31 luglio 2022

Quando l'odio è un modo di fare politica.

A poco più di due mesi dalle elezioni del 25 Settembre, il Paese è lacerato, spaccato a metà, in un clima politico sempre più avvelenato. Oltre la divisione tra destra e sinistra. L'avversario diventa il Nemico da abbattere. Non è più polemica, è odio. Una campagna di caccia alle streghe per abbattere l’avversario di turno. L'obiettivo è quello di influenzare le elezioni.

Per una campagna elettorale senza odio chiediamo a tutti i politici di condurre una campagna elettorale rispettosa e senza incitamenti all'odio.

Stiamo assistendo con preoccupazione come la campagna è già stata contaminata dalla comparsa di messaggi di odio e fake news che hanno effetti dannosi sul dibattito pubblico, alimentando la polarizzazione e generando processi di stigma nei confronti dei candidati e/o delle loro idee .

Sebbene sia naturale che una campagna elettorale sia definita dal contrasto tra posizioni e proposte, quando quel contrasto inizia a essere guidato dall'incitamento all'odio il processo elettorale smette di seguire le regole di una sana democrazia . La diffusione consapevole e deliberata di notizie false o altre forme di discriminazione, sono solo alcuni dei meccanismi utilizzati da chi ricorre all'odio come strategia politica colpendo sempre chi difende determinati punti di vista o chi appartiene a partiti storicamente opposti . Chiediamo a tutti gli attori politici e sociali che partecipano al processo elettorale di fare una campagna elettorale senza discriminazioni o incitamenti all'odio.

30 luglio 2022

La politica del rancore...!!!

La politica del rancore è dolce come un veleno che fossilizza le vene, intorpidisce l’anima e non aiuta a rendere possibile un vero cambiamento.

La politica del rancore è dolce come un veleno che fossilizza le vene, intorpidisce l’anima e satura il fegato. La politica del rancore è sempre astratta, non parte, come la buona politica, da qualcosa di concreto, da qualcosa che si sta già costruendo. La buona politica non è figlia del risentimento, nasce da una certa gratitudine, da una certa sorpresa perché ci sono altri, altre persone che non sono come noi. Nasce dalla necessità di rispettarli, di affermarli, di costruire con loro. 

La buona politica parte dal presente, non dal sogno di tornare al passato, o da un futuro utopico (da qui nasce la violenza). Non incoraggia il cinismo e il volontarismo, non è malinconica. La buona politica non trasforma il sogno di una nazione “realmente sovrana” nella soluzione a tutti i mali. Perché sa che l’unico modo per preservare una certa sovranità, una certa libertà, di fronte all’impero del denaro, di fronte agli invasori, è essere più europei. 

La cattiva politica è come i cattivi amici: anestetizza, crea nemici per potersi giustificare e per evitare ogni responsabilità, per alimentare la pigrizia della ragione e l’ottusità dell’affetto.

Come consuetudine ormai, c’è sempre un partito che vuole incarnare lo Stato, cambia nome ma è sempre lo stesso. Fare alleanze con la cattiva politica e sostenerla è controproducente. È la formula migliore per raccogliere un fallimento, politicamente parlando. È tipico di chi ha l’ingenuità di pensare che dall’alto si cambia l’uomo, l’ingenuità di sostenere che certi partiti e certi governi aprano spazi di libertà. Gli spazi di libertà si aprono sempre dal basso. 

Sostenere i politici del rancore, sperando che quando arriveranno al governo lasceranno cadere qualche briciola dal tavolo a cui siedono, significa vendersi molto a buon mercato e non sapere come vanno le cose. Sostenere la politica del rancore è un cattivo affare se si vuol davvero cambiare qualcosa. Per favorire il cambiamento bisogna essere realisti. Molte parole magniloquenti, spesso vuote, e molta gesticolazione suscitano sospetti e non cambiano nulla. Sventolare valori come bandiere è confondere il vento con il mulino, è confondere il nome delle cose con le cose stesse. La vita è l’unica che si trasforma, l’unica che si apre la strada. 

Meglio essere discreti in modo che il cambiamento vada avanti senza molti ostacoli.

 


29 luglio 2022

Via libera all’insularità in Costituzione...

Ok definitivo alla proposta di legge per il riconoscimento delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi.

L’aula della Camera – con 412 voti a favore, nessun contrario e un astenuto – ha dato il via libera definitivo alla proposta di legge costituzionale per il riconoscimento in Costituzione delle peculiarità delle Isole e il superamento degli svantaggi derivanti dall’Insularità. Un lungo applauso dell’Assemblea ha accolto l’esito del risultato con votazione praticamente unanime.

IN COSA CONSISTE IL PRINCIPIO DI INSULARITÀ

La proposta di legge, d’iniziativa popolare, modifica l’articolo 119 della Costituzione, quello che regola l’autonomia finanziaria di Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni. Il nuovo comma inserito all’articolo 119 recita: “La Repubblica riconosce le peculiarità delle Isole e promuove le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall’insularità“. Il testo è stato approvato in prima deliberazione dal Senato e dalla Camera e approvato, in seconda deliberazione, con la maggioranza assoluta dei suoi componenti da entrambi i rami del Parlamento. Ora il sì è definitivo e la norma è legge.

SARDEGNA, INSULARITÀ IN COSTITUZIONE: L’ISOLA ESULTA

 “La Sardegna è oggi più forte e capace di far valere diritti troppo a lungo negati, per avere giuste compensazioni degli svantaggi che la condizione insulare comporta. Dopo il riconoscimento dell’Europarlamento che ha votato la risoluzione Omarjee per i diritti delle Isole, frutto del lavoro della Regione Sarda, e ora sul piano nazionale con l’inserimento dell’insularità in Costituzione, siamo ancora più determinati nell’intento di tenere alto il nostro impegno per restituire alla nostra isola, alla sua economia, ad ogni cittadino ciò che fino ad oggi è stato negato”. Così il presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, dopo il via libera della Camera dei deputati – ultimo passaggio parlamentare previsto – al riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione.

“RISULTATO STORICO CHE APRE UNA NUOVA PAGINA”

Il riconoscimento del principio di insularità nella Costituzione “è un risultato storico che apre una nuova pagina per la Sardegna – il commento di Michele Pais, presidente del Consiglio regionale sardo -. La battaglia però non è finita, dobbiamo fare in modo che una mera affermazione si traduca in atti concreti che servano effettivamente a sanare gli svantaggi economici e sociali dei territori insulari”. Soddisfatto anche Michele Cossa, presidente della commissione speciale per l’insularità del Consiglio regionale sardo: “Abbiamo cambiato il corso della storia, oggi il Parlamento ha espresso la volontà di riconoscere i diritti delle isole. Da questo momento in avanti la Sardegna e tutte le isole d’Italia hanno gli stessi diritti, riconosciuti dallo Stato, e la possibilità di avviare quel cambiamento necessario per superare gli handicap che fino a oggi ne hanno frenato lo sviluppo”. Ma, sottolinea Cossa, “ci aspetta ora un grande lavoro affinché il principio di insularità in Costituzione venga declinato al meglio e porti a un reale giovamento per la Sardegna. Ora toccherà a noi far valere nei confronti dello Stato e, a catena dell’Unione europea, le opportunità offerte dall’affermazione di questo principio”.

Per la Lega, il coordinatore regionale Dario Giagoni ribadisce: “Da anni la Sardegna chiede di superare le difficoltà e le diseconomie con cui deve fare i conti, da anni si chiede di avere le stesse prospettive di crescita e sviluppo di ogni altro territorio, intervenendo concretamente sui trasporti, le infrastrutture e l’energia. Un’attesa finalmente giunta al termine che, come componente della Commissione consiliare speciale per il riconoscimento dell’insularità, mi rende orgoglioso”.

Infine Paola Deiana, deputata di Insieme per il futuro: “La crisi di governo, lo scioglimento delle camere e le elezioni imminenti non hanno distolto l’attenzione del Parlamento dalle priorità e dai problemi urgenti. Con lo sguardo rivolto al futuro abbiamo approvato una proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare che consentirà a Sardegna e Sicilia di superare le difficoltà e gli svantaggi legate all’essere isole. È un voto storico, che ci unisce. Una battaglia che dopo lunghi anni vede finalmente la giusta conclusione”.

SICILIA, MUSUMECI: “L’INSULARITÀ DA OGGI È UN IMPEGNO PER TUTTI“

“Superare gli svantaggi derivanti dall’insularità diventano, da oggi, un impegno preciso per lo Stato, consacrato nella costituzione. È una vittoria per tutti gli isolani d’Italia”. Lo dichiara il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, dopo il voto della Camera che ha così definito la lunga procedura per la modifica dell’articolo 119 della costituzione. “Continueremo a lavorare, in sinergia con Bruxelles e Roma, affinché vivere su un’isola non sia più una maledizione o un problema – sottolinea il governatore -, ma una straordinaria opportunità, in termini di dotazione infrastrutturale, servizi essenziali e qualità della vita. Voglio ringraziare il vicepresidente Gaetano Armao per avere sempre creduto a questo obiettivo e per averlo perseguito, per conto del governo regionale, con passione e tenacia”.

Fonte: www.dire.it

28 luglio 2022

In questa politica, il cantastorie è l’unica icona.

Prima di iniziare, avverto che oggi non sarò politicamente corretto con la "classe politica" e con la politica in generale. 

In politica si presume che il divario tra il dire e il fare sia lungo, a giudicare dall'opinione diffusa che i politici non mantengono le promesse . 

Tuttavia, quando non fanno quello che dicono, i politici ricorrono alle scuse. E nel contesto attuale non mancano: la dispersione del potere politico ed economico dovuta alla globalizzazione e alla guerra in Ucraina, all'integrazione economica e alla frammentazione parlamentare.
Siamo in campagna elettorale. I politici si scatenano . Si fanno prendere dal panico. Alcuni possono perdere il potere, altri lo accarezzano. Lo desiderano tutti. E cosa lo motiva? Ebbene, come diceva il grande Groucho Marx , "La politica è l'arte di cercare i problemi, trovarli, fare una diagnosi falsa e poi applicare i rimedi sbagliati " . Questo è ciò che fanno i politici.
In politica non tutto è molto credibile. Diagnostica su richiesta, sulla base di dati inventati, non verificati, che differiscono in base al colore politico del vetro attraverso il quale si guarda, e quindi si vuole fare scienza sulla base di dati non verificati.
Gli stessi dati, di qualunque cosa si tratti, sono interpretati in modo radicalmente diverso dai politici . Questa è una chiara dimostrazione di quanto la politica possa essere incoerente.
Inoltre, la politica è una grande creatrice di promesse . Ricordiamo tutti il ​​famoso "Posso promettere e prometto". Prometto che se governo, prometto che sarò implacabile contro..., prometto che alzerò o abbasserò tale tassa, prometto che le pensioni aumenteranno, prometto di portare avanti l’agenda Draghi, prometto... tutto ciò che mi viene in mente. E quando uno dei "promettenti" raggiunge il potere, vengono rimossi un'altra delle grandi frasi del grande Groucho Marx: “Questi sono i miei principi. Se non ti piace, ne ho altri".
Stiamo assistendo a un dibattito costante, tutti i partiti parlano di Salute, tra le altre cose. E lo fanno per promettere il possibile e l'impossibile . Più personale, più posti letto, più finanziamenti, più coperture, universalità, trattamenti illimitati, tutto ciò che serve. E recuperare ciò che era perduto, e se uno dice 10, l'altro dice 15, sarà da promettere! Chi non ha possibilità di governare non promette più niente, chi ci governa e ci ha schiacciato, promette di alzare i piedi, darci tutto, riconoscere che ce lo meritiamo, sì, dal 25 Settembre, prima di niente. E quelli che possono essere un vero governo alternativo, lo promettono con cautela, per timore che in seguito non ricordiamo loro quello che hanno detto. Insomma, tutta una grande bugia, una farsa che si ripete ogni 5 anni.
La politica è una pseudoscienza basata su grandi bugie. Quando si fanno i conti di base, tutto è più che dubbio. Se chiedi a un politico, e tutto ciò che promette con quali soldi verrà pagato? Come è possibile se dice anche che abbasserà le tasse? Queste e molte altre domande possono essere poste e risponderanno sempre allo stesso modo. Se risparmiamo da questo o quello, se eliminiamo le spese superflue, se lottiamo contro l'evasione fiscale, ecc. Ehi, lo dicono sempre ogni 5 anni, ma nessuno lo fa.  E mi chiedo, se sanno cosa si sta eludendo, è che hanno individuato e quantificato le frodi fiscali? Allora cosa ti impedisce di farlo? Ma no, penso piuttosto che quello che fanno sia finzione economica. E come questo esempio, possiamo metterne molti altri.
Bene, e per finire, chiedi a tutti i politici di smetterla di barare su questioni importanti come le Pensioni...  Smetti di fare promesse, smetti di barare e dire una cosa e fare il contrario. Non prenderci più in giro . Siediti e prendi sul serio qualcosa che è veramente serio . Ingenuo da parte mia, tra altri 5 anni diremo ancora la stessa cosa. Tempo al tempo. In questa politica, il cantastorie è l’unica icona.
E per la cronaca che mi piace la politica , la seguo e mi sento immerso nella politica quotidiana. Ma questo non significa che io creda a tutto. Fin dalla mia giovinezza ho vissuto pienamente gli alti e bassi della politica, dal passaggio al presente. La cosa triste è che dopo tutti questi anni, tutto è come prima. Promesse non mantenute. Ma continueremo a votare, scegliendo chi promette ciò che vogliamo sentire, scusando il “nostro” e mantenendo questo sistema basato su bugie, false promesse, inganni consensuali, e sempre con la speranza che questa volta sia l'ultima. Sembra che i nuovi giochi portino freschezza, ma non nel senso di aria fresca, piuttosto nel senso di qualcosa di più o meno lo stesso. Più vicino al "togliti così posso metterti" che ora tocca a noi . Devi essere cool!
 

Al Sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu.

Viviamo sotto il segno dell'avvertimento di Bertolt Brecht che questi sono tempi difficili in cui la verità più ovvia deve essere combattuta come se fosse una rivelazione inedita e stimolante. 

E questi tempi non sono migliori nell'edificio di via Roma. Lei non è un buon Sindaco, nonostante alcuni suoi fan e certi media correlati abbiano affermato che è "il migliore", e lei ci hai creduto (in realtà, in base ad un sondaggio, effettuato nel periodo compreso tra marzo e giugno 2022, realizzato dall’istituto Noto, risulta  infondo alla classifica dei sindaci migliori d’Italia. Lei è il peggiore).
Com'è facile arrivare a credere alle bugie, alle fake news, quando una tale lusinga, per nulla oggettiva, ne loda! Ma la realtà della sua gestione è tutta un'altra.
Il primo obbligo che giustifica e dà senso alla sua carica di Sindaco è quello di rappresentare tutti i cittadini.
Concordo pienamente sul fatto che i politici seri abbiano ragione a pretendere che le misure adottate in questi tempi difficili debbano essere gestite con senso di responsabilità e nel quadro del possibile.
Il primo obbligo che giustifica e dà senso alla sua carica di Sindaco consiste nel rappresentare il gruppo di cittadini che lo hanno votato e a tenere fede alle sue promesse elettorali.

Rivediamo le sue linee programmatiche (le sue promesse, i suoi impegni):
(https://drive.google.com/file/d/1UmFgAinlDIC-XC-ZvjejKjKBizDgxNGc/view?usp=sharing)

1)      La Città rigenerata: la grande sfida della rigenerazione e riqualificazione dell'identità urbana di Cagliari.
Ci impegniamo:
1.1)  a pianificare una nuova identità urbana.
1.2)  a una nuova vita per il centro storico e spazio alle periferie e alla Municipalità di Pirri.
1.3)  a recuperare il tempo perso e favorire la rigenerazione del patrimonio edilizio privato.
1.4)  a ripensare le politiche per la casa a favore delle giovani coppie e delle persone escluse dalle graduatorie di Edilizia Popolare.

2)      La città agile: la grande sfida per la mobilità a Cagliari + veloce, + comoda, + sicura.
Ci impegnamo:
2.1)  a rendere più veloci e sinergici gli spostamenti da, verso e dentro Cagliari, grazie al Trasporto Pubblico Locale.
2.2)  a creare nuovi spazi per parcheggiare le auto e favorire l'utilizzo del TPL.
2.3)  Le strade migliori: miglioriamo lo stato delle strade per favorire la sicurezza di chi si sposta con diversi mezzi di trasporto, la fluidità del traffico e la vivibilità dei cittadini.

3)      La Città in salute: la grande sfida della cura della salute dei cittadini di Cagliari.
Ci impegnamo:
3.1)  a ridurre  la mortalità da arresto cardiaco promuovendo la cultura della defibrillazione precoce.
3.2)  a una Cagliari a misura degli sportivi.

4)      La Città del Benessere Equo: la grande sfida del miglioramento della qualità della vita a Cagliari
Ci impegnamo:
4.1)  a ricostruire la rete dell'assistenza per erogare servizi sociali più efficienti e attenti alle esigenze dei singoli.
4.2)  a facilitare l’inclusione di soggetti svantaggiati, l’accessibilità motoria e sensoriale di tutti.
4.3)  a sostenere  le famiglie già esistenti e incentiviamo la nascita delle nuove.
4.4)  a ritrovare  la serenità di vivere Cagliari.
4.5)  equità sociale.
4.6)  al bene comune di Cagliari.

5)      La Città del Benessere Sostenibile: la grande sfida per Cagliari + pulita, + verde, + sostenibile.
Ci impegnamo:
5.1)  alla pulizia straordinaria, alla diversificazione della differenziata, ai percorsi di educazione ambientale.
5.2)  a restituire  decoro urbano alla nostra meravigliosa Città ferita.
5.3)  a creare  giardini aperti, corridoi verdi e la "foresta urbana".
5.4)  a creare spazi adeguati per i nostri amici animali e misure di contrasto al randagismo.
5.5)  a creare  spazio alle energie rinnovabili e alle soluzioni a basso impatto energetico.
6)      La Città dello sviluppo: la grande sfida per la creazione di opportunità e valorizzazione dei talenti di Cagliari.
Ci impegnamo:
6.1)  a crescere  quale impulso dello sviluppo attraverso una migliore capacità di ottenimento e impiego dei finanziamenti europei.
6.2)  a creare sviluppo con le idee e l’impegno dei cagliaritani.
6.3)  a diffendere il commercio.
6.4)  La Città Universitaria: sviluppiamo Cagliari insieme all’Università e agli universitari.
6.5)  La Città delle donne: dalla lotta alle disparità di genere alla valorizzazione del ruolo e del lavoro femminile ai fini dello sviluppo di Cagliari.
6.6)  La città dell’identità scolpita sulla pietra.

7)      La Città hub: la grande sfida per Cagliari cuore pulsante del Mediterraneo.
Ci impegnamo:
7.1)  Cagliari Citta Metropolitana: a servizio del territorio metropolitano.Cagliari Città del Mare:
7.2)  rilanciamo il porto come hub e la Città come cuore pulsante del Mediterraneo. Utilizzare il Porto in maniera limitata è una opportunità mancata.
7.3)  Cagliari, anima dell’arte e della cultura: riscopriamo e valorizziamo i nostri talenti artistici e culturali. La cultura è una opportunità di sviluppo economico, culturale e sociale. Il patrimonio artistico, paesaggistico e culturale garantisce a Cagliari il ruolo di città di rango europeo.
7.4)  Cagliari, un viaggio indimenticabile: ripensiamo il turismo come vocazione identitaria e volano economico.

8)      La città del futuro: la grande sfida per Cagliari + innovativa + semplice + digitale.
Ci impegnamo:
8.1) Tradizione e Innovazione: valorizziamo la nostra identità, con i piedi nella storia e lo sguardo verso il futuro.
8.2)  Cagliari semplice: semplifichiamo la vita dei cittadini e di tutti gli altri fruitori della città.
Smart City: il coraggio dell’innovazione tecnologica per portare Cagliari nel futuro.

9)      Il Comune della Public Value Governance: la grande sfida del miglioramento del governo del Comune insieme ai dipendenti.
Ci impegnamo:
9.1)  a migliorare l’efficienza, l’efficacia e l’economicità dei nostri servizi, modificando l’atteggiamento verso i cittadini.
9.2)   a misurare gli effetti dei servizi sul benessere dei cittadini.
9.3)   a migliorare la Città e il Comune insieme ai cittadini e ai dipendenti.

Lei ha l’obbligo morale di rispondere a queste priorità come Sindaco di Cagliari. Per raggiungere questi obiettivi, avere fantasia e idee convincenti è una necessità e un obbligo. Probabilmente lei (lo sta dimostrando) è una di quelle persone che molto tempo fa hanno lasciato idee, immaginazione e storie convincenti in qualche angolo e, da allora, sono state abituate a viaggiare nella gestione politica senza di loro. Anche se non ho dubbi che lei avrà mai ragione, signor Sindaco, perché anche gli orologi fermi danno l'ora esatta due volte al giorno.  Vale la pena ricordarle che il potere con cui governa la nostra città proviene dal popolo e a loro, a tutti loro, si deve 24 ore al giorno.
Ancora una volta, signor Sindaco, debbo ricordarle quanto è facile promettere e quanto è difficile mantenere ciò che si è promesso. Si segue il dettato l'esempio di tutto quanto scritto nel Programma elettorale/nelle linee programmatiche su descritte: un ventaglio di promesse non mantenute.
Il saggio diceva che i politici corrono tra due opzioni: ambizione e idee. Ignoro l'ambizione che la muove  a voler continuare a stare in carica -anche se lo immagino-, quello che so è la mancanza di idee che ha espresso. Con quale chiaroveggenza affermava Sofocle!: "Il futuro nessuno lo sa, ma il presente fa vergognare gli dèi". Imitando una frase così precisa, non so, signor Sindaco, quale sarà il futuro della nostra città, ma il presente, per come è riuscito, mette in imbarazzo quei cittadini che si sono battuti per rendere la nostra città più trasparente ed onesta economicamente, calma ed affidabile nella sicurezza, pulita, salubre, abitabile ed ecologica nell'ambiente, comoda e percorribile nella mobilità e sufficientemente curata nei servizi sociali.

Con i miei saluti -con il rammarico di averla votata- cordialmente. 

24 luglio 2022

Iniziata la campagna contro Giorgia Meloni

È un pericolo per la democrazia. I suoi programmi preoccupano. Come gestiremo il Pnrr?
La campagna contro Giorgia Meloni è già partita e alcuni la considerano un pericolo per la democrazia. Difficile capire il perché visto che, qualora diventasse la nuova presidente del Consiglio, sarebbe la prima dopo molti anni a esser passata tramite le elezioni prima di sedersi a capo di un Governo.
Chiaramente si può essere d’accordo o meno con i suoi programmi e una parte di Paese li considera inaccettabili, ma se questo vogliono gran parte degli italiani è giusto che così vadano le cose. In verità, in Italia pare esserci questa sensazione che le cose debbano andare in un determinato modo e, chiaramente, alcuni leader possono essere più adeguati di Meloni in questo senso. C’è come la sensazione che i voti di alcuni partiti valgano meno, perché si pensa che arrivino da gente meno istruita e colta. E difatti quello che è accaduto negli ultimi anni segna questa strada. Qualsiasi sia il partito a vincere le elezioni, succede che poi a governare ci devono andare necessariamente persone di un certo tipo, adatte al ruolo istituzionale.
La cosa che andrebbe detta chiaramente è che ciò che preoccupa di Meloni e Matteo Salvini e della loro squadra è rappresentato dalle loro idee. Se le elezioni dovessero andare in un certo modo, probabilmente la cannabis, ad esempio, non verrebbe legalizzata, mentre si inasprirebbe il conflitto ideologico tra famiglia tradizionale e mondo lgbt. Se lo schieramento di centrodestra dovesse vincere le elezioni, d’altronde, potrebbe risultare anche un vantaggio per i partiti di sinistra all’opposizione, con grande possibilità di portare avanti un populismo incessante su vari temi: reddito di cittadinanza, tematiche lgbt, cannabis, migranti, lavoro. Il mondo che l’Italia si ritrova a vivere, da ottobre in poi, è sicuramente molto complicato. E andare all’opposizione a prendere il malcontento del Paese, dimostrando che la destra non è adeguata a governare, può essere una grande opportunità. Certamente anche Giorgia Meloni avrebbe preferito prendere in mano il Paese nel 2018, o comunque in una situazione meno critica di quella odierna. Tra poche settimane potremmo trovarci di fronte a uno scenario totalmente diverso, in cui si ribalta tutto e i populisti diventano gli altri.

  

22 luglio 2022

IL SUICIDIO DEL GOVERNO DRAGHI

I giornali che “piacciono alla gente che piace” titolano tutti lo stesso pappone indigeribile: il Figlio di Dio è risorto e non è più a Palazzo Chigi per colpa di tre Giuda irresponsabili che rispondono al nome di Matteo Salvini, Giuseppe Conte e Silvio Berlusconi. Gli autori di questa carciofata comunicazionale mal riuscita sono troppo scaltri per non aver compreso che quello di Mario Draghi è stato un suicidio e per giunta assistito dai consigli interessati di Enrico Letta. Le motivazioni non sono ancora chiare: quella più ardita vorrebbe un Mario Draghi alla guida di un nuovo “campo largo” capace di competere con il centrodestra alle prossime elezioni. Altri retroscena ipotizzano nuovi prestigiosi incarichi internazionali sopraggiunti, mentre qualcuno insinua che sia imminente una staffetta tra Sergio Mattarella e lo stesso Mario Draghi. Io non ho la ben che minima idea di cosa si celi dietro un simile gesto ma di contro nutro pochi dubbi nel rinvenire la cosiddetta pistola fumante dalle parti di Palazzo Chigi: Mario Draghi ha cioè posto fine volutamente all’Esecutivo in carica.
Nei diciotto mesi di vita del Governo Draghi era capitato in altre occasioni (pensiamo alla Riforma del catasto ma non solo) che si creassero frizioni tra l’Esecutivo e pezzi di maggioranza, senza che ciò trascendesse nelle dimissioni del premier. Poi invece capita che a un certo punto, per portare avanti una battaglia identitaria, Giuseppe Conte dia mandato ai suoi di votare contro il “Decreto Aiuti” – ben sapendo che sarebbe passato comunque – generando una reazione inaspettata di Mario Draghi, con conseguenti dimissioni consegnate nelle mani del Capo dello Stato. Perché proprio adesso questa drammatizzazione dello scontro a opera di Palazzo Chigi? Se poi aggiungiamo che la battaglia identitaria l’aveva iniziata il Partito Democratico, creando fibrillazioni in Parlamento proprio in queste settimane, con la Legge Zan (bis) e con lo Ius scholae, allora avremo anche un ulteriore indizio sulla mano che ha appiccato dolosamente l’incendio elettoral-propagandistico in Parlamento.
Un ulteriore indizio sulla pretestuosità della crisi che stiamo vivendo è da rinvenirsi nel comportamento di Sergio Mattarella: quando Mario Draghi si è presentato dimissionario dal Capo dello Stato, le dimissioni sono state respinte con preghiera di parlamentarizzare la questione ovvero rendere “politico” il tentativo di composizione dello strappo. Mario Draghi avrebbe potuto sedersi attorno a un tavolo con i leader, nel tentativo di trovare la quadra. In alternativa, avrebbe potuto accettare la strada proposta dal centrodestra: una maggioranza senza i Cinque Stelle che non avrebbe comportato disequilibri politici, visto che l’anima grillina era comunque rappresentata dalla componente facente capo a Luigi Di Maio. Come ulteriore opzione, avrebbe potuto compiere un gesto distensivo nei confronti di Giuseppe Conte, dandogli la possibilità di uscirne con decoro. Nulla di tutto ciò: Mario Draghi ha preteso da subito che la maggioranza rimanesse invariata, ha convocato solo Enrico Letta a Palazzo Chigi (il centrodestra è stato ricevuto solo dopo vibranti proteste) e, non contento, ha continuato a gettare benzina sulla polemica con la componente Pentastar. Insomma, ha creato ad arte un problema senza soluzione: se rientra Giuseppe Conte escono Forza Italia e la Lega. E se qualcuno prova a proporre una maggioranza altrettanto larga ma diversa dalla precedente, salta comunque tutto per indisponibilità del premier. Per essere sicuro di sfasciare senza lasciare nulla in piedi, dopo la mancata “politicizzazione della crisi”, Mario Draghi ha pensato bene di presentarsi in Senato pronunciando un discorso sferzante e divisivo proprio nei confronti del centrodestra e dei Cinque Stelle, costringendo di fatto queste due componenti allo strappo.
Da ultimo, animato da un chiaro istinto suicida, Mario Draghi ha chiesto che fosse posta la fiducia sulla mozione presentata da Pier Ferdinando Casini, facendo decadere quella presentata da Roberto Calderoli e chiudendo ogni margine di trattativa con il centrodestra. Una mirabile sintesi di quanto accaduto in Parlamento è stata fornita dal Fatto Quotidiano: Draghi prende a calci M5S e Lega che non lo votano (e cosa avrebbero potuto fare, porgere l’altra guancia?). Detto questo, vogliamo forse pensare che Mario Draghi sia uno sprovveduto capace di inanellare una serie infinita di errori tattici o vogliamo forse ipotizzare che il presidente del Consiglio abbia indossato scientemente una casacca smaccatamente di parte, inducendo la sua maggioranza all’implosione? A Palazzo Madama il centrodestra e i Cinque Stelle hanno lanciato l’ultima evidente ciambella di salvataggio al Governo Draghi, uscendo dall’aula o non votando. Ciò per far passare una fiducia “tecnica” più che sostanziale (una non sfiducia) nella speranza di poter compiere un supplemento di trattativa. Mario Draghi non ha raccolto l’invito e si è recato al Quirinale per reiterare le dimissioni.
Adesso la strada maestra è rappresentata dalle elezioni. Ma che non si dica che Mario Draghi sia caduto a causa della politica. Mario Draghi è caduto perché ha tagliato qualsiasi canale di trattativa con una parte della propria maggioranza. Con Enrico Letta, invece, i canali sono rimasti sempre aperti. Le fuoriuscite da Forza Italia (Mariastella Gelmini, Renato Brunetta, Andrea Cangini) lasciano ipotizzare che il nuovo “campo largo” voluto da Enrico Letta adesso vada da Luigi Di Maio, fino ad un fantomatico solito nuovo soggetto di centro dentro cui confluiranno Matteo Renzi, Carlo Calenda e i transfughi di Forza Italia. Il nuovo leader ombra del centrosinistra finalmente ha un nome e cognome: si chiama Mario Draghi. Altro che attentato parlamentare al Governo di salvezza nazionale. Questa è una lucida operazione, per rendere competitivo un centrosinistra dato per spacciato alle elezioni e dotarlo di un nuovo leader (o forse padre nobile) attribuendo ad altri la responsabilità della crisi di Governo. La prossima competizione elettorale lampo (il 25 settembre) sarà nel nome di Mario Draghi e vedrà contrapposta la coalizione dei suoi fedelissimi al centrodestra (mentre i Cinque Stelle, verosimilmente, spariranno dai radar). Resta da capire in quale forma l’ex banchiere centrale vorrà lasciarsi coinvolgere nella lotta.

29 giugno 2022

Udienza rinviata in Russia per dichiarare terrorista il battaglione Azov.

La Corte Suprema della Russia ha rinviato al 2 agosto l'udienza per analizzare la richiesta della Procura Generale di dichiarare il battaglione Azov ucraino un'organizzazione terroristica, divenuta celebre in tutto il mondo per aver resistito per quasi tre mesi all'assedio delle truppe russe nella città portuale di Mariupol.

"L'udienza è stata rinviata al 2 agosto su richiesta dell'ufficio del procuratore generale", ha detto un portavoce della Corte suprema.

Il 17 maggio la Procura ha chiesto ai giudici della Corte Suprema di riconoscere il reggimento Azov, definito nazista da Mosca, come organizzazione terroristica.

Il battaglione Azov, creato nel 2014 nella città di Mariupol, sulle rive del Mar d'Azov, è stato completamente integrato nella Guardia Nazionale dell'Ucraina dalla fine di quell'anno.

È stata fondata da membri dell'estrema destra per combattere i separatisti filo-russi nell'Ucraina orientale e si è guadagnata la fama per aver ripreso Mariupol dalle forze russe nel giugno 2014.

Per il mondo intero, invece, è stata la loro resistenza in condizioni critiche presso l'acciaieria Azovstal a Mariupol nei mesi di marzo, aprile e maggio, fino alla loro completa resa alla fine del mese scorso.

Per l'Ucraina sono degli eroi, non invano hanno tenuto impegnati nella loro resistenza circa 20mila soldati russi il più a lungo possibile, riuscendo così a ritardare l'offensiva finale della Russia nel Donbas.

Quasi 2.500 soldati hanno lasciato Azovstal, che ora sono prigionieri della Russia, che vuole processare neonazisti e criminali di guerra, in particolare comandanti Azov.

Il leader dell'autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk, Denis Pusihilin, ha recentemente affermato che gli investigatori separatisti hanno prima lavorato con i prigionieri di Azov, ma ora questo lavoro è svolto da specialisti russi.

Il 23 maggio aveva affermato che i difensori dell'Azovstal che si erano arresi una settimana prima si trovavano nel territorio dei separatisti di Donetsk.

Pushilin non ha detto se sono stati successivamente trasferiti in Russia, ma una fonte della polizia citata dall'agenzia ufficiale TASS ha affermato due settimane fa che diversi membri del battaglione Azov che si sono arresi a Mariupol "sono stati portati al centro di detenzione preventiva di Lefortovo a Mosca". Tra questi ci sarebbe il vice comandante di Azov, Svyatoslav Palamar.

All'inizio di questo mese, il presidente ucraino Volodimir Zelensky ha dichiarato che la direzione principale dell'intelligence del ministero della Difesa ucraino stava discutendo del rilascio dei soldati ucraini, sebbene non potesse fornire ulteriori dettagli.

 

 

 

 

 

 

 

28 giugno 2022

Due programmi sui canali pubblici offrono inaspettatamente opinioni critiche sull'invasione dell'Ucraina che ignorano la versione ufficiale.

Non c'è spazio per dissensi o dubbi sulla televisione russa. I media pubblici e privati ​​si attengono agli ordini del Cremlino sull'invasione dell'Ucraina, guerra che non può essere definita una guerra, ma piuttosto una “operazione militare speciale”. Quando si utilizzano immagini o notizie che necessariamente evocano cosa sia una guerra, si spiega che il ruolo dell'esercito è quello di difendere gli abitanti delle repubbliche del Donbas nell'est del Paese o di porre fine ai "nazisti" che controllano l'Ucraina, sulla falsariga dei discorsi di Vladimir Putin.

Ma la macchina propagandistica più perfetta può rompersi in momenti specifici. È quanto è successo in due programmi di rete pubblica che hanno offerto opinioni non consentite dal discorso ufficiale.

Nel primo programma, su Zvedva TV, canale ufficiale del ministero della Difesa, un militare della riserva dell'esercito è andato fuori copione e ha fatto un riferimento indiretto alle vittime dell'esercito in Ucraina. Non lo intendeva in senso critico, ma il solo accenno ha provocato una risposta rapida e indignata da parte del presentatore.

"Il fatto che ci siano molte persone qui che sono state dopo le campagne in Afghanistan e in Cecenia, e nel Donbas", dice Vladimir Eranosyanv, che appare in uniforme. "I nostri ragazzi sono lì, e le persone di Donetsk e Luhansk e i nostri ragazzi dell'operazione speciale stanno morendo ora e il nostro paese..."

Il presentatore lo interrompe. Esce da dietro il tavolo e con un gesto energico gli dice di stare zitto. “No, no, no, no, non voglio sentirlo. Fermare! Vuoi smettere? Fermare!". Eranosianv continua a parlare e insiste sul fatto che "stanno morendo": "Voglio alzarmi in piedi e commemorare quei ragazzi che stanno combattendo per la Russia nel Donbas con un minuto di silenzio".

Intende onorare il suo sacrificio, cosa che il presentatore non tollererà dal momento in cui ha sentito che ci sono soldati che muoiono. Quelle informazioni non sono consentite in televisione. “Puoi già fermarti? Ti dirò cosa stanno facendo i nostri ragazzi. I nostri ragazzi stanno distruggendo la spazzatura fascista. Lasciami finire. È un trionfo delle armi russe e dell'esercito russo. È la rinascita della Russia”.

Opinioni ancora più pessimistiche sono state ascoltate in un programma più rilevante che viene trasmesso in 'prima serata' sul primo canale televisivo pubblico Russia-1 e che è presentato da Vladimir Soloviev. Con interviste a politici e analisti, da febbraio è dedicato alla situazione in Ucraina e ha aumentato i giorni di trasmissione. Soloviev si definisce un patriota convinto che Putin abbia recuperato l'orgoglio russo. Non ha problemi a cambiare le sue opinioni per soddisfare ciò che il governo ordina. Possiede una villa sul Lago di Como, in Italia, che è stata sequestrata dalla polizia italiana in applicazione delle sanzioni contro uomini d'affari vicini a Putin.

Gli ospiti dello spettacolo di solito non si discostano dalle linee guida del Cremlino. Fino ad ora. In uno degli ultimi c'era la regista Karen Shakhnazarov , assidua frequentatrice di raduni politici, che si è sempre posizionata a favore del governo Putin. Nel 2014 ha firmato un manifesto dal mondo della cultura che ha sostenuto le decisioni del presidente su Ucraina e Crimea. È membro della Camera civica russa, organo consultivo di 168 membri creato da Putin nel 2005 che discute e riferisce sui progetti di legge che devono essere approvati dal parlamento.

Shakhnazarov era sorprendentemente disfattista sui piani di Putin in Ucraina, provenendo da un membro di spicco dell'élite culturale. “Non vedo molte possibilità di denazificazione in un paese così grande. Avremmo bisogno di inviare un milione e mezzo di soldati per controllarlo. Allo stesso tempo, non vedo che ci sia un potere politico lì che potrebbe trasformare la società ucraina in una direzione filo-russa. Coloro che parlano della loro sensazione di enorme sostegno alla Russia non vedono le cose come sono realmente".

Le sue opinioni mettono in discussione uno degli elementi essenziali della versione ufficiale, secondo cui gli ucraini vogliono rimanere legati alla Russia per ragioni politiche, storiche e culturali. Inoltre, crea allarme tra i telespettatori che hanno creduto che si tratti di un'operazione limitata che presto avrà successo. Collegarlo a un dispiegamento massiccio e irrealistico - le forze armate hanno quasi un milione di personale attivo - è un invito per le persone a dubitare del suo successo.

"La cosa più importante ora in questo scenario è porre fine alla nostra azione militare", ha detto Shakhnazarov. “Qualcuno ha detto che le sanzioni (contro la Russia) andranno avanti nel tempo. Sì, continueranno, ma secondo me è molto importante interrompere la fase attiva dell'operazione militare".

Anche gli altri ospiti dello show erano molto pessimisti sulle conseguenze della guerra sulla società russa. Andrei Sidorov, vice preside della Facoltà di Scienze Politiche dell'Università statale di Mosca, ha avvertito dell'impatto dell'isolamento economico della Russia. “Per il nostro Paese questo periodo non sarà facile. Sarà molto difficile. Potrebbe essere ancora più difficile di quanto non sia stato per l'Unione Sovietica dal 1945 agli anni '60", ha detto, ricordando un periodo di difficoltà economiche dopo la guerra. Sidorov lo ha giustificato con il fatto che la Russia è ora più integrata nell'economia globale rispetto all'URSS e dipende maggiormente dalle importazioni.

Gli ospiti si sono uniti al messaggio del governo accusando gli Stati Uniti di essere i principali responsabili della guerra. Ma d'altra parte hanno ammesso che le sanzioni avranno conseguenze durature sotto forma di aumento della disoccupazione e dei prezzi. Affermando che questa operazione nordamericana era "perfettamente pianificata", non hanno nascosto che forse il governo russo avrebbe dovuto pensarci due volte prima di abboccare a quella presunta esca. E quest'ultimo non è nella versione ufficiale del Cremlino, con cui Putin controlla gli eventi e ha tutte le carte in mano per uscirne vittorioso.

Sulla stessa linea, Semyon Bagdasarov, deputato della Duma ed esperto di Medio Oriente, ha precisato che la Russia non ha ancora subito l'impatto reale delle sanzioni e che i cittadini devono essere preparati all'"isolamento totale", perché non sono mai stati applicati .nel mondo sanzioni così dure, una prospettiva desolante. Ha anche detto che l'Ucraina è una specie di trappola in cui non devi rimanere a lungo. “Dobbiamo entrare in un altro Afghanistan o qualcosa di ancora peggio? Ci sono più persone (in Ucraina) e sono più avanzate nell'uso delle armi. Non ne abbiamo bisogno".

Qualsiasi confronto tra la guerra dell'Ucraina e l'Afghanistan ha tristi ripercussioni sull'opinione pubblica russa. Ricordare un decennio, gli anni '80, di continui combattimenti contro i mujaheddin che non hanno potuto essere sconfitti nonostante la superiorità militare russa serve a mettere in guardia sulla possibilità molto reale che l'esercito in Ucraina si ritrovi condannato a anni di lotta contro un movimento insorto che non lo farà arrendersi.

Queste opinioni non sono le più frequenti nel programma Soloviev o in altre reti. Almeno, offrono un accenno all'inizio delle discrepanze tra politici ed esperti sul futuro della guerra e creano una fessura in quello che è un fronte propagandistico destinato a difendere le misure del governo. Il messaggio permanente in televisione è che l'Ucraina è un Paese governato da fascisti – e “tossicodipendenti”, come ha detto Putin – che opprime la minoranza filo-russa e che potrebbe avere armi nucleari.

La stragrande maggioranza dei media audiovisivi indipendenti è stata costretta a chiudere le proprie trasmissioni dopo che il Parlamento ha approvato una legge che punisce la diffusione di "fake news" con una reclusione fino a quindici anni. È il governo che decide quali sono falsi.

Un sondaggio indipendente ha rivelato che il 58% dei russi sostiene le decisioni di Putin in Ucraina e il 23% le rifiuta. Le società elettorali legate al Governo alzano la percentuale di sostegno al 70%. Entrambe le cifre sono ben lontane dal 90% che era favorevole all'annessione della Crimea nel 2014.

Soloviev, che appare in studio con un laptop che ha una grande Z incollata alla copertina, di solito fa il suo lavoro, ad esempio quando ha affermato nel suo programma che il bombardamento di un ospedale di Mariupol non esisteva e che era messo in scena dagli ucraini. È certo che la prossima volta sceglierà meglio i suoi esperti in modo che non gli facciano più paure.

27 giugno 2022

Maschera di ferro.

Molte persone vivono e muoiono con una maschera di ferro. Liberarsene per essere felici è una scelta di tutti.

Nel film "La maschera" con protagonista Leonardo Di Caprio, vediamo la storia dell'erede al trono di Francia, imprigionato e che si copre il volto con una maschera. Una maschera di ferro.

La storia ha un lieto fine: il fratello cattivo viene rinchiuso in carcere, al posto del legittimo erede. E tutti felici e contenti.

Questo film è basato su un vero evento storico.

Al tempo di Luigi XIV, un uomo coperto da una maschera di ferro fu imprigionato nella Bastiglia. Si dice che fosse figlio del re di Francia. Inoltre, che potrebbe essere un soldato caduto in disgrazia. La verità è che questo personaggio non è stato fortunato come Di Caprio ed è morto rinchiuso.

È triste che sia successo. Ma nella vita reale, molte persone vivono con una maschera di ferro. Persone che non sono se stesse, che a causa dell'addomesticamento precoce a cui sono state sottoposte dai genitori, dicono solo ciò che è accettato dagli altri.

Non sono sinceri e il volto della loro anima rimane nascosto dietro una maschera sociale.

Vivono per quello che diranno. Questo provoca loro una profonda infelicità. Tutto quello che devono fare è rendersi conto che i loro rapitori non esistono più. Che la Bastiglia in cui sono stati rinchiusi fin dall'infanzia, non può più sottometterli.

Che ora hanno il potere di usare la chiave, aprire la sua maschera e rivelare il suo vero sé al mondo.

Quella chiave è riposta dentro ognuno di noi. Questa chiave significa un atto di decisione interiore, in cui prendi la chiave, apri la maschera e dici basta! sarò me stesso.

È una delle decisioni più difficili da prendere durante la vita, perché? Poiché la maggior parte delle persone ha una maschera di ferro fin dall'infanzia, e per quanto incredibile possa sembrare, si sentono a proprio agio nel vedere che tutti hanno una maschera. Per lo meno, riempie di conformismo la sua vita vuota e infelice.

Ma se sei un Leonardo Di Caprio che osa togliersi la maschera, accadrà qualcosa di magico. Gli altri prigionieri saranno ispirati vedendoti. Attraverso la loro maschera di ferro, ti guarderanno con un barlume di speranza. E dopo averti criticato, saranno incoraggiati a togliersi la maschera e sperimentare la bellezza di essere liberi.

Nella mia vita ho vissuto la morte di tante persone vicine. La maggior parte di loro è morta con la maschera di ferro addosso.

Hai una scelta potente davanti a te, prendere la tua chiave interiore e sbloccare quella maschera, per provare il brivido di vivere la vita come detta il tuo cuore. Essere felice.

E tu cosa scegli? Morirai con la maschera di ferro o da oggi in poi oserai vivere senza maschere?

26 giugno 2022

In riferimento ad un articolo su internet...!!!

Giorni fa ho letto in internet questo articolo: «L’ex Assessoraci querela per diffamazione, il giudice archivia. Ha vinto la libertà di critica e di stampa». Sono andato a leggere la sentenza e ho notato che il giudice non ha rilevato procedimenti penali, ma ha sottolineato che: …la sede della “critica politica”,infatti, sarebbe dovuta essere (in una visione costituzionale e moralizzante della medesima politica) l’aula del Consiglio comunale: e ciò non è avvenuto. Tale “aspetto distorto” ( e non morale) della politica, tuttavia, non è oggetto del diritto penale. Si tratta di una mera (non) “educazione politica”… Si tratta di mera “educazione” (non censurabile in questa sede). Voi parlate di libertà di critica e di stampa. Con questa scusa avete portato avanti una campagna aggressiva verso un assessore che l'unico difetto era quello di essere professionalmente e politicamente per il ruolo che ricopriva (onesto). Per quanto riguarda la sua carriera e ciò che ha fatto  basta guardare il suo curriculum vitae e capirete ... Adesso, pensate davvero di averla battuta? Siete davvero convinti di aver vinto? Niente è più lontano dalla realtà, "non avete vinto". Politicamente, le persone come voi  non vincono mai, non possono vincere. Deve essere difficile, essere dei perdenti (a livello politico intendo). Non siete capaci di ammirare chi politicamente  è più bravo di voi. Dei famosi sette peccati capitali biblici, l'invidia è il peggiore per me. L’avete attaccata innumerevoli volte e state continuando a farlo. Basta vedere cosa scrivete sulle vostre pagine Facebok e sui blog. Non siete capaci di avere veri amici, non potete averli, vi circondate solo di compagnie non sincere e della vostra stessa razza (politicamente parlando). Immagino cosa direte ai vostri amici, parenti, colleghi… quando vi chiederanno come avete fatto a ottenere una certa posizione in politica ... non potete dire loro la verità. Direte che è stato il frutto della vostra fatica, del vostro impegno, della vostra dedizione. Della lunga lista di difetti che ho, sono contento che l'invidia non sia uno di questi.  Anche voi vi siete persino viste  attaccate da un altri vostri simili. Vi siete sentite offese, amareggiate.  Ricordate: «non fate a nessuno ciò che non volete che sia fatto a voi». Avete ancora tempo per diventare persone normali (almeno credo), si tratta solo di smettere di provare invidia per chi è migliore di voi e di trasformare questo sentimento in qualcosa di più produttivo. Se non siete in grado di fare questo cambiamento, vivrete condannate all'infelicità... anche se non lo sapete.


Lettera all'invidioso...

Tempo fa un Assessore comunale è stato oggetto di un attacco mediatico molto grave, da parte di personaggi invidiosi per la sua onestà e capacità professionale. L’hanno talmente martellato in ogni modo, pagine facebook, giornali, internet, che è stato oggetto di insulti di ogni tipo. Oggi ritengo necessario scrivere una lettera a questi personaggi.

Caro invidioso,
a te, che sei incapace di ammirare la capacità altrui , che senti una fitta allo stomaco quando qualcuno è migliore di te, che ti corrode dentro, ti dedico questa lettera.
Qualcuno avrebbe dovuto dirti che l'importante è concentrarti su te stesso, per aspirare ad essere la versione migliore di te stesso. Quindi, se guardi gli altri, lascia che sia per imparare dalle loro virtù , per non odiare qualsiasi successo che non sia il tuo.
Sai cos'è una persona tossica? Assomiglia molto a uno come te. Un essere invidioso, che non ha la capacità di empatia per gioire quando la persona accanto a te lo fa.
Quando qualcuno è migliore di te ed ha successo, tu sei pieno di rancore verso il mondo. Un pensiero ti passa per la mente: “Dovrei essere io. Questa è un'ingiustizia » . Riesci a malapena a nasconderlo, non provare a negarlo. Inciampi anche leggermente quando nessuno ti guarda, vero? Devi capire che farai meglio se ti concentri maggiormente su te stesso invece di essere un fenicottero che allunga il collo per attaccare il becco ovunque.
Il problema più grande nell’essere invidioso è che spesso è accompagnato dal vittimismo. "Perché lei/lui sì e io no?". Me lo merito di più". Questi pensieri ti suonano familiari, giusto? A che punto della tua vita hai perso la capacità di ammirare chi è migliore di te? Forse c'era un compagno a scuola a cui prestavano più attenzione di te? Tuo fratello/sorella era il preferito/a di tua madre? Il tuo partner ti ha lasciato per il tuo migliore amico/a? Ti prego di fare un processo di introspezione in modo da analizzare in quale momento hai iniziato a desiderare la disgrazia di chi è migliore di te. Il problema è che finisci per ritrarre te stesso. Tutti sono consapevoli della tua smisurata gelosia nei confronti di chiunque possa, o pensi che possa, gettare anche la minima ombra su di te. Concepisci tutto come una minaccia intorno a te, invece di renderti conto che potrebbero essere opportunità. Apri gli occhi! Non sei di più perché gli altri sono di meno, né sei di meno perché gli altri sono di più. Ognuno scrive la propria storia e se continui a infilare la penna nel libro di qualcun altro, finirai per lasciare la tua in bianco.

L'ipocrisia di certi giornalisti…

È ipocrita quando si fingono qualità o sentimenti contrari a ciò che si ha o si vive realmente.

L'ipocrisia di cui sto parlando ha facce diverse e si manifesta in spazi diversi.  Il problema è che l’essere ipocrita per un giornalista, vuol dire fare articoli con contenuti che screditano altre persone, senza verificare la verità , al solo scopo di provocare reazioni (notizie) a danno della persona screditata.

Non è ipocrita questo modo di agire?

Molti non capiscono questioni di base come la differenza tra informare e dare un'opinione.   Inutile dire che si può non leggere il rispettivo articolo; ma non è questo il problema, il problema è che certi giornalisti si presentano come i garanti del nostro diritto all'informazione e ciò che ci offrono sono opinioni anche infondate.

I giornalisti sanno bene dove mettere l'asticella per squalificare un personaggio pubblico: bugie ripetute, inganno deliberato, disonestà... Ma dove si mette l'asticella per squalificare un personaggio pubblico? Giornalista indegno del lavoro che sostiene di esercitare?

Nella stragrande maggioranza dei casi, i giornalisti che sanno parlare così bene dei personaggi pubblici rimangono muti come morti quando parlano in pubblico di giornalisti disonesti, che mentono deliberatamente e ingannano, che servono cinicamente interessi diversi da quelli dei loro lettori o seguaci. 

Perché succede? Molte volte, per paura che la denuncia pubblica di questi personaggi sia un attacco alla libertà di espressione . Forse anche per semplice paura di non essere in grado di difendersi dalle loro bugie e dai loro attacchi. Chi rimane in silenzio partecipa al gioco e alla trappola.

I giornalisti non sono dipendenti di una merceria, e che quando iniziano il loro lavoro acquisiscono una serie di impegni professionali ed etici. Ci sono giornalisti infinitamente più disonesti, venali e corrotti dei personaggi che denunciano.

Non si tratta di diffondere il sospetto su tutti i professionisti. Ci sono centinaia, migliaia di giornalisti che fanno il loro lavoro ogni giorno, difendendo le regole del mestiere. Giornalisti, cronisti e semplici informatori, che indagano sui fatti e li denunciano, nel bene e nel male, ma con la massima onestà possibile.  Non meritano di essere confusi o mischiati con quei giornalisti di altra mano, alcuni dei quali oltrepassano il confine del fanatismo.

È vero che la deriva del giornalismo verso lo spettacolo è da tempo denunciata, ma la questione non si pone più in questi termini.  Che il giornalismo onesto venga schiacciato o insabbiato da giornalisti indecenti e disonesti è un pericolo immenso per la democrazia. 

L'ipocrisia è che dicono una cosa e ne fanno un'altra. In cui presentano un volto e il loro vero volto è un altro. Hanno perso la capacità di autocritica e se dovessi cercare un dipinto per illustrare questa realtà, rimarrei con "L’Urlo di Edvard Munch ".

21 giugno 2022

La Lituania ha sospeso il transito delle merci tra Kaliningrad e il resto del territorio della Federazione Russa

Il Cremlino avverte che il blocco parziale interesserà fino al 50% delle merci che ricevono principalmente metalli, cemento e materiali da costruzione. 

Il blocco parziale dell'enclave russa baltica di Kaliningrad da parte della Lituania apre un nuovo fronte tra l' Unione Europea (Ue) e la Russia , che lunedì ha minacciato misure di risposta imminente di fronte a un passo "apertamente ostile".

La Russia ha convocato lunedì l'incaricato d'affari lituano a Mosca, Virginia Umbrasene, al quale ha espresso la sua "ferma protesta" contro questa misura "provocatoria" "senza preavviso".

"Chiediamo un'immediata cancellazione di queste restrizioni ", ha riferito il ministero degli Esteri.

Il blocco coincide, oltre alla campagna militare russa in Ucraina, con la più che probabile concessione questa settimana a Kiev dello status di candidato all'ingresso nell'UE e anche con il possibile ingresso nella NATO di Finlandia e Svezia, due paesi baltici .

La Russia considera una pronta risposta

Il Cremlino, che ha definito “illegale” la sospensione del transito da e per Kaliningrad , ha denunciato che le azioni del Paese baltico “hanno, ovviamente, elementi di blocco”, poiché l'enclave dipende per la sua sopravvivenza dalle merci provenienti dalla Russia.

Kaliningrad, ex territorio tedesco che prese il nome dal rivoluzionario sovietico Mikhail Kalinin , è un'enclave separata dal resto del territorio della Federazione Russa e confina con due paesi dell'UE e della NATO , Lituania e Polonia.

Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha assicurato che, poiché "la situazione è più che grave" , la Russia effettuerà "un'analisi molto approfondita" di quanto accaduto nei prossimi giorni, che ha collegato alle sanzioni adottate dall'Ue.

"Se presto il transito delle merci tra Kaliningrad e il resto del territorio della Federazione Russa attraverso la Lituania non sarà completamente ripristinato, la Russia si riserva il diritto di intraprendere azioni in difesa dei suoi interessi nazionali", ha aggiunto Foreign.

Mosca accusa Vilnius di aver violato sia l'Accordo di partenariato e cooperazione del 1994 che la Dichiarazione congiunta del 2002 sul transito tra Kaliningrad e il resto del territorio della Federazione Russa.

"Non è una decisione lituana, ma semplicemente l' attuazione di quanto concordato dall'Ue ", ha risposto Gabrielius Landsbergis, ministro degli Esteri del Paese baltico.

A questo proposito, il governatore di Kaliningrad, Anton Alijanov, ha avvertito la Lituania che i porti baltici "non possono esistere, piaccia o no, al di fuori della Federazione Russa".

"Per quanto riguarda i trasporti, le misure di risposta sono molto evidenti e tremendamente dolorose (per la Lituania). Se escludiamo il transito attraverso il territorio russo, la sua competitività non viene drasticamente ridotta, ma semplicemente annullata ", ha sottolineato.

Conseguenze del blocco

Alijanov ha ammesso che il parziale blocco lituano riguarderà fino al 50% delle merci ricevute dal territorio, per lo più metalli, cemento e materiali da costruzione, per cui ha accusato Vilnius di cercare di "strangolare" l'economia locale.

"È un passo apertamente ostile. Non vogliamo acquistare questi prodotti dall'Europa. Ci dedichiamo a fornire la nostra regione o ad esportare principalmente in territorio russo i beni che produciamo qui", ha detto alla televisione pubblica russa.

Si tratta di una "grande varietà di merce", anche se ha chiarito che il carbone non sarà interessato fino al 10 agosto e il diesel o la benzina fino a dicembre.

"Per risolvere il problema del transito attraverso la Lituania, la Commissione europea (CE) deve semplicemente introdurre modifiche alle sanzioni dell'UE ", ha sottolineato.

In caso contrario, ha avvertito, perderà molti soldi, dal momento che il transito è una delle principali fonti di finanziamento per il sistema ferroviario lituano, che è "deficit" e ha bisogno di investire in infrastrutture.

Alikhanov era convinto che con l' aumento del numero dei mercanti di San Pietroburgo , gli abitanti di Kaliningrad non soffriranno di una carenza di prodotti di base, anche se il transito sarà "più lungo e più costoso".

Un mese fa il presidente russo Vladimir Putin ha rimproverato Alikhanov per aver accusato "l'operazione militare speciale" della Russia in Ucraina per i problemi di Kaliningrad.

Casus belli?

"Se i lituani chiudono il transito, lo considero un 'casus belli'. Ed è che una parte della Russia è separata dal resto del Paese", ha detto a Efe Alexei Gromyko, direttore dell'Istituto d'Europa. Vilnius ha annunciato la misura.

La domanda è se la Russia consideri il blocco una misura "che mette Kaliningrad in pericolo dal punto di vista militare".

Ricordiamo che il blocco viola non un accordo bilaterale, ma un accordo tra la Russia e l'UE , poiché questo era l'impegno preso quando la Lituania ha aderito nel 2004, a rispettare il transito tra Kaliningrad e il resto del territorio russo.

Gromyko collega la situazione attuale alla decisione della Finlandia e della Svezia di aderire all'Alleanza Atlantica, che lascerebbe Kaliningrad "completamente circondata" dagli Stati membri della NATO.

Tra le reazioni russe, ha alluso al corridoio Suwalki (Suvalski in russo), il percorso più breve tra il territorio della Bielorussia , stretto alleato della Russia, e Kaliningrad.

Suwalki è una striscia di territorio di grande importanza strategica, poiché collega i paesi baltici con il resto dei paesi alleati attraverso la Polonia.

Precisamente, a fine marzo, la Lituania ha chiesto ulteriore aiuto all'Ue per aumentare la sicurezza in questo corridoio, sorvegliato dalle guardie di frontiera lituane ed è considerato uno dei punti deboli della Nato.

L'accordo firmato nel 2004 consente il traffico civile e militare tra la Russia e Kaliningrad attraverso il territorio della Lituania, che ora teme un possibile movimento di truppe russe a causa dei combattimenti in Ucraina.

20 giugno 2022

Procurad'e moderare barones sa tirannia! (Cercate di frenare baroni la vostra tirannia!)

L'Inno dell'Indipendentismo Sardo venne composto all'indomani dei moti rivoluzionari del 1794 da Francesco Ignazio Mannu, nobiluomo di Ozieri e magistrato a Cagliari, con il titolo Su patriottu sardu a sos feudatarios. Il testo originale, articolato in 47 ottave logudoresi, ben 375 versi totali, è un vero canto d'amore per la propria terra e fiera rivendicazione d'identità, ma anche circostanziato decalogo sulla sacrosanta lotta per la libertà contro la secolare oppressione dei dispotici e arroganti proprietari terrieri che sfruttavano avidamente l'isola con la complicità del regime sabaudo. La versione italiana qui riportata testimonia più d'ogni altra parola quanto il brano si sia preservato attuale, ad onta dell'età, e universale, nonostante il peculiare contesto storico, sociale, geografico e letterario. Uguale istanza repressa sembra esprimere la danza dal passo cadenzato dei Mamuthones di Mamoiada, figuranti di un arcaico carnevale pagano, la schiena curva sotto il peso dei campanacci, il volto coperto dalla lignea maschera totemica, guidati come gregge d'armenti dagli Issohadores. Eppure dal loro grave portamento traspare riflesso l'ancestrale orgoglio, già forse perché la dignità di un popolo, al contrario dell'infamia dei suoi governanti indigeni o stranieri, non si misura con il metro della storia scritta con il sangue dei vinti, né tantomeno si logora con il passare del tempo.

Traduzione da Sardo in Italiano:

1)      Cercate di frenare baroni la vostra tirannia

sennò lo giuro sulla vita mia finirete sotto terra

Dichiarata è già la guerra contro la prepotenza

e comincia a mancare nel popolo la pazienza

 

2)      Badate che divampa contro di voi il fuoco

badate questo non è un gioco ma cosa seria

Attenti che il cielo nero minaccia tempesta!

Gente consigliata male ascolta la voce mia!

 

3)      Non date più di sprone al povero ronzino

o nel mezzo del sentiero fermo s'impunterà

perch'è tanto stremato da non poterne più

e finalmente dovrà il basto gettar via

 

4)      Il popolo sepolto da profondo letargo

alfine disperato s'accorge delle catene

Capisce di patir le colpe dell'indolenza antica:

feudo legge nemica d'ogni buona filosofia!

 

5)      Che fossero vigna oliveto o campo

le terre han profuso regalate o barattate

Come gregge di pecore malnate han venduto

uomini e donne insieme alle lor creature

 

6)      Per una paga di poche lire e talvolta per niente

han reso eternamente schiave le genti

e migliaia di persone servono un tiranno

Misero genere umano! Povero popolo sardo!

 

7)      Dieci o dodici famiglie si son spartita l'isola

impossessandosi delle nostre terre

in maniera ingiusta nei bui secoli scorsi

e però oggi noi vogliamo a ciò porre rimedio

 

8)      Nasce il Sardo soggetto a mille comandamenti

tributi ed imposte deve versare al signore

in bestiame e grano in danaro e in natura

paga per il pascolo e paga per seminare

 

9)      Prima ancora dei feudi esistevano i villaggi

ed erano i veri proprietari dei boschi e dei campi

Come mai a voi baroni la cosa altrui fu assegnata?

Colui che allora ve la donò non aveva il diritto di farlo!

 

10)    Né alcuno può pensare che la povera gente

abbia volontariamente rinunciato ai propri diritti

Perciò i titoli vostri puzzano d'indebita appropriazione

e le comunità hanno ben ragione a volerli impugnare

 

11)   Dapprima esigevate tasse meno gravose

ma poi le avete aumentate di giorno in giorno

Man mano che crescevano vi siete dati al lusso

sperperando in spese inutili la sana economia

 

12)   Neppure vi bastò serbare i possedimenti dinastici

con la minaccia della prigione con i castighi e le pene

Con ceppi e catene i poveri ignoranti

obbligaste a pagare balzelli esorbitanti

 

13)   E se almeno v'adoperaste a mantener giustizia

castigando i delitti dei malviventi locali

Così potrebbe la gente del bene di tranquillità fruire

e andare e venire sicura per la strada

 

14)   A questo solo dovrebbe servire ogni tassa e norma

proteggere dai delinquenti chi invece la legge rispetta

Ma di tale difesa ci priva il barone per avarizia

chè sa solo lesinare sulle spese di giustizia

 

15)   Il primo fesso che si presenta viene nominato ufficiale

faccia egli bene o male basta che non pretenda salario

Procuratore o notaio servitore o lacchè

sia bianco sia nero egli è buono a governare

 

16)   Basta che s'adopri di persona a far crescere le entrate

e rendere più contenta la borsa del suo padrone

e che aiuti il fattore a trovare sollecitamente

un messo o altra persona zelante nell'eseguire gli ordini

 

17)   Talvolta del barone fa le veci il suo cappellano

i villaggi tiene in una mano nell'altra la dispensa

Feudatario non credere di poterci costringer schiavi

solo per arricchirti o scorticarci vivi!

 

18)   Pretendi che per difendere i beni e la tua vita

il villano vegli giorno e notte con l'armi in

mano Se così deve essere perchè allora tanti tributi?

Se non danno alcun frutto è da stolto pagarli!