31 maggio 2022

I pacifisti preferiscono sacrificare l’Ucraina per “quieto vivere”!

Pensando alla situazione in Ucraina e alla paranoia di Putin, viene da chiedersi perché non sia mai stato fatto nulla per attuare trattati che avrebbero consentito la costruzione di un continente più pacifico. Ogni volta che scoppia una guerra, è normale che ai pacifisti venga posta la domanda:

"E adesso?" 


È vero che ci sono molte persone nel mondo cosiddetto “pacifista” che predicano la non violenza in ogni tipo di situazione, e che non osano addentrarsi nella complessità del conflitto, pieno di dilemmi, paradossi e, perché, per non parlare delle contraddizioni.

Fermatevi! Il grido di pace rivolto ai due contendenti non è privo di ambiguità. Anzi, ammettiamolo, è abbastanza privo di pudore. ”Fermatevi!” gridato agli aggressori significa: smettete di attaccare! Rivolto agli aggrediti significa: smettete di difendervi! Non è proprio la stessa cosa. Aggressore e aggredito non possono essere accomunati dalla stessa perorazione. C’è un eccesso di fiducia nell’aggressore e un tono di irrisione verso l’aggredito.

Se la Russia fa la guerra, per i pacifisti la colpa è dell’Occidente, degli USA e della Nato che hanno armato l’Ucraina. Di fatto, è la versione di Putin: stavano per attaccarmi, ho dovuto difendermi.

Qui circola la favola che attribuisce alla sola Ucraina l’origine e la pratica del conflitto.

Ma vi sembra che chi ha spianato la Cecenia abbia il pudore di non intervenire in Donbass?

Otto anni di conflitto a bassa intensità preparano l’aggressione all’Ucraina. Qui interviene un altro mirabile artificio dialettico: l’Ucraina è armata! Armata dalla Nato! Che scandalo: avrebbe dovuto farsi trovare disarmata? Viene il dubbio che l’opinione pubblica dei pacifisti, avrebbe preferito l’Ucraina disarmata. Non si può dirlo ma il senso è: si sarebbe arresa subito, la guerra non ci sarebbe stata, noi non saremmo stati coinvolti.

L’Ucraina sì. Avrebbe dovuto ricadere sotto il tallone dell’Impero asiatico neosovietico. Per carità, una storia triste ma tutto sommato a fin di bene per il mondo. Quindi se la Russia fa la guerra, a ben vedere la colpa è dell’Occidente, degli USA, della Nato che hanno armato l’Ucraina. All’obiezione che gli ucraini hanno deciso di non arrendersi il punto di vista più sottile insinua che se non fossero stati armati non l’avrebbero deciso. E qui prende forma la teoria della guerra per procura. La guerra vera è quella tra USA e Russia. Gli USA, vigliacchi, non combattono e fanno combattere gli ucraini. Sottovalutata la loro volontà nel momento in cui decidono di non arrendersi, gli ucraini vengono ridotti a meri esecutori, poco meno che dementi autolesionisti, della volontà bellica altrui. Mentre l’unica reale volontà bellica, quella russa, viene declassata a eccesso di autodifesa preventiva. Che è poi, più o meno, la versione di Putin: stavano per attaccarmi, ho dovuto difendermi.

Ciò che colpisce più di tutto in questa storia è la sostanziale dimenticanza per i danni subiti dall’Ucraina e dal suo popolo. Fin dal primo giorno l’esercito russo, e l’aviazione e la flotta, hanno martellato e distrutto sistematicamente infrastrutture vitali, fabbriche, centrali elettriche, ferrovie, acquedotti, stazioni, ponti, aeroporti e porti, magazzini di cibo, e poi in rapida successione ospedali, scuole, teatri, edifici pubblici, perfino qualche chiesa. 

All’inizio un pensiero ha sfiorato la mente di tutti: tutto ciò è terribile ma se ci riflettiamo sono tutte distruzioni selettive, non stanno radendo al suolo tutto come in Cecenia e come sarebbero in grado di fare. In fondo si trattengono come se aspettassero dagli aggrediti un cenno, solo un cenno, di disponibilità alla resa. Se questo ci fosse si fermerebbero. Ma col passare dei giorni, pochi giorni, è cominciato il bombardamento dei quartieri residenziali e allo stesso tempo il disfacimento dei paesi e dei villaggi. 

C’è ormai un repertorio dei danni edilizi che nella sua ripetitività ha qualcosa di didascalico. Casermoni rimasti in piedi ma con segni neri di sfiammate nate da finestre in basso e avviluppate verso l’alto fino ai tetti, qualche balcone sfranto, qualche pezzo di parete penzolante. Casermoni sezionati dal missile, ancora in piedi alle due estremità, collassati nel mezzo con tutti gli appartamenti tagliati in verticale, le loro intimità residue messe in mostra in una vana esposizione di oggetti di vita familiare. Altri demoliti per intero con schegge di pareti verticali puntute verso il cielo. Nelle campagne, povere case appena lambite dagli scoppi hanno il tetto ridotto a pochi tegoli incrinati sostenuti a stento dalla trama dei travetti. Sono quelle fortunate. 

Altre hanno l’intero tetto crollato e qualche parete sbilenca. Altre ridotte a maceria. I colpi ricevuti mostrano la natura interna delle pareti, spesso sottili, di mattoni grigi la cui opposizione al freddo è aiutata da tavole di coibente giallastro del tutto scombinate dalle esplosioni. Interi brani di villaggi rasi al suolo. Gli orti con le loro cintature occasionali rivelano la loro modestia, ma sono quasi tutti sconvolti da buche e riempiti spesso da quantità incredibili di spazzatura bellica eterogenea. Ovunque tappeti di vetri rotti. Anche se per caso gli edifici restano in piedi l’onda d’urto delle esplosioni produce un manto scricchiolante di vetri rotti disteso come una copertura universale. Poi ci sono le scuole con le aule lasciate a precipizio per l’arrivo delle truppe russe. Non tutte risparmiate dalle esplosioni. Ovunque tutto è disabitato, solo poveri vecchi vagano alla ricerca di qualcosa. Ovunque distese di voragini da missile o da bomba aerea. 

Poi c’è Mariupol: replica di Groznij e Aleppo sul Mar d’Azov. E poi di nuovo i missili selettivi indirizzati su obbiettivi prossimi alle maggiori città, minaccia elementare: ho colpito qui, la prossima volta posso ferire la città. Non insisto e lascio da parte le stragi delle tante Bucha, i corpi delle vittime giustiziate con un colpo in testa. Si dovrebbe comporre un minuzioso repertorio di tutti i danni materiali, catalogati per luogo e tipo di danno ricevuto e farne una mostra itinerante la cui meta finale (ma ovviamente impossibile) dovrebbero essere le scuole russe. 

Allo stesso modo si dovrebbe comporre e diffondere (far ascoltare) il repertorio delle telefonate tra i soldati russi e le loro madri: un campionario che spazia dall’amor materno afflitto e senza speranza per il figlio mandato al macello alla solidarietà militante con la tortura esercitata dai figli sui prigionieri. Se e quando si è presi dai pensieri sul ruolo di causa lontana svolto dall’Occidente nell’aggressione all’Ucraina si dovrebbe avere la pazienza di ripassare mentalmente tutti gli atti di offesa volontaria che l’esercito russo ha inferto a un popolo più che fratello.

Tutti i ragionamenti che sostengono la necessità primaria di arrivare al cessate il fuoco e all’apertura di un negoziato devono misurarsi con la volontà di Putin di negarsi al confronto. Viene così scolpita una frase realistica: la Russia di Putin non può essere umiliata. Che cosa può significare? Si dovrà concedergli una qualche porzione di suo gradimento del territorio ucraino? E come si potrà combinare questa facoltà con la volontà del paese offeso di mantenere la sua integrità territoriale? Ma c’è un banco di prova ancora più inevitabile. 

Chi paga i danni di guerra? La vastità delle distruzioni inflitte all’Ucraina, l’incalcolabile peso delle vite umane cancellate e delle invalidità inflitte, i danni ambientali imposti al territorio, la carestia addossata alle popolazioni dei paesi poveri in attesa delle granaglie ucraine. 

Chi pagherà tutto questo?

28 maggio 2022

LA GUERRA È DIVENTATA IL MODO DI FARE ECONOMIA E NON L'INTERRUZIONE DELL'ECONOMIA

 

Se la motivazione principale di Putin è resistere all'espansionismo della NATO, perché si sta comportando in modo da garantire che i suoi vicini lo vedano come una minaccia crescente alla loro sicurezza e rafforzando l'alleanza atlantica? Gli Italiani devono criticare la Nato, ma possono farlo senza cadere nell'argomentazione putinista secondo cui la Nato ha "preparato il terreno" per un conflitto che, a rigor di termini, è stato definito da una vocazione annessionistica interna.

La verità è che la NATO non ha un complice più efficace di Vladimir Putin. Nessun altro nemico tradizionale dell'imperialismo statunitense ha fatto di più per convalidare i sogni febbrili dei falchi più estremisti. Vent'anni fa, l'alleanza era una reliquia della Guerra Fredda la cui inesorabile espansione a spese della Russia era un tentativo trasparente degli Stati Uniti di consolidare l'unipolarità mentre i suoi rivali erano deboli. Più recentemente, è stato lacerato da crisi interne, dall'aggressione turca in Siria e Armenia al disprezzo aperto di Donald Trump per l'organizzazione. Eppure, ogni volta che Putin ha trasformato un conflitto politico in uno militare, o ha amplificato un conflitto militare locale, sia ai leader che ai cittadini degli stati della NATO è stato ricordato che, dopo tutto, 

in Ucraina, un decennio fa solo una piccola minoranza ha sostenuto l'adesione alla NATO; oggi, dopo anni di conflitti e perdite territoriali causate dalla Russia, una netta maggioranza sostiene l'adesione all'alleanza. Tradizionalmente, l'alternativa favorita dagli oppositori della NATO è stata la "finnizzazione", in cui gli stati più piccoli accettano un ruolo neutrale nei confronti delle grandi politiche di potere in cambio di garanzie di sovranità e non interferenza. Grazie alle azioni di Putin, questa opzione sta svanendo. La stessa Finlandia ora sostiene dure sanzioni contro la Russia e si è unita ad altri stati europei nell'invio di armi in Ucraina.

Quindi, se la motivazione principale di Putin è resistere all'espansionismo intransigente della NATO, perché si è comportato in modo da garantire che i suoi vicini lo percepiscano come una minaccia crescente alla loro sicurezza? I suoi discorsi e scritti offrono una risposta a questa domanda. Per Putin, resistere alla NATO è, infatti, secondario rispetto all'obiettivo più ampio di riunire russi, bielorussi e ucraini sotto il dominio russo o, in mancanza, almeno garantire che i russofoni in tutta l'ex Unione Sovietica facciano parte di un affidabile blocco di alleanze con la Russia (come nel caso della Bielorussia e del Kazakistan, che hanno una significativa popolazione di lingua russa) o ne sono governati direttamente. Putin vede la statualità russa e l'identità nazionale e linguistica come indissolubilmente legate, ed è disposto a versare sangue russo e ucraino per proteggere questa visione nazionalista. Sembra anche credere che il tempo stia scorrendo: è meno probabile che le generazioni più giovani nel mondo post-sovietico vedano i confini politici della regione come un problema da correggere. Da qui l'urgenza disperata e fatale delle mosse di Putin nel 2013 e nel 2014 e di nuovo nel 2022.

Questo spiega la particolare ostilità di Putin nei confronti dell'Ucraina, non solo nei confronti del suo governo filo-occidentale, ma nei confronti della natura stessa della statualità ucraina, che vede come un prodotto artificiale delle politiche di Lenin negli anni '20. Putin non nega l'esistenza di un cittadino ucraino identità o movimento prima della Rivoluzione: ciò a cui si oppone è la predilezione sovietica per unire regioni principalmente di lingua russa come Crimea, Donbas e Kharkov in una repubblica che considera vulnerabile al controllo degli ucraini nazionalisti che rifiutano la portata imperiale della Russia.

Putin descrive i suoi obiettivi in ​​Ucraina come "smilitarizzazione e denazificazione", ma le implicazioni pratiche di ciò rimangono poco chiare.  Putin non si accontenterà di alcune annessioni nel Donbas: l'obiettivo è "ricostruire, restaurare e riportare [l'Ucraina] alla sua condizione naturale come parte del mondo russo". 

Come altri stati post-sovietici, l'Ucraina ha effettivamente adottato posizioni nazionaliste sia internamente che esternamente. I gruppi neonazisti, pur non avendo alcuna influenza nell'apparato governativo, hanno spesso saputo agire nell'impunità o con il tacito incoraggiamento di alcuni funzionari governativi. Tuttavia, stabilire un'equivalenza o vedere una possibile giustificazione per l'invasione in questo caso sarebbe profondamente sbagliato. Nonostante le affermazioni infondate di Putin sulla pulizia etnica o sul "genocidio" nel Donbas, la Russia ha costantemente alimentato la violenta escalation del conflitto, iniziata nel 2013-2014, quando agenti russi come Igor Girkin hanno contribuito a trasformare le proteste nel Donbas contro il regime di Maidan di recente costituzione in un'insurrezione militarizzata supportata direttamente dalle forze russe. Da allora, entrambe le parti hanno mostrato la loro volontà di violare gli accordi di cessate il fuoco e prendere di mira i civili, ma alla fine l'Ucraina cerca di ripristinare lo status quo precedente. Solo la Russia ha in mente obiettivi imperiali più ampi, che impediscono una vera pace. Per quanto riguarda i neonazisti, la lotta in corso ha dato loro risorse e legittimità che altrimenti non avrebbero mai avuto e, nonostante il loro armamentario neostalinista, molti dei nazionalisti di lingua russa sostenuti dalla Russia nel Donbas sono di destra tanto quanto le loro controparti del Battaglione Azov. Questa non è la seconda guerra mondiale e l'intensificarsi della guerra non fermerà il processo di radicalizzazione nazionalista, ma l'Ucraina alla fine cerca di ripristinare lo status quo precedente. Solo la Russia ha in mente obiettivi imperiali più ampi, che impediscono una vera pace. Per quanto riguarda i neonazisti, la lotta in corso ha dato loro risorse e legittimità che altrimenti non avrebbero mai avuto e, nonostante il loro armamentario neostalinista, molti dei nazionalisti di lingua russa sostenuti dalla Russia nel Donbas sono di destra tanto quanto le loro controparti del Battaglione Azov. 

Tuttavia, l'azione militare della NATO (che al momento non sembra essere sul tavolo) sarebbe ancora peggiore, portando il mondo direttamente in una guerra termonucleare globale. Gli occidentali solidali con la difficile situazione dell'Ucraina non hanno altra scelta che sostenere e fidarsi della resistenza ucraina e russa alla guerra di Putin. Migliaia di russi sono già stati arrestati per aver protestato contro la guerra, un numero che sicuramente crescerà in modo significativo con l'espansione della guerra. Milioni di ucraini non vogliono essere bombardati, vivere sotto il dominio imperiale o essere costretti a emigrare; Milioni di russi non vogliono essere influenzati dalle sanzioni o reclutati in un'invasione che non porta loro nulla. Nella nostra risposta alla guerra, dobbiamo stare attenti a non fare eco alle élite nazionaliste russe: credono che incolpare la NATO distoglierà l'attenzione dal loro governo sempre più repressivo, cleptocratico e militarista in patria. La nostra lealtà deve essere con il popolo di Ucraina e Russia e con la causa della pace.

Putin dice che l'Occidente vuole "distruggere la Russia", ma la storia lo smentisce!!!

 

Il 23 marzo, l'ambasciata russa nel Regno Unito ha pubblicato su Twitter una citazione del presidente russo Vladimir Putin.

“Il cosiddetto Occidente collettivo non ha bisogno di una Russia forte e sovrana, e non risparmia la nostra indipendenza politica e la difesa dei nostri interessi nazionali. Sta cercando di dividere la nostra società. Il loro obiettivo è distruggere la Russia".

In realtà, è falso. Per decenni, dopo la caduta dell'Unione Sovietica nel 1991 e la fine della Guerra Fredda, l'Occidente non solo ha aiutato molto la Russia, ma ha anche chiuso un occhio sui numerosi atti di aggressione della Russia prima dell'attuale guerra in Ucraina. .

Ecco un piccolo esempio di ciò che gli Stati Uniti hanno fatto per aiutare e corteggiare la Russia, da un fascicolo del Dipartimento di Stato che copre gli anni dal 1991 al 2009.

- Nel gennaio 1992, gli Stati Uniti hanno autorizzato 645 milioni di dollari di aiuti umanitari alle nuove repubbliche indipendenti dell'ex URSS.

- Nello stesso mese, Boris Eltsin ha fatto la sua prima visita negli Stati Uniti come presidente della Russia, durante la quale l'allora presidente degli Stati Uniti George HW Bush ha negoziato un accordo reciproco per la riduzione delle armi. Bush ha accettato di sostenere la causa della Russia per l'assistenza del Fondo monetario internazionale e della Banca mondiale. I due hanno rilasciato una dichiarazione congiunta secondo cui Russia e Stati Uniti non erano nemici.

- Nel febbraio 1992, l'operazione militare statunitense Provide Hope ha inviato medicinali e attrezzature mediche alle ex repubbliche sovietiche, inclusa la Russia.

Allo stesso tempo, l'Occidente ha risposto a malapena alle spacconate della Russia contro Georgia e Moldova mentre Eltsin era al potere. Le forze russe hanno svolto un ruolo chiave nell'aiutare i movimenti separatisti pro-Cremlino a sconfiggere i governi legittimi in quei paesi.

Quei "conflitti congelati", come vennero chiamati, continuano ancora oggi. Nel 2008, un'impennata della violenza separatista in Georgia sostenuta dalla Russia è stata seguita da un intervento militare russo diretto in quel paese.

Nel 1994-1996, la Russia ha lanciato una guerra brutale ma senza successo contro le forze separatiste in Cecenia, che aveva dichiarato l'indipendenza come Repubblica cecena di Ichkeria. Gli Stati Uniti, come la maggior parte delle nazioni, non hanno riconosciuto quel territorio.

Se l'Occidente voleva davvero distruggere la Russia, non ha mai avuto un periodo migliore degli anni '90, quando il Paese ha attraversato una crisi di instabilità economica, povertà e criminalità organizzata. Invece, l'Occidente ha continuato a salvare i leader russi nonostante la corruzione e la violenza dilaganti e le minacce di violenza nei confronti dei vicini della Russia.

La cooperazione e l'assistenza degli Stati Uniti non si sono concluse quando Eltsin ha ceduto il potere a Putin.

Nel 2000, l'allora presidente Bill Clinton si recò a Mosca e firmò una serie di accordi con il nuovo presidente russo, inclusa la prima missione militare permanente USA-Russia, che includeva il monitoraggio dello spazio e dei lanci di missili a livello globale.

Clinton e il suo successore, George W. Bush, hanno continuato a incontrarsi con Putin e ad elaborare accordi sulla riduzione degli armamenti, il controllo degli armamenti e la lotta al terrorismo.

Anche dopo la guerra di cinque giorni della Russia con la Georgia nel 2008, gli Stati Uniti e l'Unione Europea hanno continuato a fare affari con la Russia. All'inizio del 2009, il neo-insediato Barack Obama ha annunciato un "reset" con la Russia, sperando di migliorare le relazioni bilaterali, che si erano deteriorate.

Ciò è stato seguito da enormi investimenti in Russia da parte di società statunitensi, inclusa PepsiCo, con $ 1 miliardo quell'anno.

Nel frattempo, all'Ucraina e alla Georgia, in cerca di adesione alla NATO, è stato negato il processo di adesione all'alleanza. Quella posizione era guidata principalmente da Francia e Germania, principalmente per non provocare la Russia.

La Russia, in collaborazione con diversi paesi dell'Europa occidentale, ha completato il gasdotto Nord Stream nel 2012 per vendere più gas naturale all'Europa. La costruzione di un secondo gasdotto, il Nord Stream 2, è iniziata nel 2011 ed era quasi pronto per l'uso prima dell'invasione russa dell'Ucraina un mese fa.

L'elenco degli investimenti in Russia e dei progetti congiunti tra Occidente e Russia è lunghissimo.

In che modo la Russia ha premiato i decenni di pazienza e tolleranza dell'Occidente nei confronti della sua condotta?

- Nel 2007, la Russia ha lanciato un'ondata di attacchi informatici contro l'Estonia.

- Come affermato in precedenza, la Russia ha invaso la Georgia nel 2008 e successivamente ha riconosciuto ufficialmente le due regioni separatiste dell'Abkhazia e dell'Ossezia meridionale in quel paese.

- Nel 2014, la Russia ha occupato e annesso la penisola ucraina della Crimea e ha fomentato una guerra nella regione del Donbass. Questa è stata la prima azione aggressiva della Russia che è stata accolta con una risposta dall'Occidente, sotto forma di sanzioni economiche.

- Nel 2016, la Russia si è impegnata in una campagna per interferire nelle elezioni presidenziali statunitensi, che includeva la diffusione della disinformazione sui social media e gli attacchi informatici.

- Sempre nel 2016, la Russia è stata accusata di aver organizzato un colpo di stato per rovesciare il governo filo-occidentale del Montenegro.

- Nel 2018, agenti russi hanno cercato di assassinare l'ex spia Sergei Skripal a Salisbury, in Inghilterra, usando un agente nervino sviluppato dai militari. Una persona è morta e tre sono state ricoverate in ospedale a seguito di questa operazione. (Nel 2006, agenti russi hanno avvelenato l'ex agente dell'intelligence russa e dissidente Alexander Litvinenko con una sostanza radioattiva a Londra. Uno di quelli coinvolti nell'assassinio è diventato in seguito membro del parlamento russo.)

- Più omicidi e tentati omicidi di dissidenti ceceni in Europa e Medio Oriente sono stati collegati alla Russia.

Questo è solo un elenco parziale della più recente escalation russa. In poche settimane, l'invasione dell'Ucraina da parte di Putin ha lasciato migliaia di morti, milioni di sfollati e diverse città in uno stato di distruzione simile a quello lasciato dalla seconda guerra mondiale.

21 maggio 2022

I ‘cattivi’ questa volta sono i ‘buoni’!!!

 Il benaltrismo è ancora più ridicolo: “eh si, Putin ha invaso, ma gli americani allora?”, segue poi la lunga lista di conflitti che hanno visti protagonisti gli USA (dalla Guerra di Corea all’Afghanistan). E quindi? Solo un idiota potrebbe pensare che il mondo sia una contrapposizione fra bene e male; se si unisce questa visione a posizioni anti occidentali, il risultato è ‘USA invasori cattivi, mai con loro’. Gli USA sono tutt’altro che dei santi, sono il primo a contestare e condannare Guantanamo piuttosto che l’invasione in Iraq o i colpi di stato in Sudamerica durante la Guerra Fredda che hanno portato al potere regimi dittatoriali fascisti, come Pinochet. Ma non è questo il punto! Analizzando la questione usando la logica, il ragionamento di questi è: la Russia ha invaso, l’Occidente condanna, ma l’Occidente è il cattivo perchè Iraq, Guantanamo ecc., ne consegue che il Criminale è il ‘buono’ della situazione. Ecco perchè non schierarsi con nessuno equivale a giustificare il Criminale, essendo una contrapposizione a due parti. Non è così? Queste persone in realtà condannano l’invasione e la mattanza di civili? Allora vuol dire allinearsi con la posizione dell’Occidente, piaccia o meno; probabilmente è proprio questo che dà fastidio, i ‘cattivi’ questa volta sono i ‘buoni’, e non è accettabile. Così, si finisce per anteporre la propria propria ideologia ai fatti, finendo quindi per giustificare il Criminale. La ciliegina sulla torta è il paragone Cuba-Ucraina, totalmente inappropriato sia perchè in Ucraina non ci sono missili nucleari (e neanche nei Paesi Baltici o, in generale, ex-Patto di Varsavia) sia perchè gli USA non hanno bombardato i civili cubani, usando la paura come scusa.

Infine, l’aspetto che trovo di gran lunga più vergognoso: l’uso del pacifismo per nascondere sottomissione e inettitudine, da ‘ripudiare la guerra come strumento di offesa‘ si passa a ripudiarla anche come strumento di difesa. Ci sono poi diverse sfumatore di questa teoria, come il Montanari che si arrenderebbe senza se e senza ma, l’Orsini che sostiene che Putin abbia già vinto e non ha senso combattere, l’ANPI (sì, proprio quell’ANPI..) che condanna gli scontri armati degi Ucraini e indica la diplomazia come unica via d’uscita o il Salvini che non vuole supportare l’Ucraina con le armi. Parafrasando Margaret Thatcher, ‘tutti capaci di fare i pacifisti con l’invasione degli altri‘.

I cittadini ucraini non stanno combattendo perchè sono guerrafondai o per gusto di ammazzare, bensì perchè degli aggressori vogliono distruggere le loro vite, le loro case, il loro Paese, la loro libertà. Con quale arroganza alcuni italiani, discendenti di quella generazione di partigiani che negli anni ’40 hanno fatto con enorme coraggio la stessa cosa contro i nazi-fascisti, osano affermare che gli Ucraini non hanno il diritto di difendersi e che devono sottomettersi al regime dittatoriale che li bombarda? Veramente c’è gente convinta che basta sedersi ad un tavolo, convincere il Criminale che sta facendo cose sbagliate, ottenere le sue scuse e si torna amici come prima?

Sono sicurissimo che prima o poi si avranno delle trattative serie per la pace, ma sarà il Cremlino a deciderlo, quando la situazione sul campo di battaglia è totalmente a loro vantaggio, in modo da dettare condizioni imperative, o al contrario è drasticamente a sfavore e la vittoria è impossibile, in modo da non perderci totalmente la faccia. Fino ad allora, ogni tentativo sarà una farsa, da cui i russi cercheranno di trarre qualche vantaggio tattico, come i corridoi umanitari che consentono facili carneficine di profughi disarmati. Faccio inoltre tanta fatica a capire lo schieramento ideologico dell’Associazione Partigiani, da sempre per qualche motivo schierati ad estrema sinistra (quando in realtà vi erano popolari, liberali e moderati), oggi anche loro finiscono per giustificare il Criminale in nome di un ideologia anti-occidentale, di cui non vedo senso alcuno. Forse non hanno mai capito il significato di ‘Bella Ciao’…

Neanche mi immagino cosa sarebbe successo se gli USA avessero scelto questa via nel 1917, anziché mandare i propri soldati nelle trincee in Belgio e Italia per contrastare il Kaiser, o qualche anno più tardi in Normandia e in Sicilia. Prendo proprio gli USA come esempio perchè si trovavano nella stessa situazione in cui ci troviamo noi oggi: dei Paesi loro amici, UK e Francia, erano stati aggrediti dalla Germania, loro avrebbero potuto rimanere indifferenti alla guerra in Europa (piccola chicca storica: in seguito a Pearl Harbor, Roosevelt dichiarò guerra solo al Giappone, furono Hitler e Mussolini che, con una certa ingenuità, dichiararono per primi guerra agli USA), per fortuna decisero di schierarsi e fare addirittura di più, inviando uomini direttamente sul campo. Probabilmente non nel breve termine, ma quantomeno nel medio periodo gli aiuti bellici della NATO verso gli Ucraini farebbero un’enorme differenza, basta guardare i risultati degli aiuti USA ai Mujaheddin: in 10 anni riuscirono a rendere la guerra troppo costosa per i sovietici, che furono costretti a ritirarsi.

Ci tengo inoltre a ricordare che l’invio di armi rappresenta una parte degli aiuti che noi europei stiamo dedicando agli ucraini, basta pensare all’assistenza ai profughi o le raccolte di denaro piuttosto che viveri/medicinali. L’indifferenza è null’altro che una condanna a morte per sempre più persone. Fortuna solo che, come scritto nel titolo, questi sono solamente una piccola ed insignificante minoranza, non in grado di influenzare significativamente l’opinione generale (come i no-vax), che al contrario fa di tutto per supportare gli amici ucraini.

Quindi, cari amici, voi da che parte state? Preferite supportare la difesa dell’Ucraina o giustificare l’invasore “Putin”?


17 maggio 2022

L'equidistanza"e il "falso pacifismo"...

L'equidistanza"e il "falso pacifismo" di fronte all'invasione russa in Ucraina possono portare alla complicità con gli aggressori se intendono lesinare sul significa resistere e combattere l'autocrazia.

Non possiamo essere equidistanti di fronte a un'invasione che sta portando a crimini contro l'umanità o praticare un falso pacifismo che nega al popolo ucraino ogni tipo di aiuto per difendere la propria legittimità.

Mettere in discussione il necessario sostentamento per la resistenza contro l'autocrazia è la cosa più vicina alla complicità con gli aggressori.

L'invasione dell'Ucraina mostra che questi nemici sono disposti a tutto, anche il più aberrante, come massacri di civili, impatti su tutti i media e le infrastrutture energetiche, qualcosa di sfortunato.

In questi "momenti amari" la messa in discussione dell'UE sono trucchi che "i nemici della democrazia usano senza esitazione" seguendo il principio di " dividere e conquistare".

La democrazia è un miracolo politico che va curato, protetto, non è un fatto irreversibile, ha nemici di ogni tipo disposti a minarla con intrighi, fino a schiacciarla con la forza bruta.

Per questo  non si può rimanere "passivi" di fronte agli "eventi atroci" di questa guerra servono  "voci unite" contro questa invasione.

L'Ucraina ha confermato la resa della città di Mariupol.

L'Ucraina ha confermato la resa della città di Mariupol , diventata un'icona di resistenza all'invasione russa. Lo stato maggiore dell'esercito ucraino ha dichiarato che i soldati che hanno resistito alle forze militari russe presso l'acciaieria Azovstal nella città sud-orientale del paese hanno compiuto la loro missione. Questa comunicazione è stata resa pubblica dopo l' evacuazione di oltre 260 combattenti feriti , di cui mezzo centinaio in modo grave, che stavano resistendo nell'acciaieria, unico baluardo della resistenza .

"La guarnigione di Mariupol ha compiuto la sua missione di combattimento. Il Comando militare supremo ha ordinato ai comandanti delle unità di stanza ad Azovstal di salvare la vita del personale" che vi rimane, assicura l'alto comando militare in un comunicato pubblicato su Facebook e riprodotto dalle agenzie locali. Un totale di 53 militari gravemente feriti dell'acciaieria sono stati trasferiti in un centro medico a Novoazovsk , nell'area occupata dalle forze russe. Altri 211 difensori sono stati evacuati attraverso il corridoio umanitario fino a Olenivka, sempre nel territorio controllato da Mosca. Tutti, secondo il governo di Kiev, torneranno nel territorio sotto il controllo dell'Ucraina attraverso una procedura di scambio .

Il comunicato militare non chiarisce, invece, se ci siano ancora soldati nelle acciaierie bombardate da settimane dai russi, né specifica chi sia stato il responsabile del trasferimento dei soldati russi, la maggior parte dei quali legati al reggimento ultranazionalista Azov .

Non si sa nemmeno come avverrà l'ipotetico scambio di questi soldati con prigionieri di guerra russi catturati in Ucraina, secondo l'accordo raggiunto tra i due Paesi, di cui non sono stati forniti molti dettagli.

"I difensori di Mariupol sono gli eroi del nostro tempo. Rimarranno per sempre nella storia", si legge nella nota che parla dei componenti di questo distaccamento, che comprendono elementi delle "forze speciali del reggimento 'Azov', la 12a Brigata della Guardia Nazionale dell'Ucraina, della 36a Brigata del Corpo dei Marines, guardie di frontiera, poliziotti, volontari e Difesa Territoriale Mariupol", tra gli altri. Secondo il comando militare, "grazie al mantenimento delle posizioni in Azovstal non abbiamo permesso al nemico di trasferire un distaccamento di 17 gruppi di battaglioni tattici (circa 20.000 soldati) in altre parti" dell'Ucraina .

"Pertanto, hanno impedito l'attuazione del piano (russo) per la rapida cattura della città di Zaporizhia (sud) e per raggiungere il confine amministrativo di regioni" come la filorussa Donetsk, a est. "Tenere le principali forze nemiche intorno a Mariupol ci ha permesso di preparare e creare linee difensive dove si trovano oggi le nostre truppe e respingere dignitosamente l'aggressore. Avevamo bisogno di tempo per formare le nostre riserve, raggruppare le forze, ricevere assistenza dai nostri partner", la dichiarazione disse.

Pertanto, "il compito comune più importante per tutta l'Ucraina e il mondo intero è salvare la vita ai difensori di Mariupol", ha ribadito lo Stato Maggiore. La città costiera di Mariupol è stata assediata dalle truppe russe praticamente da quando è iniziata l' invasione del paese il 24 febbraio.

La città, sulle rive del Mar d'Azov, è stata pesantemente bombardata e praticamente distrutta, con la popolazione impossibilitata a fuggire dalla zona che vive in condizioni subumane. Per settimane solo alcune centinaia di soldati hanno offerto resistenza alle truppe russe trincerate nelle strutture della siderurgia Azovstal , dove si sono rifugiati anche i civili evacuati il ​​7 maggio.

La caduta in mano russa di quest'ultima roccaforte militare di Mariúpol fornirebbe a Mosca la possibilità di stabilire un corridoio tra l'Ucraina orientale (Donbas) e la penisola di Crimea, che controlla già dal 2014.

12 maggio 2022

Perché i politici non mantengono mai le promesse elettorali?

Prima di iniziare, avverto che oggi non sarò politicamente corretto con la "classe politica" e con la politica in generale.

La politica mi piace, la seguo e mi sento immerso nella politica quotidiana. Ma questo non significa che io creda a tutto. Fin dalla mia giovinezza ho vissuto pienamente gli alti e bassi della politica. La cosa triste è che dopo tutti questi anni, tutto è come prima. 

Promesse non mantenute. Ma continueremo a votare, scegliendo chi promette ciò che vogliamo sentire, e mantenendo questo sistema basato su bugie, false promesse, inganni consensuali, e sempre con la speranza che questa volta sia l'ultima. Sembra che i nuovi giochi portino freschezza, ma non nel senso di aria fresca, piuttosto nel senso di qualcosa di più o meno lo stesso. 

Si sa, in campagna elettorale i politici si scatenano . Si fanno prendere dal panico. Alcuni possono perdere il potere, altri lo accarezzano. Lo desiderano tutti. In politica non tutto è molto credibile. Diagnostica su richiesta, sulla base di dati inventati, non verificati, che differiscono in base al colore politico del vetro attraverso il quale si guarda, e quindi si vuole fare scienza sulla base di dati non verificati. Gli stessi dati, di qualunque cosa si tratti, sono interpretati in modo radicalmente diverso dai politici . Questa è una chiara dimostrazione di quanto la politica è incoerente. Inoltre, la politica è una grande creatrice di promesse . Ricordiamo tutti il ​​famoso "Posso promettere e prometto". Prometto che se governo, prometto che sarò implacabile contro..., prometto che alzerò o abbasserò tale tassa, prometto che le pensioni aumenteranno, prometto... tutto ciò che mi viene in mente. E quando uno dei "promettenti" raggiunge il potere, vengono meno le promesse.

Insomma, tutta una grande bugia, una farsa che si ripete ogni 5 anni.

La politica è una pseudoscienza basata su grandi bugie. Quando si fanno i conti di base, tutto è più che dubbio. Se chiedi a un politico, e tutto ciò che promette con quali soldi verrà pagato? Come è possibile se dice anche che abbasserà le tasse? Queste e molte altre domande possono essere poste e risponderanno sempre allo stesso modo. Se risparmiamo da questo o quello, se eliminiamo le spese superflue, se lottiamo contro l'evasione fiscale, ecc. Ehi, lo dicono sempre ogni 5 anni, ma nessuno lo fa. 

Bene, e per finire, chiedi a tutti i politici di smetterla di barare su questioni importanti . Parliamo seriamente delle grandi questioni su cui dobbiamo essere d'accordo. Uno di questi è la Zona Franca in Sardegna, nel secondo posto del programma elettorale del nostro caro Presidente Solinas. 

Caro Presidente, smetti di fare promesse, smetti di barare e dire una cosa e fare il contrario. Non prenderci più in giro . 

Ingenuo da parte mia crederci, tra altri 5 anni diranno ancora la stessa cosa. 

Tempo al tempo. 

07 maggio 2022

8 Maggio festa della mamma!


Le madri sono uniche , non solo perché ci hanno dato la vita, ma perché ci danno la loro vita ogni giorno della nostra vita. Senza di loro non saremmo diventati quello che siamo oggi. Si prendono cura di noi, ci proteggono, ci aiutano a crescere, ci dicono le verità che fanno male ma sono anche le uniche che ci fanno sorridere quando gli altri non lo fanno.

Una madre è capace di dare tutto senza ricevere nulla. Amare con tutto il cuore senza aspettarsi nulla in cambio. Investire tutto in un progetto senza misurare la redditività che porta il tuo investimento. Una madre ha ancora fiducia nei suoi figli quando tutti gli altri l'hanno persa. 

Tanti auguri a tutte le mamme.


06 maggio 2022

UCRAINA: LE FORZE RUSSE DEVONO AFFRONTARE LA GIUSTIZIA PER I CRIMINI DI GUERRA NELL'OBLAST DI KIEV

Le forze russe devono affrontare la giustizia per una serie di crimini di guerra commessi nella regione a nord-ovest di Kiev, ha affermato oggi Amnesty International in un nuovo briefing a seguito di un'ampia indagine sul campo.

Il briefing, 'He's Not Coming Back': War Crimes in Northwest Areas of Kyiv Oblast , si basa su dozzine di interviste e un'ampia revisione di prove materiali. Amnesty International ha documentato attacchi aerei illegali su Borodyanka ed esecuzioni extragiudiziali in altre città e villaggi tra cui Bucha, Andriivka, Zdvyzhivka e Vorzel.

Una delegazione di Amnesty International, guidata dal Segretario generale dell'organizzazione, ha visitato la regione nei giorni scorsi, parlando con i sopravvissuti e le famiglie delle vittime e incontrando alti funzionari ucraini.

"Il modello di crimini commessi dalle forze russe che abbiamo documentato include sia attacchi illegali che uccisioni volontarie di civili", ha affermato Agnès Callamard, Segretario generale di Amnesty International.

“Abbiamo incontrato famiglie i cui cari sono stati uccisi in attacchi orribili e le cui vite sono cambiate per sempre a causa dell'invasione russa. Sosteniamo le loro richieste di giustizia e invitiamo le autorità ucraine, la Corte penale internazionale e altri a garantire la conservazione delle prove che potrebbero supportare futuri procedimenti penali per crimini di guerra.

“È fondamentale che tutti i responsabili, compresa la catena di comando, siano assicurati alla giustizia”.

A Borodyanka, Amnesty International ha scoperto che almeno 40 civili sono stati uccisi in attacchi sproporzionati e indiscriminati, che hanno devastato un intero quartiere e lasciato migliaia di persone senza casa.

A Bucha e in diverse altre città e villaggi situati a nord-ovest di Kiev, Amnesty International ha documentato 22 casi di uccisioni illegali da parte delle forze russe, la maggior parte delle quali erano apparenti esecuzioni extragiudiziali.

Durante 12 giorni di indagini, i ricercatori di Amnesty International hanno intervistato i residenti di Bucha, Borodyanka, Novyi Korohod, Andriivka, Zdvyzhivka, Vorzel, Makariv e Dmytrivka e hanno visitato i luoghi di numerosi omicidi.

In totale, hanno intervistato 45 persone che hanno assistito o hanno avuto conoscenza diretta di uccisioni illegali di parenti e vicini da parte di soldati russi e altre 39 persone che hanno assistito o hanno avuto conoscenza diretta degli attacchi aerei che hanno preso di mira otto edifici residenziali. 

04 maggio 2022

La parola guerra sembra sinonimo di "tutto va bene".

Giorno dopo giorno dall'inizio dell'invasione russa dell'Ucraina, vediamo come la popolazione civile ucraina sia vittima dei bombardamenti dell'esercito russo, rabbrividiamo con le immagini di un ospedale per la maternità a Mariupol distrutto dalle bombe e con le storie di  persone che a poco a poco stanno arrivando nel nostro paese.

Ovunque si moltiplicano i messaggi di aiuto all'Ucraina, aiuti indubbiamente necessari, ma che a volte fanno sentire che quelle parole non sono altro che una circonlocuzione per evitare di dare un nome a ciò che sta accadendo: siamo in guerra con la Russia.

Una guerra che si fa sul campo di battaglia, certo, ma che ha altri scenari: quello della cybersecurity, quello dei social network (esempio molto significativo: Facebook e Instagram consentono già di pubblicare messaggi di odio contro Putin) e, soprattutto, quello economico.

Ed è che le bombe cadono in Ucraina con effetti devastanti per la sua popolazione, ma la sua ondata espansiva non impiega molto a raggiungere le nostre famiglie: aumento di gas, elettricità (anche di più), carburante, alimenti di base come cereali e petrolio... Prezzo incrementi che sono un peso in più per le famiglie e le imprese.

La pandemia causata dal coronavirus ha tutte le carte in regola per diventare una nuova opportunità persa per trasformarci come società. Ripensare il nostro modello di consumo, il nostro modo di muoverci nel mondo, il nostro rapporto con il pianeta.

È ovvio che l'importante ora è fermare le bombe e aiutare le vittime, ma se è possibile imparare qualcosa da una barbarie come questa, forse sarebbe che sta diventando più che mai evidente che il nostro modello energetico e di consumo sono superati e che è una buona occasione per ripensarli, per puntare su energie meno inquinanti e più rispettose del pianeta, verso modelli di consumo più sostenibili.

Crisi economica. Pandemia. La guerra. Più crisi economica, se a un certo punto fossimo riusciti a uscirne. È difficile che la paura non ci afferri. Che accettiamo di rinunciare ai diritti per la nostra sicurezza. Che le opzioni politiche più esclusive non smettano di crescere come un mostro alimentato dalla nostra paura.

E di fronte alla paura, quelli di noi che sanno che questo mondo può essere migliore non hanno altra scelta che resistere, imparare e agire. Sì, azione, collettiva, certo, ma anche individuale, perché anche quello che facciamo provoca cambiamenti, perché siamo l'arma più potente per cambiare la direzione che seguiamo come società.

22 aprile 2022

Quando le emozioni pesano più della ragione...

Quando le emozioni pesano più della ragione, sosteniamo tutto ciò che il governo propone. In questa guerra mi ribello a fare o dire "qualunque cosa serva" per stringere i ranghi con "la nostra parte".

Da giorni si dice "in guerra la prima cosa che si perde è la verità". Siamo di fronte a uno scenario di giornalismo di guerra in cui ciascuna parte usa la comunicazione a proprio favore, usa il linguaggio che le è favorevole - Putin ha proibito l'uso delle parole guerra, invasione, distruzione - , massimizza i suoi risultati e riduce al minimo le vittime o gli errori .

Putin mostra immagini pulite della guerra, si vedono solo soldati in formazione, carri armati... Non mostra attacchi, non mostra distruzioni di edifici, ospedali o scuole, non mostra feriti o morti, non mostra la popolazione angosciata. Putin mostra mappe del progresso militare, mostra successi.

L'Ucraina fa lo stesso, ma al contrario: mostra distruzioni, attacchi alle infrastrutture, attacchi che danneggiano vite, mostra la disperazione delle persone, i feriti, i morti, i danni alle case; mostra la loro resistenza all'esercito russo, un esercito che non può batterli.

E vediamo la guerra, vediamo la sofferenza delle persone, empatizziamo e lasciamo che le nostre emozioni guidino le nostre decisioni. Quando le emozioni superano la ragione, sosteniamo qualsiasi proposta del governo, che si tratti di essere coinvolti in guerre, vendere armi o spendere più soldi.

Questo giornalismo sentimentale spinge gli spettatori a reazioni viscerali. Vogliono fermare la guerra, qualunque cosa accada, attaccando Putin o militarmente o con mezzi molto duri; vogliono vedere i governanti occidentali prendere posizioni dure. Questo giornalismo alimenta il conflitto e legittima la guerra.

I media presentano Putin come l'unico responsabile di essere dove siamo, come se tutto fosse colpa sua. Con questo non voglio lesinare aggettivi che condannano tutto ciò che fa o minimizzare tutte le responsabilità che ha: spero che finisca alla Corte penale internazionale per crimini di guerra e crimini contro l'umanità! 

Ma tutti noi sappiamo che l'escalation di un conflitto è una questione di almeno due.

Ed è anche bene ricordare che le guerre le fanno i governanti, non i paesi o le persone.

Il treno della vita!

La vita è come un viaggio in treno. Con le sue stazioni e cambi di binario, qualche incidente, piacevoli sorprese in alcuni casi, e profonda tristezza in altri. Alla nascita, saliamo sul treno e incontriamo i nostri genitori, crediamo che viaggeranno sempre al nostro fianco. Ma a qualche stazione scenderanno lasciandoci per continuare il viaggio, improvvisamente ci ritroveremo senza la loro compagnia e il loro insostituibile amore.

Tuttavia, saliranno tante altre persone che per noi saranno molto speciali e significative il treno della nostra vita. I nostri fratelli, gli amici e, ad un certo punto, l'amore della nostra vita. Alcuni prenderanno il treno, per fare una semplice passeggiata. Altri durante il loro viaggio vivranno momenti di oscurità e tristezza. E troveremo sempre chi è disposto ad aiutare i più bisognosi.

Molti lasciano un vuoto permanente quando scendono. Altri passano così inosservati che non ci rendiamo nemmeno conto di aver lasciato il posto libero. È curioso vedere come alcuni passeggeri, anche i propri cari, si sistemano in auto diverse dalla nostra . Per tutto il viaggio sono separati, senza alcuna comunicazione.
Ma in realtà nulla ci impedisce di avvicinarci a loro se c'è buona volontà da parte nostra. Altrimenti potrebbe essere tardi e troveremo un'altra persona al loro posto.

Il viaggio continua, pieno di sfide, sogni, fantasie, gioie, tristezza, attese e addii. Cerchiamo di avere un buon rapporto con tutti i passeggeri, cercando in ognuno il meglio che hanno da offrire. Ad un certo punto lungo la strada, potrebbero esitare e probabilmente avremo bisogno di capirli … ma ricordiamoci che anche noi, molte volte, esitiamo e abbiamo bisogno di qualcuno che ci capisca.

Il grande mistero per tutti noi è che non sapremo mai a quale stazione dobbiamo scendere. Né dove scenderanno i nostri compagni di viaggio, nemmeno quello seduto accanto a noi. A volte penso al momento in cui devo scendere dal treno. Proverò nostalgia, paura, gioia, angoscia...? Essere separato dagli amici che ho conosciuto durante il viaggio sarà doloroso e lasciare i miei figli da soli sarà molto triste. Ma conservo la speranza che a un certo punto avrò l'emozione di vederli arrivare alla stazione centrale con i bagagli che non avevano quando hanno iniziato il viaggio.

Quello che mi renderà felice è pensare che ho collaborato affinché loro crescessero e rimanessero su questo treno fino alla stazione finale. Amici... Rendiamo significativo, utile il nostro viaggio su questo treno. “Viviamo in modo tale che quando arriva il momento di sbarcare, il nostro posto vuoto lasci bei ricordi a chi continua a viaggiare sul Treno della Vita”

Buon viaggio

19 marzo 2022

Un pilota russo catturato ammette di sapere che stava bombardando obiettivi civili.

Uno dei soldati russi catturati dalle truppe ucraine è apparso in una conferenza stampa. Si tratterebbe di un pilota, il tenente colonnello Maxim Christopher, vice comandante del 47° reggimento dell'aviazione, che ha confessato che già a gennaio era stato detto loro che avrebbero partecipato all'invasione dell'Ucraina e che hanno subito iniziato a prepararsi con il pretesto delle manovre militari.

 Colpisce il fatto che abbia ammesso di sapere che in uno dei suoi raid ha bombardato zone residenziali e non obiettivi militari. Dall'inizio della guerra ha effettuato tre voli, il primo lo stesso 24 febbraio, quando ha sganciato tre tonnellate di bombe ad alto potenziale esplosivo sui lavoratori dell'esercito ucraino a sud di Balaklia ; la seconda sortita è avvenuta il 3 marzo, lanciando altre tre tonnellate di esplosivo su una colonna di veicoli corazzati ucraini vicino a Izium. Secondo lui, in entrambi i casi ha centrato il bersaglio. Il terzo attacco è stato quello avvenuto il 6 marzo, quando ha sganciato 4.000 chili di bombe su quartieri residenziali, dopo di che è stato abbattuto.

 “Durante la missione di combattimento, mi sono reso conto che l'obiettivo non erano le installazioni militari del nemico, ma edifici residenziali e civili , ma ho obbedito. Dopo il bombardamento, è stato abbattuto dalle difese aeree ucraine", ha detto il russo.

Alla domanda dei giornalisti se avrebbe continuato a bombardare condomini se non fosse stato abbattuto, il pilota ha riconosciuto che "noi continueremmo a svolgere missioni di combattimento, siamo militari ". Nonostante ciò, ha confessato che è possibile non eseguire ordini penalmente punibili.

"C'è la possibilità di non eseguire l'ordine, ma ho mostrato debolezza e codardia e ho eseguito questo terribile ordine", ha detto il pilota catturato, dopo di che si è scusato con il popolo ucraino e ha chiesto ai soldati russi di interrompere l'esecuzione degli ordini criminali e dichiarare guerra alla popolazione civile ucraina.

"Penso che abbiamo già perso questa guerra", ha concluso.

18 marzo 2022

Cui prodest eolico ?


A causa di queste ultime tragiche vicende, anche l’Italia si trova a fare i conti con la mancanza quasi totale di fonti energetiche proprie. Si aggiunga poi, la debolissima e controversa strategia per la Transizione ecologica e l’utilizzo delle energie rinnovabili che potrebbero alleviare, o cancellare, la cronica dipendenza da paesi terzi.

Anche in un recente intervento in Parlamento il Presidente Draghi ha sollecitato il ricorso alle energie rinnovabili, facendo esplicito riferimento all'eolico, oltreché al nucleare "verde".
Eppure tutti gli studi e analisi di costi/benefici evidenziano come sia opportuno, in attesa dell'ormai prossimo utilizzo dell'idrogeno verde o del nucleare verde, puntare ad altre fonti rinnovabili, come il fotovoltaico.
Oltre che, in questi momenti difficili, rispolverare alcune vecchie fonti energetiche, purtroppo inquinanti.
Comunque è evidente l'invasività dell'eolico, sia quello on shore che quello off shore, e i danni permanenti e irreversibili che la realizzazione di questi impianti causa all'ambiente, campagne, monti o mari che siano.
Per non parlare, quando saranno pronte le fonti rinnovabili di ultimissima generazione, cosa significherà lo smaltimento degli impianti eolici, gli enormi piloni, i motori e le pale.

Un recente studio dell'Università di Cambridge ha stabilito che "entro il 2050 ben 43 milioni di tonnellate di materiale proveniente dall'industria eolica globale dovranno essere inseriti all'interno di percorsi specifici di smaltimento".

Sempreché non accada che, causa gli elevati costi di smontaggio e smaltimento, tutti questi impianti non restino dove sono per l'eternità.

Come temiamo possa succedere per l'impianto SARAS di Sarroch.

Al contrario, per gli impianti fotovoltaici sono già stati messi a punto dei processi che consentono il riutilizzo del 100% delle componenti, tanto che non saranno più un rifiuto difficile da smaltire, ma diventeranno materia prima per nuove produzioni.

Oltre al fatto che è molto più semplice e meno oneroso smontarli.

Il messaggio di Schwarzenegger ai russi"Cose terribili che dovresti sapere"

 

Arnold Schwarzenegger si è rivolto al popolo russo tramite video. Vuole dire loro la verità sulla guerra in Ucraina, dice, e combina in modo molto intelligente il suo fascino con la sua storia personale.

Arnold Schwarzenegger dice che sta diffondendo il suo videomessaggio - apparentemente prodotto dal gruppo mediatico californiano attn - su vari canali per raggiungere i suoi "cari amici russi". Stavano succedendo cose nel mondo "che ti vengono negate, cose terribili di cui dovresti sapere".

Schwarzenegger poi descrive cosa ha causato il suo amore per la Russia: da bambino aveva una cotta per il sollevatore di pesi russo Yuri Petrovich Vlasov. Incontrò personalmente quello che allora era "l'uomo più forte del mondo" a 14 anni nel 1961 ai Campionati del Mondo di Vienna, dove Vlasov vinse il titolo quando fu la prima persona a sollevare 200 chili.

In quel momento ha avuto l'opportunità di incontrare il suo idolo, continua Schwarzenegger. Nel backstage, Vlasov lo salutò e gli strinse la mano: "Avevo ancora la mano di un ragazzo allora, aveva la mano di quest'uomo forte, in cui la mia è quasi scomparsa. Ma era così gentile con me e mi sorrideva. Non ho mai dimenticato quel giorno«.

Ha appeso un poster di Vlasov nella sua stanza, sopra il suo letto, l'immagine di un russo - cosa che ha fatto arrabbiare suo padre, che era un soldato austriaco che ha combattuto per i nazisti nella seconda guerra mondiale. Perché Arnold non ha cercato un eroe tedesco o austriaco? Ma ha mantenuto la sua ammirazione per Vlasov.

Schwarzenegger descrive come la sua carriera in seguito lo abbia portato spesso in Russia; il film "Red Heat", in cui ha recitato, è stato il primo film di Hollywood a ricevere il permesso di girare nella Piazza Rossa a Mosca. Secondo Schwarzenegger, racconta tutto questo per chiarire che non prova "nient'altro che affetto e rispetto" per il popolo russo.

Ecco perché vuole dire loro "la verità sulla guerra in Ucraina e su cosa sta succedendo lì". Secondo Schwarzenegger, a nessuno piace ascoltare le critiche degli estranei sul proprio governo. Ma, aggiunge, ha parlato agli americani con "la stessa preoccupazione" quando una folla inferocita ha fatto irruzione al Congresso il 6 gennaio 2021.

Schwarzenegger fa poi diversi punti sostanziali sulla guerra in Ucraina.

È una bugia quando il "governo russo" afferma - Schwarzenegger non cita esplicitamente Vladimir Putin, ma lo si vede nel video - che l'operazione militare serve a "denazificare" l'Ucraina: il presidente ucraino Zelenskyj è ebreo, suo zio nel Secondo Mondo La seconda guerra mondiale fu assassinata dai nazisti.

La guerra contro l'Ucraina non è la guerra del popolo russo, è stata iniziata dai potenti del Cremlino.

Alle Nazioni Unite, la stragrande maggioranza dei paesi ha condannato la guerra, solo quattro si erano schierati con la Russia.

Schwarzenegger poi descrive la guerra in Ucraina, gli attacchi alla popolazione civile, parla dei tre milioni di profughi che hanno già lasciato il Paese.

"Mi dispiace dirvi che migliaia di soldati russi sono già stati uccisi", ha detto Schwarzenegger. I soldati russi sono coinvolti in un conflitto in cui gli ucraini stanno difendendo la loro patria e il governo russo sta conducendo una guerra di conquista. Alcuni non sapevano nemmeno quando hanno iniziato che stavano andando in guerra.

A questo punto, Schwarzenegger traccia di nuovo parallelismi personali con suo padre. Come soldato della Wehrmacht, era "euforico" per i combattimenti a Leningrado. Dopo la guerra, tuttavia, era un uomo distrutto, "fisicamente e mentalmente".

Schwarzenegger avverte che anche le vite russe vengono sacrificate in questa "guerra illegale e insensata".

Infine, fa appello direttamente a Vladimir Putin: "Hai iniziato questa guerra, stai combattendo questa guerra, puoi porre fine a questa guerra".

Alla fine, Schwarzenegger si rivolge ai coraggiosi russi che si sono apertamente opposti alla guerra nel Paese: "Voi siete i miei nuovi eroi".

11 marzo 2022

Gli psicologi vogliono dissuadere Putin dalla guerra.

Psicologi di circa 20 paesi vogliono usare una lettera aperta per convincere il presidente russo Vladimir Putin a ripensare. "Ti scriviamo per condividere con te la nostra conoscenza scientifica e pratica delle conseguenze di una guerra, per coloro che iniziano la guerra, e per mostrarti una via d'uscita da questa situazione pericolosa", inizia la lettera, scritta dall'Assia psicologi sociali Rolf van Dick (Università di Francoforte) e Ulrich Wagner (Università di Marburg). Hanno firmato quasi 40 colleghi dagli Stati Uniti alla Polonia, dalla Norvegia al Sud Africa, all'India e al Pakistan.

I cittadini di entrambe le parti di una guerra hanno sperimentato "l'isolamento nazionale", afferma la lettera. Questo porta a una spinta al cambiamento. Le crisi economiche creano la sensazione di essere svantaggiati "e questo sentimento è spesso l'innesco di resistenze, proteste e rivoluzioni contro le istituzioni statali".
Creare una visione del mondo in cui sei positivo e il nemico è negativo "lega le risorse e porta all'isolamento e finisce nei leader politici in una bolla di 'sì-uomini' - e affrontano sempre il pericolo che le loro bugie vengano smascherate, " scrivono gli autori.
Quando non c'è più sicurezza, i cittadini sviluppano un forte bisogno di spiegazioni: "Questo alla fine porta a una percezione della situazione come è realmente: le persone riconosceranno chi è il responsabile dello scoppio della guerra e di tutte le loro sofferenze, ferite e morte ."
"Dal nostro punto di vista psicologico, la raccomandazione più importante è quella di smettere immediatamente di combattere", consigliano gli scienziati a Putin: "Ripensa a quali obiettivi volevi perseguire con la guerra e a cosa effettivamente otterrai con la violenza: per la popolazione russa e per te personalmente!" La lettera spera con l'appello: "Restate aperti alle trattative!"
Van Dick non pensa che sia del tutto impossibile che la lettera arrivi a Putin, come ha detto all'agenzia di stampa tedesca. Tra le altre cose, la lettera è stata caricata su un portale Internet attraverso il quale i cittadini russi possono scrivere al presidente. I firmatari vogliono anche raggiungere l'opposizione critica in Russia e inviare un segnale all'Ucraina. Con la lettera vogliono informare Putin degli "effetti negativi" della sua politica, come scrivono. Con riferimento alla letteratura scientifica specialistica, spiegano quali processi mette in moto la guerra contro l' Ucraina . Alla fine, tutto questo porta a "rifiuto, isolamento e minacce fisiche" a quei leader politici che sono considerati responsabili.


10 marzo 2022

La promozione della zona franca promuoverà la competitività della Sardegna.

La zona franca aumenterà la competitività della Sardegna, attirerà investimenti privati ​​e creerà nuovi posti di lavoro, purché abbia una progettazione e un'esecuzione adeguata.

Per questo motivo, la zona franca in Sardegna deve soddisfare cinque condizioni affinché possa funzionare con successo.
·   In primo luogo, un regime competitivo ,
conforme alle buone pratiche internazionali, e che sia sostenibile nel tempo per fornire prevedibilità e certezza agli investimenti. 
È noto che le zone franche offrono vantaggi fiscali e doganali, strutture logistiche e una regolamentazione del lavoro competitiva .
·      In secondo luogo, obiettivi chiari.
 Nel caso della Sardegna, l'obiettivo principale dovrebbe essere la creazione di occupazione attraverso il meccanismo dell'investimento privato. 
Tutta la regolamentazione della zona franca deve mirare a questo scopo. Ciò implica che le aziende soddisfino due requisiti fondamentali: un nuovo investimento minimo e l'impegno a creare posti di lavoro.
·     Terzo, fornire strutture per il commercio, l'importazione e l'esportazione 
. Cioè, con infrastrutture adeguate, connettività e servizi di base essenziali come acqua, elettricità, telecomunicazioni, ecc.
·   In quarto luogo, deve essere gestita da operatori privati
​​(concessionari); al fine di garantire un'amministrazione dotata di autonomia tecnica, economica e funzionale. 
·  Quinto, deve promuovere la concorrenza
per tutti gli investimenti produttivi, nazionali o esteri; attuale o futuro . 
Dal 2000 il numero delle zone franche a livello globale è raddoppiato; e, attualmente, superano le 3.000, sia nelle economie sviluppate che in quelle emergenti, creando oltre 70 milioni di posti di lavoro.
A livello globale, i tre paesi con il maggior numero di zone franche sono la Cina (295), gli Stati Uniti (289) e le Filippine (277). In America Latina, queste tre nazioni sono Costa Rica (139), Colombia (104) e Honduras (102).

09 marzo 2022

L'intelligence americana prevede "settimane orribili" nella guerra in Ucraina


La resistenza militare degli ucraini e l'unità e la forza nella risposta occidentale all'invasione dell'Ucraina hanno sorpreso Vladimir Putin  , ma il leader russo è ben lungi dal gettare la spugna. Al contrario, "è  arrabbiato e frustrato in questo  momento e probabilmente diventerà  testardo  e  cercherà di schiacciare l'esercito ucraino senza riguardo per le vittime civili", ha  avvertito martedì il  direttore della CIA William Burns , avvertendo  che le prossime settimane il conflitto sarà " orribile" .
Burns, che è stato ambasciatore a Mosca dal 2005 al 2008, è apparso insieme ad altri leader della sicurezza nazionale davanti al  Comitato di intelligence della Camera  in una sessione che inizialmente doveva presentare un  rapporto annuale sulle minacce  agli Stati Uniti , un documento terminato prima che Putin iniziasse l'aggressione contro l'Ucraina e in cui  la Cina  è in cima alla lista. E la sessione è servita ad aggiornare  l'analisi dell'intelligence di  Washington sul conflitto e su Putin.
Secondo le stime statunitensi, nell'invasione  sono morti tra i 2.000 e i 4.000 soldati russi , una cifra molto superiore alle 600 vittime che il Cremlino ha  riconosciuto sei giorni fa ma che vengono prese con cautela, poiché si basano in parte su informazioni provenienti dai media e social network. .
Il  direttore nazionale dell'intelligence, Avril Haines , ha anche spiegato che " Mosca ha sottovalutato  la forza della resistenza ucraina e il grado della sfida militare" ma ha fatto notare che non è da escludere che Putin ordini di intensificare le operazioni. "Percepisce questa guerra come una guerra che  non può permettersi di perdere ", ha detto, anche se ha anche aggiunto che "ciò che potrebbe essere disposto ad accettare come una  vittoria può cambiare nel tempo,  dati i costi significativi che sta subendo".
Haines ha anche assicurato che non è chiaro se il leader russo manterrà il suo " piano massimalista" di conquistare tutta o la maggior parte dell'Ucraina e ha affermato che l'opposizione politica interna  a Putin in Russia   sta crescendo  a causa della crisi economica che le sanzioni  sono causando.

08 marzo 2022

Biden decide di porre il veto al petrolio e al gas russo nonostante i timori di un forte impatto economico.

La reso noto il presidente, Joe Biden, i diretta TV oggi alle 17:30. È un passo in più nelle misure economiche contro l'invasione russa dell'Ucraina, e rappresenta un salto di qualità nella pressione contro il Paese di Vladimir Putin , che fino all'inizio delle ostilità ricavava più di un terzo delle sue entrate fiscali dalla vendita di gas e petrolio all'estero.
La misura ha una componente fortemente simbolica. Gli Stati Uniti ottengono dalla Russia solo l'1% del proprio consumo e il 3% delle proprie importazioni di greggio. Quando si aggiungono anche i derivati ​​del petrolio, la cifra raggiunge l'8% del consumo. I dati preliminari del Dipartimento dell'Energia degli Stati Uniti rivelano che, nell'ultima settimana di febbraio, non ha acquistato petrolio russo.
Tuttavia, la decisione di sospendere gli acquisti infliggerà un ulteriore colpo alle esportazioni petrolifere russe. La scorsa settimana il volume dei contratti di greggio è diminuito del 70% a causa delle sanzioni finanziarie imposte alla Russia. L'annullamento degli acquisti da parte degli Stati Uniti implica, quindi, che la pressione su Mosca continuerà.
Questa è una misura unilaterale degli Stati Uniti. I paesi europei, che dipendono molto di più dal petrolio e dal gas russo, non hanno in programma di annunciare decisioni al momento. L'Unione Europea, tuttavia, vuole ridurre del 90% la sua dipendenza energetica dalla Russia quest'anno. È un obiettivo tremendamente ambizioso, che può aggiungere ulteriori tensioni al mercato energetico mondiale.
Un'altra conseguenza della decisione di Biden sarà il suo impatto sul prezzo del petrolio, che è aumentato di oltre il 40% dall'invasione dell'Ucraina . Negli Stati Uniti il ​​prezzo di un gallone di benzina (circa 3 litri e mezzo) ha infranto la barriera psicologica di quattro dollari (circa 3,7 euro), e dovrebbe continuare a salire. Le conseguenze saranno molto negative nel campo della lotta all'inflazione. La maggior parte degli esperti ritiene che la crescita economica degli Stati Uniti rallenterà nel 2022. Peggio potrebbe essere per l'Unione Europea, che potrebbe facilmente scivolare in recessione.
La cancellazione degli acquisti di petrolio da parte degli Stati Uniti non è l'unica misura di pressione lanciata contro la Russia. La società anglo-olandese Shell - la più grande compagnia petrolifera privata del mondo - ha annunciato che si unirà ai suoi rivali, la britannica BP e l'americana Exxon e smetterà di acquistare greggio russo. 

Otto Marzo festa della donna!

Una meravigliosa poesia di Alejandra Pizarnik che tratta con gratitudine tutte quelle donne che hanno lottato per raggiungere molti dei diritti che hanno oggi, anche se c'è ancora molto da fare.  

 Sono una donna.

 Io sono una donna.

E un calore tenero mi ripara

quando il mondo mi colpisce

È il calore delle altre donne,

di coloro che hanno fatto la vita

questo angolo sensibile, combattente,

dalla pelle morbida e dal cuore da guerriero

07 marzo 2022

Shevchenko: "Sono molto preoccupato"

In lacrime, la leggenda del calcio ucraino Andrei Shevchenko ha chiesto aiuto ai rifugiati ucraini alla televisione italiana. "Quando sono arrivato in Italia , l'Italia mi ha aperto il cuore", ha detto domenica sera l'ex attaccante rossonero in un talk show Rai.

"Vi prego, italiani, aprite i vostri cuori al mio popolo, aiutate le donne, i bambini e gli anziani che hanno tanto bisogno del vostro aiuto in questo momento".

Andrei Shevchenko è stato collegato dalla sua casa di Londra e ha detto che sua madre, sua sorella e i suoi parenti sono ancora in Ucraina. Hanno riferito dei bombardamenti.

"Sono molto preoccupato", ha detto, che fino a gennaio ha lavorato come allenatore nel CFC Genoa. Shevchenko ha chiesto di portare le parti al tavolo per mettere a tacere le armi e trovare una soluzione per fermare la guerra.

A volte pensa che sia tutto un brutto sogno, ha proseguito l'ex nazionale. "Ma poi mi rendo conto che no, questa è la realtà."

Secondo Shevchenko, è in contatto con l'ufficio del presidente ucraino Volodymyr Zelenskyy e la leggenda del pugilato Wladimir Klitschko. "Difendiamo i nostri diritti, il nostro Paese, la nostra libertà.

Questa è stata una decisione del popolo ucraino. Vogliamo entrare a far parte dell'Europa", ha continuato Shevchenko.

03 marzo 2022

Invasione russa dell'Ucraina...


L' invasione russa dell'Ucraina è stata ampiamente condannata a livello internazionale come una violazione del diritto internazionale. Nel frattempo, sono state avviate le prime azioni legali contro la Russia. Mercoledì l' Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato a larga maggioranza una risoluzione che condanna l'attacco della Russia all'Ucraina e invita Mosca a porre fine alla sua aggressione.
La più alta corte delle Nazioni Unite dovrebbe risolvere i conflitti tra gli stati. Lì è stata avviata anche la prima procedura internazionale: l'Ucraina ha presentato una domanda di emergenza e ha presentato una denuncia basata sulla Convenzione sul genocidio.
Il motivo è che Mosca giustifica l'invasione con l'affermazione non provata che l'Ucraina sta commettendo un genocidio contro i russi. Kiev vuole che i giudici delle Nazioni Unite dichiarino che non c'è alcuna base legale per l'invasione. Inoltre, Kiev accusa la Russia di pianificare un genocidio contro gli ucraini. I giudici dovrebbero ordinare misure di emergenza per proteggere i diritti dell'Ucraina e dei suoi cittadini.
Un'udienza al Palazzo della Pace dell'Aia può essere programmata in tempi relativamente brevi, in poche settimane. Ma la domanda è cosa può fare un giudizio. Le sentenze del tribunale sono vincolanti. Ma non può farla rispettare da sola e al massimo può appellarsi al Consiglio di sicurezza dell'ONU.
Anche la Corte penale internazionale sta per aprire il procedimento. Il procuratore capo Karim Khan ha annunciato lunedì sera che intende avviare indagini sui crimini di guerra e contro l'umanità in Ucraina.
Inizialmente, l'attenzione si concentra principalmente sugli incidenti prima dell'invasione: la sanguinosa repressione delle proteste filo-europee nel 2013 e 2014, l'occupazione della Crimea e i combattimenti nell'Ucraina orientale. Ma Khan vuole estendere l'indagine anche alla guerra in corso. E poi anche il presidente russo Vladimir Putin potrebbe essere preso di mira dalla magistratura.
A differenza del tribunale delle Nazioni Unite, il tribunale penale, anch'esso con sede all'Aia, persegue gli individui per crimini di guerra, crimini contro l'umanità, genocidio e aggressione.
Ora, né la Russia né l'Ucraina sono stati contraenti. Ma l'Ucraina ha riconosciuto la giurisdizione della corte sul suo territorio in due dichiarazioni.
L'indagine dovrebbe essere avviata "il prima possibile", ha affermato Khan. Ha ancora bisogno di un'ingiunzione del tribunale per farlo. Nel frattempo, anche lo Stato parte della Lituania ha chiesto un'indagine, anche contro comandanti come Putin e il presidente bielorusso Alexander Lukashenko.

01 marzo 2022

La Cina ha dato slancio politico alla Russia...

I paesi che finora si sono rifiutati di condannare l'invasione russa possono anche essere visti come sostenitori indiretti. La Cina , ad esempio, è in prima linea . La Cina ha già impedito una risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'Onu contro la Russia. Alle Olimpiadi invernali Putin e Xi Jinping hanno manifestato la loro solidarietà e nel giornale pubblicato in seguito hanno parlato di "collaborazione senza frontiere".

Non c'è da stupirsi, quindi, che la Cina stia ora accusando gli USA di essere i guerrafondai e di intensificare il conflitto con sanzioni e consegne di armi. Nel frattempo, il Paese evita le critiche dirette a Mosca. "La questione ucraina è complessa nel suo contesto storico", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying, le parti in conflitto dovrebbero continuare a cercare il dialogo e lottare per la pace. "Esortiamo tutte le parti a esercitare moderazione e impedire che la situazione sfugga al controllo", ha affermato Hua Chunying.

La Cina ha dato slancio politico alla Russia, ma non nella misura in cui ora sostiene pienamente l'attacco di Putin. Tuttavia, prima dell'attacco, Putin ha ritirato molte truppe dalle parti asiatiche della Russia: ci sarà sicuramente stato un accordo con la Cina in anticipo.