattere l’Odio è necessario far sì che tutti possano accedere alla conoscenza, non solo la conoscenza come cultura e nozioni o informazioni, ma conoscenza del vero Bene, il vero bene che va al dì là di ogni possibile religione, ma che deve necessariamente ripartire da una apertura al SACRO, il sacro che è in ogni singola vita, in ogni esistenza per giungere al sacro che è nelle sfere celesti, nel Mondo – Universo tutto, perché come è scritto: Ciò che è in alto è come ciò che è in basso.

Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius.

È senza menzogna, è certo e verissimo. Ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli della Cosa Una.

Su questo argomento sono piene intere biblioteche, mi rendo conto della eccessiva semplificazione che ho dovuto operare e della brevità di questa mia, andare oltre, essere più esaustivo avrebbe forse reso nullo questa mia riflessione, probabilmente non la avreste letta sino in fondo e il mio sforzo sarebbe stato inutile.

 

Verdure e vitamine: quali preferire in autunno e inverno

In ogni stagione vi è un assortimento di alimenti da preferire in modo da permettere al corpo di fare scorta di vitamine. Sebbene con le temperature rigide gli ortaggi fatichino a crescere, vi sono alcune specie perfette per essere degustate nei periodi più freddi. Non sono moltissime ma ci sono, molte delle quali crescono imperterrite anche se gelate, per poi essere raccolte tra gli ultimi e i primi mesi dell’anno.

Le verdure invernali possono essere divise in:

·         Verdure da piantare alla fine dell’autunno e da cogliere in primavera: piselli, fave, scalogno, cipolle e aglio. Quest’ultimi vengono usati anche liofilizzati, come spezie.

·         Verdure da piantare nei mesi estivi per essere coltivati in inverno: cavoli, porri e finocchi. Questi ortaggi resistono bene all’autunno e quando arrivano le temperature più fredde sono pronti per essere consumati anche se non amano le grandi gelate, motivo per il quale se possibile, è meglio raccoglierli prima. Vi sono poi la verza, il cavolo cappuccio, il cavolfiore e i cavoletti di Bruxelles, insieme a molte altre varietà di cavolo.

·         Verdure coltivabili durante tutto l’anno (perenni): rabarbaro, cicoria, crescione, asparagi, acetosella e carciofi. Comuni sulle tavole italiane sia come contorno di secondi piatti che per insaporire zuppe e risotti.

Le verdure sopra riportate quindi permettono a chi le consuma di fare scorta di principi nutrienti importanti, come le vitamine e i sali minerali. Molte di loro infatti sono antinfiammatorie, lucidanti, depurative e rimineralizzanti, perfette per depurare il corpo facendogli espellere tutte le tossine presenti. Di riflesso i capelli e la pelle saranno più lucenti e sani.

Il Paese più “verde” del Pianeta

«L’Islanda non è una destinazione, è un’avventura che sorge in un ambiente straordinario». È così che quest’isola viene descritta: come un’avventura da vivere in un Paese ricco di contrasti.

È la terra in cui il ghiaccio dei fiordi convive con il fuoco dei vulcani, in cui l’oscurità dell’inverno viene compensata dal sole di mezzanotte in estate.

È un Paese forgiato dalla forza della natura. L’Islanda è situata nell’Oceano Atlantico, poco distante dal Circolo Polare Artico e si raggiunge con un volo di sole tre ore da Londra e cinque da New York: un ponte tra i continenti.

Nonostante il suo nome (Iceland, terra dei ghiacci), il ghiaccio ricopre solo il 10% dell’isola. Secondo l’EPI (Environmental Performings Index) è invece il Paese più verde del Pianeta. Gli islandesi infatti tengono molto alla conservazione dell’ambiente, per questo l’80% dell’utilizzo di energia del Paese proviene da fonti rinnovabili: idrauliche e geotermiche.

L’Islanda è una nazione che sta investendo molto sulla sostenibilità e lo dimostra anche proteggendo le sue acque attraverso un programma di gestione responsabile dell’industria ittica.

La pesca è infatti il maggior traino economico della nazione: preservare quindi le specie ittiche e le acque dell’isola è per l’Islanda una necessità; mentre per il resto del mondo questo si traduce in una sicurezza, poiché tutti coloro che hanno sottoscritto questo programma assicurano una gestione responsabile della pesca, certificando l’origine dei pesci come provenienti dalle acque islandesi.

Quando si parla di industria ittica in Islanda, non si parla solo di grandi navi da pesca, ma di una forte tradizione che ha portato all’insorgere di veri e propri villaggi di pescatori, concentrati soprattutto lungo la costa orientale dell’isola, punteggiata da numerosi porti naturali che contraddistinguono l’ambiente.

Questa zona dell’Islanda è anche caratterizzata dalle più grandi foreste dell’isola e da ampi campi coltivati. Molto diversa appare l’Islanda occidentale: un’area molto variegata dove è possibile ammirare, a pochi chilometri l’uno dall’altro, fiordi, valli, crateri, vulcani e ghiacciai. Un luogo ideale per fare trekking, inoltre questa parte dell’isola ospita anche la cascata più alta dell’Islanda: Glymur, a solo un’ora d’auto dalla capitale Reykjavik.

Il nord dell’isola è veramente la terra dei contrasti. Le sue valli sono un susseguirsi di montagne, campi di lava e colline scavate dalla potenza dei fiumi. Molto vicina al Circolo Polare Artico, questa è la parte dell’isola che più si presta per osservare il sole di mezzanotte.

Il centro dell’Islanda, invece, non risponde ai gusti di tutti i viaggiatori. Fino a qualche secolo fa era inaccessibile, ora i visitatori possono godere delle bellezze dell’interno, ma solo a patto che si mantenga un profondo rispetto per il territorio e che si adottino le precauzioni necessarie, visto l’ambiente ostile. Qui, infatti, la natura si presenta al viaggiatore in tutte le sue forme: attraverso deserti rocciosi, vette frastagliate, calotte glaciali, vulcani e sorgenti termali.

Proprio in questa regione si trova Landmannalaugar, un’area geotermica dove è possibile immergersi nelle calde acque del fiume per un bagno rigenerante.

Dalla regione meno visitata si passa a quella più turistica: il Sud dell’isola. Qui, la costa è conosciuta per la sua bellezza e per la gastronomia: il pesce fresco è una delizia.

Se a tutto ciò si unisce la strada “Golden Circle” che unisce Þingvellir, Gullfoss e Geysir, si capisce perché la regione sia molto popolare.

Spingendosi poi più a Est, ecco che ci si trova ancora faccia a faccia con la natura, che si manifesta agli occhi dei viaggiatori in tutta la sua grandiosità, questa volta sotto forma di cascate, ghiacciai e geyser.

L’Islanda è un microcosmo che promette stupore. Una terra che si fa spazio tra un ambiente sfacciatamente incontaminato e i suoi abitanti – apparentemente – introversi, un luogo dove può avere inizio un’avventura indimenticabile.

02 novembre 2021

Murgia pessima contro il sociologo Ricolfi: è un maschio bianco e etero. E lo paragona al clitoride

Murgia, basta la parola. Nel senso che ogni parola che proferisce suona come una sonora e irrimediabile fesseria. Ma lei imperterrita va avanti. Sfornando libri e articoli a rotta di collo.

Cercando di imporre la schwa (la e rovesciata che indicherebbe il genere neutro), attaccando i militari come Figliuolo, stilando il fascistometro, cincischiando su grandi cantautori come Battiato. E ora ha trovato un nuovo nemico nel sociologo Luca Ricolfi che ieri su Repubblica, giornale dove ha cominciato a collaborare, demoliva tutti i vizi intellettuali della sinistra intollerante. Ricolfi attaccava la voglia di censura, la ridicola pretesa del “parlare giusto”, la vigilanza sul linguaggio, la gender mania, la cancel culture, la discriminazione verso chi non è allineato. Tutti settori in cui Murgia è molto attiva se non protagonista quasi assoluta.

Michela Murgia legge e non crede ai suoi occhi. Si sente messa in mezzo. Quando Ricolfi parla di versione più demenziale della correttezza politica ce l’ha proprio con lei, con lei che usa lo schwa. Ma stavolta Murgia non scrive, troppo faticoso e impervio rispondere a uno come Ricolfi. Meglio fare un tweet, ovviamente provocatorio.

Eccolo: “Leggo Ricolfi su Repubblica e non posso fare a meno di pensare che il clitoride ha 8000 terminazioni nervose, ma ancora non è sensibile quanto un editorialista italiano maschio bianco eterosessuale quando sente minacciato il suo privilegio“. Ma se Ricolfi ha cominciato solo ieri a scrivere su Repubblica (prima scriveva su la Stampa), da cosa dovrebbe sentirsi minacciato? O è la Murgia che si sente minacciata? E in ogni caso cosa c’entrano il clitoride e le sue terminazioni nervose? Se Murgia voleva puntualizzare il suo femminismo identitario beh, non ha torto Ricolfi quando parla di epigoni del politicamente corretto americano che non hanno il senso del ridicolo. Lei, evidentemente, non ne ha.

L’articolo di Ricolfi fa rosicare anche Christian Raimo che commenta: “Repubblica diventa sempre di più un giornale minoritario di destra”. Raimo ripropone anche un velenoso commento di Gad Lerner all’approdo di Ricolfi a Repubblica: “Complimenti a Luca #Ricolfi. Il suo odierno approdo a @repubblica, il giornale della sinistra “antipatica” contro cui ha condotto una coerente battaglia culturale, è a suo modo una vittoria. Può compiacersi di avere espugnato la roccaforte nemica. Metamorfosi di un giornale…”.