14 dicembre 2021

Le Zone Economiche Speciali (ZES) in Italia

In Italia le ZES sono nate con il D.L. 91/2017, a cui ha fatto seguito il D.P.C.M. 25 gennaio 2018 n. 12 che ne ha definito le modalità, la durata, i benefici ecc. L'art. 4, comma 2 del D.L. 91/2017 definisce le ZES: "…una zona geograficamente delimitata e chiaramente identificata, situata entro i confini dello Stato, costituita anche da aree non territorialmente adiacenti purché presentino un nesso economico funzionale, e che comprenda almeno un'area portuale con le caratteristiche stabilite dal regolamento UE n. 1315 dell'11 dicembre 2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, collegata alla rete transeuropea dei trasporti (TEN-T). Per l'esercizio di attività economiche e imprenditoriali le aziende già operative e quelle che si insedieranno nella ZES possono beneficiare di speciali condizioni, in relazione alla natura incrementativa degli investimenti e delle attività di sviluppo di impresa".

Per quanto riguarda specificatamente le Zone Economiche Speciali del Mezzogiorno, in sede di progettazione, il Governo italiano ha dunque deciso che:

− la perimetrazione delle ZES dovesse includere almeno un’area portuale compresa nella rete transeuropea dei trasporti (TEN-T);

− la costituzione di una area ZES avvenisse mediante proposta di istituzione da parte delle Regioni meno sviluppate (Calabria, Basilicata, Campania, Puglia e Sicilia) o in transizione (Abruzzo, Molise e Sardegna), così individuate dalla normativa europea (art. 107 Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea);

− ognuna delle Regioni meno sviluppate potesse presentare una proposta di istituzione di ZES nel proprio territorio, o al massimo due proposte ove siano presenti più aree portuali con caratteristiche stabilite dal regolamento europeo. Alle Regioni non in possesso di aree portuali, è stata data la possibilità di presentare istanza di istituzione di ZES in forma associativa, qualora contigue, o in associazione con un'area portuale avente le caratteristiche stabilite dal regolamento. Dal punto di vista della governance, si era inizialmente stabilito che le ZES, una volta operative con decreto attuativo, potessero essere gestite da un Comitato d’Indirizzo, operante senza alcun compenso, indennità di carica, corresponsione di gettoni di presenza o rimborsi per spese di missione. Il Comitato ha il compito di assicurare gli strumenti che garantiscano la piena operatività delle aziende presenti nella ZES, l'utilizzo di servizi sia economici che tecnologici nell'ambito ZES e l'accesso alle prestazioni di servizi da parte di terzi. Una importante novità in tema di governance è stata introdotta con la Legge di Bilancio 2020 e il “Piano Sud 2030 – Sviluppo e Coesione per l’Italia”, predisposto dal Ministero per il Sud e per la Coesione Territoriale (presentato a Gioia Tauro a febbraio 2020). Il “Piano Sud 2030” prevede che a presiedere i Comitati di Indirizzo di ciascuna ZES, deve essere un Commissario Straordinario di Governo e non più il Presidente dell’Autorità Portuale. Inizialmente, infatti, era previsto che il Comitato potesse essere presieduto dall’Autorità Portuale, avvalendosi del Segretario generale per l'esercizio delle funzioni amministrative e gestionali. Nella nuova configurazione, ciascun Comitato di Indirizzo è composto in prevalenza da membri di nomina ministeriale (il Commissario Straordinario si aggiunge a due membri già nominati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, al rappresentante della Regione e al Presidente dell’Autorità Portuale). Allo stato attuale i soggetti responsabili sono dunque: i Commissari Straordinari delle ZES, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, il Ministero dell’Interno e l’Agenzia della Coesione Territoriale (ACT). Oltre alle novità in tema di governance, la Legge di Bilancio 2020, così come confermato dal Piano Sud 2030, aveva previsto l’istituzione nei porti del CentroNord delle Zone Logistiche Speciali “rafforzate”, sostanzialmente equiparate alle ZES. Si tratta di aree portuali in cui le imprese possono beneficiare di alcune procedure semplificate già concesse alle Zone Economiche Speciali. La Legge di Bilancio, all’art. 1, commi 61-65, spiega che i porti che non possono beneficiare delle Zone Economiche Speciali previste dal D.L. 91 del 20 giugno 2017 potranno godere delle procedure semplificate previste dall’art. 5 (lettera a del comma 1) di tale decreto. L’obiettivo è favorire la creazione di condizioni favorevoli allo sviluppo di nuovi investimenti nelle aree portuali delle Regioni in cui non si applica il Decreto per il Mezzogiorno. Il testo precisa che in ogni Regione non potrà sorgere più di una Zona Logistica Semplificata (ZLS) e che la ZLS potrà nascere solo nelle Regioni che hanno almeno un’area portuale con le caratteristiche stabilite dal Regolamento UE 1315/2013, oppure una Autorità di Sistema Portuale. La Zona Logistica Semplificata è stata adottata su proposta del Ministero per la Coesione Territoriale in concerto con quello dei Trasporti. Per la sua istituzione sono state applicate le procedure già previste per le Zone Economiche Speciali.

Nel Mezzogiorno sono state istituite ZES in Campania, Calabria, Ionica interregionale (Puglia-Basilicata), Adriatica interregionale (Puglia-Molise), Abruzzo e per ultima la Sicilia (Sicilia Orientale e Sicilia Occidentale), a giugno 2020. Le prime due Regioni ad aver approvato il piano attuativo sono state Campania e Calabria, con i porti di Napoli, Salerno e Gioia Tauro.

La Legge di Bilancio 2021 prevede, per le imprese che intraprendono una nuova iniziativa economica nelle Zone economiche speciali (ZES), la riduzione dell'imposta sul reddito derivante dallo svolgimento dell'attività nella Zona Economica Speciale del 50% a decorrere dal periodo d'imposta nel corso del quale è stata intrapresa la nuova attività e per i sei periodi d'imposta successivi. Inoltre, alle imprese che avviano un programma di investimenti di natura incrementale nella ZES, è consentito di cedere il credito d'imposta ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari, anche per i costi relativi alla produzione di idrogeno rinnovabile e alla produzione e distribuzione di energia da idrogeno rinnovabile. Il riconoscimento dell'agevolazione è subordinato al rispetto delle seguenti condizioni, pena la decadenza dal beneficio e l'obbligo di restituzione dell'agevolazione:

− le beneficiarie devono mantenere la loro attività nell'area ZES per almeno dieci anni2;

− le imprese devono conservare i posti di lavoro creati nell'ambito dell'attività avviata nella ZES per almeno dieci anni. Sebbene già dal 9 agosto 2019 l’Agenzia delle Entrate abbia disposto la definizione delle modalità di presentazione della comunicazione per la fruizione dello “straordinario” credito d’imposta, le ZES già istituite nel Mezzogiorno d’Italia non suscitano ancora interesse per gli investitori nazionali e internazionali e, per alcune, manca ancora il piano attuativo vero e proprio.

Ciò dipende da una serie di motivi, tra cui:

− non si è ancora attuato quanto previsto nei Piani di Sviluppo Strategico di ciascuna ZES, in tema di infrastrutturazione e di messa in sicurezza delle aree (si veda il caso della ZES di Gioia Tauro), nonché gli opportuni investimenti nell’intermodalità necessari a garantirne piena operatività. In particolare, risulta imprescindibile potenziare e adeguare gli assi viari di connessione con le aree industriali, i porti, interporti e retroporti;

− è necessario realizzare un Piano di Semplificazione amministrativa e burocratica, attivando ad esempio gli Sportelli Unici per le imprese investitrici.

In tal senso, il Commissario dovrebbe avere un potere autorizzativo superiore e senza veti esterni. Le semplificazioni speciali (Conferenza unificata di servizi, procedimento unico, ecc.) possono essere strumenti utili per un rilancio nel breve, ma il percorso di rafforzamento delle ZES necessita di una riforma più ampia. Essendo infatti enti sovraistituzionali con un proprio assetto, è necessario predisporre un percorso di semplificazione strutturale, in grado di garantire un effettivo “pacchetto” localizzativo di vantaggio all’investitore. Per fare ciò serve un nuovo approccio, che parta dall’identificazione di processi autorizzativi standardizzati nuovi e digitali, determinanti per l’ottenimento delle autorizzazioni in tempi rapidi (escluse quelle discrezionali), oltre che un aggiornamento e una adeguata formazione per il management della PA.; − è necessario adottare – in tempi rapidi – strumenti di misurazione dei vantaggi e dei risultati conseguiti in ciascuna ZES, soprattutto quelle già costituite nel 2017, i cui piani attuativi sono già in essere.

Via alla Zona economica speciale in Sardegna, giù le tasse per gli investimenti nell’Isola.

Ok del Governo alla Zes per 7 anni, prorogabili. Solinas: “Possiamo programmare il rilancio dell’economia sarda con uno sguardo fiducioso al futuro, assicurando al sistema produttivo sardo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica della nostra Isola.

“Oggi è una giornata storica. La battaglia della Sardegna per conquistare una fiscalità di vantaggio che copra il divario della sua insularità è finalmente realtà. Possiamo programmare il rilancio dell’economia sarda con uno sguardo fiducioso al futuro, assicurando al sistema produttivo sardo quella fiscalità agevolata attesa da decenni che può essere il vero motore della ripresa economica della nostra Isola”. Lo ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas a proposito del decreto firmato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Roberto Garofoli, che istituisce per i prossimi 7 anni, prorogabili di altri 7, la Zona Economica Speciale.

“Portiamo a compimento un iter che ci ha visti impegnati fin dal primo momento con l’obiettivo di arrivare a un piano condiviso con il Governo che fosse la risposta più attenta e concreta ai bisogni della nostra Isola. L’auspicio, soprattutto in questo momento storico e in questa delicata fase di ripartenza, è che l’istituzione della Zes possa portare a una svolta storica con importanti ricadute sul futuro della Sardegna”, ha detto il Presidente Solinas. “Questo importante strumento –  prosegue il Presidente – ci consentirà di vivere la nostra insularità non più come un handicap ma come una carta in più da giocare per lo sviluppo, sfruttando la nostra posizione strategica al centro del Mediterraneo per attrarre investimenti che possano fare della Sardegna un polo commerciale protagonista. Abbiamo dovuto rimodulare un piano, ricostruendo un impianto forte e credibile e rispondente alle aspirazioni della Sardegna”.

Le Zes sono oggi oltre quattromila nel mondo e si avviano in un futuro prossimo a toccare quota cinquemila assumendo varie configurazioni, quali parchi industriali e tecnologici, zone e porti franchi, città d’impresa. Tali configurazioni hanno fra loro non molti aspetti in comune: essere zone fisicamente delimitate, essere gestite unitariamente, essere autorizzate a offrire incentivi specifici e procedure semplificate, a volte entro un’area doganale specifica.

11 dicembre 2021

Sardi non uniti, la ragione della nostra povertà!!!

Le nostre piante grasse (fichi d'india) della Sardegna sono molto forti.
Chiunque direbbe che queste piante hanno radici profonde, ma non è vero.
Piuttosto, hanno radici poco profonde.
Ciò che impedisce a tempeste, terremoti e forti venti di abbatterle, è che tutte le radici di queste piante grasse sono interconnesse e attaccate tra loro. Questo è il segreto della loro forza.
Come sardi possiamo aiutarci a vicenda e crescere come queste piante. Il motivo per cui i sardi in Italia non hanno potere, nonostante tanti rappresentanti politici, è perché non siamo uniti.
Da che ho memoria, non ho potuto fare a meno di notare la mancanza di unità e, peggio ancora, l'animosità tra i sardi.
Gli indipendentisti non vogliono l’Italia.  Gli altri sardi, ognuno tira per sé.
È vero che ogni essere umano dovrebbe essere orgoglioso delle sue radici e preservare le sue tradizioni, ma non usiamo questo come scudo contro i nostri fratelli italiani.
Dovremmo essere una regione autonoma, indipendente. Ma il problema è che non ci aiutiamo a vicenda e, non aiutandoci a vicenda, ristagniamo noi stessi.
“Date e vi sarà dato”, è biblico, ma è anche una legge fisica (Azione e reazione.).
Questa filosofia è perfettamente compresa dagli orientali, ecco perché hanno uno standard di vita molto migliore del nostro. Molti anni fa erano giardinieri, ora sono imprenditori.
Altre comunità oltre a quelle orientali, come quella armena, filippina, ecc. Sono molto più uniti di noi.
"Le dita della mano sono fragili da sole, ma possono formare un pugno insieme."
Ci sono sardi che non vogliono che altri sardi prosperino e questo è uno dei problemi che, purtroppo, ha la sardegna e che ci trasciniamo di generazione in generazione.
Invidia significa che non siamo uniti ed è per questo che non abbiamo potere e i governanti non ci tengono in considerazione nelle loro decisioni.
La cosa più triste è che l'invidia fa un danno terribile all'invidioso, senza che lui se ne accorga. Invidiando continuamente, il subconscio prende il messaggio sbagliato e lo esegue in un modo che non lo fa prosperare, in modo che possa sempre invidiare.
Perché pensi che gli invidiosi non abbiano mai niente?
Siamo sardi, figli della grande madre, uniamoci per costruire il futuro dei nostri figli.
L'amore per loro dovrebbe farci lottare insieme per facilitare il percorso verso la vera autonomia.
Per favore, facci capire che non essendo uniti, stiamo rubando il futuro dei nostri figli.
Viviamo nella migliore isola del mondo e l'unico modo per arrivare in cima è farlo insieme. Qualsiasi obiettivo, per quanto difficile possa sembrare, sarà facile se tutti lo condividiamo.
Siamo circa 1.600.000 in Sardegna,  e non abbiamo un solo senatore un solo deputato che difende i nostri diritti.
Il problema non è solo con gli elettori, il problema è anche la mancanza di leader. Non c'è un solo leader sardo che si faccia sentire e che alzi la voce di fronte a leggi ingiuste che vengono emanate e leggi giuste che vengono abrogate quando i governanti vogliono.
Molti sardi in questi due anni di pandemia hanno perso il lavoro.
Alcuni dei nostri "rappresentanti politici" hanno detto qualcosa? Hanno alzato la voce?
No! Dalle loro parti ce "un silenzio assordante".
Non c'è niente di più difficile della morbidezza dell'indifferenza.
E questo è un argomento su cui vale la pena riflettere.
Fino alla prossima volta.

Ricordate sempre...!!!

La parabola dei nostri tempi è che abbiamo edifici più alti ma abbiamo caratteri meno tollerabili e viali più ampi ma il nostro modo di pensare è più chiuso. Spendiamo di più ma abbiamo di meno. Compriamo di più ma godiamo di meno. Abbiamo case più grandi, ma famiglie piccole. Più strutture ma meno tempo. Abbiamo più studi e diplomi ma meno buon senso. Più conoscenza ma meno giudizio. Più esperti, ancora più problemi. Più medicine ma meno salute.

Beviamo molto, fumiamo molto, spendiamo senza misura, ridiamo molto poco, guidiamo velocissimi, ci arrabbiamo molto facilmente, stiamo alzati fino a tardi, ci svegliamo molto stanchi, leggiamo poco, guardiamo molta televisione e non preghiamo quasi mai.

Abbiamo moltiplicato i nostri beni ma abbiamo ridotto i nostri valori.
Parliamo molto, amiamo quasi mai e odiamo molto spesso.

Abbiamo imparato a sopravvivere ma non a condurre le nostre vite.
Abbiamo aggiunto anni alla vita e nessuna vita agli anni.
Siamo stati avanti e indietro sulla luna, eppure abbiamo problemi ad attraversare la strada e incontrare il nostro nuovo vicino.

Abbiamo conquistato lo spazio ma non il nostro interno.
Abbiamo fatto cose più grandi ma non migliori.
Abbiamo pulito l'aria ma abbiamo inquinato la nostra anima.
Abbiamo vinto l'atomo ma non i nostri pregiudizi.

Scriviamo di più ma impariamo di meno.
Progettiamo di più ma realizziamo di meno.
Abbiamo imparato a sbrigarci ma non ad aspettare.
Creiamo più computer per contenere più informazioni, per produrre più copie che mai, ma comunichiamo sempre meno.

Questa è un'epoca di cibi veloci e a digestione lenta, uomini grandi e personaggi piccoli, salari abbondanti e relazioni superficiali.

Questo è il tempo del doppio reddito ma più divorzi, case lussuose ma famiglie distrutte.

Questi sono tempi di viaggi veloci, pannolini usa e getta, costumi casuali, avventure di una notte, sovrappeso e pillole che fanno di tutto, dal rallegrarsi, stare zitto e persino uccidere.

Un tempo in cui la tecnologia ti porta questa lettera e un tempo in cui puoi scegliere di condividerla o semplicemente cancellarla.

E ricorda sempre: la vita non si misura dal numero di volte che inspiriamo, ma dai momenti che ci tolgono il respiro.

10 dicembre 2021

Oggi ho iniziato a pensare ...


Oggi ho iniziato a pensare all'importanza che non diamo alla vita, quando inavvertitamente ci toglie le cose, pensiamo che sia ingiusto e ci dimentichiamo che senza di essa non saremmo quello che siamo. Siamo tutti pieni di momenti felici e ci sentiamo morire quando qualcosa è finito.
La felicità arriva da un momento all'altro, tutto al mondo finisce, anche il più bello, anche il più fastidioso e doloroso.
Qui pensiamo che stare soli sia la fine della vita e non ci rendiamo conto che a volte la solitudine ci aiuta a trovare risposte che non c'erano...

Pensando a tutto questo sono cresciuto un pò di più, ho imparato a sorridere e a vedere la realtà così com'è, ma soprattutto ho potuto rendermi conto che l'ORGOGLIO non funziona quando c'è l'AMICIZIA, che non serve PIANGERE quando un amore se ne va, che non vale la pena imparare a TACERE e che non ci sono CONFINI quando ci sentiamo vivi. 

Quante volte nella nostra vita...

Quante volte nella nostra vita abbiamo provato quella sensazione di essere in mezzo al nulla stesso.  E come uno scrittore che si trova di fronte a una delle sue grandi paure... la pagina bianca, le parole scritte che poi finiscono sotto forma di un panino nel cestino... è così che ci sentiamo. Come davanti a quel foglio bianco che ci intimidisce, che ci spaventa. Senza sapere come iniziare, continuare o finire la storia.

Quale persona non ha incontrato uno di quei momenti? Chi non si è trovato faccia a faccia con la nostra cara amica incertezza? Non so voi, ma io l'ho incontrata diverse volte e sebbene volessi distogliere il suo viso o attraversare la strada, non sono mai riuscito a evitarla.

E quando ho scritto "amico" non è stato per errore, un prodotto di scrittura predittiva o correzione automatica. Quando facciamo amicizia con il non sapere, con la mancanza di risposte, con quel luogo chiamato “niente”, capiamo che remando contro corrente l'unica cosa che otteniamo è essere esausti e continueremo a sentirci persi.

Perdersi o gridare a gran voce "Non so cosa voglio!", non so dove scappare, o non so chi sono in questo momento, può diventare una grande opportunità di apprendimento. Può aiutarmi a uscire dal pilota automatico in cui mi trovo e chiedermi cosa voglio veramente, cosa devo dire abbastanza, di cosa ho paura, cosa non vedo.

E quello che ti dico è qualcosa che ricordo costantemente a me stesso. Ricordo a me stesso che non sempre abbiamo le risposte a tutte le domande, cosa va bene sentirsi un pò spaventati, cosa va bene non sapere e che non devo disperare di sentirmi in mezzo a questo nulla o aver paura del caos. Quando imparo a non disperare, quando fluisco e mi lascio andare con il flusso, capisco che nulla può essere una grande fonte di creatività e una grande possibilità per costruire un nuovo percorso.

Quando ci sentiamo persi, non troviamo il nostro nord o non sappiamo dove andare, forse è di questo che si tratta. Smettere di remare controcorrente, non continuare a navigare senza meta. Si tratta di pensare che questo potrebbe essere un buon momento per fermarsi e darsi da fare. E da lì, contempla ciò che ci accade da un'altra prospettiva e comprendi che non dobbiamo disperare, che essere in mezzo al nulla può essere il nostro GPS e la nostra grande opportunità per reinventarci.

Quindi se ti senti perso... fanculo!

on venerdì, dicembre 10, 2021 by Paolo Corrias | 1 comment  Edit

26 novembre 2021

Ciro Grillo e i sui amici rinviati a giudizio per stupro di gruppo. Bongiorno: “Abbiamo la scatola nera”

Grillo e i suoi tre amici, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia, Vittorio Lauria, sono stati tutti rinviati a giudizio con l’accusa di violenza sessuale di gruppo. Lo ha deciso la gup Caterina Interlandi dopo un’ora di Camera di consiglio. E’ stata così accolta la richiesta del Procuratore Gregorio Capasso. Si terrà il prossimo 16 marzo la prima udienza del processo. “L’impianto accusatorio ha retto. E’ stata accolta la nostra richiesta, ora si farà un processo e si vedrà”. Di più non vuole aggiungere il Procuratore di Tempio Pausania, Gregorio Pausania.

Ciro Grillo e i sui amici andranno processo: prima udienza il 16 marzo

“La mia assistita è finita sul banco degli imputati”. E’ la denuncia di Giulia Bongiorno che difende la giovane italo norvegese che ha denunciato Ciro Grillo e i suoi tre amici. “Il giudice ha ponderato, ha approfondito e ha scelto – dice – . Se mi chiedete se sono felice la mia risposta è no. Perché la mia assistita sta soffrendo tuttora- ha specificato la Bongiorno. “Se mi chiedete invece se sono soddisfatta, la mia riposta è si perché veramente, come mai prima di ora, ho assistito a una volontà di sgretolare atti che hanno un significato. C’è stato un accanimento contro la mia assistita – inisiste- che è stata messa sul banco degli imputati: e non mi riferisco ai difensori ma a quello che ho letto, sono stati distorti gli atti”. “Ci sono tanti riscontri contro gli imputati, ma abbiamo anche la ‘scatola nera’. Che comprende tutte le intercettazioni e le chat, come quelle della mia assistita nella stessa notte dello stupro”. Lo ha detto la legale della ragazza italo-norvegese uscendo dal Tribunale .

Caso Ciro Grillo, Bongiorno: “E’ grave quel che ha subito la mia assistita”

“Ho letto di tutto in questo processo”, si sfoga l’avvocato della ragazza italo-norvegese. “Poi sono veramente stufa di leggere piccoli pezzettini di atti isolati che vengono interpretati male. Oggi il giudice ha dato una risposta a questa frammentazione del materiale probatorio, materiale consistente”. L’avvocato Bongiorno ha concluso. “Oggi è il giorno dopo il 25 novembre. E credo che anche questa giornata è importante, sappiamo tutti cosa vuol dire il 25 novembre – dice -. Quando sono arrivata pioveva fortissimo e ho visto all’improvviso un arcobaleno, che mi ha fatto pensare che anche le cose più difficili poi possono in qualche modo fare tornare il bello”. “Assisto tantissime donne che dopo questo processo non hanno voglia di denunciare”. “La mia assistita sta soffrendo moltissimo. Per lei è molto pesante quello che sta subendo. Deve tenere la tv spenta, sono stati pubblicati i suoi dati anagrafici, tutto questo è gravissimo”.

25 novembre 2021

Vergogna, vergogna, vergogna! Nel silenzio più assoluto il consiglio regionale sardo da l’Assalto al forziere dei vitalizi.

Ci risiamo, i Consiglieri regionali sardi, da noi eletti, ci stanno vampirizzando un poco alla volta. Si stanno nutrendo del nostro sangue. Parlo naturalmente dei vitalizzi, la vergogna dei soldi a vita.  

L’emendamento della vergogna è approvato: con la legge Omnibus votata mercoledì dalla massima assemblea sarda, sono reintrodotti i vitalizi dei consiglieri regionali. Le pensioni che erano state abolite nel 2014 in pompa magna. Ci ha pensato Stefano Tunis, fondatore di Sardegna 20venti, a confezionare l’emendamento del colpaccio. A questo punto il più grande tra i ‘regalini’ fatti dal centrodestra attraverso la legge Omnibus.

Pensate sia finita qui? Ma no, perché il capolavoro fosse completo, mancava l’ultimo regalino, l’adeguamento delle loro pensioni all’indice ISTAT. Tradotto: più aumentano i prezzi più aumentano i loro stipendi e pure questo manco a dirlo è retroattivo.

Proprio così, dietro quel provvedimento c’era di tutto, come il ritorno della pensione per i consiglieri regionali.

Forse lor signori (così ci rivolgiamo all’intera classe politica e dirigenziale della Regione Sardegna, di maggioranza e opposizione, nessuno escluso) pensano che, per ciò solo, persone come noi non abbiano il diritto di essere arrabbiate per quanto è successo, di lamentarsi o, prima ancora, il coraggio di mostrarsi, preferendo stare, comodamente, a curare il proprio “orticello”.

Vi sbagliate. Non siamo solo arrabbiati. Siamo delusi e amareggiati. E proviamo un profondo e sincero disprezzo per ciò che avete fatto nel silenzio più assoluto, per paura della gogna mediatica, con un fulmineo blitz ad alzata di mano, vi siete auto votati  il ripristino delle pensioni d’oro abolite nel 2014.

Dovevate approvare una legge contro gli incendi, invece con un emendamento all’ultimo minuto, avete  reintrodotte i vitalizzi. Si avete deciso voi. Dovevate fare tutt’altro, con i 300 milioni che avevate a disposizione e in parte gli avete destinati a voi e per quelli della legislatura precedente.

Noi lo stiamo dicendo, con queste righe. Molti altri lo pensano, anche se non lo dicono. Per mancanza di coraggio, di strumenti, o perché, come servi, sono ormai incapaci di reagire ai vostri soprusi.

Non sapete cosa siano la vergogna e la dignità.

Se aveste dignità e riusciste a provare vergogna, vi togliereste di torno oggi e per sempre, grati che il popolo sardo, vi lascerebbe fuggire senza neppure prendervi a bastonate. Siamo stufi e nauseati di sentire di favori concessi a Tizio, soldi dati da Caio, promesse fatte da Mevio e cosi via. E non c’è alcuna distinzione di colore. È una sorta di arcobaleno politico, in cui ciascuno contribuisce a generare disgusto.

Avete urlato in campagna elettorale i vostri soliti, squallidi slogan elettorali. Ma una volta insediati non avete fatto niente, avete solo pensato al vostro tornaconto.

Ma non ve ne rendete nemmeno più conto. Perché non sapete neppure cosa sia la vergogna.

Da quando vi siete insediati nel consiglio regionale avete fatto a gara chi appariva più virtuoso. Cos’è rimasto? Molte chiacchiere e altrettante promesse.

Ma voi non conoscete vergogna e continuate a camminare con sguardo alto e fiero. Perché siete forti. Ostinati. Potenti. Noi siamo pochi, deboli e inermi. Abbiamo solo la nostra rabbia, il nostro disgusto.

Vorremmo però che in tanti leggessero queste misere parole e che tutti quelli che, come noi, sono delusi e arrabbiati, scrivessero di proprio pugno altrettante parole, più nobili o più eleganti delle nostre, con cui inondare I’intera Regione. Per indurvi, signori senza dignità e senza vergogna, ad andarvene. Spinti solo dalla forza delle parole. Dalla forza del disprezzo che saremo capaci di farvi sentire. Niente altro. Nessuna violenza. Nessun insulto. Solo il disprezzo più forte e sincero. Per lasciare a noi una speranza.

Arriva il Green pass rafforzato.

Via libera del Consiglio dei ministri il 24 novembre al decreto che rafforza le misure anti Covid-19, istituendo anche un green pass rafforzato concesso solo a vaccinati o guariti.

Il decreto-legge prevede una serie di misure di contenimento della “quarta ondata” della pandemia Sars-Cov2, compresa l’istituzione del cosiddetto “super green pass”.


VACCINI E TERZA DOSE

Estensione dell’obbligo vaccinale alla terza dose per i sanitari a decorrere dal 15 dicembre prossimo e con esclusione della possibilità di essere adibiti a mansioni diverse.

Inoltre, spiega ANSA, si ricorda che “è già consentito l'anticipo della terza dose dopo 5 mesi dalla seconda. Il governo inoltre ha annunciato di voler aprire dall’1 dicembre la terza dose agli over 18 e manifestato l'intenzione di avviare campagne vaccinali, se autorizzate, per la fascia di età 5-12 anni”.

NUOVE CATEGORIE

Estensione dell’obbligo vaccinale a ulteriori categorie oltre a quelle sanitarie a decorrere dal 15 dicembre: personale amministrativo della sanità, docenti e personale amministrativo della scuola, militari, forze di polizia (compresa la polizia penitenziaria), personale del soccorso pubblico.

GREEN PASS

La durata di validità del Green Pass viene ridotta dagli attuali 12 a 9 mesi.

L’obbligo di Green Pass viene esteso a ulteriori settori: alberghi; spogliatoi per l’attività sportiva; servizi di trasporto ferroviario regionale e interregionale; servizi di trasporto pubblico locale.

In caso di passaggio in zona arancione, le restrizioni e le limitazioni non scattano, ma alle attività possono accedere i soli detentori del Green Pass rafforzato.

A decorrere dal 6 dicembre 2021 viene introdotto il Green Pass rafforzato; vale solo per coloro che sono o vaccinati o guariti. Il nuovo Certificato verde serve per accedere ad attività che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla nei seguenti ambiti: spettacoli; spettatori di eventi sportivi; ristorazione al chiuso, feste e discoteche, cerimonie pubbliche.

Dal 6 dicembre 2021 e fino al 15 gennaio 2022 è previsto che il Green Pass rafforzato per lo svolgimento delle attività, che altrimenti sarebbero oggetto di restrizioni in zona gialla, debba essere utilizzato anche in zona bianca. “In zona bianca, però”, aggiunge l’agenzia di stampa, “sarà valido anche il pass ottenuto con il tampone per accedere a ristoranti all'aperto, palestre, piscine e in generale alle attività sportive.

23 novembre 2021

Che può succedere se qualcuno dei politici decide di mantenere le promesse fatte in campagna elettorale?

È vero che i politici fanno tante promesse nelle campagne elettorali per potere avere il voto del maggior numero di cittadini possibile ed essere dunque eletti. La maggior parte dei cittadini intuisce che sono solo promesse e che non verranno mantenute anche perché, al di là della volontà del singolo candidato richiedente la fiducia, è nella maggior parte dei casi proprio impossibile poterle mantenere.

È impossibile perché la macchina dello Stato, della sua burocrazia non consente ad un singolo deputato o senatore di mantenere grandi promesse a meno che non si tratti del leader di un partito importante ed anche in questo caso forse non dobbiamo usare più la parola impossibilità, ma certamente al suo posto non conviene usare la parola facilità. Nella migliore delle ipotesi tutti i deputati e senatori infilano nelle leggi di un certo respiro e soprattutto in quella che ogni fine anno viene definita di bilancio e che è in pratica il budget dello Stato, piccole varianti, emendamenti, integrazioni fatte all’ultimo minuto quando non possono essere più cancellate pena il ritardo di tutta la legge che sono favori a propri elettori o a propri parenti o a propri interessi (quello che viene chiamato il mercato delle vacche e che rappresenta uno degli spettacoli più volgari della democrazia e la rappresentazione del degrado massimo della figura di parlamentare).

Questa situazione è molto diffusa in tutto il mondo e rappresenta un buco del sistema democratico, ma è evidente con maggiore intensità e diffusione nei paesi dove la rappresentanza parlamentare è maggiormente degradata, tra i quali purtroppo è da annoverare anche il nostro.

Del resto le promesse dei politici ricalcano le famose promesse di marinaio e non solo, sono tante le persone che oggi fanno promesse che poi non mantengono, anche nel mondo commerciale e sono famosi certi spregiudicati operatori che riescono ad accumulare fortune facendo credere le famose lucciole per lanterne o persino vendendo cose che non esistono e che masse di cittadini credono di avere avuto.

Forse questo è l’aspetto più inquietante della questione e cioè che la presentazione di un qualche cosa di falso e che qualunque mente serena e anche modestamente dotata dovrebbe riuscire a capire, riesce ad avere consenso e successo nella popolazione. Non ci si può meravigliare del successo di un candidato o di un partito che propone illusioni quando la gente è riuscita a comprare del sale da cucina come strumento magico o a fare investimenti finanziari assolutamente non credibili affidando i propri averi a lestofanti di tre cotte, con l’unico merito di sapere parlare in modo fascinoso.

Del resto il problema è quello di un mondo a cominciare da quello politico, che lo fa per conquistare il potere, che racconta bugie, favole e illude milioni di persone promettendo quello che la gente vuole sapendo che non potrà mantenere le promesse. Al massimo potrà far credere di averle mantenute con lo stesso sistema della fascinazione o di non averle potute mantenere per colpa di questo o di quello, in genere avversari e competitori precedenti, coesistenti o futuri possibili.

Questo mondo oggi si chiama il mondo delle fake news e tutti ne parlano, lo spiegano, tanti partecipano ad iniziative che si propongono di svelarlo e attutirlo. Finora senza esito e anzi le rilevazioni dicono che il mondo delle fake news è in aumento e del resto corrisponde alla realtà virtuale, ad una realtà che non esiste e che può essere solo percepita se chi la racconta o la vuole vendere usa i metodi giusti.

I metodi giusti vuol dire individuare i temi di maggior fascino per le masse e soprattutto utilizzare in modo appropriato e spregiudicato la tecnologia. Tramite la tecnologia si possono definire i contorni delle persone che ci interessano (elettori, compratori, seguaci), si possono fidelizzare con una azione continua di presenza attraverso gli smartphone (oggi di gran lunga lo strumento più diffuso e utilizzato al mondo), si possono in definitiva coinvolgere nei propri progetti di potere promettendo molto e dando poco. Del resto si sa che oggi molti leader politici sono alla ribalta grazie all’uso “sapiente” della tecnologia, il caso ad esempio del Movimento 5 Stelle. (Lo slogan della campagna del 2013 era 'Partecipa, scegli, cambia' ed era stato lanciato all'evento di Pescara il 21 gennaio. Tanti erano gli slogan: ‘Nessuno deve rimanere indietro’, ‘Tutti a casa’ e quel ‘Apriremo il Parlamento come una scatoletta di tonno’ che tante volte gli altri partiti gli hanno rinfacciato come promessa caduta nel vuoto. Poi, nel 2014 per le elezioni Europee, forti del risultato dell’anno precedente alle politiche, lo slogan era stato un netto #VinciamoNoi: ma non portò bene perché i 5 Stelle portarono a casa un debole 21% e la Rete ironizzò con un #VinciamoPoi).

Che può succedere se qualcuno dei politici decide di mantenere le promesse fatte e che sono impossibili o che comunque possono procurare lacerazioni profonde di intere strutture statali e di equilibri sociali portando quel paese al di fuori di ogni competitività e facendolo precipitare in breve tempo in una profonda crisi?

In altri termini, il pericolo maggiore dei nuovi scenari politici e tecnologici, sempre più correlati, non viene dal fatto che una forza politica promette, vince e non mantiene, ma dal fatto che una forza politica, promette, vince e mantiene. Il salto verso l’ignoto è forte, la paura dello sfascio ancora di più. Non è in ballo la fine della democrazia o la sua limitazione, potrebbe essere in ballo la esistenza stessa del paese dove questo fenomeno, raro ma possibile, si dovesse verificare. E la sensazione è che questo aspetto del problema o non viene capito o viene sottovalutato, certamente non considerato in modo adeguato perché la gente è abituata che non importa chi vince o perde tanto nulla cambia. Ma prima o dopo anche il gattopardo potrebbe sbagliarsi!

22 novembre 2021

AUSTRIA - LOCKDOWN NAZIONALE DA OGGI: LUNEDI' 22 NOVEMBRE 2021

In vista degli ultimi sviluppi della pandemia di Covid-19 nel Paese, il governo austriaco ha deciso un nuovo lockdown a livello federale. Le misure entreranno in vigore il 22 novembre 2021 per un massimo di 20 giorni, con la situazione da rivalutare dopo 10 giorni. 

Secondo l'ordinanza del Ministro della salute, le restrizioni di uscita per tutto il giorno si applicano a tutte le persone in Austria dal 22 novembre 2021 in tutta la Germania. Motivi eccezionali per lasciare il proprio appartamento sono:

  • Prevenzione di un pericolo immediato per la vita e l'incolumità fisica
  • Cura e assistenza per le persone bisognose di sostegno
  • Coprendo i bisogni primari necessari della vita quotidiana , quali in particolare
    - il contatto con il partner, con i singoli parenti più stretti (genitori, figli e fratelli), nonché con singoli importanti referenti
    - la fornitura di beni fondamentali della vita quotidiana, l'utilizzo dei servizi sanitari, l'utilizzo di una vaccinazione contro il COVID-19 o l'esecuzione di un test per SARS-CoV-2,
    - la copertura di un bisogno abitativo, il soddisfacimento di bisogni religiosi di base, quali visite ai cimiteri e visite individuali visite a luoghi di culto, e la cura degli animali.
  • Scopi professionali e didattici
  • Resta all'aria aperta per il relax fisico e mentale
  • Percezione di processi amministrativi o giudiziari non rinviabili
  • Sulla strada per il medico, per altri servizi sanitari, per vaccinazioni o esami


Tutti i negozi, ad eccezione di quelli in zona “approvvigionamento di base”, devono chiudere ; questo vale anche per i fornitori di servizi vicini all'ente. Devono chiudere anche le strutture ricreative e culturali (teatri, musei, biblioteche, cinema, sale da concerto, ecc.) Resta chiusa la ristorazione, ad eccezione delle mense (nelle scuole, negli ospedali, nelle case di cura, ecc.). È consentito il servizio da asporto, ma non è consentito consumare cibi e bevande entro 50 metri dalla struttura.

Anche gli hotel devono chiudere , l'alloggio può essere concesso solo per motivi di lavoro, se c'è urgente bisogno di alloggio e per gli ospiti che arrivano prima del 22 novembre. aveva già effettuato il check-in.

Le visite agli ospedali e alle case di cura sono consentite solo alle persone che hanno il rilevamento 2G e un test PCR negativo . Negli ospedali è consentito un solo visitatore per paziente a settimana, a condizione che il paziente sia ricoverato da più di una settimana. Nelle case di cura, i residenti possono essere visitati solo da 2 persone al giorno; negli ospedali è consentito un visitatore per paziente a settimana.

Le scuole e gli asili restano aperti senza l'obbligo di frequenza, ma si raccomanda ai genitori di accudire i bambini a casa il più possibile. In tutti i livelli scolastici, gli studenti devono indossare una maschera all'interno.

Il governo chiede a tutti di tornare al Ministero degli Interni ove possibile. Le regole 3G per l'accesso al posto di lavoro rimangono in vigore.

Il requisito della maschera FFP2 sarà esteso a tutti gli spazi interni, compreso il luogo di lavoro , dal 22 novembre 2021 , a meno che non siano in atto adeguate precauzioni di sicurezza strutturale (come le pareti in plexiglas).

Verrà inoltre reintrodotto il rispetto della distanza di sicurezza di due metri , questo vale per i luoghi pubblici, i locali commerciali, i luoghi di lavoro, le case di riposo e di cura nonché quando si utilizzano i mezzi di trasporto.

I migliori eventi sportivi si svolgeranno senza pubblico. Gli sport di club non sono ammessi .
I campi sportivi all'aperto possono essere utilizzati in determinate condizioni (esercizio fisico solo con persone della stessa famiglia e sport senza contatto fisico). Le piste di pattinaggio e le piste da sci possono rimanere aperte, ma un "certificato 2G" è un prerequisito per l'utilizzo di impianti di risalita e funivie, nonché per l'accesso alle piste di pattinaggio. Inoltre, una maschera FFP2 deve essere indossata nelle cabinovie chiuse e nelle seggiovie coperte - questo vale anche per gli edifici delle stazioni e gli spogliatoi chiusi.

Ulteriori misure:

  • Per le persone non vaccinate, il lockdown dura dopo il 12 dicembre. continua.
  • La 3a vaccinazione è raccomandata o abilitata dal 4° mese in poi in tutta l'Austria, indipendentemente dal vaccino.
  • La validità del Green Pass sarà ridotta dal 02/01/2022 al massimo a 7 mesi per il 3° punto.
  • Inoltre, la vaccinazione obbligatoria è prevista al più tardi dal 1° febbraio 2022

Il dramma delle case occupate...

Il dramma delle case occupate e la sfida degli occupanti abusivi a cittadini e sistema è un tema purtroppo all’ordine del giorno. Di stringente, tragica attualità. A fronte del quale, però, amministratori locali e apparati istituzionali, dimostrano di intervenire poco se non addirittura male. Dopo il caso del pensionato romano residente nel quartiere Don Bosco della capitale. Cacciato da casa sua da un rom abusiva che, mentre l’uomo era a fare una visita medica, si è insediata nell’abitazione dell’anziano, saccheggiandola e devastandola al momento dello sfratto, oggi da Pozzuoli arriva l’ennesima, vergognosa vicenda.

«Ero al ristorante con mia figlia, quando ho ricevuto la telefonata di un vicino che mi ha detto che mi avevano occupato casa. Mi sono precipitato sul posto e ho notato il cancello di casa forzato e la porta blindata danneggiata. All’interno c’era una donna con due figli, che non avevo mai visto prima».

È solo l’incipit di un racconto drammatico cominciato il 7 giugno scorso e da cui oggi il protagonista e vittima di una odissea inaccettabile. Lui è un 63enne di Pozzuoli Bruno Illiano, che come riferiscono Napoli Today e Today.it. sui loro siti, «da cinque mesi non riesce ad entrare in possesso dell’alloggio popolare di via Matilde Serao a Pozzuoli, di cui era legittimo assegnatario».

Da quel giorno di inizio estate, l’uomo, che viveva in quell’alloggio dal 1992, non è riuscito a recuperare gli oggetti personali e i beni di famiglia rimasti dentro la casa che gli occupanti abusivi gli hanno indebitamente e prepotentemente sottratto. Il legale di Illiano – riferiscono i siti citati – l’avvocato Gennaro Caracciolo del foro di Santa Maria Capua Vetere, ha presentato denuncia-querela, presso la Stazione Carabinieri di Monteruscello. E chiede alla Procura della Repubblica «di voler disporre, con la massima urgenza, tutti gli atti necessari allo sgombero immediato. Unitamente o disgiuntamente al sequestro preventivo sull’immobile assegnato al signor Illiano, al fine di limitare al minimo gli effetti lesivi del reato». Ma al momento, tutto tace. E si ferma al dibattito mediatico che, nonostante il tam tam delle denunce e delle rivendicazioni, riesca a dare seguito pragmatico alla gestione e definizione di un fenomeno in escalation continua.

In arrivo il super Green pass per Natale: cos’è e per chi vale.

Vaccini obbligatori o super Green pass? Il governo sfoglia la margherita, ma qualcuno, come il ministro Brunetta, sembra avere le idee chiare: “Ora, di fronte a quel che sta succedendo nel Nord Europa, dobbiamo tenere la guardia alta. Come? Cambiando strategia? Assolutamente no. La soluzione dei vaccini obbligatori sembra la strada più facile, ma non lo è. È molto difficile intaccare lo zoccolo duro dei no vax”, ha detto oggi il ministro per la Pubblica amministrazione, intervenendo all’evento promosso a Mestre da Forza Italia Venezia sul tema “Economia, alleanze e territori: il ruolo di Forza Italia.

I dubbi del governo sulla pandemia

“Che fare allora? Continuare con scelte forti e responsabili. Il rischio – sottolinea Brunetta – è ritornare alla linea dei lockdown generalizzati e al cromatismo, con i relativi livelli di limitazioni. Il dibattito è: facciamo come in Germania, dove però le condizioni sono più drammatiche e problematiche, oppure continuiamo con la linea del green pass, magari rafforzandola? Io preferisco la seconda strada, che è quella che sta maturando nel governo. Senza drammatizzare, ma dobbiamo essere pronti. Possiamo premiare i vaccinati e lasciar subire i vincoli e le restrizioni previsti dal cromatismo a chi non è vaccinato. La grande maggioranza degli italiani – conclude Brunetta – è d’accordo con questa visione”.

Super Green pass, cos’è e per chi vale

Il super Green pass, o passaporto Covid “rafforzato”, consentirebbe solo a chi ha avuto il Covid o ai vaccinati di andare in ristoranti, cinema, teatri, musei, stadi o a sciare, anche in zona gialla, con accesso ad attività ricreative. Non basterà un Green pass ottenuto con tampone negativo, ma sarà indispensabile la vaccinazione. Un’altra ipotesi sarebbe quella di limitare la validità del test antigenico a 24 ore, oppure quella di ammettere solo il tampone molecolare. Una risposta dura alle manifestazioni che anche oggi sono andate in scena in Italia da parte dei No Green pass.

19 novembre 2021

Insularità: l'appello a Fico di 1.500 amministratori sardi.

Le firme la prossima settimana alla Camera per accelerare iter.

Sono già 1.500 gli amministratori locali della Sardegna che in pochi giorni hanno firmato un appello al presidente della Camera Roberto Fico per velocizzare al massimo l'iter di approvazione del disegno di legge costituzionale che reintroduce il principio di insularità nella Carta.

"E' l'ora della massima coesione perché i tempi sono strettissimi per via della doppia lettura parlamentare richiesta dal rango costituzionale", spiega Umberto Ticca, consigliere dei Riformatori a Cagliari che oggi ha illustrato le ragioni della mobilitazione con altri amministratori, il presidente della commissione Insularità Michele Cossa, la responsabile del Comitato scientifico per l'Insularità, Maria Antonietta Mongiu, e alcuni parlamentari.

Le firme saranno consegnate la prossima settimana al presidente Fico.

Cossa ha ribadito la necessità che il testo ottenga il via libera entro la prossima primavera, compatibilmente con gli equilibri politici nazionali e le incognite legate all'elezione del presidente della Repubblica, compresa la possibilità di elezioni anticipate. Tutti gli amministratori presenti, a prescindere dal colore partitico, hanno sottolineato l'obiettivo comune: "Dare pari opportunità ai nostri giovani, al nostro popolo, al nostro futuro". Secondo la consigliera comunale di Cagliari Camilla Soru, una volta approvata la legge, sarebbe auspicabile "arrivare velocemente al punto in cui il riconoscimento dell'Insularità non ci serva più perché vorrebbe dire che abbiamo colmato il gap".

Maria Antonietta Mongiu ha posto l'accento sulla trasversalità di quella che "non è stata una battaglia, ma un percorso di autocoscienza, un rapporto di consensualità tra mondi diversi che ha fatto prevalere il bene comune". Per il senatore del Pd Gianni Marilotti "bisogna innanzitutto impegnarsi affinché il testo che sarà approvato alla Camera sia uguale a quello che ha già ottenuto l'ok a Palazzo Madama". Il deputato di Fi Pietro Pittalis ha rassicurato che "l'iter in commissioni Affari costituzionali sarà velocissimo: una volta ottenuto il risultato dovremo concentrarci su due questioni fondamentali: continuità territoriale e fiscalità di vantaggio".

18 novembre 2021

A Vienna solo vaccinati o guariti nella ristorazione

Vienna sta portando avanti di nuovo le misure contro la pandemia di corona. Il sindaco Michael Ludwig (SPÖ) ha annunciato giovedì dopo una conversazione con gli esperti che dalla fine della prossima settimana, l'accesso a ristoranti, servizi per il corpo (come i parrucchieri) e incontri di 25 o più persone sarà concesso solo a coloro che hanno stato vaccinato o guarito. Inoltre, è in fase di creazione un'offerta vaccinale per i bambini di 5-12 anni.

Dopo il round, Ludwig ha parlato con gli esperti di una "situazione molto grave". Ha riferito che una prognosi lo ha reso particolarmente preoccupato, vale a dire che non sembra impossibile che l'occupazione dei letti in Austria possa presto raggiungere il massimo storico. Ecco perché Vienna riprenderà i suoi passi e porterà avanti la quarta fase del piano d'azione federale. Allo stesso tempo, in vista del round di domani con il governo federale ei governatori provinciali, li ha esortati a fare altrettanto a Vienna.

Anche il direttore medico della rete sanitaria, Michael Binder, ha individuato la necessità di un intervento, anche se l'aumento dei casi a Vienna è relativamente "cauto", come ha riferito. Binder ha accusato l'inasprimento a Vienna nelle ultime settimane. Tuttavia, l'occupazione dei letti di terapia intensiva è attualmente solo di una decina di casi in meno rispetto all'anno precedente, ha sottolineato. "Quindi uno sviluppo piuttosto minaccioso."

I dettagli del nuovo regolamento 2G sono ancora in fase di elaborazione, ha affermato. Anche qui vogliono aspettare i risultati del vertice di domani con il governo federale. Tuttavia, Ludwig ha già delineato possibili ulteriori "livelli di escalation". Ad esempio, "2G Plus", ovvero test obbligatori per persone vaccinate e convalescenti, è possibile se la situazione continua a svilupparsi in modo così drammatico. In ogni caso, va evitato un altro lockdown, ha sottolineato il capo della città. 

Al governo federale è stato anche chiesto di avviare una campagna informativa per il terzo punto. Una lotteria delle vaccinazioni come nel Burgenland - e ora anche nell'Alta Austria - non esisterà a Vienna, ha affermato Ludwig. Continuano a fare affidamento su offerte a bassa soglia. Presto ce ne sarà anche uno per i più giovani. A pochi giorni dall'entrata in vigore delle misure annunciate oggi, sarà istituita una linea di vaccinazione per i bambini dai sei anni in su.

Ludwig ha riferito che quattro medici di base a Vienna stavano già offrendo tale vaccinazione. "Sappiamo che c'è molta richiesta". Per reagire a questo, la città avvierà anche un'azione per questa fascia di età. Anche qui si sta ancora lavorando sui dettagli esatti, è stato sottolineato. In ogni caso, i pediatri dovrebbero essere disponibili anche per un consiglio nel centro di vaccinazione, ha promesso Binder. 

A Cagliari, ci sono personaggi che prima lanciano il sasso e poi nascondono la mano

Questo post vuole essere un articolo di costume o se volete di malcostume anche se con il “mal” di costume, bisogna andarci piano.

«Ci sono personaggi, che lanciano pesanti accuse, pubblicando post velenosi. Tra questi “lanciatori di accuse” spiccano certi personaggi politici che sostengono di essere gli unici portatori di verità».

Fin dai tempi della Grecia di Atene, esisteva infatti la possibilità di mandare qualcuno via dalla città per un periodo di dieci anni. La condizione? Che un certo numero di persone ne trascrivessero il nome su un frammento di terracotta chiamata Ostrakon da cui deriva il termine ostracismo. Infatti, almeno all’inizio, questa pratica dell’ostracismo non veniva associata all’elemento negativo, dunque condannabile. Era una forma di contenimento degli eccessi. Quindi poteva essere colpito e punito con l’esilio temporaneo non solo il reprobo, ma persino il troppo onesto.

Dai Greci la storia passò ai romani e quindi agli eredi quali siamo noi italiani che sotto altre forme abbiamo ereditato il vizio di criticare.

Ma poiché ognuno deve avere le proprie opinioni, è anche giusto valutare le cose con un minimo di distacco, fino ad esprimere idee non sempre condivisibili. Infatti confesso che nei confronti di questi personaggi, io non riesco a provare vera inimicizia. Solo compassione. Esaminiamo i loro comportamenti per capire. E mi riferisco alle loro fantasie critiche. Come sono e cosa vogliono dire? Sono persone immerse nella contraddizione. Criticano la superficialità di uno scritto con motivazioni ancora più superficiali. Avversano lo stile troppo culturale e poi si infilano in discorsi cosiddetti alti che invece rivelano essere a terra, rivelando l’inadeguatezza del loro argomentare. Ed ancora. Eccepiscono su questioni di principio e poi enunciano principi di senso contrario, ma  in forma generica e con poca attrattività  logica. Infine,  contrastano una posizione ideologica con il suo opposto e questo sarebbe legittimo, ma non si coglie fino in fondo la motivazione che debba privilegiare una posizione rispetto ad un’altra.  Così facendo non resta loro che l’insoddisfazione, infatti  poi che fanno? Chiedono spiegazioni e fanno domande con la determinazioni di chi vorrebbe vedere ampliarsi le onde del sasso lanciato nello stagno e con queste travolgere il destinatario delle loro critiche. E se poi le spiegazioni e risposte non arrivano, apriti cielo. Insistono esacerbati nella richiesta e   se questa non si materializza, si incattiviscono, dimostrando tutta la frustrazione  di non essere  stati presi sul serio. A questo punto non sapendo fare altro, accusano di incapacità  chi in effetti li considera per quello che sono. Personaggi che diventano pieni di bile, gialla o nera non importa, per essere stati sottovalutati. A questo punto ditemi voi se il loro comportamento non suscita in me tenerezza.  In fondo nei loro confronti, preferisco avere uno spirito di tolleranza. E la contraddizione in cui si dibattono ne è la prova provata. Dunque che i sassi continuino ad essere gettati, sperando che prima o poi le onde dello stagno diventino un piccolo mare in cui  ognuno possa stare a galla, senza necessariamente pensare di far annegare qualcun altro. L’assunzione di responsabilità in forma diretta e personale, legittima ogni presa di posizione e ogni reazione critica. Lo  spazio alla commiserazione scompare e subentra il rispetto anche se su posizioni distanti. L’unico motivo di incomprensione  che deve rimanere, è lo stile educato cui deve uniformarsi ogni polemica, in modo da astenersi dalle offese personali. Ma anche queste sono legate al famoso sasso, quando non si sa da dove proviene. In chiusura quindi dichiaro la mia simpatia per il sasso quando si vede la mano che lo lancia. In altre parole registro la mia considerazione per la mente che sta  dietro sasso e mano. La quale se anche può sbagliare ( esiste però anche un limite allo sbaglio) con l’assumersi la responsabilità, scaccia ogni senso di commiserazione e spinge verso la stima o la disistima. Diversamente tutto troppo comodo e perfino vile.    

 

 

 

 

 

16 novembre 2021

Conte snobba il confronto con Renzi: «Non partecipo a show». Il leader di Italia Viva: «Ha il coraggio di un coniglio mannaro»

Non accenna a placarsi la polemica tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte. All’indomani della pubblicazione sul sito del M5s di 13 domande rivolte a Renzi e della replica del leader di Italia Viva («risponderò in un confronto in diretta tv a Conte»), il botta e risposta tra i due ex premier sale di tono. «Non partecipo a show, parliamo di cose serie», ha detto il leader del M5s, arrivando all’assemblea di Confesercenti. «Conte è uno che scappa», ha risposto Renzi, «è l’uomo più veloce a scappare nella storia, quando distribuirono il coraggio era in quarantena, ha il coraggio del coniglio mannaro». E a proposito dei 13 quesiti posti dal M5s – e scritti dopo quanto emerso dagli atti dell’inchiesta sulla Fondazione Open – Renzi ha commentato all’Aria che Tira, su La 7: «Sono le domande che mi fanno sempre, anche Giannini e la Gruber. Io rispondo sempre. Le risposte le sanno già, le ho date l’altra sera a Travaglio. Io rispondo, lei chiami Conte, lui mi fa le sue 13 domande e io gli faccio le mie, poi i cittadini scelgono». 

La Procura di Milano vuole che l'ex capo dei servizi segreti venezuelani, testimoni su presunti fondi 'neri' al M5S.

La Procura di Milano intende interrogare Hugo 'el Pollo' Carvajal, ex capo dei servizi segreti venezuelani, per riciclaggio di denaro e finanziamento illegale dei partiti. Nello specifico intende interrogare Carvajal sul presunto finanziamento del Movimento 5 Stelle, con 3,5 milioni di euro. Questa informazione sul finanziamento del Chavismo al M5S, pubblicata nel giugno 2020 dal quotidiano ABC, ebbe grande risonanza in Italia. Dopo il grande scandalo politico che l'informazione ABC ha provocato in Italia, la Procura di Milano ha aperto un'inchiesta con l'ipotesi di finanziamento illecito ai partiti e riciclaggio di denaro sporco. Ora, secondo il quotidiano La Stampa, i magistrati vogliono interrogare Hugo Carvajal, che in una dichiarazione scritta ha confermato al giudice del Tribunale spagnolo, Manuel García Castellón, il finanziamento del chavismo a vari partiti, tra cui Podemos , che ha smentito l'informazione , e il Movimento 5 Stelle , fondato nel 2009 da Gianroberto Casaleggio, scomparso nel 2016, e dal comico Beppe Grillo.

Testualmente, questa è stata la dichiarazione di 'el Pollo' Carvajal:

«Un altro esempio dei tanti movimenti comunisti nel mondo finanziati da Maduro e di cui ho ricevuto un resoconto dettagliato, è quello relativo al Movimento 5 Stelle per mano di Gianroberto Casaleggio, quanto riferito dall'Addetto Militare del Venezuela in Italia dove si è appreso che è stata spedita una valigia con 3,5 milioni di euro in contanti"Dice Hugo Carvajal, il quale aggiunge che questo denaro è stato "avallato e autorizzato dall'allora ministro degli Esteri Nicolás Maduro e che è stato portato in Italia attraverso una borsa diplomatica"»

Secondo i documenti dei servizi segreti venezuelani pubblicati dall'ABC, Gianroberto Casaleggio lo considerava il "promotore di un movimento di sinistra rivoluzionario e anticapitalista nella Repubblica Italiana".

La richiesta della Procura di Milano potrebbe avere un impatto sull'attuale situazione giudiziaria di Carvajal, detenuto in Spagna per un mese e mezzo per ordine degli Stati Uniti, che ne hanno chiesto l'estradizione. Questa potrebbe essere ritardata , su richiesta dei magistrati di Milano, effettuata per mezzo di una commissione rogatoria, cioè una comunicazione tra tribunali di paesi diversi per l'esercizio dei procedimenti giudiziari. In termini di giustizia, i rapporti tra Spagna e Italia sono molto buoni , capitolo al quale ha contribuito in modo particolare il giudice Manuel García Castellón, che per cinque anni è stato magistrato di collegamento a Roma tra la giustizia italiana e quella spagnola.

L'obiettivo dei magistrati italiani è, secondo la Stampa, interrogare 'el Pollo' prima della sua estradizione negli Stati Uniti. «L'obiettivo delle indagini affidate al Nucleo di Guardia di Finanza è conoscere il presunto finanziamento, capire il ruolo del Console Di Martino e degli altri intermediari coinvolti, che avrebbero ricevuto in Italia i 3,5 milioni di euro come così come il tardo Casaleggio e per quale scopo furono utilizzati. Soprattutto se ci sono altri episodi più recenti su cui indagare».

Le rivelazioni di Hugo Carvajal García Castellón sul finanziamento illegale dei partiti, in particolare del Movimento 5 Stelle, hanno avuto eco sui media italiani e la scorsa settimana è scoppiata una tempesta politica. Tra le prime a chiedere spiegazioni fu Giorgia Meloni, leader dei Fratelli d'Italia:“Sappiamo dal quotidiano Il Giornale - ha affermato Giorgia Meloni - che l'ex capo dell'intelligence militare di Chávez, Hugo Carvajal, avrebbe confermato alla giustizia spagnola il finanziamento dei partiti amici del regime venezuelano nel mondo. Tra questi ci sarebbe anche il M5S. Un articolo pubblicato in passato dal quotidiano spagnolo ABC, che aveva parlato di una valigetta con tre milioni e mezzo di euro in contanti inviata a Gianroberto Casaleggio da Nicolás Maduro, allora cancelliere di Chávez e ora presidente del Venezuela, il leader dei Fratelli di Italia. Giorgia Meloni ha chiesto ufficialmente al Movimento 5 Stelle e al suo presidente, Giuseppe Conte [ex presidente del Consiglio], di fare chiarezza su questa notizia e prendere politicamente le distanze dalla dittatura comunista di Caracas.

Allo stesso tempo, la deputata Augusta Montaruli, dei Fratelli d'Italia, ha portato il caso in Parlamento. Montaruli ha chiesto al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, attraverso un'interrogazione parlamentare, di adottare misure "per verificare una possibile ingerenza di uno Stato estero nella politica nazionale e nelle decisioni di governo". al Parlamento europeo, nell'ultima legislatura, i membri del M5S hanno sempre votato contro o si sono astenuti nelle mozioni di condanna del regime venezuelano.

Di fronte alla denuncia di Hugo Carvajal e alla sua ripercussione mediatica, Davide Casaleggio, figlio del co-fondatore del M5S, scomparso nel 2016, ha subito replicato: Mio padre non ha mai ricevuto soldi dal governo venezuelano. 

Già lo scorso anno era stato dimostrato che il documento presentato come prova era stato falsificato con Photoshop, spiega Casaleggio, presidente dell'Associazione Rousseau. Per difendere la memoria del padre, Casaleggio ha inviato addirittura una lettera al presidente della Repubblica, Segio Mattarella, nella quale chiedeva che «sia ripristinata la verità su uno scomparso che ha sempre fatto dell'integrità morale il proprio faro».